è la fase che precede una patologia:Si si va bene, ma qui sta succedendo di peggio altro che fotografia.
Mia moglie, che è la persona più lontana che si possa immaginare da fenomeni di affezione ad oggetti d'uso come può essere una fotocamera o un cellulare, ieri ha dato giù di testa tanto che le ho dovuto dire "Laura parla piano, che ti sentono".
Eravamo alla mostra Icons di Doisenau al Forte di Bard (Aosta). L'avevo notato anche io ma non ho dato troppo peso, cosa che invece ha impressionato molto Laura, in sostanza molti visitatori non guardavano le foto (Stampe originali d'epoca su carta baritata) ma le "salvavano " una ad una con lo smartphone.
Anche io ho fotografato la mostra, per raccontarla a modo mio sul mio blog e su Nikonland, certo non ho fatto delle repro, non ne vedo il senso, ma vi giuro ero circondato da millennia smartphoer che NON HANNO VISITATO UNA MOSTRA, l'hanno salvata sul cellulare. Stessa musica anche all'esposizione del BBC WPOY 2016
A voi il libero pensiero, l'analisi del senso della percezione, della fruizione e del trasferimento di conoscenza, io mi arrendo e vado avanti a lavorare.
A me pare che la faccenda sia ben più grave che il solo rallentamento del mercato dell'attrezzatura fotografica, la questione riguarda l'homo sapiens sapiens ( il 2° sapiens? ah non so mica se vale ancora)
la "rear mirror syndrom" per la quale dopo aver classificato l'oggetto ritratto col cellulare si passa alla foto di se' con l'oggetto di prima come sfondo.
Volgarmente (in tutti i sensi) "selfie"
Di entrambe le serie di scatti non si fara' assolutamente nulla, ma non è più consentito pensare che una gita o un viaggio o una visita siano tali se non funzionalizzate alla manifestazione di questo scopo.
Manifestazione=socializzazione.
Ossia ... necessaria al fine del riconoscimento dei propri "simili".