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Vademecum per il fotonaturalista


Volete fare il fotonaturalista ?

Andrete incontro a situazioni di questo genere:
1) uscite alle 5 di mattina tutto bello vestito mimetico e sentite la signora del 3° piano che esclama: "Ma dove va questo pazzo vestito come se andasse alla guerra".
2) siete nel mezzo di un torrente di montagna, con stivaloni da pescatore, macchina montata su cavalletto e vi sentite chiamare dall'alto da una pattuglia dei Carabinieri che vi chiede cosa mai stiate facendo.
3) uscite di casa alla chetichella, sempre di buon'ora, ed incrociate i vostri figli che rientrano e scoppiano a ridere a crepapelle.


Tutte situazioni reali da me sperimentate.

In una recente discussione su Nikonland, un ex-utente ha parlato di fotografia naturalistica, esprimendosi in termini per me assai strani ed identificando la fotografia naturalistica "commerciale". Penso che Art Wolf, Vincent Munier, John Shaw, per non parlare che di qualcuno, stiano ancora rabbrividendo. E questi ci campano con la fotografia naturalistica ed anche ad un certo livello.

Perché non si può parlare di fotografia naturalistica commerciale ? Perché é quanto di più avulso dal genere. Un documentario, una serie fotografica di una determinata specie non può essere improvvisata con mezzi più o meno tecnologici, budget più o meno milionari, ecc.. Né la necesaria ricerca sul campo consente "scorciatoie" per ridurre i tempi di attesa. Le considerazioni che seguiranno si basano sulla mia personale esperienza e su come io vivo la fotografia naturalistica, per cui se fate diversamente, non prendetevela, é una mia personale impostazione (anche se condivisa da molti).

Esiste una etica del fotonaturalista, e per favore, non parliamo di "caccia fotografica", questa locuzione é quanto di più estraneo al fotonaturalismo esista.

L'etica del fotonaturalista.

La cosa migliore per spiegarla é, secondo me, quella di mettere in evidenza i principi dell'AFNI (associazione Fotografi Naturalisti Italiani) in bella evidenza:
"L'AFNI, sorta a Milano nel 1989 per iniziativa di alcuni prestigiosi fotonaturalisti italiani, si é diffusa su tutto il territorio nazionale con Sezioni operative soprattutto al centro e al nord.
Costituita per valorizzare le potenzialità della fotografia naturalistica, per una migliore conoscenza, documentazione e divulgazione delle caratteristiche degli ambienti naturali, per prima colse l'esigenza di affrontare decisamente il problema dei possibili danni, direttamente arrecati alle specie viventi dal fotonaturalista, culturalmente impreparato o reso incauto dal desiderio di successo. Ancora oggi questo ? uno dei punti qualificanti dello statuto dell'Associazione che si é posta l'obiettivo di diffondere le conoscenze naturalistiche tramite nuovi modi di fare fotografia, finalizzati alla ricerca di immagini ricche di contenuto e particolarmente significative, oltre che tecnicamente corrette ed esteticamente apprezzabili.

La fotografia naturalistica come fatto di cultura

L'A.F.N.I., Associazione Fotografi Naturalisti Italiani, intende la fotografia naturalistica come fatto di cultura, come mezzo per raccontare uno degli infiniti capitoli del grande libro della Natura.
Per fare questo é importante che il fotografo capisca che é essenziale "l'ecologia" del soggetto, sia esso un ambiente nel suo complesso, una singola specie o una situazione di comportamento.
Solo allora potrà ritenersi un fotografo naturalista. Questa visione di una fotografia più culturale é particolarmente importante oggi che l'ambiente subisce violenze di ogni genere, poiché l'etica del fotonaturalista scaturisce proprio dalla conoscenza e senza di essa egli rischia di trasformarsi in vandalo.
La foto, insomma , non concepita come una serie di scatti carpiti vagando con il teleobiettivo e privilegiando esclusivamente l'aspetto "sportivo", la rapidità di messa a fuoco, o la "difficoltà" del soggetto.
Queste sono le condizioni al contorno, certamente importanti, indispensabili e suggestive, ma ciò che conta é soprattutto il senso del "discorso".
E' con questa mentalità che l'A.F.N.I. si propone, attraverso le attività coadiuvate dal Consiglio direttivo, da quelle organizzate a livello locale dalle Sezioni, e dal contributo di tutti i soci, di dare un aiuto concreto alla conoscenza e quindi alla tutela del nostro patrimonio naturale".

In sintesi quindi, il principio ispiratore é quello di non invadere e disturbare gli spazi che vanno sempre rispettati. Sempre, e ribadisco, sempre, la presenza antropica disturba in un modo o nell'altro le specie animali, e lo scopo principale é quello di essere meno invasivi possibile: una bella foto non vale un nido vuoto.

Il fotonaturalista é la persona che somma alla passione della fotografia quella per la natura. Per iniziare non occorrono attrezzature costosissime, macchine fotografiche ipertecnologiche, obbiettivi chilometrici, sapere da esperto ornitologo, ma passione, passione, passione. Tanta pazienza ed un buon manuale per la identificazione delle specie, oltre che una macchinetta da qualche centinaio di euro. Se poi la passione scoppia, v'é il rischio di entrare nel mondo un po' maniacale, decisamente ossessivo ed un po' fanatico, ma fantastico, del fotonaturalista.

Una ulteriore premessa: chi fotografa la natura e gli animali avendo come prima ipotesi quella di fare una fotografia eccezionale, non sarà mai un fotonaturalista. La strada é lunga e perigliosa, ricca di delusioni, ma anche di enormi soddisfazioni. Prima di tutto bisogna essere dei naturalisti. Per praticare la fotografia naturalista in maniera responsabile, fruttuosa e non casuale, bisogna sobbarcarsi anche dei sacrifici, non solo economici e per questo ci deve essere alla base un interesse non casuale. E' importante avere un progetto, inizialmente anche del tutto modesto, su cui lavorare: può essere un ambiente da descrivere, una specie da documentare e per questo diventa fondamentale uno studio preliminare per organizzare i tempi ed i modi del lavoro. Le uscite devono essere pianificate per organizzare i tempi del lavoro ed in questa fase diventano di importanza essenziale le conoscenze naturalistiche in modo da sapere non solo cosa fotografare, ma anche come fotografare un ambiente o un animale senza arrecare pregiudizio.

Chiaro che all'inizio, per provare, una persona comincerà dalle cose semplici, dalle specie più frequenti ed amichevoli, disponibili a farsi fotografare anche con mezzi fotografici non eccelsi (ad esempio un buon primo studio potrebbe essere quello di studiare e fotografare i gabbiani, presenti ovunque, anche in città), oppure iniziare a frequentare una delle tante oasi presenti nel territorio nazionale.

Il fotografo naturalista deve, quindi, conoscere la biologia e la etologia della sua "preda" e solo così interpreterà correttamente e le sue foto avranno un'anima ed una ragione scientifica.

Equilibrio e cultura, queste le due doti fondamentali e soprattutto: pazienza, pazienza, pazienza.


Gli strumenti

Ogni cosa va fatta con gli strumenti giusti e per il fotonaturalista si parte dall'abbigliamento e dal mimetismo. Al di là dei luoghi in cui il mimetismo non serve, come ad esempio le oasi con sentieri mascherati, capanni di osservazione e quant'altro, l'arma principale é la discrezione: mimetismo del corpo e degli odori del corpo anche. Nei negozi di militaria si trova di tutto un po', anche se devo purtroppo dire che i più forniti, anche a buon prezzo, sono i negozi per i cacciatori, ma tant'é, si possono usare anche per altri scopi.


Immagine Allegata: foto.JPG


Calzature adeguate (scarpe da trekking o anche scarponi da montagna, dipende dai luoghi, comodi e caldi), abbigliamento mimetico (ce n'é adatto ai colori di tutte le stagioni), non usare profumi e stare sottovento rispetto al soggetto. L'avvicinamento ai luoghi é da farsi sempre con estrema circospezione, sempre per non disturbare gli animali e, per favore, non fumate. La conoscenza é l'unica arma che consente di evitare di trasformarsi in vandalo.

Esistono anche luoghi in cui gli animali sono abituati alla presenza antropica (ad esempio il Parco regionale del Delta del Po, il cui comprensorio abbraccia abitati e campi coltivati), ma un po' di cautela non guasta mai).


Immagine Allegata: DSC_0032.jpg Immagine Allegata: _D3X2093.jpg



La macchina fotografica e gli obbiettivi

Lo scopo del tutto é quello di portare solo quello che serve, senza rischiare di appesantirci troppo. Ideale sarebbe avere tre tele lunghi, un obbiettivo per macro, un paio di corpi e due cavalletti, ma se non siete super dotati o non avete lo sherpa, dopo 50 metri siete finiti. Quindi, solo quello che serve e possibilmente il minimo. Se viaggiate in auto con autista potete non fare conto di questi suggerimenti.

La prima cosa da chiedersi é cosa riprenderemo (o comunque ci proveremo, non é detto che ci riusciamo) e come lo riprenderemo.

Per un corredo minimo iniziale non serve molto: una reflex, un grandangolo medio, uno zoom che arrivi a 300 mm (ad esempio un 70-300), un cavalletto ed una testa, anche economica. Da lì in poi si può salire. Se si fotografano piccoli o grandi mammiferi é diverso dal fotografare piccoli volatili e la difficoltà aumenta in modo inversamente proporzionale alla dimensione del soggetto.

Comunque, lo ripeto, la cosa che serve di più é la pazienza e la costanza.

Corredo consigliato, dal neofita al seriamente interessato

Corredo consigliato per il neofita:

Immagine Allegata: Schermata 2010-07-05 a 17.00.17.png Immagine Allegata: Schermata 2010-07-05 a 17.00.36.png
Immagine Allegata: Schermata 2010-07-05 a 17.15.30.png



Un corpo DX (anche entry come una D5000 o meglio, una D90) ed un obbiettivo come il 70-300 (il minimo per cominciare). Cavalletto e testa quello che si trova, non vale la pena fare grosse spese se non si é interessati. Con questo corredo si può ragionevolmente aspettarsi di fare qualcosa di buono a breve distanza, oppure in riprese di gruppo, quindi capirete che usare mascheramenti é indispensabile. Per le prime volte il mio spassionato consiglio é quello di andare a fotografare in ambienti "protetti", tipo oasi, minore pericolo di disturbare gli animali, capanni già predisposti, migliori opportunità a brevi-medie distanze.

Corredo consigliato per il veramente interessato.

Qui ci sono meno problemi di attrezzatura, nel senso che il meglio esiste in casa!
Personalmente io uso sia D3 che D3x, in relazione esclusivamente o quasi alla luce disponibile ed alla necessità di alzare o meno gli ISO. Un corpo FX consente secondo me una migliore qualità di immagine, anche se al prezzo di un "accorciamento" della focale. A tale proposito, io penso che i tele lunghi servano non già per fotografare il soggetto da lontano, ma per avvicinarsi di più e fotografare l'animale più grande! Con lo schiacciamento dei piani determinati dai tele si comprime anche l'aria, con insorgere del fenomeno del seeing ed un degrado inaccettabile della qualità. Per cui anche usando tele lunghi bisogna avvicinarsi lo stesso. C'é anche chi usa sempre un corpo DX, scelta che non condivido, ma sono in molti. Ho amici molto bravi che fotografano sempre più vicino possibile con un corpo Dx ed un 600, gusti.
Sulla macchina si é già detto.
Sugli obbiettivi: il 500 é la scelta canonica per il fotonaturalista, consente anche l'uso a mano libera ed una discreta portabilità. Focali inferiori sono usabili quasi esclusivamente per grandi mammiferi, difficilmente per volatili, se non in condizioni particolari. Il 600 é altra ottica usata in fotonaturalismo, a fronte di una diversa tipologia di utilizzo: cavalletto obbligatorio ed appostamento pure. Talora vado contro il pensiero di Nikonland sui moltiplicatori di focale: uso frequentemente il TC14, per il semplice motivo che un obbiettivo di focale 700 mm nel catalogo Nikon proprio non c'é. La qualità del 500 o del 600 é talmente elevata che il minimo degrado introdotto dal TC14 é per me accettabile, anche su grande formato di stampa.
Cavalletto: obbligatorio per il fotonaturalista, se non altro per sostenere senza impegno fisico il complesso macchina-obbiettivo. Consigliatissimo il cavalletto in carbonio, sia per la leggerezza che per la rigidità.
Testa: c'é chi usa teste video fluide, chi teste a sfera, chi teste gimbal basculanti. Personalmente uso una Photoseiki montata su cavalletto Gitzo 3541LS in carbonio,

Immagine Allegata: Schermata 2010-07-05 a 17.20.25.png Immagine Allegata: Schermata 2010-07-05 a 17.20.55.png


ma questa é una scelta definitiva e, dato il costo, consigliata solo a chi é veramente interessato al genere (oltre 1.000 euro solo cavalletto e testa). Altri obbiettivi consigliati caldamente: un macro e un grandangolo. Può essere che valga la pena ammazzare il tempo dell'attesa con un po' di paesaggio, che può sempre servire anche per documentare i luoghi. Parlando seriamente: insetti se ne trovano sempre, gli ambienti naturalistici sono in genere splendidi e qualche volta gli animali sono estremamente sfuggenti.
Accessori consigliati: una beam-bag (ce n'é di tutti i tipi e si possono fare anche in casa), uno scatto remoto, un monopiede, flash, una bottiglietta d'acqua.Qualcuno potrà chiedere cosa serve il flash a fotografare con i tele, ma questa é una cosa che basta per un altro articolo. Sostanzialmente per creare una luce di schiarita nei controluce.
Zaino: il minimo indispensabile per l'attrezzatura. Nel mio ci sta il 500VR, un TC14, D3 e D3x, scatto remoto, schede memoria, pompetta e beam-bag, con cavalletto legato a lato. Peso complessivo circa 10 kg tutto compreso. Poi dipende cosa si vuole fare. Il mio consiglio resta quello di portarsi quello che serve per il progetto scelto ...... e basta. Dopo qualche ora di camminata il peso diventa insopportabile anche se modesto.

Per gli esperti:

sanno già quello che serve loro e quindi ogni consiglio é inutile.


I maestri

Joel Sartore

Frans Lanting

Vincent Munier

L'italianissimo Stefano Hunteriner

Brad Hill

John Shaw

Art Wolfe usa Canon, ma é bravo lo stessoImmagine inserita

Marsel Van Oosten

Armando Maniciati

Milko Malchetti


Questo per citare solo fotografi facilmente reperibili sul web. E poi non bisogna dimenticare tutti gli appassionati fotonaturalisti che non hanno nulla da invidiare ai risultati di tanti professionisti:
tra tutti ne cito uno solo, fraterno amico: Nico Zaramella, a lui piacciono i ritrattiImmagine inserita.


Links utili

Sui siti sotto elencati si possono trovare gadget più o meno utili.

Lens coat mimetismo per obbiettivi.
Wild Life watching supplies un po' di tutto, accessori, abbigliamento, capanni, ecc.
Altri siti: ce ne sono a migliaia: basta scrivere fotonaturalismo in google e ne trovate a bizzeffe.


Luoghi dove fotografare

Una ricognizione sui luoghi é sempre indispensabile, se non altro per rendersi conto di cosa si può fotografare. Ad esempio, abitualmente io fotografo nella zona dal Delta del Po, ma il parco regionale copre una estensione di oltre 300 kmq, non certo una aiuola. Quindi sempre meglio documentarsi, meglio una giornata a spasso senza fotografare, che qualche decina di giornate con foto zero. Ciò detto, esistono numerose oasi, ad esempio Racconigi, Torrile e Gaggio, l'elenco si può vedere QUI.
Fotografare in oasi é un buon sistema per impratichirsi degli strumenti del mestiere e soprattuto di praticare l'arte della pazienza: non é detto che in un'oasi si possa sempre trovare qualcosa di interessante da fotografare.
All'estero é pieno di luoghi interessanti.

In Francia Camargue

Immagine Allegata: _D3X2740.jpg

Bretagna e Normandia, in Germania Bayerischer Wald

Immagine Allegata: Bosco61.jpg

in Austria Neusiedler See

Immagine Allegata: neusiedler see.jpg

in Olanda Texel,


Immagine Allegata: texel-isola-spiaggia.jpg

la Finlandia, l'Estremadura in Spagna, l'Engadina in Svizzera, dove le cince sono estremamente confidenti (non é un parco naturale, é una zona dove gli animali sono particolarmente facili da fotografare), ecc., solo per dare qualche esempio, ma probabilmente dietro casa vostra c'é qualche luogo altrettanto interessante.
In Italia numerosi luoghi, dai parchi nazionali, alle oasi come detto sopra, nelle aree naturalistiche: un elenco abbastanza esauriente si trova QUI

Ad esempio l'Isola della Cona:

Immagine Allegata: _DSC3306.jpg

Ricordiamoci che gil animali e la natura si possono fotografare sempre, in ogni stagione dell'anno, con il caldo, il freddo, l'umido, le zanzare, la pioggia, la neve, il ghiaccio. Ogni evento atmosferico va sfruttato per conoscere e documentare le varie specie animali ed i loro comportamenti.



La post-produzione: appunti per una realtà consapevole.

Il mio punto di vista sulla post-produzione é il seguente: non alterare la realtà dell'immagine. Ma cos'é la realtà ? Le risposte potrebbero essere molte e tutte valide, ma sconfiniamo nella filosofia e questo non é il mio intendimento. Se sono disposto a tagliare il rametto o i fili d'erba davanti al soggetto, sono anche disponibile a cancellare i medesimi dalla foto, mi sembra onesto e non rilevante. Se devo copiare un falco di palude che preda la folaga, mi sembra molto meno corretto. Costruire posatoi in siti congrui con le esigenze fotografiche é ammesso da tutti, purché non si disturbi la fauna e, del pari, tagliare la foto per adeguarla ai nostri criteri compositivi pure. Non sono un talebano della conservazione ad ogni costo dell'immagine, preferisco costruirla fotograficamente piuttosto che con photoshop, ma le idee sono le più varie e non certo inaccettabili. Quello che é inaccettabile, per me, é alterare sostanzialmente una immagine, per metterci quello che non c'era. Tutto il resto é lecito, ammesso di saperlo fare. Quindi livelli, colore più o meno modificato, contrasti selettivi, maschere e quant'altro, sempre di foto trattasi ed ottenere quanto si può é doveroso.
Personalmente non modifico quasi nulla delle immagini (se non la cancellazione di elementi di disturbo), attuando solo le modifiche che potrei fare anche sul luogo di ripresa, ma questa é una impostazione personale e non certo tassativa.

Esperienza personale

Dopo molti anni che pratico la fotonaturalistica ho un corredo che reputo completo per quello che mi serve. Consiglio caldamente di non buttarsi anima e corpo nell'attrezzatura: pensate attentamente a quello che vi serve ed acquisitelo con gradualità. In giro ho visto di tutto: da gente che fotografa con un 200-300 al massimo e fa i salti mortali per avvicinarsi agli animali, ad altra che fotografa con un 600 e va a fotografare solo in oasi o zone protette. Dipende da quanto amate la natura o la fotografia: se volete solo belle immagini oppure le volete catturare perchè siano più vostre. Con questo non voglio dire che sia meglio l'oasi o la natura libera, dipende dai punti di vista e da quanto vi divertite, si fanno semplicemente fotografie diverse. Ad esempio, se volete fotografare i lupi in amore, o andate al Bayerischer Wald, che é un parco, oppure andate in Siberia o a Yellowstone. Se volete fotografare gli orsi nel parco nazionale dell'Abruzzo si vedono a 300 metri, oppure sempre al Bayerischer, in ambiente protetto, a 10. In Finlandia, assolutamente liberi, vi basta il grandangolo.
Il fotonaturalismo é disciplina pressoché esclusiva, difficilmente riuscite a fare altro, se non siete in pensione o vivete di rendita. Non per snobismo, ma perché ogni periodo dell'anno ha il suo bello e la natura varia in continuazione.

IN CONCLUSIONE:

L'argomento che sopra ho appena accennato ha riempito pagine e pagine di manuali, libri, trattati, volumi di ogni genere, quindi potrebbe essere presuntuoso da parte mia trattarlo in modo così sintetico. Ma il mio intendimento é solo quello di dare qualche suggerimento affinché chi é interessato approfondisca in proprio attraverso l'esperienza e le prove e le necessarie controprove, fino ad arrivare a sentire enorme soddisfazione nel fotografare per la prima volta un piccolo uccellino, magari di specie sconosciuta, che non si era mai neppure visto.

Buon divertimento!!!!!!


20 Comments

Foto
giannizadra
lug 07 2010 09:08
Interessante, pratico, ben fatto.
Un vademecum in stile Nikonland, frutto di lunga esperienza personale dell'autore. Immagine inserita
Foto
Raffaele Pantaleoni
lug 07 2010 13:16
Ottimo articolo. Non conoscevo l'esistenza dell'associazione fotografi naturalisti. Ho, personalmente, un grande rispetto per la natura e non fumo! :P Ho iniziato da gennaio a fare qualche uscita all'alba con un obiettivo macro e un 70-300. Una cosa che mi permetto di aggiungere all'articolo: alle prime luci dell'alba si scopre un mondo completamente nuovo, fatto di odori, sensazioni e suoni che durante le ore "normali" del giorno non si provano (o forse ? solo il sonno :bigemo_harabe_net-01::D). Ho scoperto dei micromondi. Ho avuto la percezione nitida e lampante di quanto un ecosistema sia delicato ed in equilibrio. Guardare i ragni che tessono delle tele meravigliose e poi vi sfrecciano sopra per acchiappare la preda ? un evento spettacolare! Vedere gli insetti pattinatori che camminano sull'acqua grazie allo sfruttamento della tensione superficiale e di rilfesso pensare a quelle montagne di detersivi che si vendono nei supermercati e che questo equilibrio possono romperlo in men che non si dica... Se non si ? insensibili dei dubbi cominciano a venire!
L'articolo ? molto scorrevole e si capisce chiaramente che ? scritto da chi possiede una passione genuina per l'argomento.

Grazie,
Raffaele
chiarissimo il punto di vista di Giovanni... questo tipo di approccio alla natura dovrebbe essere una norma e non una caratteristica di qualcuno..ma non viviamo in paradiso e quindi i cattivoni sono un p? ovunque... bisognerebbe fotografare anche loro...

per?, al di la del fatto culturale, non mi ? chiaro perch? il fotonaturalista non debba accettare l'esistenza dei foto-cacciatori 'commerciali' oppure amatoriali, quando invece il mondo ? pieno di luoghi attrezzati proprio per loro; a pagamento, a volte anche molto cari ma organizzati affinch? il foto-cacciatore possa ottenere una qualit? d'immagine altrimenti molto, mooooolto difficile da ottenere...
mica che montano bazooka sulle Nikon...loro cercano solo lo scatto di qualit? 'impressionante' tipo magazine...
Non solo un punto di vista ma, appunto un vademecum dettato dalla esperienza personale.

Mi piacerebbe tantissimo poter ospitare su Nikonland altri vademecum come questo, dedicati ai generi pi? disparati.
Anche pi? di uno per ogni genere fotografico nel rispetto del pluralismo d'opinione.

chiarissimo il punto di vista di Giovanni... questo tipo di approccio alla natura dovrebbe essere una norma e non una caratteristica di qualcuno..ma non viviamo in paradiso e quindi i cattivoni sono un p? ovunque... bisognerebbe fotografare anche loro...

per?, al di la del fatto culturale, non mi ? chiaro perch? il fotonaturalista non debba accettare l'esistenza dei foto-cacciatori 'commerciali' oppure amatoriali, quando invece il mondo ? pieno di luoghi attrezzati proprio per loro; a pagamento, a volte anche molto cari ma organizzati affinch? il foto-cacciatore possa ottenere una qualit? d'immagine altrimenti molto, mooooolto difficile da ottenere...
mica che montano bazooka sulle Nikon...loro cercano solo lo scatto di qualit? 'impressionante' tipo magazine...


Grazie del commento: ? appunto la dizione "al di l? del fatto culturale" il nocciolo della questione. Per il fotonaturalista il fatto culturale ? imprescindibile, per cui il foto "naturalista" non accetta n? il termine caccia fotografica, n? le farm attrezzate. Il che non vuole dire che le vuole distruggere, semplicemente sono e servono per un'altra cosa: la ricerca appunto della foto impressionante. Vuoi mettere la soddisfazione della fotografia in natura libera, ugualmente impressionante? Mica detto che il fotonaturalista cerca l'immagine non spettacolare! Solo che, appunto ? MOOOLTO pi? difficile da ottenere, e l? sta il bello.

Giovanni
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tulkashin
lug 07 2010 15:30
Complimenti Giovanni per la chiarezza dei concetti e la praticit? reale dei consigli.
Mi permetto di aggiungere fra le mete degne di nota le Saline di Cagliari, dove vive e nidifica il Fenicottero Rosa nelle molte vasche presenti. Naturalmente si possono trovare numerosi e altri tipi di uccelli. Le atmosfere che si creano all'alba e al tramonto coi colori rosati delle vasche sono uniche e met? di moltissimi fotografi amatoriali e non. Anche se spesso manca un p? di cultura e rispetto sia per l'ambiente che per la fauna.

Luca
Questo topic ? a disposizione di tutti quelli che vogliono aggiungere suggerimenti, indicazioni di luoghi che ritengono interessanti, ecc.. Quelli che ho indicato io sono solo quelli che conosco per esserci stato o per frequentarli abitualmente. Ben vengano quindi altre segnalazioni, magari indicando anche specie animali che vi si trovano, orari, modalit? di arrivo in loco, ecc..

Giovanni
Foto
Raffaele Pantaleoni
lug 07 2010 16:00
Riserva naturale dei laghi di Ripasottile e lago Lungo a Rieti. Presente varia aviofauna stanziale e non. Sono molto frequenti:
Svasso Maggiore,
Folaga,
Airone,
Tuffetto,
Germano Reale.

Lo Svasso maggiore ? meno intimorito dagli umani nei capanni, tende ad avvicinarsi maggiormente e ad allontanarsi con meno fretta. La folaga ? molto pi? furtiva e veloce nell'allontanarsi.

A Ripasottile c'? un percorso naturale e due capanni di osservazione sul lago. Il lago ? contornato da un fitto cannetto e quindi inaccessibile, perlomeno ai principianti come me. :rolleyes:
Lago Lungo non ? attrezzato per visite naturalistiche.

Ciao,
Raffaele
scusa la domanda idiota... ma che sarebbe di preciso una beam-bag ???
Letteralmente "sacchetto di fagioli", in pratica un sacchetto che contiene pellets inerti (tipo pvc o polistorolo espanso) che, poggiato su un qualche tipo di supporto consente un alloggiamento di fortuna per teleobiettivi, fucili, strumenti di misura etc. quando non ? possibile dispiegare un treppiedi o pi? semplicemente per ammortizzare le oscillazioni durante il trasporto su veicoli in strade sconnesse.
ah ecco allora la risposta di google che mi proponeva le poltrone riempite di palline di polistirolo (l'avevo da piccolo :P) era quasi giusta e io che pensavo avesse cannato. Grazie.
Io lo riempio di riso, un chilo il sacchetto ingolo e due chili per il sacchetto doppio (quello che serve per fotografare a cavallo del finestrino dell'auto).

Giovanni

scusa la domanda idiota... ma che sarebbe di preciso una beam-bag ???

... detti anche Sandbags, ne trovi QUI un ampia collezione :)

Guglielmo
Foto
Paolo Tagliaro
lug 08 2010 10:02
Mi piace questo modo di introdurre l'argomento evidenziando lo spirito e le basi da cui partire.
Non mi sono quasi mai interessato al fotonaturalismo proprio per la dedizione che richiede, salvo quell'esperienza pubblicata tempo fa dove una famiglia di merli ha deciso di farsi il nido in una fioriera di mia moglie.
Pur essendo un ambiente pi? familiare a noi che alla novella famigliola, ho constatato come sia fondamentale l'attenzione e il rispetto per poter godere di un'esperienza non solo fotografica.
Questo ci (io, moglie e figli) ha stimolato a seguire l'evolversi della situazione informandoci sulle modalit? e sulla vita di questi esseri che vediamo spesso ma di cui avevamo quasi ignorato fino ad allora la ricchezza intrinseca.
Certamente un'esperienza pi? gratificante e partecipata dal punto di vista emozionale delle foto da "caccia fotografica" ottenute senza un progetto o consapevolezza del soggetto ripreso.

Ringrazio Giovanni per l'articolo che, pur solo un'introduzione all'argomento, tocca tutti gli aspetti che possono interessare e ottimo punto di partenza per approfondire.
Apprezzo pure lo stile chiaro, sintetico ma denso e sempre gradevole.
Foto
~ Fabio Desmond ~
lug 08 2010 13:04
Articolo molto interessante, grazie mille.


Io approfondirei la parte tecnica del flash :rolleyes: :rolleyes:

[...]
Io approfondirei la parte tecnica del flash :rolleyes: :rolleyes:



Quella credo che piuttosto potrebbe essere oggetto di articolo specifico.
un gran bel vaemecum! per un genere che pratico abbastanza
Foto
VonGheller
apr 10 2013 11:50

Articolo molto interessante, grazie mille.


Io approfondirei la parte tecnica del flash :rolleyes: :rolleyes:


si, anch'io... comunque leggere tutto ciò mi ha fatto venir voglia di andare ad esplorare il delta per progettare qualche scatto, invece vado a lavorare. :( voglio vivere di rendita! ;)
Visto e letto, gran bel lavoro..

bravo
Michelangelo
apr 22 2013 15:51
letto tutto ad un fiato, ottimo lavoro per i tanti suggerimenti utili sia per chi inizia sia per chi vuole confrontare le proprie esperienze.

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