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Sally Mann
dic 21 2012 14:00 |
Alberto73
in Grandi Fotografi
Figlia di un medico generico e di una bibliotecaria, Sally Mann inizia ad occuparsi di fotografia fin dall’adolescenza per avere modo, come lei stessa afferma, di restare sola in camera oscura con quello che era il suo ragazzo in quel periodo. Frequenta la Putney School (si diploma in quella scuola nel 1969) e vi fa il suo debutto fotografico con la fotografia di un compagno di classe nudo.
È il padre stesso che la incoraggia e la macchina fotografica 5x7 del padre diventa la base dell'uso di macchine fotografiche di grande formato che fa ancora oggi.
Alla Washington and Lee University, dopo il diploma, lavora come aiuto fotografa e verso la metà degli anni 70 ne fotografa la costruzione della nuova Lewis Law Library.
Ne 1977 tiene la sua prima mostra fotografica alla Corcoran Gallery of Art a Washington.
Sally Mann vive in una fattoria in Virginia con suo marito, Larry, di professione avvocato affetto da distrofia muscolare.
Tra il 79 e l’85 nascono i suoi tre figli: Emmett (nel 1979), Jessie (nel 1981, anche lei un'artista, fotografa e modella) e Virginia (nel 1985) che diventano i soggetti di molte sue foto negli anni successivi. Sono foto intimistiche ma che rivelano una certa inquetudine, accentuata dall’assenza del colore. Nelle sue foto c'è sempre un lato oscuro, una sorta di morte metaforica, che fa coesistere, pur nel loro contrasto, l'innocenza dell'infanzia e un mondo adulto fatto di bugie e violenza.
In queste foto, caratterizzate da nudità, ferite, giochi, sporcizia, sangue, dolore, gioia e sorrisi, si legge una critica alla società moderna, che porta all'accorciamento dell'età del gioco. Per questo motivo vediamo, in più di qualche foto, i bambini con pose ed espressioni da adulti e con oggetti che poco hanno a che fare con la loro età, come sigarette o collane di perle.
I suoi lavori sono quasi esclusivamente in bianco e nero, sono molto rari gli scatti a colori.
Negli anni 90 inizia a fotografare con lastre di collodio umide utilizzando una macchina fotografica 8*10 vecchia di 100 anni. Le lastre di collodio devono essere sensibilizzate immergendole in una soluzione di nitrato d'argento (che lei stessa produce) prima dell’esposizione, cosa che necessita di una camera oscura nelle vicinanze, dato che i negativi devono essere esposti e trattati umidi. È per questo scopo che la Mann utilizza un furgoncino attrezzato come camera oscura. È questo il periodo di fotografie descritte come "paesaggi del sud abitati da fantasmi, campi di battaglia, palazzo in rovina, paesaggi avvolti nel mistero e il posto dove Emmett Till fu ucciso."
La sua fotografia si fa, in questo periodo, più cupa e i suoi soggetti diventano prima il marito con la sua malattia e poi i resti umani.
In questo periodo esplora i campi di battaglia della guerra civile americana, là dove un tempo centinaia di uomini persero la vita e, tra le radici, i rami e il fogliame, va in cerca di tracce e ferite ancora fresche.
La conteplazione del rapporto tra la morte e la terra (che inghiotte, trasforma, cancella) diventa il tema delle sue fotografie e per realizzarle si reca Forensic Anthropology Centre dell’Università del Tennessee in cui i cadaveri vengono lasciati in decomposizione per studi forensi.
L’ultimo lavoro, intitolato “Faces”, è costituito da una serie foto in cui sono di nuovo i figli, ormai adulti, con cui ristabilisce un dialogo, ad essere fotografati. Il risultato è una sequenza di primi piani che mostrano “volti eterei, intensi, che sembrano emergere da acque profonde, come l’affiorare di un ricordo”.
LINK
http://sallymann.com/
http://it.wikipedia....wiki/Sally_Mann
http://www.clickblog.it/tag/sally+mann
http://www.liquida.it/sally-mann/
http://www.iknowmonk...cron=1355262790
http://fotogartistic...re-e-morte.html
http://www.cultframe...tra-sally-mann/
http://keziafener.bl...sally-mann.html
http://mariangelamar...sally-mann.html
http://www.mezzociel...e-di-qualita-5/
http://121clicks.com...-of-photography
http://www.artnet.co...tworks-for-sale
http://whoamitofeels...raphed-by-their
http://blackbunnywhi...4601/sally-mann
http://arocenablow.b...fotografia.html
Le immagini sono qui riprodotte a puro scopo didattico.
È il padre stesso che la incoraggia e la macchina fotografica 5x7 del padre diventa la base dell'uso di macchine fotografiche di grande formato che fa ancora oggi.
Alla Washington and Lee University, dopo il diploma, lavora come aiuto fotografa e verso la metà degli anni 70 ne fotografa la costruzione della nuova Lewis Law Library.
Ne 1977 tiene la sua prima mostra fotografica alla Corcoran Gallery of Art a Washington.
Sally Mann vive in una fattoria in Virginia con suo marito, Larry, di professione avvocato affetto da distrofia muscolare.
Tra il 79 e l’85 nascono i suoi tre figli: Emmett (nel 1979), Jessie (nel 1981, anche lei un'artista, fotografa e modella) e Virginia (nel 1985) che diventano i soggetti di molte sue foto negli anni successivi. Sono foto intimistiche ma che rivelano una certa inquetudine, accentuata dall’assenza del colore. Nelle sue foto c'è sempre un lato oscuro, una sorta di morte metaforica, che fa coesistere, pur nel loro contrasto, l'innocenza dell'infanzia e un mondo adulto fatto di bugie e violenza.
In queste foto, caratterizzate da nudità, ferite, giochi, sporcizia, sangue, dolore, gioia e sorrisi, si legge una critica alla società moderna, che porta all'accorciamento dell'età del gioco. Per questo motivo vediamo, in più di qualche foto, i bambini con pose ed espressioni da adulti e con oggetti che poco hanno a che fare con la loro età, come sigarette o collane di perle.
I suoi lavori sono quasi esclusivamente in bianco e nero, sono molto rari gli scatti a colori.
Negli anni 90 inizia a fotografare con lastre di collodio umide utilizzando una macchina fotografica 8*10 vecchia di 100 anni. Le lastre di collodio devono essere sensibilizzate immergendole in una soluzione di nitrato d'argento (che lei stessa produce) prima dell’esposizione, cosa che necessita di una camera oscura nelle vicinanze, dato che i negativi devono essere esposti e trattati umidi. È per questo scopo che la Mann utilizza un furgoncino attrezzato come camera oscura. È questo il periodo di fotografie descritte come "paesaggi del sud abitati da fantasmi, campi di battaglia, palazzo in rovina, paesaggi avvolti nel mistero e il posto dove Emmett Till fu ucciso."
La sua fotografia si fa, in questo periodo, più cupa e i suoi soggetti diventano prima il marito con la sua malattia e poi i resti umani.
In questo periodo esplora i campi di battaglia della guerra civile americana, là dove un tempo centinaia di uomini persero la vita e, tra le radici, i rami e il fogliame, va in cerca di tracce e ferite ancora fresche.
La conteplazione del rapporto tra la morte e la terra (che inghiotte, trasforma, cancella) diventa il tema delle sue fotografie e per realizzarle si reca Forensic Anthropology Centre dell’Università del Tennessee in cui i cadaveri vengono lasciati in decomposizione per studi forensi.
L’ultimo lavoro, intitolato “Faces”, è costituito da una serie foto in cui sono di nuovo i figli, ormai adulti, con cui ristabilisce un dialogo, ad essere fotografati. Il risultato è una sequenza di primi piani che mostrano “volti eterei, intensi, che sembrano emergere da acque profonde, come l’affiorare di un ricordo”.
LINK
http://sallymann.com/
http://it.wikipedia....wiki/Sally_Mann
http://www.clickblog.it/tag/sally+mann
http://www.liquida.it/sally-mann/
http://www.iknowmonk...cron=1355262790
http://fotogartistic...re-e-morte.html
http://www.cultframe...tra-sally-mann/
http://keziafener.bl...sally-mann.html
http://mariangelamar...sally-mann.html
http://www.mezzociel...e-di-qualita-5/
http://121clicks.com...-of-photography
http://www.artnet.co...tworks-for-sale
http://whoamitofeels...raphed-by-their
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http://arocenablow.b...fotografia.html
Le immagini sono qui riprodotte a puro scopo didattico.
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18 Comments
E' un tipo di linguaggio che non parla al mio orecchio.
Peraltro è coraggioso per una fotografa dei nostri giorni (in fondo ha solo 60 anni quindi è assolutamente contemporanea, la Arbus è morta da tempo : ) pubblicare e diffondere foto delle proprie figlie nude.
Sarà un mio pallino ma se anche trovo questa fotografia di una delicatezza straordinaria e con un tocco assolutamente femminile :
non riesco a capacitarmi di come una madre possa proporla in pubblico.
Per non parlare di questa :
o di altre con bambine o ragazzine in atteggiamenti non ben definiti.
Insomma, avevamo parlato a lungo di Carroll Lewis che in epoca vittoriana fotografava le figlie delle sue amiche in pose lascive.
Qui siamo a giorni nostri dove certe pruderie sono condannate senza troppa licenza ... dai giudici.
Per il resto, tolti gli eccessi, c'è un garbo nelle sue istantanee che un giorno spero di raggiungere anche io ...
Io sono drastico: foto di bambini nudi neanche per gioco.
MAI
e troverei molto appropriato se fossero rimosse da questo sito, insieme al post sull'autrice, per me assolutamente irrilevante e repellente.
Opinione personale naturalmente.
A mio parere queste foto sono tutto tranne che innocenti. Vogliono, e ci riescono, colpire fino a disturbare. Sono molto ben fatte ed emozionanti, tutt'altro che vuote, se è per questo, ma francamente io trovo abbiano un che di malsano. Cercato e voluto.
In fondo è più o meno quello che hanno scritto Giuliano e Spinoza.
Ciao,
Silvio
Se serve una definizione "grafica" di pedofilia, le foto delle bambine sono perfette allo scopo.
Auguro alla signora Sally di trovare un buon medico che la sappia prendere in cura per liberarla dai suoi fantasmi.
E spero solo le sue fantasie non abbiano mai preso corpo.
Le immagini dell'articolo sono state scelte con cura, ma trovo in ogni caso imbarazzanti alcune foto, mentre trovo totalmente inadatte ad un forum quelle postate da Mauro.
La spettacolarizzazione della malattia non ha bisogno di altoparlanti, purtroppo ne ha giá fin troppi.
a_
Quelle sono le opere di quella fotografa, tacerne significherebbe limitare artatamente il discorso.
Io trovo ben piú intollerabili le foto della Arbus che ha finito con il suicidarsi ...
... Ma se volete cancelliamo tutto l'articolo, mica siamo qui per litigare (ma nemmeno per mettere la testa dentro al sacco)
Questa, a modo suo, è "cultura". Solo che è un po' ripugnante.
Ciao,
Silvio
É quello che intendevo. Anche se io non vedo niente di morboso.
Sally Mann sta documentando il decorso della SLA di suo marito.
Avedon ha fotografato l'agonia di suo padre e la follia di sua sorella ... oltre ad un milione di gnocche.
Sono progetti privati che dovrebbero restare privati.
Ma questa fotografa é universalmente celebrata.
Quelle sono le sue figlie.
Carroll Lewis é considerato un pedofilo ... nonostante il successo di Alice. Mentre io non trovo nulla di strano nelle se foto.
Questione di mode e di momenti.
Scusami Michele ma sono foto pubblicate su un libro in libera vendita che non é stato messo all'indice dalla Santa Inquisizione io non sono responsabile delle foto della Signora Mann
Il mio commento non faceva nessun riferimento a questioni di buon gusto o di decenza.
Sono semplicemente fotografie che parlano un linguaggio che non mi appassiona, più prossimo ad un discorso artistico che fotografico.
Non mi attira la fotografia che cerca di interpretare il mondo, di crearne metafore o visioni originali. Per quello, secondo me, bastano e avanzano pennelli e colori.
Gli altri 999.999 creano solo cose già viste, copie di copie...
Non che vada matto per quelle foto, però incuriosiscono assai e provocano delle reazioni molto intense (come si e visto nei commenti in alto).
Non credo che comunque domani cercherò di imitare la sua fotografia...
Mica tutti sono capaci di tenere in mano un pennello o di dipingere senza imbrattare una tela.
La fotografia, anche se non tocca le nostre corde, consente piú libertà di espressione a tanti che non hanno capacità pittoriche.
In questo é molto piú "democratica" di pittura, disegno e scultura
Spinoza devo dirti una cosa sottolineando prima che ognuno ha il proprio pensiero e assolutamente è libero di esprimerlo...
è vero anche che però più di una volta mi è capitato di essere all'università e aprire la pagina di glamour e doverla vedere in fretta e furia perchè se avesse visto qualcuno probabilmente avrebbe pensato che ero su un sito pornografico (non perchè ciò sia vero ma perchè la maggior parte delle persone che non si cimenta nella fotografia o in arti similari non riconosce la differenza tra le foto pornografiche e quelle artistiche).
Trovo queste foto invece come dice Rudolf molto delicate ma devo ammettere che se fossi stato in lei non le avrei MAI pubblicate e che MAI farò delle foto a bambini nudi (se non quando avrò figli per tenerle assolutamente per me come ricordo!!!!! La classica foto del primo bagnetto del pupo insomma....)
Io non ho particolari imbarazzi a confrontarmi col nudo, non sono pudico, ma estremamente consapevole che simili ispirazioni sono difficilissime e delicatissime e a questi livelli necessitano che la propria vita vi sia dedicata o intrisa, altrimenti difficilmente si può produrre alcunché di simile.
Peccato che alcune persone siano disturbate altrimenti e incapaci di vivere la propria e l'altrui vita in libertà rispettandosi e rispettandola: in questo senso sono daccordo con Spinoza che foto di bambini nudi NON devono circolare (e non credo che molti di noi possano essere disposti a far circolare le foto dei nostri bimbi, anche vestiti !) ma faccio anche molte eccezioni in casi come questo: stare nudi è una cosa bella in assoluto a mio avviso e le cose belle vanno vissute e mostrate quando la rappresentazione e l'intento si toccano a simili livelli: non sono morbosi ma puntano alla realizzazione di una personalità e un rapporto col mondo e una sua conoscenza sereni.
Certo la morte e la nascita non sono sereni, strettamente interconnessi si intravedono negli scatti gli spunti per molte di queste foto: sono così fondamentali che rasentano il banale: ciò che non è banale è che la fotografa abbia saputo incorniciare nel mezzo fotografico questa banalità del bene e del male di essere umani nei momenti in cui lo si diventa.
Lei ha reso immortali quei momenti. Li ha condivisi. A noi essergliene grati e saperli trasformare e ritrovare nei sogni che eravamo.
Ciao,
Adri.