C'? un'affermazione nell'articolo di Marco in cui non mi ci ritrovo, mentre tutto il resto andrebbe incorniciato, a mio parere.
Quando dice che
In chiusura, mi sento di poter dire che anche l'utilizzo dei moderni sensori digitali ha
modificato la resa dello sfuocato: il modo in cui il singolo fotodiodo acquisisce, la
conversione A/D e le maschere di contrasto pi? o meno di default modificano
senz'altro la percezione dello sfuocato a parit? di obiettivo
Sicuramente valeva per le prime DSLR, con una dote di pixel senz'altro inadatta agli standard a cui ci aveva abituato la pellicola.
Ora, sempre a mio parere, il discorso si fa decisamente pi? sfumato.
Le differenze saltano sempre all'occhio (tra l'altro, anche tra differenti generazioni di sensori), ma soprattutto guardando l'immagine a monitor.
In stampa, invece, i 12Mp che abbiamo a disposizione da qualche anno fanno si che ci sia sufficiente dettaglio per riportare su carta tutte le caratteristiche della lente usata, per intero.
Perfino con sensori "tagliati con l'accetta" come quello della mi acara D700.
Se confronto la resa del 105/2DC scattando con la D2x e la D700 (stessi MP, ma su dimensioni differenti e quindi con densit? di informazione lontana tra loro), noto che le differenze stanno tutte nella resa generale dei colori dei due sensori, e certamente nel formato. Ma molto poco, nella resa del bokeh.
Ovviamente, le differenze si accentuano alzando le dimensioni della stampa, ma l? entrano in gioco troppi fattori dovuti al ricampionamento, che invalidano qualsiasi confronto.
Sta di fatto, che se uso una lente sui due diversi corpi per valorizzare lo sfocato (cosa che mi capita probabilmente per la maggioranza delle foto che faccio), il mio pensiero va sempre alle differenti caratteristiche del sensore, esattamente come prima andavano alle differenti caratteristiche della pellicola usata.
Molto, molto meno spesso alla differente resa dell'obbiettivo con le diverse macchine.
Quello lo considero un "punto di partenza".
a_
Oppure,