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La riserva naturale dei laghi Lungo e Ripasottile
lug 25 2013 11:55 |
Raffaele Pantaleoni
in Natura
riserva naturale Rieti Lago Lungo e RipasottileUn pannello informativo.
Il livello delle acque dei due laghi maggiori, Lungo e Ripasottile, viene tenuto costante da idrovore che riversano l'acqua in eccesso direttamente nel fiume Velino. Ciò si è reso necessario, essendo tutta la zona estremamente ricca di acqua, per evitare che i laghi espandendosi sommergano le aree circostanti che, per la maggior parte, sono adibite all'agricoltura. Entrambi i laghi sono attrezzati con percorsi quasi completamente transennati e con capanni di osservazione in discreto stato di conservazione; ogni capanno è provvisto di pannelli didattici utili al riconoscimento delle specie.
Uno dei capanni di Ripasottile.
Il percorso di Ripasottile parte dallo stabile che ospita le idrovore ed il centro visitatori, presenta una difficoltà minima ed è praticabile tutto l'anno, tocca una parte della riva nord del lago, dove sono installati due capanni di osservazione e il centro di inanellamento della riserva, per poi costeggiare un affluente e tornare ad un centinaio di metri dal centro visitatori. La lunghezza complessiva è di circa un chilometro e mezzo.
I due percorsi sono segnati in bianco, a sinistra quello del lago di Ripasottile, a destra quello di lago Lungo.
Il percorso di lago Lungo è provvisto di tre capanni ben distanziati fra loro, è però più impegnativo per lunghezza e poiché non è circolare; inoltre è soggetto ad allagamenti che costringono, nei periodi più piovosi, ad un abbigliamento che comprenda stivali alla coscia. Il percorso costeggia la riva nord e parte della riva ovest per poi affiancare per un lungo tratto il canale della Vergara che unisce lago Lungo al lago di Ripasottile.
Svasso maggiore durante il periodo degli accoppiamenti.
Le specie più numerose e facili da avvistare sono lo svasso maggiore, la folaga, il germano reale, il gabbiano, la gallinella d'acqua, il cormorano, il fagiano, la volpe, gli aironi cenerini e bianchi e vari rapaci come il gheppio ed il nibbio bruno.
Germani in volo.
Altre, più schive di natura, possono essere osservate con un minimo di pazienza, come la sgarza ciuffetto, il tuffetto, la moretta, il moriglione, il martin pescatore, la marzaiola. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un progressivo popolamento anche stanziale di specie che fino a pochissimi anni fa era quasi totalmente di passaggio.
Nitticora in volo, sullo sfondo i monti Sabini.
E' infatti in divenire una sempre più nutrita garzaia di aironi cenerini e bianchi, oltre a diversi nidi di sgarza ciuffetto. L'anno appena trascorso ha visto il passaggio di numerose gru, avvistate fino a centoventi esemplari contemporaneamente.
Stormo di gru cenerine in arrivo nella Riserva.
Sempre lo scorso inverno, complice le copiosissime piogge che hanno reso diversi campi delle zone umide temporanee, molti limicoli di passo hanno trovato un habitat gradevole. Sono stati segnalati, corrieri piccoli, cavalieri d'Italia, beccaccini.
Fagiano.
Istrice a passeggio prima dell'alba.
Trovandosi in una zona turisticamente per nulla valorizzata e lontana dalle principali vie di comunicazione, Rieti non è collegata ad arterie autostradali ne ferroviarie, la riserva non è un posto ambito da famiglie in gita e da fotonaturalisti, difficilmente si ha la possibilità di incontrare famigliole al passeggio o gitanti chiassosi. Né la riserva, né i laghi sono recintati, l'accesso è quindi libero e non controllato permettendo la massima libertà nella scelta degli orari.
Airone cenerino.
Il capanno è l'unico modo, o perlomeno il più semplice, per poter osservare gli specchi d'acqua e la fauna; infatti entrambi i laghi sono contornati da un fitto muro di canneto che ostacola la vista e l'accesso all'acqua, inoltre lago Lungo è adornato, senza soluzione di continuità, da un fitto strato di ninfee utilizzato come pascolo dalle gallinelle d'acqua e dalle folaghe, nonché come zona di caccia subacquea dai cormorani e dagli svassi.
Pullo di gallinella d'acqua.
Fioritura di Nymphaea alba.
Cormorano con pesce gatto.
Dal 2011 si sta notando un ritorno in numero e specie degli odonati che negli anni precedenti erano quasi completamente scomparsi. Uno studio indipendente del 2005 aveva evidenziato uno stato di profonda sofferenza di tutto il bacino lacustre con un preoccupante principio di eutrofizzazione (da Wikipedia: condizione di ricchezza di sostanze nutritive in un dato ambiente, in particolare una sovrabbondanza di nitrati e fosfati; causa la proliferazione di alghe microscopiche che, a loro volta, non essendo smaltite dai consumatori primari, determinano una maggiore attività batterica; aumenta così il consumo globale di ossigeno, e la mancanza di quest'ultimo provoca alla lunga la morte dei pesci). La pressione dell'agricoltura intensiva è la probabile causa dell'eccesso di fosfati e di altri inquinanti nelle acque dei laghi. Il ritorno delle libellule potrebbe essere un indicatore che le misure di rivitalizzazione necessarie siano state messe in atto e aver iniziato a dare i propri frutti; purtroppo però i report annuali del wwf e di goletta blu mostrano come il fenomeno di eutrofizzazione sia ancora in atto ed entrambi i laghi siano sofferenti.
Aeshna mixta.
Orthetrum cancellatum.
Crocothemis erythraea.
Oltre che dal punto naturalistico, la zona è estremamente interessante anche sotto il profilo paesaggistico, trattandosi di un altopiano a circa 400 metri sul livello del mare contornato dai monti Sabini ed in particolare dal massiccio del Terminillo che svetta a nord-est.
Allagamento di marzo 2010; a seguito delle continue piogge torrenziali il livello dei laghi salì di 6 metri.
Il massiccio del Terminillo visto dal lago di Ripasottile poco prima dell'alba.
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3 Comments
Ah, Ah' E' qui che giochi "in casa"!
Il fatto che sia poco frequentato è una manna per te Raffaele!!
Meno gente , meno casino, meno rischio di disturbo. No no, dai retta, va bene così.
Le libellule in fase larvale respirano da una sorta di branchie. Hanno bisogno acqua un poco ossigenata. Come hai notato l'eutrofizzazione è un danno grave perchè l'esplosione algale sottrae ossigeno all'acqua, la tinge di un bel color verde marron, la luce non passa e le piante acquatiche, loro sì generatrici di ossigeno, non riescono più a sopravvivere.
In più la sedimentazione e la proliferazione dei batteri anaerobici (il fango nero che puzza di uova marce) uccide le forme di vita bentoniche. E' una catena e ci vuole poco a spezzarla e molto per rimetterla in funzione. Laghi come quelli sono bacini di raccolta delle acque meteoriche circostanti e ovviamente captano il drenaggio dei campi. E' molto difficile intervenire con pratiche di depurazione perchè non esite un collettore principale delle acque affluenti..
Insomma è un bel casino, comune a tutte le pozze d'acqua delle campagne coltivate.
Aspetto altre immagini dal tuo Playground
PS
prima o poi ti toccherà scannare il porcellino salvadanaio per un vero teleobiettivo.
Si Valerio, questo è il "mio" parco giochi! La bassa frequentazione è sicuramente un aspetto positivo. Come dicevo ci sono studi che suggeriscono diversi tipi di approcci alla depurazione delle acque comprese quelle dei campi, ma l'indifferenza e la crisi, purtroppo mandano tutto a quel paese. Triste ma vero.
P.S.: Il porcellino purtroppo è a digiuno da diversi mesi ormai... :-(
Raffaele, passerà sta nottata!!
ciao