Una sarà dotata del normale filtro Anti-Alias, l'altra no.
In caso di campionamento ottico di un'immagine, ad esempio per i sensori delle fotocamere digitali, il filtro si chiama anche filtro passa basso ottico, filtro di blur o AA filter. La matematica del campionamento in due dimensioni è simile a quella del campionamento a dominio di tempo, ma le tecniche implementative del filtro sono diverse. L'implementazione tipica delle fotocamere digitali si basa su un materiale bi-rifrangente a due strati come il litio niobato, che rilancia ogni punto ottico in un gruppo di quattro altri punti. La scelta di un particolare filtro obbliga ad una mediazione tra precisione, aliasing, e fattore di riempimento. In una camera monocromatica, three-CCD o Foveon X3 il fattore di riempimento da solo, se vicino al 100% con microlenti, è in grado di fornire un buon effetto anti-alias, mentre nelle camere a colori (CFA, e.g. filtro Bayer) di solito serve un ulteriore filtro per ridurre l'aliasing ad un livello accettabile.
Questo filtro, messo sopra al sensore di cattura di immagine, oltre a proteggerlo da maldestre operazioni (è fatto di un vetro molto speciale e costoso in niobato di litio o di cobalto), permette il filtraggio delle frequenze che in talune circostanze di ripresa producono immagini seghettate e con intereferenze che costituiscono il cosiddetto effeto Moirè.
Con effetto moiré si indica una figura di interferenza, creata ad esempio da due griglie uguali sovrapposte con diversa angolatura, o anche da griglie parallele con maglie distanziate in modo leggermente diverso.
Il termine ha origine dal francese moiré, un tipo di tessuto, tradizionalmente di seta ma ora anche in cotone o fibra sintetica, con un effetto cangiante che ricorda le onde o l'acqua, ottenuto con una apposita calandratura in fase di finissaggio.
È un termine usato anche in tipografia, è l'effetto che si ha quando le separazioni in quadricromia non vengono stampate a registro e può capitare che le retinature diano la percezione visiva di un effetto moiré detto anche non a registro. Questo effetto indesiderato si verifica quando si riproduce, mediante retinatura, una immagine già retinata. Si può ovviare a questo problema dando una diversa inclinazione alla retinatura, o cambiando la densità del retino.
Esistono già fotocamere senza filtro, una è la Leica M9, in passato anche le Kodak full-frame ne erano sprovvista, lo sono i dorsi medio formato, lo sarà anche la nuova Fuji X-PRO-1
Ma in pratica, cosa comporterà scegliere l'una o l'altra delle due versioni della D800 e perchè Nikon propone questa (vera) novità, rendendo la Nikon D800 un bel pò più affascinante della ammiraglia Nikon D4 ?
Parliamone ...