C'è online una intervista al Presidente di Nikon Kazuo Ushida (qui tradotta dal giapponese all'inglese) del 6 luglio.
Purtroppo la traduzione è abbastanza "fantasiosa" (in italiano è meglio che non ci proviate nemmeno).
In estrema sintesi l'intera intervista verte sullo stato della ristrutturazione in corso, in particolare per tutti i settori legati ai semiconduttori e alla decisione di dividere tutto il business in divisione che evidenzino redditività e marginalità singole, in modo che le responsabilità (e i meriti) vengano in piena evidenza.
Tutto il processo è ancora in corso ma Ushida assicura che questo non diminuisce le capacità di sviluppo tecnologico di Nikon.
Per quanto riguarda le fotocamere c'è un solo capoverso che più o meno dice :
"noi dobbiamo continuare a competere nel segmento delle reflex medie e alte per continuare a guadagnare anche se le vendite sono in calo.
Con le nuove generazioni che sono cresciute con in mano uno smartphone io darò loro una mirrorless nikonista che si differenzierà dalle altre per le sue performance e per l'utilizzo di obiettivi con il nostro standard industriale.
Ma anche per la piacevolezza di uso".
Il che più o meno conferma quanto abbiamo detto nel nostro editoriale qui.
Nikon sta seguendo gli sviluppi dei competitor nel campo mirrorless (Sony, Fujifim e Canon sostanzialmente) per sfruttarne successi e debolezze per poi uscire al momento buono (che speriamo sarà realmente buono) con una macchina realmente Nikon in grado di dare al contempo prestazioni e facilità d'uso che le altre non hanno.
Io continuo a credere che questo momento si materializzerà dopo la seconda metà del 2018 e che verrà mantenuto il parco ottiche tradizionale.
Se la macchina sarà una nuova D3 Nikon potrà stare tranquilla per il suo futuro. Altrimenti non ci saranno altre possibilità.
Perchè la Sony A9 - nelle sue tragiche ed intrinseche debolezze - stabilisce il nuovo spartiacque, come fu trenta anni fa la prima Minolta autofocus.