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Ricordi di un Passato Prossimo: Sviluppo e Stampa del Bianco e Nero (III parte)
nov 22 2012 01:00 |
Bernardo Gattabrìa
in Vintage
Passiamo ora alla stampa della pellicola.
Cio' che ci serve sono:
3 bacinelle della dimensione massima delle stampe che vogliamo ottenere.
Una luce di sicurezza (gialloverde o rossa) per mezzo della quale riusciamo a veder un po' al buio
2 pinzette per carta
un timer
Una soluzione specifica per lo sviluppo nella prima bacinella
una soluzione di fissaggio nella seconda bacinella
acqua nella terza bacinella
un ingranditore. e le carte fotografiche.
A rigore la temperatura ottimale dei bagni dovrebbe essere sui 20 °C, ma per lo sviluppo della carta non è necessaria una grossa precisione. Diciamo che uno scostamento di 3-4 °C non influisce sui risultati in maniera apprezzabile, anche perchè lo sviluppo viene monitorizzato a vista e quindi l'influenza della temperatura sul tempo di sviluppo alla fin fine non interessa.Q uello che ionvece interessa è un locale in cui non ci siano infiltrazioni di luci esterne. Tutto il processo di sviluppo deve avvenire al buio, a parte di una luce di sicurezza, giallo verde o rossa, a debita distanza in modo da non impressionare le carte sensibili.
La stampa viene realizzata per mezzo di un ingranditore dotato di un adatto obiettivo, detto perciò di ingrandimento.
Per il 24x36 che è il formato defi fotogrammi della nostra pellicola, l'obiettivo è un 50mm dotato anch'esso di diaframmi selezionabili, per il 6x6 un 80 mm. Comunque la focale dell'obiettivo non può essere inferiore alla diagonale del formato da ingrandire per non avere degradazione dell'immagine ai bordi.
Un apposita manopola fa muovere la testa dell'ingranditore , alzandola eabbassandola, detrminado così il rapporto di ingrandimento sul piano focale dove poi verrà messa la carta da stampare. Un altra manopola sposta invece la distanza dell'obiettivo dalla pellicola, determinando la messa a fuoco.
La carta da stampare si sceglie sia in funzione della dimensione che della gradazione del negativo. Un negativo morbido richiederà una carta contrasta e viceversa. Ci sono varie tipologie di carte sensibili...luci matte, semimatte, baritate e non solo carte ma anche materiali, stoffa alluminio ecc.
Dovendo posizionare la carta sensibile sotto l'ingranditore provvederemo a metterla con l'ingranditore acceso ma con un filtro rosso interposto e poi si spegne l'ingranditore, si leva il filtro, si aspetta qualche secondo per eliminare le eventuali vibrazioni e si espone la carta per il tempo necessario ad una corretta esposizione, che andrà determinata preventivamente con delle prove con uno sviluppo ottimale (tempo indicato dalla casa produttrice dello sviluppo).
Esistono invero degli esposimetri che calcolano l'esposizione corretta, ma francamente la loro gestione è sempre imperfetta e io personalmente lo sconsiglio, essendo molto più utile un timer che tiene acceso l'ingranditore per il tempo necessario all'esposizione.
Va ricordato che qualunque sia il tempo corretto questo va raddoppiato ad ogni chiusura di diaframma.
Un obiettivo da ingrandimento con apertura massima 2,8 va comunque diaframmato, perlomeno di due valori, a mio avviso, per tenere conto di una profondità di campo necessaria a piccole imperfezioni di messa a fuoco sul piano focale o leggeri incurvamenti della carta fotografica.
Una volta esposto il nostro foglio di carta fotografica, lo immegeremo all'interno della bacinella cercando di bagnare contemporaneamente nel medesimo tempo la superficie sensibile. Lo agiteremo all'intero della bacinella diverse volte allo stesso modo come per la pellicola, tamite le pinzette evitando lo stesso punto di presa. Ecco che pian piano da lattaginosa l'immaggine si formerà e passato il tempo di sviluppo, se esposta correttamente, immergeremo nella bacinella di fissaggio cercando di non sporcare le pinzette relative alla bacinella di sviluppo. Con le pinzette della bacinella di fissaggio agitermo , ma meno dello sviluppo la carta e dopo il tempo previsto, passeremo il foglio nella bacinella con l'cqua.
Proseguiamo analogamente per gli altri fotogrammi e dopo aver richiuso le carte fotografiche non utilizzate nel loro contenitore a prova di luce, potremo accendere la luce e vedere il risultato delle nostre foto.
Le prenderemo e le porteremo a lavare (io lo faccio nella vasca da bagno, cambiando più volte l'acqua). Dopo mezz'ora sicuramente ogni traccia di iposolfito sarà svanita e le foto potranno essere asciugate.
Se saranno state scelte delle carte polietanate lucide, queste non avranno bisogno di alcun processo per renderle così come siamo abituati a vederle stampate, e sarà stato più semplice capire, quasi al buio, quale lato è quello sensibile da mettere in faccia alla luce proveniente dall'obiettivo dell'ingranditore.
Cio' che ci serve sono:
3 bacinelle della dimensione massima delle stampe che vogliamo ottenere.
Una luce di sicurezza (gialloverde o rossa) per mezzo della quale riusciamo a veder un po' al buio
2 pinzette per carta
un timer
Una soluzione specifica per lo sviluppo nella prima bacinella
una soluzione di fissaggio nella seconda bacinella
acqua nella terza bacinella
un ingranditore. e le carte fotografiche.
A rigore la temperatura ottimale dei bagni dovrebbe essere sui 20 °C, ma per lo sviluppo della carta non è necessaria una grossa precisione. Diciamo che uno scostamento di 3-4 °C non influisce sui risultati in maniera apprezzabile, anche perchè lo sviluppo viene monitorizzato a vista e quindi l'influenza della temperatura sul tempo di sviluppo alla fin fine non interessa.Q uello che ionvece interessa è un locale in cui non ci siano infiltrazioni di luci esterne. Tutto il processo di sviluppo deve avvenire al buio, a parte di una luce di sicurezza, giallo verde o rossa, a debita distanza in modo da non impressionare le carte sensibili.
La stampa viene realizzata per mezzo di un ingranditore dotato di un adatto obiettivo, detto perciò di ingrandimento.
Per il 24x36 che è il formato defi fotogrammi della nostra pellicola, l'obiettivo è un 50mm dotato anch'esso di diaframmi selezionabili, per il 6x6 un 80 mm. Comunque la focale dell'obiettivo non può essere inferiore alla diagonale del formato da ingrandire per non avere degradazione dell'immagine ai bordi.
Un apposita manopola fa muovere la testa dell'ingranditore , alzandola eabbassandola, detrminado così il rapporto di ingrandimento sul piano focale dove poi verrà messa la carta da stampare. Un altra manopola sposta invece la distanza dell'obiettivo dalla pellicola, determinando la messa a fuoco.
La carta da stampare si sceglie sia in funzione della dimensione che della gradazione del negativo. Un negativo morbido richiederà una carta contrasta e viceversa. Ci sono varie tipologie di carte sensibili...luci matte, semimatte, baritate e non solo carte ma anche materiali, stoffa alluminio ecc.
Dovendo posizionare la carta sensibile sotto l'ingranditore provvederemo a metterla con l'ingranditore acceso ma con un filtro rosso interposto e poi si spegne l'ingranditore, si leva il filtro, si aspetta qualche secondo per eliminare le eventuali vibrazioni e si espone la carta per il tempo necessario ad una corretta esposizione, che andrà determinata preventivamente con delle prove con uno sviluppo ottimale (tempo indicato dalla casa produttrice dello sviluppo).
Esistono invero degli esposimetri che calcolano l'esposizione corretta, ma francamente la loro gestione è sempre imperfetta e io personalmente lo sconsiglio, essendo molto più utile un timer che tiene acceso l'ingranditore per il tempo necessario all'esposizione.
Va ricordato che qualunque sia il tempo corretto questo va raddoppiato ad ogni chiusura di diaframma.
Un obiettivo da ingrandimento con apertura massima 2,8 va comunque diaframmato, perlomeno di due valori, a mio avviso, per tenere conto di una profondità di campo necessaria a piccole imperfezioni di messa a fuoco sul piano focale o leggeri incurvamenti della carta fotografica.
Una volta esposto il nostro foglio di carta fotografica, lo immegeremo all'interno della bacinella cercando di bagnare contemporaneamente nel medesimo tempo la superficie sensibile. Lo agiteremo all'intero della bacinella diverse volte allo stesso modo come per la pellicola, tamite le pinzette evitando lo stesso punto di presa. Ecco che pian piano da lattaginosa l'immaggine si formerà e passato il tempo di sviluppo, se esposta correttamente, immergeremo nella bacinella di fissaggio cercando di non sporcare le pinzette relative alla bacinella di sviluppo. Con le pinzette della bacinella di fissaggio agitermo , ma meno dello sviluppo la carta e dopo il tempo previsto, passeremo il foglio nella bacinella con l'cqua.
Proseguiamo analogamente per gli altri fotogrammi e dopo aver richiuso le carte fotografiche non utilizzate nel loro contenitore a prova di luce, potremo accendere la luce e vedere il risultato delle nostre foto.
Le prenderemo e le porteremo a lavare (io lo faccio nella vasca da bagno, cambiando più volte l'acqua). Dopo mezz'ora sicuramente ogni traccia di iposolfito sarà svanita e le foto potranno essere asciugate.
Se saranno state scelte delle carte polietanate lucide, queste non avranno bisogno di alcun processo per renderle così come siamo abituati a vederle stampate, e sarà stato più semplice capire, quasi al buio, quale lato è quello sensibile da mettere in faccia alla luce proveniente dall'obiettivo dell'ingranditore.
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