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Berlino disperata...erotica...stomp
mag 07 2013 01:00 |
Max Aquila
in Reportage
berlino reportage
Girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto
gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino
mi guarda con la faccia un pò stravolta e mi dice "sono di Berlino".
Berlino, ci son stato con Bonetti, era un pò triste e molto grande
però mi sono rotto, torno a casa e mi rimetterò in mutande.
Così Lucio Dalla nel 1977 e mi era rimasta la curiosità di questi berlinesi smarriti nella tristezza della loro grande città, come nelle foto di Werner Bishof delle rovine di guerra dei bombardamenti che decisero della Seconda Guerra Mondiale, o nell'immaginario collettivo della Trabant che sul finire del 1989 varcava vittoriosa la Brandenburger Tor
prima simbolo di divisione ed oggi di riunificazione da una pazzia durata quasi trenta anni.
E l'impressione che mi é rimasta in una visita di cinque giorni a cavallo del Capodanno 2007 é quella di una Piazza Grande (per continuare a parafrasare il nostro...) come non mai,
tagliata tra le immagini di un passato recente di separazione, fin troppo evidente nella alterna diversità dei negozi di una parte
e dell'altra
degli edifici sensazionalisti di Potsdamer
e di quelli alternativi dell'Oranienstrasse
e Kreutzberg
o di là del fiume, lo Spree
una maestosa Capitale ben compresa del ruolo dei suoi Conduttori come Federico il Grande, che ancora oggi fronteggia la meravigliosa passeggiata del miglio di Unter Den Linten, che provvedette ad allargare agli attuali 60 metri a vantaggio delle parate militari che vi si tennero numerose fino al secolo scorso
in un visibilio di luci,
tra musei e palazzi
sinagoghe e chiese di ogni culto
una città nella quale sembra abbiano prima che le strade, progettato e costruito la ferrovia e le tranvie, tanto razionali quanto ci si aspetta dai loro stessi orologi
come quello universale, con i fusi orari di tutto il mondo ed il planetario ad Alexanderplatz dal 1968
dietro la grande Fernsehturm: il megaripetitore televisivo dell'ovest cittadino
che spunta dalla skyline di tutta la città, da dietro cavalli alati
e chiese
dal basso
e da ... dietro qualche filtro di troppo...!
una città in cui il Muro é rimasto ... dentro:
uguale a se stesso, dipinto, scolpito, abbandonato
o coltivato e celebrato in musei come quello del "checkpoint Charlie" il posto di frontiera per eccellenza tra Est ed Ovest
"sul marciapiede dei folli idealisti" lapidi dedicate ai pensatori dei secoli scorsi cominciano proprio dedicando un tributo alla fratellanza della "Giovine Europa" di Giuseppe Mazzini:
i miei figli decidono di schiaffeggiarsi proprio li sopra...
il cielo sopra Berlino non dimentica di ricordare... incessantemente dell'Olocausto,
dal parco dedicato allo sterminio del popolo ebreo, raffigurato da 2711 stele di cemento di varia grandezza su un terreno con frequenti dislivelli e labirinti, come a raffigurare lo smarrimento che ne deriva:
come anche nell'inquietante e suggestivo Judaische Museum, il museo della cultura ebraica, annesso al Berlin Museum, dove l'alluminio il vetro ed il cemento si rincorrono a tagliare lo spazio in spigoli e vuoti allegorici
anche al suo interno
o nel "Giardino degli esuli"
dove, a fianco dell'edificio principale, uno spazio recintato su di un piano fortemente inclinato, un labirinto formato da silos di cemento in cima ai quali ulivi simboleggiano la resistenza degli ebrei al genocidio, testimonia della necessità di "ricordare"
Ma Berlino é sopratutto luogo di ritrovata tranquillità nel pacifico convivere di stili e culture (anche culinarie) decisamente diverse
Luogo di sommo raccoglimento per chi vada in cerca di emozioni culturali:
l'isola dei musei circondata dallo Spree é uno dei posti più suggestivi della città, dove si annoverano alcuni tra i più importanti siti di archeologia e storia del mondo (o meglio i reperti che i tedeschi nei secoli sono "riusciti" a procurarsi nei loro "viaggi organizzati".... )
Come dentro al Pergamon Museum
dove sono conservate vestigia che sono incredibile vanto della smania dell'Uomo di conservare la traccia di sé:
come la porta di Ishtar: smontata e ricostruita dentro questo Museo...
A Berlino insomma vi si trova tutto ed il suo opposto,
dagli splendidi animali del suo zoo
agli omologhi impagliati al Museo di Storia Naturale
ancora...!
una città edificata per trasmettere sensazioni, e non soltanto da adesso...
una città che lega armoniosamente presente e passato
una città che mi ha colpito ed in cui tornerò presto
© Max Aquila per Nikonland 2007
gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino
mi guarda con la faccia un pò stravolta e mi dice "sono di Berlino".
Berlino, ci son stato con Bonetti, era un pò triste e molto grande
però mi sono rotto, torno a casa e mi rimetterò in mutande.
Così Lucio Dalla nel 1977 e mi era rimasta la curiosità di questi berlinesi smarriti nella tristezza della loro grande città, come nelle foto di Werner Bishof delle rovine di guerra dei bombardamenti che decisero della Seconda Guerra Mondiale, o nell'immaginario collettivo della Trabant che sul finire del 1989 varcava vittoriosa la Brandenburger Tor
prima simbolo di divisione ed oggi di riunificazione da una pazzia durata quasi trenta anni.
E l'impressione che mi é rimasta in una visita di cinque giorni a cavallo del Capodanno 2007 é quella di una Piazza Grande (per continuare a parafrasare il nostro...) come non mai,
tagliata tra le immagini di un passato recente di separazione, fin troppo evidente nella alterna diversità dei negozi di una parte
e dell'altra
degli edifici sensazionalisti di Potsdamer
e di quelli alternativi dell'Oranienstrasse
e Kreutzberg
o di là del fiume, lo Spree
una maestosa Capitale ben compresa del ruolo dei suoi Conduttori come Federico il Grande, che ancora oggi fronteggia la meravigliosa passeggiata del miglio di Unter Den Linten, che provvedette ad allargare agli attuali 60 metri a vantaggio delle parate militari che vi si tennero numerose fino al secolo scorso
in un visibilio di luci,
tra musei e palazzi
sinagoghe e chiese di ogni culto
una città nella quale sembra abbiano prima che le strade, progettato e costruito la ferrovia e le tranvie, tanto razionali quanto ci si aspetta dai loro stessi orologi
come quello universale, con i fusi orari di tutto il mondo ed il planetario ad Alexanderplatz dal 1968
dietro la grande Fernsehturm: il megaripetitore televisivo dell'ovest cittadino
che spunta dalla skyline di tutta la città, da dietro cavalli alati
e chiese
dal basso
e da ... dietro qualche filtro di troppo...!
una città in cui il Muro é rimasto ... dentro:
uguale a se stesso, dipinto, scolpito, abbandonato
o coltivato e celebrato in musei come quello del "checkpoint Charlie" il posto di frontiera per eccellenza tra Est ed Ovest
"sul marciapiede dei folli idealisti" lapidi dedicate ai pensatori dei secoli scorsi cominciano proprio dedicando un tributo alla fratellanza della "Giovine Europa" di Giuseppe Mazzini:
i miei figli decidono di schiaffeggiarsi proprio li sopra...
il cielo sopra Berlino non dimentica di ricordare... incessantemente dell'Olocausto,
dal parco dedicato allo sterminio del popolo ebreo, raffigurato da 2711 stele di cemento di varia grandezza su un terreno con frequenti dislivelli e labirinti, come a raffigurare lo smarrimento che ne deriva:
come anche nell'inquietante e suggestivo Judaische Museum, il museo della cultura ebraica, annesso al Berlin Museum, dove l'alluminio il vetro ed il cemento si rincorrono a tagliare lo spazio in spigoli e vuoti allegorici
anche al suo interno
o nel "Giardino degli esuli"
dove, a fianco dell'edificio principale, uno spazio recintato su di un piano fortemente inclinato, un labirinto formato da silos di cemento in cima ai quali ulivi simboleggiano la resistenza degli ebrei al genocidio, testimonia della necessità di "ricordare"
Ma Berlino é sopratutto luogo di ritrovata tranquillità nel pacifico convivere di stili e culture (anche culinarie) decisamente diverse
Luogo di sommo raccoglimento per chi vada in cerca di emozioni culturali:
l'isola dei musei circondata dallo Spree é uno dei posti più suggestivi della città, dove si annoverano alcuni tra i più importanti siti di archeologia e storia del mondo (o meglio i reperti che i tedeschi nei secoli sono "riusciti" a procurarsi nei loro "viaggi organizzati".... )
Come dentro al Pergamon Museum
dove sono conservate vestigia che sono incredibile vanto della smania dell'Uomo di conservare la traccia di sé:
come la porta di Ishtar: smontata e ricostruita dentro questo Museo...
A Berlino insomma vi si trova tutto ed il suo opposto,
dagli splendidi animali del suo zoo
agli omologhi impagliati al Museo di Storia Naturale
ancora...!
una città edificata per trasmettere sensazioni, e non soltanto da adesso...
una città che lega armoniosamente presente e passato
una città che mi ha colpito ed in cui tornerò presto
© Max Aquila per Nikonland 2007
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27 Comments
Adriano.
Complimenti, riguardandole per la seconda volta, dopo aver visto Berlino, mi piacciono molto. Hai un occhio particolare per la composizione, adoro molte di quelle foto(sopratutto quelle ai monumenti). Le foto poi sembrano essere legate dalla stessa visione, come se ci fosse un elemento che le lega una all'altra.
Lascio due contributi... il Reichstad e un'altra visione dell'Arco... con un bel cielo grigio
sopratutto per il Reichstag che non sono riuscito a visitare per il poco tempo a disposizione (tre giorni con quattro bambini al seguito...per non parlare dei genitori.... )
Altro che troppe foto... Berlino in 12 scatti ? da Pulitzer...o da calendario aziendale...
Allora ne aggiunto altre due-tre
Reichstad di notte(c'era ancora una fila spaventosa di cui risparmio la foto) e all'interno
ed ecco il monumento agli ebrei ripreso con il 20mm ais ^.^
Esteticamente, ho apprezzato soprattutto i notturni, e la bicicletta al di l? del Muro.
Da brividi "storici" quest'ultima, come anche il monumento agli Ebrei di Fabio.
Fabio .. perdonami : Reichstag non Reichstad, ovvero il parlamento o dieta o camera dei rappresentanti imperiale, precedente al Bundestag della Germania Federale post-guerra.
Reichsstadt potrebbe far riferimento invece alle antiche citt? libere del Sacro Romano Impero (e quindi non dell'impero germanico).
Noto gi? da tempo che nell'italiano parlato di tutti i giorni si riscontra una mancanza di conoscenza di certi termini, esempi salienti sono la confusione tra le parole "ebreo" (sostantivo) o "ebraico" (aggettivo; oppure se usato come sostantivo allora si intende "lingua ebraica") => no "popolo ebreo", si "popolo ebraico".
Se invece vogliamo chiamare il monumento in maniera esaustiva (che poi ? quella letterale) dovremmo dire "memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa".
Se vogliamo essere concisi "memoriale della Shoah".
Non se ne voglia Fabio, suo intento era la sintesi e lo capisco bene, piuttosto grande merito avere proposto la foto.
Tra l'altro grandi polemiche per questa opera (vi dico solo che in fase di offerta era stata prevista la fornitura di un prodotto chimico da parte di una azienda che produsse del veleno da usare nei campi di sterminio!!!) e pure molto imbarazzo da parte di alcuni esponenti di spicco della comunit? ebraica.
Per quanto riguarda il reportage, foto molto belle che riportano molte delle anime della capitale. In pi? penserei a quella Russa, quella turca (Kreuzberg), quella del night-life...ma veramente in cos? poco tempo e con bimbi al seguito devo dire che ? stato fatto un capolavoro. Complimenti anche per gli sviluppi, suggestivi: sentivo il freddo del clima in prima persona ma anche la scanzonata atmosfera di una citt? cos? innovativa. A quando un reportage sulla speculare splendida Palermo?
Al contrario, scusatemi se vi ho portato off topic
a Palermo vivo da 47 anni e la fotografo da 40...
Per un reportage bisogna che venga tu... se parevano troppe quelle scattate a Berlino in tre giorni scappando alla famiglia...figurati quelle di Palermo
Ma se vai a leggere i miei articoli pubblicati negli anni passati qui su Nikonland ... ne troverai traccia
Un sito che uso come serbatoio per le immagini ? questo
"parco dedicato allo sterminio del popolo ebreo"
non vorrei aver turbato nessuno...
:-)
purtroppo a palermo le ho fatte tutte con una compatta...buon motivo per tornarci con la reflex!!!
le tue foto: sono in ginocchio, il chiostro ? da sballo (le colonne tutte diverse; come diversi tra ono gli scalini interni di Monreale...) le panoramiche....(mi sono sempre chiesto cosa ha in pi? Rio de Janeiro). Se poi aggiungiamo anche il panino alla milza...devo assolutamente tornare!!!
Saluti
per? mi ? piaciuto cos?: il fatto ispiratore ? stata la cortesia con la quale in pi? di una occasione dei berlinesi si sono gentilmente offerti di indirizzarmi correttamente: avevo evidentemente l'aria di chi non sa in che direzione andare...cartina topografica in mano e reflex in spalla...
Da noi capita solo su richiesta espressa...
Girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto
gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino
mi guarda con la faccia un pò stravolta e mi dice "sono di Berlino".
Berlino, ci son stato con Bonetti, era un pò triste e molto grande
però mi sono rotto, torno a casa e mi rimetterò in mutande.
...
Clicca qui per leggere l'article
Grazie per questo bel reportage che mi riporta ad una delle città che amo di più... aggiungo anche io un piccolo contributo
La Bellissima statione Centrale (Hauptbahnhof)
Le biciclette di cui è piena la città...
In realta' la stagione in cui vorrei andare e' questa....nel senso del sole di Palermo e non della pioggia appena subita a Barcellona...
:-)))
Max ti dico la mia, dal mio piccolo ovviamente
Secondo me fare un unico reportage di una città immensa come una capitale è un po' troppo impegnativo come progetto, sarebbe impensabile per me fare un reportage intero su Roma ad esempio.
La prima cosa che ho notato è stata la stessa del primo commento che hai qui ricevuto: troppe foto.
Capisco che il soggetto offre migliaia di spunti, però alla fine le ho scorse rapidamente perché non finiva mai. Avrei piuttosto suddiviso in diversi reportage, di uno solo ne avrei fatti tre, mostrando cose più particolari. Ad esempio a Roma un reportage lo puoi fare su un quartiere specifico, o su un mercato o su un monumento, ma certo pensare a farlo di tutta la città mi sembra impresa troppo ambiziosa.
Le foto ci stano tutte eh, per carità, non mi metto ad analizzare il singolo scatto, perché tutti possono far parte di un reportage, però la loro quantità è eccessiva. Nel corso che ho fatto ci hanno dato come limite 20 scatti, che già rischiano di essere tanti se non ben strutturati, perché il lettore rischia di perdersi. Questo mi è successo, alla fine mi sono perso ed è un peccato, perché le foto, come detto, meritano un reportage
Poi, se dovessi organizzare una videoproiezione quelle foto sarebbero pochine, se invece dovessero rappresentare la citta' visitata sarebbero pochissime.
Mentre se avessi voluto fare un reportage specifico sarebbero piu' che troppe, fuorvianti.
A Barcellona sono stato due giorni e tre notti e ho pronto un reportage sulla sola Sagrada Familia per il quale ho selezionato un'ottantina di foto rispetto le due o trecento scattate solo in quel sito: ritengo di pubblicarne una quindicina, in linea con gli intenti che mi propongo.
Reportage e' termine generico...bisogna vedere cosa voglia mostrare chi fotografa.
Pero' se hai avuto la pazienza di leggere questa mia prolusione insieme alla prima che anni fa scrisse Danighost ed alle altre nel mezzo, beh...mi chiedo cosa significhi per te Nikonland:
un posto dove leggere piuttosto che un sito ove guardare?
E il mio articolo su Berlino era piu' per guardare (da qui) un pezzo di quella citta' piuttosto che per parlarne...
A suffragio di cio' vedo che diverse persone abbiano addirittura implementato il contenuto dell'articolo, aggiungendo la loro personale chiave di lettura della citta', o integrando con foto di posti nei quali non sono riuscito ad essere e fotografare.
Direi che mi riconosco piu' in questo approccio piuttosto che in quello un po' dogmatico di chi pensa che un reportage sia qualcosa di definibile a priori:
un fotoreporter deve poter risolvere il suo report anche con un solo scatto, comunque con un numero limitato, se li pubblica su un giornale.
un altro che invece usi un libro per descrivere un luogo...ci mette il libro intero!
Senza scendere su temi così aulici, per me nikonland è un forum e quindi io ho guardato e letto, come si dovrebbe fare su questo tipo di piattaforme... Generalmente guardo le foto, mi faccio un'idea, la scrivo e poi vedo i commenti degli altri. Ecco cosa per me significa nikonland
Per quello che ho visto finora nel mio percorso fotografico, quando leggo reportage per me ha un significato: raccontare qualcosa. Non credo affatto sia un termine vago, altrimenti tutto è reportage, basta mettere in serie qualche foto per farne uno? Secondo me no... Altrimenti un libro di fotografie, un diario fotografico o un almanacco potrebbero anch'essi essere definiti reportage? Non direi
Esistono foto singole che fanno da reportage, ma siamo sul versante opposto della numerosità.
Certamente tutto dipende da come si sa "scrivere", così come ci sono diversi stili di scrittura delle parole, ci sono quelli delle immagini.
Come ti dicevo secondo me hai scritto troppo, questo è quello che volevo dirti e resto della mia perplessità sul fatto che fare un mega contenitore per far vedere una città è un qualcosa di poco fruibile. Una sorta di nuovo zibaldone? Allora credo vada suddiviso o strutturato in capitoli e paragrafi ben identificabili.
Riporto l'esempio di Roma, dove hai dal Foro Romano all'EUR, 2000 anni di storia non possono stare tutti dentro uno stesso contenitore a mio avviso, senza nette suddivisioni
Mi trovo infatti con le tue parole sul reportage della Sagrada Familia, dove di Barcellona hai selezionato un aspetto, anche molto famoso
Perlappunto...chi lo consideri tale e' certamente in errore.
Il titolo non indicava un reportage, ma più - e secondo me, solo - uno sguardo su una città interessante da vivere, visitare, esplorare, fotografare. Né mi pare fosse dichiarata la volontà di raccontarla in modo esaustivo, magari per darne un giudizio in qualche modo definitivo.
Per me che non ci sono mai stato è parso gradevole guardare le foto e i brevi commenti a corredo, poiché ho conosciuto un po' meglio una città che sapevo affascinante, sia pure filtrata attraverso lo sguardo (e l'obiettivo) di un visitatore curioso ed attento e, per questo, personale.
Come pure del tutto personale credo che sia stata la scelta dei luoghi da visitare, dei soggetti da fissare nella memoria della fotocamera e delle immagini da mostrare qui, non potendo - credo - avere tempo e modo di girare l'intera città per coglierne tutti gli aspetti (ammesso che questo sia effettivamente possibile) e presentarli partitamente.
Credo pertanto che non si debba sempre seguire uno schema precostituito per proporre all'attenzione di altri un proprio lavoro, fotografico o quale che sia: saranno semmai questi ultimi a darne una valutazione, positiva o meno, come peraltro stiamo facendo.