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Nikon Zoom 80-200 F2.8 bighiera : Una poltrona per due
nov 30 2006 01:00 |
Max Aquila
in Obiettivi
Non capita tutti i giorni trovarsi ad usare contemporaneamente due versioni diverse dello stesso obiettivo, indipendentemente dal valore economico delle stesse, che in questo caso si collocano comunque in una fascia dichiaratamente alta del listino Nikon.
Stiamo parlando di un confronto tra il Nikon AF Nikkor D 80-200mm f/2.8 ED del 1996 ed il Nikon AF-S Nikkor D 80-200mm f/2.8 IF-ED, praticamente il modello con incorporato il motore ad ultrasuoni Silent Wave del 1998, comunemente chiamati "bighiera" per distinguerli dalle due precedenti versioni AF a pompa
e dalla rara versione MF del 1982 Ai-S
Una curiosità immediata tra questi due stupendi esemplari della tecnologia ottica giapponese (qualificati ottimi o eccellenti in tutti i test MTF cui sono stati fin qui sottoposti) si manifesta per il fatto che, caso più unico che raro, la versione più recente (AFS) sia uscita di listino prima di quella più anziana, a causa del successivo avvento dell'attuale 70-200 AF-S VR, caratterizzato da un prezzo di vendita che avrebbe fatto competizione al predecessore motorizzato ed invece é stata mantenuta fin qui a listino la versione del 1996, caratterizzata da un prezzo di vendita eccezionale se rapportato alle prestazioni ottiche, se ci piacesse costruire modelli di valutazione da Altroconsumo, cosa che però non ci procura piacere alcuno!
La prima differenza che salta all'occhio tra questi due zoom ? quella dimensionale: l'AF-S pur essendo pochi mm più lungo dell'altro bighiera dà una sensazione immediata di maggiore stazza, sia per la circonferenza del barilotto leggermente superiore, sia per la presenza (era ora...! al quarto tentativo!) di una staffa di connessione al treppiede di tutto rispetto e completamente asportabile, oltre che scorrevole per 360° al contrario dei 270° della versione precedente, fissa.
Il peso si incrementa anche per questo dai circa 1300 gr del primo bighiera ai 1580 dell'AFS e la differenza si sentirebbe tutta se non fosse per l?ergonomica decisione di spostare più in avanti la ghiera di messa a fuoco manuale per dare spazio ai tre pulsanti di focus lock disposti a 90° l'uno dall'altro, subito davanti la ghiera rotativa di zoomata, peraltro 4mm più larga di quella del precedente bighiera, tanto da consentire una perfetta distribuzione delle dita della mano sinistra sul barilotto di questo bellissimo zoom(anche per il design).
Il motivo che mi ha mosso a bramosia di confronto risiede nel fatto che prima del bighiera avevo anche posseduto un 80-200 a pompa della prima serie (1988) e nel passaggio al più recente zoom avevo già percepito minime ma significative migliorie nella qualità dei vetri usati, oltre che naturalmente, per la velocità di traslazione della messa a fuoco automatica, molto critica nei primi esemplari.
Questo ultimo esemplare della saga degli 80-200 era da tempo classificato come ulteriormente innovativo di un progetto praticamente perfetto come quello del bighiera ?96, lineare e nitido al centro come alla periferia del fotogramma, nonché impercettibilmente vignettato agli estremi di focale e, ovviamente, solo a tutta apertura.
L'innovazione progettuale consisterebbe in un ulteriore miglioria del grafico MTF qualità-nitidezza alla massima apertura e soprattutto ai bordi immagine (impossibile probabilmente migliorare il già perfetto centro-immagine) ed in una diminuita distorsione (di per sé già inavvertibile nel precedente modello) alle focali più lunghe del range in questione.
Cominciamo da subito col dire che raramente mi é capitato di sentirmi più cieco nel cercare di trovare il pelo nell'uovo che possa assegnare la palma di migliore ad uno dei due obiettivi, essendo entrambi caratterizzati da prestazioni inusuali agli occhi dei più allenati critici fotografi!
Le modalità con cui mi sono accostato al test sono quelle caratterizzate dalla massima neutralità di impostazione macchina (D200 opzioni personalizzazione tutte azzerate), scattando in RAW+jpg basic, per la comodit? di visualizzazione e scelta; in alcuni casi anche con macchina su treppiede e testa joystick, WB impostato perlopiù su 'sole brillante'.
La grande differenza tra le due releases consiste peraltro nello schema ottico:
16 elementi in 11 gruppi per il bighiera standard (come le tre predecenti versioni) con tre elementi ED nel 1°,2° ed 8° gruppo. Ben 18 lenti in 14 gruppi per l'AFS con addirittura cinque lenti ED, praticamente un primato!
L'altra differenza tipo sta nella presenza del formidabile motore ad ultrasuoni col quale Nikon ha scardinato i detrattori del marchio che per la foto sportiva sembravano voler migrare in massa alla concorrenza canonica: questo obiettivo, come anche il 200-400 VR f/4 ed i mega 300 e 400mm f/2.8, 500 e 600mm f/4 sono oggetti di culto e di assoluto riferimento per qualsiasi fotografo sportivo, ma per fortuna anche per gli altri!
Diversi, come detto, nelle dimensioni, disposizione dei comandi e nel peso, ma che non possono che influenzare positivamente la scelta grazie all'asportabilità del collare per il treppiede che da solo pesa 135 grammi e riporta quasi a parità il confronto dei pesi.
In compenso non mi capità più, come col primo bighiera, di toccare accidentalmente la ghiera di messa a fuoco in funzione, con le dita più lunghe della mano.
Il modello più recente consente la correzione manuale di fuoco anche quando il selettore apposito sia in posizione di Af Auto.
Come per le precedenti versioni é presente un cursore a due posizioni di limitazione del range di AF: da infinito a 2,5m o da 2,5 alla minima maf di 1,5 metri.
Nessuna dicitura 'M' alla minima distanza di maf come invece sulle precedenti edizioni.
Grande la differenza invece a livello di paraluce: il modello AFS adesso ne sfoggia uno a petalo molto più profondo ed ingombrante di quello del precedente bighiera, ma con un aggancio molto preciso a baionetta che ne consente anche il trasporto in posizione invertita quando non richiesto nell'uso (ma con focali di questo genere, per evitare riflessi indesiderati o perdita di contrasto, meglio usarlo sempre).
Ultima caratteristica distintiva, il modello AFS é definitivamente IF, mentre fino al bighiera precedente la lente frontale ruotava durante la messa a fuoco, rendendo particolarmente difficile l'uso di polarizzatori circolari, stante anche l'eccessivo diametro relativo da 77mm della lente frontale, che comporta dei costi esorbitanti per una scelta di filtri oculata: il digitale in questo ha certamente risolto molti problemi, eliminando l'esigenza di far spesso uso di filtri skylight o pola, grazie alla possibilità di postprodurli.
Andiamo quindi direttamente alle conclusioni dettate dai circa seicento scatti a confronto effettuati in alcune sessioni di test, nelle quali ho alternativamente usato sullo stesso corpo D200 a parità (o quasi) di condizioni di luce ed inquadratura, i due zoom, cercando di individuare differenze macro o microscopiche che posano portare l'utente a desiderare l'uno o l'altro dei due obiettivi, anche in funzione del diverso prezzo sull'unico mercato che li accomuni, quello dell'usato, dove il semplice bighiera spunta quotazioni tra i 750 ed i 900 euro, mentre l'AFS vale un centinaio di euro in più.
Come già fatto intuire non riesco a trovare delle caratteristiche ottiche che possano portarmi a preferire l'uno all'altro, se non che mi pare di vedere che l'AFS fornisca delle foto lievemente più sature dell'altro in piena luce, modestamente più contrastate nelle basse luci.
Il paraluce poi contribuisce grandemente, grazie alla sua profondità notevole (parliamo di 10,5cm contro i precedenti 5cm) a maggiorare questa distinzione, come si può notare anche nei controluce diretti a cui ho scattato, tra i quali questi delle foto allegate dove le foto in alto sono scattate senza paraluce, mentre questo é presente in quelle in basso: come si vede l?AF-S si avvantaggia parecchio della sua presenza.
Di distorsione non ne avevo notato neanche nel bighiera precedente, e la vignettatura é un concetto distante da quella che possa affliggere uno zoom grandangolare, pertanto da non prendere minimamente in considerazione.
La correzione cromatica sembra quasi da APO a tutte le focali e non mi é parso di trovare in nessuno dei due artefatti cromatici a forte ingrandimento, ma io non sono neanche uno che va a cercare il banding fotografando il filamento delle lampade al tungsteno con un obiettivo macro?
Dove la differenza si fa marcata é nella diversa ergonomia dei due obiettivi ma soprattutto nell'infallibilità o quasi del motore ad ultrasuoni con soggetti in movimento come quelli inquadrati nei miei test (gabbiani e automobili in città).
Nelle raffiche prolungate fino a dieci-quindici scatti il massimo che possa capitare all'AFS é di perdere per uno, al massimo due frames il miglior fuoco: il bighiera semplice non ce la fa altrettanto bene e se gli scappa fuori zona il fuoco, non lo riprende più, specie con il motore a cadenza veloce della D200 da 5ftg/sec (quando selezionato a 3ftg/sec il divario si attenua a patto di prestare maggior attenzione alla dimensione e posizione dei sensori AF rispetto il soggetto).
Insommaé una bella lotta: chi prediliga le dimensioni maggiormente contenute (anche a causa dell'incomprimibile paraluce dell'AFS) usi pure il bighiera tradizionale, ma chi abbia anche una volta sola rimpianto la velocità di scatto del vicino canonico?beh, non ha più giustificazioni di sorta: LA CLASSE (NIKON) NON E' ACQUA?!
© Max Aquila per Nikonland 2006
Test:
Yes
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102 Comments
Che ne pensi Max ?
Ma curer? di specificare il perch? la Nikon non abbia mai messo in cantiere, prima dell'avvento delle ottiche AFI ed AFS (motorizzate) dei nuovi teleconverter generici per le ottiche AF, a parte un paio di strumenti studiati appositamente per gli extra luminosi supertele.
allego intanto un pdf vecchiotto della stessa Nikon, nel quale ? ben chiara la "fotografia" di ci? che sia consigliato o non, da collegare ad un moltiplicatore di focale.
In questo bug temporale prolificano i costruttori universali, tra tutti prevalentemente Kenko con la serie PRO, usata da molti reporter di sport.
Ma capirai che se Nikon si ostina a non tenere in linea un oggetto come il suo vecchio 400/5.6, ci sono poche alternativa : o il 300/4+TC14E oppure un 80-200/2.8+Kenko.
Non considerando praticabile l'alternativa del sopravvalutato 80-400VR ...
Insomma, il 400 per tutti (o quasi) non c'? ... !
ma mi pare che moltiplicare 1.4x il 300 renda piuttosto bene e l'ensamble costa pure meno che un 70-200vr da duplicare, no?
Presto vi poster? qualche risultato
Nel comprarlo ho puntato sulla qualit? e vedo che non ho sbagliato
Certo che questo zoom con il corpo della D200 il peso che si raggiunge e quello di ben 2,2 kg il che... mi obbliga a fare esercizi coi pesi per rinforzare i miei bicipiti ma sono a buon punto.
E poi... cosa mai non si farebbe per fare belle foto!
Il peso ? una variabile importantissima nella gestione dell'insieme macchina/obiettivo: pi? la focale tende ad essere estrema e maggiormente il suo peso ci "aiuter?" a ricordare che dobbiamo usare tempi veloci per contrastare mosso e...smosciamento del fotografo...!
Ma il peso aiuta anche (entro certi limiti) a ben impugnare l'ensamble e anche questo aiuta a mano libera nell'ottenimento della massima risoluzione ottenibile: io, col mio 80-200 AFS per?, tutte le volte che non serva, levo il supporto per il treppiede, per riguadagnare quei 2-300 grammi che aiutano a scattare qualche immagine di pi?!
Max... nel frattempo ho capito anch'io che togliereil supporto per il treppiede ? gi? qualcosa
Sai, amo avere qualcosa di CONCRETO tra le mani e quindi mi piace anche con i suoi 2kg e passa
(uomini, vi avverto: non osate travisare la mia frase neppure per un nanosecondo!!! )
ma se per caso dovesse ... pungerti vaghezza, ti invito allora, passando dalle mie parti, a provare l'ebbrezza di utilizzare a mano libera (per modo di dire) dei giganti come quelli qui sotto effigiati:
un 400mm f/4.5 ed un 800mm f/8 della serie che, mia coetanea, comprendeva anche un 600mm ed un 1200, composti di un gruppo di messa a fuoco (AU-1 o FU) su cui si avvitava il nocciolo ottico, intercambiabile tra quelle quattro lunghezze focali!
Roba da 4,7 kili!!!
Ciao,
Adriano.
ah il 300 col suo dolce peso...
un bel "giocattolino" da 3Kg (peccato che lo sto usando poco, ma mi rifar?!)
3kg?
Ecco... ho scoperto or ora con sommo dolore che Nikon ?... maschilista.
E chi tra noi donzelle tiene su un peso del genere? Solo voi maschietti avete i muscoloni
Ora si capisce perch? poche sono le donne che si interessano seriamente di fotografia.
muscoloni?
Guglielmo, forse...
io sembro una radiografia vestita!
comunque parlavo del 300 f2.8 AF-S, la versione f4 pesa meno della met?.
per curiosit? c'? una tabella sinottica delle ottiche Nikon con vari dati, tra cui il peso (non so quanto sia affidabile il tutto) qui
Una radiografia vestita?
Troppo simpatica questa descrizione!
A maggior ragione complimenti
Grazie per il riferimento a quella tabella.
Cio?:
Mi sarebbe venuto il megatrip di fare il salto dal classico Nikon AFD 80-200 f2.8 bighiera al "fratellone" 70-200 VR.
Lasciando da parte la messa a fuoco fulminea del AFS ed il Vr, secondo Voi, la differenza ottica vale la spesa?
Lo chiedo perch? dopo essermi riempito la testa di numeri sui test MTF e via discorrendo, alla fine mi ritrovo a pensare che l'unico giudizio risolutivo pu? essere dato dagli occhi e dall'esperienza di che lo ha e di chi magari ha fatto la stessa strada.
Grazie in anticipo per le risposte, almeno se dovr? mettermi a vendere pezzi del mio corredo lo far? con un po' pi? di sollievo!
Per? se tu invece usi molto il tele... allora credo che la presenza del VR possa valere la spesa.
Ernesto
Maurizio
[attachment=4053:FOTO_NIKON_F.jpg]
In particolare vanta una nitidezza eccezionale gi? a tutta apertura praticamente a tutte le focali.
A questo si aggiunge una resa dei colori decisamente pi? vivace e brillante, in linea con le aspettative odierne, oserei dire di tipo "cinematografico" (o per essere maligni, "canon-like").
Lo stesso dicasi per lo sfuocato, a livello (quasi) di campioni come l'85/1.4 o il 105/2.
Tra resa, prestazioni, costruzione e durabilit? ? tra i 4 o 5 migliori zoom Nikon di tutti i tempi. E comunque tra le migliori realizzazioni della nostra casa.
Ha i suoi difetti ma li copre ampiamente tutti con le sue doti eccezionali.
Se a tutto questo aggiungiamo la stabilizzazione efficacissima e la velocit? straordinaria, abbiamo un "pacchetto" difficile da battere sul pianeta terra.
L'80-200/2.8 ? un ottimo obiettivo ma di una fascia inferiore, la differenza di prezzo (mediamente 2 a 1) ? ampiamente giustificata.
Complessivamente ? un valido obiettivo ma giusto per sostituire con un pezzo solo l'85/1.8, il 135/2 e il 180/2.8.
La resa ? tradizionale, con colori neutri. Nitidezza elevata ma a partire da F4-F5.6
Costruttivamente e meccanicamente valido e longevo. Autofocus non particolarmente brillante (come gli obiettivi a focale fissa che sostituisce).
Sulla scelta dell'uno sull'altro - al di la della capacit? di spesa - si devono valutare le condizioni di impiego.
Francamente per un uso rilassato l'80-200/2.8 basta ed avanza, anzi, io gli preferirei la coppia 85+180.
In pista, in passerella o in arena invece il 70-200/2.8VR non ha rivali al mondo (da nessun costruttore presente !).
piuttosto di evoluzioni...
Stai parlando del 35-70mm f/2.8 obiettivo nato nel 1987, nella prima era AF, del 28-70mm AFS (quindi con motore incorporato), due lenti ED ed una asferica, nato nel 1998 (cio? nove anni dopo il primo) e del 24-70, appena presentato, coi suoi nanocristalli ancora da ved?!
Me lo dici, oltre all'f/2.8, cosa abbiano in comune questi tre zoom?
Te lo dico io...: la scritta Nikon...!
Soltanto in casa Nikon, infatti, si verifica la possibile interazione e coesistenza di obiettivi separati tra loro da ben venti anni di commercializzazione: questa pi? che un problema la chiamerei...opportunit?!
Se i grattacapi fossero questi...
Peraltro tre straordinari obiettivi che continueranno a dare grandi soddisfazioni per i prossimi anni.
Io sto usando con grande soddisfazione in questi giorni il 35-70/2.8 di propriet? del Buttarelli e a casa mia per un breve soggiorno ....