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Caccia fotografica vagante
gen 08 2013 01:00 |
Silvio Renesto
in Natura
fotografia naturalisticaPiù che comprensibile quindi che quando un uccello si vede puntare addosso un tubo allungato e scuro non sa se seguirà un click o un bang, e nel dubbio si dilegui, e pure in fretta. Quelli indecisi sul da farsi sono già stati selezionati "negativamente" da tempo. Per questo la caccia fotografica vagante può rivelarsi un'esperienza molto frustrante, ma non è del tutto impossibile portarsi a casa qualcosa, se si ha un po' di fortuna e si usa un qualche trucco.
L'inverno è la stagione migliore, non ci sono foglie e gli animali sono affamati, sono quindi più facili sia da vedere che da avvicinare. Poi, anche da noi ci sono zone più "facili" e soggetti più confidenti. Conoscendoli si hanno più possibilità. Paradossalmente è più facile fotografare in contesti semiurbani che selvaggi, questo sia perché vicino alle abitazioni non si può sparare, sia perché gli animali sono un po' più abituati alla presenza umana (e viceversa). In alcuni casi addirittura si verifica il raro e meraviglioso caso in cui gli umani divengono orgogliosi della presenza sul loro territorio di qualche specie interessante e si danno da fare per tutelarne la presenza come nel caso di alcuni "roost" (dormitori diurni invernali) di gufi in Piemonte e Lombardia. Anche alcuni fiumi e piccoli laghi servono da "ostello" per i migratori in transito e possono offrire buone opportunità. Infine, alcune specie sono un po' più confidenti di altre, il simpaticissimo pettirosso ad esempio spesso viene a vedere cosa fai, inoltre in zone antropizzate, alcuni uccelli come folaghe e svassi si lasciano avvicinare senza troppi problemi.
Passando al lato più tecnico, rispetto alla fotografia da appostamento, quella vagante consente un avvicinamento minore, e minore possibilità di selezionare sfondo e la luce, ma a volte permette di cogliere maggior varietà di situazioni e le immagini sono un po' più vivaci, o più ambientate. Per l'attrezzatura.... in alcuni casi si riesce ad usare il cavalletto (roost dei gufi, anatre che riposano al lago ad es.) se non c'è il tempo, ci si appoggia dove capita. I supertele con stabilizzatore la farebbero da padroni, per chi può permetterseli, se no .. si fa quel che si può. Dall'auto ci si appoggia al finestrino sopra al famoso "bean bag" (sacchetto di riso, fagioli, o sua versione moderna in vendita nei negozi di materiale fotografico) per assorbire le vibrazioni (ma lo stabilizzatore aiuta comunque). A piedi l'abbigliamento mimetico è fondamentale, naturalmente.
Proprio perché richiede molto tempo, soprattutto per le "perlustrazioni" e focali lunghe, e ripaga poco, è un genere di fotografia che non pratico più molto spesso, preferendo l'appostamento da capanno o la macro. Però, quelle volte che riesco a portare a casa qualcosa, trovo che la soddisfazione che mi da' la fotografia vagante sia veramente grande.
Tutte le foto che seguono sono state scattate in Lombardia o zone limitrofe, (cioè non in posti come la Val Roseg, dove gli uccellini ti vengono letteralmente in mano), allo scoperto, senza appostamento preventivo, incontrando i soggetti durante la perlustrazione.
Le foto sono state scattate con reflex D100 D200, D300 e D700 ed obiettivi nikon 300mm f2.8 Af, 300mm f4 af e AFS, 80-400 f4- f5.6 VR, Sigma 80-400 f4-5.6 OS e 400 f5.6 Apo Macro Af, in alcuno casi son os tati suati moltiplicatori di focale Nikon, kenko e Sigma Ex.
Fa' freddo amico mio.
Pettirosso, Trezzo d'Adda (MI) Oasi WWF "Le Foppe". Questo pettirosso mi seguiva, mi ha lasciato usare il cavalletto e ad un certo punto mi si è addirittura posato sul 300mm!! faceva così freddo che teneva alternativamente una zampina poi l'altra fra le piume per scaldarsela. Nikon D100 e
Ti vedo
Giovane Gufo comune nel roost invernale. Biandrate (NO) . Ho scelto questa immagine rispetto ad altre che ho in cui il soggetto è molto più "pulito" per vari motivi, uno è evidenziare come sia difficile, i gufi scelgono alberi intricati e con foglie (quindi conifere) per mimetizzarsi, il secondo è che questo gufetto non dormicchiava, ma mi seguiva con estrema attenzione, per cui è un po' più espressivo.
Equilibrio
Picchio rosso maggiore, Monza (MB), a piedi nel parco. Il picchio è uno dei soggetti più elusivi. E' forse la foto da caccia vagante che mi ha dato più soddisfazione.
Svasso Maggiore che pesca. Lago d'Iseo ad Iseo.
Cure parentali.
Svasso maggiore Iseo (BS). Se non si ha vergogna di destare la curiosità di signori e signore benvestiti che vanno a prendersi il gelato, ci si può sdraiare sul lungolago di Iseo e riprendere ottime scene di vita degli Svassi, dalla pesca alla cura dei piccoli. Aggiornamento: sembra ahimè che alcuni lavori di sistemazioen sponde del lago abbiano ridotto il canneto e compromesso la nidificazione l'anno scorso, speriamo bene...
Moriglioni in volo Lago di Olginate. Colti ... al volo con l'80-400 Sigma OS (sì proprio Sigma)
Nel canneto.
Migliarino di palude, Villa d'Adda (BG). Il capanno nell'oasi a Villa d'Adda va bene per tutto tranne che per la fotografia. per cui bisogna "girare". Questo Migliarino era impegnato a nutrirsi per cui ho potuto riprenderlo dal sentiero, con il 300 F4 AFS e TC17. Per evitare il mosso mi sono appoggiato ad un tronco, con buona pace del barilotto dell'obiettivo.
Luì piccolo. A Trezzo d' Adda (MI) lungo le sponde del fiume.
Questa ghiandaia l'ho fotografata a Creta in una zona di sosta lungo il percorso delle Gole di Samaria, dove c'era abbondanza di acqua. Qui erano abbastanza confidenti, forse abituate al flusso turistico. Sigma 400mm.
Anche questo scoiattolo, l'ho fotografato a piedi in Brianza, con l'80-400 VR, l'inverno "aiuta".
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20 Comments
Per me equivale a spegnere il cervello e fare una passeggiata riposante.
...E nulla importa se torno a casa a mani vuote.
Certo, quissú é decisamente piú semplice.
Dietro casa (la ex-casa):
In piedi sulla spiaggia, senza nessun tipo di protezione:
Dal finestrino della macchina:
Tutti con 300/2.8 duplicato, o 500/4.5, a mano libera.
a_
Leggera invidia per chi sta dove i soggetti sono confidenti.
Ciao,
Silvio
PS Lo scricciolo... non ti perdonerò mai...
...anche per me quella itinerante è l'unica caccia fotografica che mi attira, mi rilassa e nel frattempo riesco a fare qualche passeggiata nel poco tempo libero a disposizione...
(il crop di questa é eccezionale )
Entrambe dietro la vecchia casa, lungo la pista ciclabile.
a_
a_
P.S. Devo fare la posta al wren (scricciolo) che continua a farsi vedere nel giardino davanti alla mi a finestra, in questo periodo.
Peccato ci sia francamente un background orrido, troppo incasinato.
Quella dell'uccello con le bacche nel becco e l'ultima che hai messo nel post precedente mi fa pensare che con un po' di attenzione compositiva lì hai delle potenzialità immense, senza ingrandire troppo i soggetti, proprio giocando su di loro e sulla neve.
Fantastico.
Ho impostato un tempo di scatto di 1/400 di secondo. Purtroppo la maggior parte delle foto sono affette da micromosso.
Ho fotografato senza monopiede, senza alcun sostegno, solo a mano libera.
Obiettivo 300 f/4 senza alcuna moltiplicazione (non mi ero portato il TC1.4E II).
Qualita' ottica dell'obiettivo molto buona, qualita' del fotografo veramente molto scarsa. La D800 non perdona.
Qundo riesce bene è una meraviglia. Solo che gli scatti riusciti sono un decimo di prima, almeno per me.
Ciao,
Silvio
Entrambi non avevate D300 e/o D7000?
In realtá é esattamente la stessa cosa...
a_
Avrei voglia di una pro proprio pro, è dai tempi della F4 che non ne maneggio una
OPS non dicevi a me...
É verissimo che passando dalla D2x alla D700 le cose si sono fatte improvvisamente piú facili, per via dei pixel piú grandi, ma sinceramente con la D7000 avevo molti piú problemi di quanti non abbia oggi con la D800.
O meglio, tutto sommato per me passare da D700 a D800 non é stato per nulla traumatico.
Ormai ci siamo tutti dimenticati delle pellicole, specialmente quelle piú usate dai fotonaturalisti, slide.
Quelle erano una pacchia, soprattutto per l'enorme grana che le contraddistingueva (Kodachrome su tutte, e poi E100VS, ma anche le Velvia 50 non erano certo fini...), al punto che la grana la vedevo con i 2800dpi dello scanner Minolta, e con i 4000dpi del Nikon la risolvevo perfettamente.
Ma ora l'unica cosa che davvero incide sulla definizione quando la guardiamo al 100% a monitor é la dimensione del singolo pixel.
E D800 e D7000 li hanno identici (e D2x/D300 pochissimo piú grandi).
Non dovrebbe (anzi, non deve) essere un problema...
a_
P.S. Agostino, non so dove hai letto questa cosa, ma di micromovimenti una D700 ne ha un po' di piú di una D800, per via del corpo fatto diversamente (e del mirabox di plastica).
Sono appena tornato da Dublino, dove o scattato letteralmente di notte a mano libera con il solito tempo di 1/lunghezza focale (finalmente c'é l'AutoISO per questo, urrah!), ed ho buttato due foto su circa centocinquanta fatte al buio, per via del mosso.
In condizioni migliori (di giorno) usavo 1/2xlunghezza focale per stare piú sicuro, e lí non ne ho fatta una sola mossa, ma con la dovuta calma una D800 si usa come si é sempre stati abituati con qualsiasi macchina, in street.
E su un cavalletto, se si riesce a tenere adeguatamente ferma una D300, non c'é ragione per cui una D800 dovrebbe comportarsi in maniera molto differente.
Probabilmente incide piú l'abitudine.
Qualcuno ha mai avuto esperienze con una bridge?
Tipo le ultime, con obbiettivi che dal lato tele arrivano a 600mm o 1200mm equivalenti ed f5.6... (Canon SX50hs, ad esempio).
a_
Mi consolo allora... nel mio caso un ventesimo... (ho spazio per migliorare)... In ogni caso complimenti. Sono foto bellissime.
Riprovero' seguendo i tuoi suggerimenti. Intanto provero' con lo scatto remoto, poi mi portero' il monopiede.
Anche se dal capanno ho fatto delle belle foto, c'e' molto piu' gusto a scovare la preda e immortalarla in campo aperto. Sara' perche' vengo da una famiglia di cacciatori, attivita' peraltro diffusissima in Sardegna fra le vecchie generazioni, quando era veramente ancora un modo per procurarsi il cibo. Io non ho mai impugnato un'arma da fuoco in vita mia.
Riguardo il mosso, io passando da D300 a D800 non ho praticamente notato differenze. Cosa che mi aspettavo, essendo la densita' piuttosto simile. Quando scatto coi tele tengo sempre tempi di sicurezza e ci ho pure guadagnato perche' a pari condizioni di luce la D800 puo' lavorare ad ISO piu' alti. Aggiungerei che l'AF della D800 lo trovo estremamente piu' preciso di quello della D300 per cui gli scarti per foto poco nitide ho addiritura l'impressione che siano diminuiti.
Rimangono quelli per errori del fotografo...
Ecco appunto, ho l'impressione che la D800 sia più sensibile a questi errori. Di cui ne faccio in abbondanza, ahimé.
Ciao,
Silvio
P.S.: Silvio, le foto dell'articolo sono tutte belle, ma trovo superlativa quella della poiana.
P.P.S.: Sempre nelle foto è ripetuta due volte la nitticora a discapito dell'airone guardabuoi.