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Critica ed autocritica


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17 risposte a questa discussione

#1 GCiraso

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Inviato 28 marzo 2011 - 12:36

CRITICA ED AUTOCRITICA


Il termine ?realt? psichica? fu introdotto da Freud nel 1900 per sottolineare che l?incidenza motivazionale della fantasia inconscia nelle nevrosi era importante quanto il potere della realt?. Questa scoperta ci permette di capire le convinzioni irrealistiche e le condotte paradossali con le quali spesso i pazienti hanno a che fare. Dal momento che la nostra comprensione dell?incidenza della fantasia inconscia ? aumentata, ne ha tratto vantaggio proporzionalmente anche la nostra sottolineatura sul suo ruolo all?interno del trattamento. Certe volte siamo tentati di dimenticare che ?la realt? psichica? ? fantasia. Ometto di parlare del concetto di realt? e di realt? psichica, perch? diversamente andiamo per campi e ci restiamo per qualche mese.
La capacit? (auto)critica ? una facolt? psichica che comporta la comprensione dei propri atti e comportamenti, la loro accettazione, o meno, e la loro valutazione, nel senso di verificare se sono rispondenti o meno ad una determinata tesi.
Ovviamente la critica deve essere in relazione ad uno standard, sia nel comportamento che nei fatti ed obbedire ad una legge fondamentale: deve cio? essere rispondente al principio di realt?.
Ad esempio: se lo studente viene bocciato all?esame e afferma che la responsabilit? della bocciatura ? del professore che ? ?? diciamo, tutto piuttosto che una brava persona, spesso omette l?esame di realt?, il che comporterebbe l?accettazione della bocciatura perch? non ha studiato.
L?esame di realt? ? fondamentale in ambio clinico anche per la valutazione di quale sia il contatto con la realt?, appunto, di un determinato paziente. La sua funzione principale ? distinguere la fantasia dalla realt? e qui veniamo a noi.

Detto questo, talora, leggendo le risposte a critiche pi? o meno dure, mi sorge il sospetto che in molti l?esame di realt? non venga fatto correttamente. Niente di preoccupante, non allarmiamoci, non per questo siamo psicotici, per? ??. L?assenza di capacit? di autocritica fa pensare almeno due cose: le nostre aspettative rispetto alla foto data in pasto ai critici ? irrealistica, oppure non ci rendiamo conto che la foto proprio non va bene.
Nel primo caso ritengo che la migliore cura sia affinare l?aspetto tecnico. In questo modo ci si rende pi? facilmente conto perlomeno di cose come la composizione, l?inquadratura, la luce, il contenuto dell?immagine, ecc.. Nel secondo caso il problema ? un po? pi? grosso: infatti o ci sopravvalutiamo del tutto come fotografi (il che pu? anche essere), oppure il nostro senso estetico ? modesto. Anche qui ci sono gli opportuni rimedi prima di passare agli psicofarmaci: andare a mostre di pittura (preferibile prima praticare i classici e poi passare all?arte moderna), guardarsi qualche libro di fotografia, magari di qualcuno universalmente ritenuto bravo e provare, provare, provare a pensare alla foto PRIMA di scattare, magari con qualche bell?esempio in mente.
Potrebbe anche essere che la critica non venga accettata perch? le nostre fantasie fotografiche ci portano a credere di essere tremendamente bravi e che gli altri non ci capiscono. In questo caso l?ideazione fantastica necessita dell?intervento dello psichiatra (meglio se fotografo). ? qui che il senso di autocritica falla alla grande e va in qualche modo resettato. I propri limiti vanno accettati per essere superati e questo ? il pi? profondo risultato della autocritica. Sono scarso ma posso migliorare potrebbe essere un buon punto di partenza, ma rischia di virare nella depressione fotografica. Non riesco ad espruimermi come voglio va gi? meglio, ma ci vuole il correttivo adeguato, diversamente resta sterile e non funziona. Sono bravino ma DEVO migliorare secondo me ? l?opzione che obbedisce all?esame di realt? e solletica le nostre fantasie di bravura. A questo serve NL e NF, senza alcuna velleit? pubblicitaria (non vengo pagato da nessuno) e le critiche altrui rappresentano l?esame di realt?. Non ci arrabbiamo se il nostro lavoro viene stroncato, magari in quel caso i critici hanno pure ragione, magari dicessero perch? non va bene sarebbe pure meglio. Certo che cercare di fotografare un passeraceo con il telefonino rappresenta sicuramente una ideazione megalomanica e sicuramente patologica.

Giovanni
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#2 Adriano Max

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Inviato 28 marzo 2011 - 13:50

Fantastico equilibrio d'analisi: ferma e inchioda dei punti di riferimento a cui tenersi saldamente. Se posso io mi sento di aggiungere che in alcuni casi penso che fotografare sia per alcuni (forse per tutti quelli che possiedono una reflex :P ) una mania con due versanti: quello di chi scattando (anche semplicemente sentendo il rumore dell'otturatore) prova piacere e quello di chi deve scattare altrimenti avverte sensazioni di perdita... questi due versanti poi si declinano sulle capacit? di ognuno generando frustrazione o ulteriore piacere che provocano disinvestimento o ulteriore investimento nella pratica del fotografare: procedere lentamente (per esempio c'? chi investe da subito molte risorse economiche in attrezzature, sbagliando), osservare ed emulare l'opera di altri, esercitare gli aspetti critici sopra descritti favorisce senz'altro il raggiungimento di soddisfazioni nel mostrare, riguardare, classificare, stampare e migliorare continuamente i propri 'scatti'...

Ciao,
Adri.

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#3 Lieve

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Inviato 28 marzo 2011 - 13:55

Giovanni, mi piace il tono ironico ma dannatamente efficace del tuo elaborato.

Dovremmo farne uno stampato e farlo circolare. Sicuramente lo linkeremo in molte risposte :bigemo_harabe_net-03:

Adesso, per informazioni più aggiornate sul mondo Nikon, ci trovate solo su Nikonland.it : questo sito è congelato all'agosto 2017


#4 GCiraso

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Inviato 28 marzo 2011 - 13:58

Fantastico equilibrio d'analisi: ferma e inchioda dei punti di riferimento a cui tenersi saldamente. Se posso io mi sento di aggiungere che in alcuni casi penso che fotografare sia per alcuni (forse per tutti quelli che possiedono una reflex :P ) una mania con due versanti: quello di chi scattando (anche semplicemente sentendo il rumore dell'otturatore) prova piacere e quello di chi deve scattare altrimenti avverte sensazioni di perdita... questi due versanti poi si declinano sulle capacit? di ognuno generando frustrazione o ulteriore piacere che provocano disinvestimento o ulteriore investimento nella pratica del fotografare: procedere lentamente (per esempio c'? chi investe da subito molte risorse economiche in attrezzature, sbagliando), osservare ed emulare l'opera di altri, esercitare gli aspetti critici sopra descritti favorisce senz'altro il raggiungimento di soddisfazioni nel mostrare, riguardare, classificare, stampare e migliorare continuamente i propri 'scatti'...

Ciao,
Adri.

Bipolarismo fotografico?

Adriano, qua siamo all'anticamera della depressione :suicide:
Se la frustrazione supera il piacere sono cavoli amari!

Ma qua volevo parlare della capacit? autocritica di ognuno di noi.

Giovanni
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#5 Federica

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Inviato 28 marzo 2011 - 14:20

mi interessa l'argomento... come non potrei rispondere a questo topic.
Trovo che la mancanza di autocritica sia un elemento tipico dei nostri tempi iper-moderni.
Come esempio migliore non potevi che trovare quello del brutto voto a scuola... peccato che dipenda, in primis, dai genitori che tutelano un po' troppo le loro creature.

Come il fotografo che tutela un po' troppo le proprie foto...

Ma io ci vedo una gran bella speranza nel dire: "sono bravino ma devo migliorare".
Certo in questo caso ? necessario darsi dei paletti per trovare le proprie lacune. L'autoreferenzialit? non ha mai giovato a nessuno, credo neanche ai maggiori geni che sono abitati su questa terra.

Se non mi metto dei paletti e non so quali sono i miei punti di riferimento (fotografico) non potr? neanche, non solo valutare il mio attuale lavoro, ma tanto meno capire come progredire.

Per questo che, come per fatalit?, ho appena scritto su NLF, trovo che questo e quel forum siano "difficili" e NLF ancora di pi? di NL: perch? non tutti vogliono sottoporsi a questo esame di realt? e preferiscono postare le proprie foto dove, se sono brutte, nessuno dice niente.

Meglio l'anonimato che l'aspra critica?

Ai posteri l'ardua sentenza.
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#6 GCiraso

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Inviato 28 marzo 2011 - 14:43

...... L'autoreferenzialit? non ha mai giovato a nessuno, credo neanche ai maggiori geni che sono abitati su questa terra. .....


Purtroppo o per fortuna il genio sfugge ad ogni regola e fa un po' quello che gli pare, anche perch? gli altri difficilmente ci arrivano.
A parte il genio, il mio ego smisurato mi porta a mettermi nei bravini ma devo migliorare e so anche dove.
In generale, chiudersi alle critiche perch? ci si ritiene er mejo non giova, anche nella critica pi? sconclusionata ci pu? essere una verit?. Ne ho letta qualcuna veramente esilarante, ma non per questo meno vera. In verit? bisogna buttarsi nella critica e capire cos'? che non ci piace in una foto, ovvero, perch? altri ci trovano qualcosa che non va. Faccio foto brutte come tutti, ma non le faccio vedere, per? ogni tanto me ne scappa qualcuna e sono contento se me lo si fa notare.

Giovanni
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#7 Adriano Max

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Inviato 28 marzo 2011 - 15:36

La mia idea sopra ? solo uno spunto di analisi per un'altra autocritica su cui volevo far luce, che ? quella del falsificare l'equazione 'ho la migliore attrezzatura e quindi faccio belle foto per forza' ... e sicuramente passa per delle frustrazioni cui tu accennavi ... la fotografia ? uno stretto intreccio tra tecniche e aspirazioni, specie poco dopo l'inizio ... il bipolarismo - purtroppo - ? ovunque ... dannati canonisti ... e 'io sono meglio di te' per infinite ragioni definite 'tecniche' fa parte del modo di porsi di molti ... da redarguire e disciplinare immantinente !!

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#8 Paolo Mudu

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Inviato 03 aprile 2011 - 13:55

Che la mancanza di autocritica dipenda anche dal modo in cui si ? appresa la tecnica?
Un fotografo che ha imparato il mestiere con l'apprendistato probabilmente giudicher? pi? severamente i propri lavori, perch? abituato ad un giudizio autorevole, che privilegia i contenuti ed i fini. Il fotoamatore molto spesso ? un autodidatta che, da un lato, ? soggetto a messaggi pubblicitari che privilegiano l'aspetto tecnico-consumistico (si scattano buone foto perch? si possiede la tal reflex con tot numero di pixel); dall'altro manca il confronto, la critica obiettiva, ma sopratutto manca l'approfondimento della tecnica e dell'estetica, quest'ultima figlia di una cultura pi? vasta. Un buon lavoro fotografico ? dovuto pi? all'osservazione che allo scatto ed alla post produzione. L'autocritica, secondo me, parte da qui, scatto?

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#9 GCiraso

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Inviato 04 aprile 2011 - 12:34

Che la mancanza di autocritica dipenda anche dal modo in cui si ? appresa la tecnica?
Un fotografo che ha imparato il mestiere con l'apprendistato probabilmente giudicher? pi? severamente i propri lavori, perch? abituato ad un giudizio autorevole, che privilegia i contenuti ed i fini. Il fotoamatore molto spesso ? un autodidatta che, da un lato, ? soggetto a messaggi pubblicitari che privilegiano l'aspetto tecnico-consumistico (si scattano buone foto perch? si possiede la tal reflex con tot numero di pixel); dall'altro manca il confronto, la critica obiettiva, ma sopratutto manca l'approfondimento della tecnica e dell'estetica, quest'ultima figlia di una cultura pi? vasta. Un buon lavoro fotografico ? dovuto pi? all'osservazione che allo scatto ed alla post produzione. L'autocritica, secondo me, parte da qui, scatto?

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Interessante posizione, ma non penso sia cos?, se non alle prime armi. Dopo, l'appassionato dovrebbe confrontarsi e dal confronto rilevare i propri difetti e deficit anche tecnici. A questo serve anche Nikonland. D'altro canto il senso critico si forma da giovani e non si ? addestrati non si va lontano. L'approfondimento estetico ci porta lontano, dovrebbe essere un patrimonio culturale, ma anch'esso richiede applicazione e metodo, sempre temperato dal buon gusto, concetto che fugge alla interpretazione e che dovrebbe essere nel sentire di ognuno. D'altro canto ogni qual volta si parla di cultura, ultimamente mi ? stato pi? volte detto che essa ha causato l'ulteriore aumento dei carburanti. Sic stantibus rebus la vedo dura ..... ma non demordo.

Giovanni
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#10 Lieve

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Inviato 04 aprile 2011 - 13:52

Io ho notato che tendono a privilegiare l'aspetto tecnologico-scientifico della fotografia (e di tutto quanto) i fotografi che hanno un background culturale scientifico. I tecnici partono dal presupposto che ogni azione sia regolata da leggi ferree e che non possa prescindere da un approccio rigorosamente misurabile.

Chi ha in mente la fotografia come linguaggio, tende viceversa a prescindere dal mezzo e una volta trovato il suo (per me c'? Nikon e del resto mi importa poco, qualunque innovazione si faccia ... tant'? che sono arrivato all'autofocus sul finire del secolo scorso, una buona dozzina di anni dopo che il sistema ? stato introdotto world-wide) si preoccupa di esprimersi.

Tendenzialmente il primo e pi? rigoroso critico del proprio lavoro dovrebbe essere ... il fotografo medesimo.
Ma naturalmente il senso critico va di pari passo con il livello culturale e la consapevolezza che c'? sempre da imparare.
Studiare e confrontarsi sono l'ABC per tutti. Bach ha studiato la musica del suo tempo prima di cominciare a dire la sua.
E' andato a studiare lo stile di Buxtehude, il pi? grande organista prima di lui. E' cos? che ha trovato la sua strada.

Nozioni di base del comune pensare. Credere che solo perch? si procede con metodo scientifico si arriva a destinazione ? esilarante.
La fotografia ? arte ed espressione che si rende solo concreta per mezzo di strumenti tecnici.
Ma si pu? anche fotografare ad occhio cos? come tanti talentuosi musicisti di musica popolare hanno suonato per tutta la vita ad orecchio.
Il pi? ? avere qualche cosa da dire. Anche se si fotografa ad una partita di calcio o ci si dedica a fiori recisi :bigemo_harabe_net-03:

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#11 Paolo Tagliaro

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Inviato 04 aprile 2011 - 15:39

Concordo con Mauro.
Per? ai tecnici (mi classifico tra questi) affiancherei i "fotografi per caso" che cercano di giustificare la mancanza di linguaggio con la libera espressione o con l'"arte", magari trovando argomentazioni a posteriori.
I due gruppi possono anche trovare espressione nello stesso fotografo.
Gli altri possono proporci delle partiture,
siamo noi che suoniamo la nostra vita.
 
Paolo
 

#12 ~ Fabio Desmond ~

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Inviato 04 aprile 2011 - 18:46

...l?incidenza motivazionale della fantasia inconscia nelle nevrosi era importante quanto il potere della realt?...

Aspetta rileggo, rileggo, ho letto.

Devo dire che la mancanza di autocritica ma sopratutto il non riuscire a vedere con gli occhi degli altri ? stato ed ? la mia pi? grande preoccupazione. Per questo mi piace criticare, per essere criticato e vedere come ragiona chi ? diverso da me. Quali sono le altre tecniche per mettersi alla prova?

Il mio grandissimo (ex)professore di filosofia un giorno mi disse una frase illuminante: "Chi impara da se stesso, impara da un ignorante"
Lo sciocco non impara dal colto, ma il colto pu? imparare anche dallo sciocco. Criticando ci auto-critichiamo, meglio parlare che rimanere in silenzio. Ma parlare costa fatica e rimane una decisione personale. Io provoco le persone per spronarle a parlare, ma niente, a volte sortisce l'effetto contrario e dove finiamo? Ancora una volta nell'autocritica come unico vero mezzo di crescita individuale.

Ma un po' come Godel e la matematica dove:
In ogni teoria matematica T sufficientemente espressiva da contenere l'aritmetica, esiste una formula A tale che, se T ? coerente, allora n? A n? la sua negazione -A sono dimostrabili in T.
Cos?, chi ? il garante dell'autocritica?


PS Giovanni, se dai qualche lezione di psicologia, mi prenoto ;)

Così ho imparato a fotografare scoprendo quello che mi piaceva e basandomi su ciò che avevo.


#13 Tiziano Manzoni fototm

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Inviato 04 aprile 2011 - 20:51

autocritica? critica?
Io parto dal presupposto che i critici sono una brutta razza, e che sia una guerra contro il vento e la corrente di un fiome in piena, persa in partenza.
Io spesso mi permetto di criticare ma non vorrei mai farlo per paura di sbagliare, di non aver colto quello che volevano che cogliessi.
Io credo che esista un parere che se motivato ha una valenza oltre si parla per soggettivit?
Esistono categorie di persone che fanno fotografia che sono simili al proprio carattere.
Il fotografo ? cosi composto
ce quello che crede che la fotografia come tutto il resto sia fatto di regole e numeri, e che quindi applica la regola e se vede qualcosa fuori la reputa sbagliata.
Chi crede che sia tutto facile e scatta scatta, e non si rende conto che scatta solo boiate e
si incazza se lo fai notare ma poi la fotografia non rispetta il nostro modo di essere???

Io credo che guardando gli scatti di molti di voi posso permettermi di dare un giudizio della vostra persona.
Rudolf
eterno romantico, ordinato e preciso tanto da sentirsi fuori luogo e quindi diventa uno sforzo esserlo, della serie che odia l'ordine ma non ci sa vivere in mezzo
tanto da disordinare la scrivania per non sentirsi perfetto.
Acculturato ed eterno lettore di tutto, apprezza tutto ma si innamora di poco, quello che veramente lo appassiona lo tiene per lui e raramente lo esterna. Da lui puoi aspettarti anche lo scatto rubato sfocato ma che ha un anima al contrario di
Ciraso, che prima valuta, riflette, ordina per idee e poi parla, se non ce nulla da dire preferisce starsene zitto perch? sarebbe inutile aprirsi, in fotografia lo dimostra, che se non ce quello che pensa debba esserci raramente scatta sa attendere e credo che sia una sua virt?!!!!!!!!!
magari mi sbaglio ma io vi vedo cosi e lo deduco dalle vostre immagini...
Purtroppo esistono anche le categorie che parlano parlano e non sanno nulla, qui grazie a dio non ce ne sono, sono quelle che parlano e attivano il forum e non scattano mai ma sanno tutto di tutto, ma in realta non sanno un cacchio
adottano la regola del sentito dire e che non ? importante sapere ma parlane...

Tiziano Manzoni 

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Vedere tra le righe le giornate odierne comporta una selezione continua e non sono dietro le sbarre


#14 Lieve

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Inviato 05 aprile 2011 - 08:29

[...] ma poi la fotografia non rispetta il nostro modo di essere???[/b]


Assolutamente si Tiziano, assolutamente si. E' qui, forse, il guaio ...

[...]Rudolf
eterno romantico[...] apprezza tutto ma si innamora di poco, quello che veramente lo appassiona lo tiene per lui e raramente lo esterna. Da lui puoi aspettarti anche lo scatto rubato sfocato ma che ha un anima


:bravo:

Purtroppo esistono anche le categorie che parlano parlano e non sanno nulla, qui grazie a dio non ce ne sono, sono quelle che parlano e attivano il forum e non scattano mai


Purtroppo anche qui ce ne sono Tiziano. Sono quelli che parlano per 7 pagine del 24-120/4 VR o del banding della D700 ma poi non mettono nemmeno una foto decente fatta con quegli strumenti su Nikonland Fotografi per parlare, vivaddio, solamente di quell'unica, bella, preziosa foto, figlia di un momento magio ... e romantico :a200:

Adesso, per informazioni più aggiornate sul mondo Nikon, ci trovate solo su Nikonland.it : questo sito è congelato all'agosto 2017


#15 Adriano Max

Adriano Max

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Inviato 05 aprile 2011 - 09:23

Io penso che la critica e critici siano parte dell'orizzonte dialettico delle nostre comunit?. Si possono odiare ed amare, ci sono. La critica alle proprie foto ? per me oramai pratica consueta e so quando ho fatto un bello scatto, quando una scatto poteva essere bello ma non lo ?, quando ? inutile agli altri e utile a me. La maggior parte dei miei scatti sono utili solo a me, naturalmente, qualcuno si ? integrato nella vita di altri ed ? utile ad altri... alcuni piacciono a tutti o tutti vi trovano un valore, perle rare. Non esiste alcuna formula... ogni tanto io scrivo aforismi che per me sono una complessa critica e delineazione di come vivo e comprendono moltissimi orizzonti del mio agire, anche se non sembrano strettamente fotografici... eccovi quattro miei aforismi:


il nulla ? un concetto
nei sogni c'? tutta la concretezza del nostro esistere: provate a farne a meno
ogni mia parola ? un vuoto intorno ad un discorso senza parole
le nostre foto riuscite sono sogni di altri



Applicatele alla analisi di una qualsiasi foto e vedrete che portano sempre in territori interessanti. Ad esempio non esiste foto che non possa insegnarvi qualcosa, togliete elementi apparentemente banali da una foto (se per voi il sogno ? banale, per molti lo ?) e vedrete che cessa di avere concretezza, alle volte non ci sono parole che possano suggerire come inquadrare una scena, ci? che noi abbiamo visto e ritagliato dal mondo non ? ci? che chi osserva le foto conosce...
;)

Ciao,
Adriano.

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"Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni!"
-- Andreas Feininger --

"Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà COME?, mentre altri di natura più curiosa si chiederanno PERCHE'?."
-- Man Ray --

"La Fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire."
-- Mario Giacomelli --

"L'istante genera la forma e la forma fa vedere l'attimo."
-- Paul Valery --

 

"L'astratto è quindi anche questo saper suggerire qualcosa alla propria fantasia: rendere privato qualcosa di universale."

-- Adriano Max --


#16 Raffaele Pantaleoni

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Inviato 05 aprile 2011 - 09:59

le nostre foto riuscite sono sogni di altri

Concordo in toto su tutto il discorso di AxNaird (che non ho riportato per brevit?) ma in particolare questo aforisma ? una delle cose pi? intelligenti, ficcanti e profonde che abbia mai letto riguardo la fotografia. E' complicatissimo, o almeno per me lo ?, creare delle foto "empatiche" cio? che trasmettano nell'osservatore le stesse sensazioni di chi fotografa. In tutti questi anni ci sono riuscito solamente con un paio di foto. Ed ? una grandissima soddisfazione!

Ciao,
Raffaele

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#17 Adriano Max

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Inviato 06 aprile 2011 - 09:53

Grazie !!
:)


PS: il tutto intrecciato a questa nota: http://www.nikonland...dpost__p__80130 dove in qualche modo c'? una definizione di realt? psichica-fotografica...
:P

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#18 GCiraso

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Inviato 26 aprile 2011 - 21:49

@Tiziano: ti assumo come assistente in studio, ma non fotografico, quello professionale. Dimostri una empatia assoluta per certe cose :bigemo_harabe_net-03:

@AxNaird: la tua definizione di realt? psichico-fotografica ? eccellente, dammi i diritti che conto di usarla.

Circa il problema tecnico, ritengo che sia un falso problema, o meglio un alibi: non ho l'attrezzatura "giusta", quindi non posso fare buone foto, ma con quella sono il massimo dei fotografi! Quindi se mi si critica, il critico di turno non capisce nulla, perch? non posso non fare buone foto. Qui siamo veramente nel patologico-fotografico, un po' feticista. La tecnica ? indispensabile per capire quali sono i limiti dell'attrezzatura e usarla in modo proprio. Una volta imparata, la si pu? tranquillamente ignorare ed anche violare, perch? il limite ? quello espressivo, non pi? quello tecnico. Ovviamente bisogna avere qualcosa da dire, anche fotografando per la centesima volta lo stesso volatile, la stessa modella, la stessa situazione. E qui torniam al topic: la capacit? autocritica di ognuno di noi ? il metro con cui misuriamo la nostra capacit?, e non ci sono scorciatoie.

Giovanni
Prima di muovere la lingua, inserire il cervello
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