C'è chi dice, e lo fa mostrando numeri e statistiche, che c'è in atto un revival dei dischi musicali in vinile - sia vintage che di nuova produzione - e che c'è un rifiorire di passione per l'ascolto analogico.
Evidentemente gli scrock della polvere, i solchi usurati, la taratura di testine, azimut, molle e controtelai sospesi generano una alchimia - in alcuni - che rende questa pratica di soddisfazione, tanto da ripudiare l'odiato digitale.
Sarà, io ci credo ma sono scettico sui numeri effettivi. Personalmente non ho mai amato né i dischi in vinile né tantomeno le audiocassette. Tendo a preferire file digitali ad alta e altissima risoluzione (DSD o DxD per intenderci o, almeno campionamenti a 96KHz e 24 bit).
La stessa cosa - sembra - si stia in qualche modo verificando nel mondo della fotografia.
E si sa che quando uno è ubriaco poi vuole provare a bere di tutto. Ma probabilmente anche qui, la pratica "analogica", con macchine vintage (o nuove, tipo le Fujifilm Istax o le affascinanti Impossible Project), esponendo come una volta "senza rete", pochi scatti di un rullino (o di lastrine fotografiche), magari tutto a mano, creano qualche tipo di emozione diversa.
Per poi vedere le foto solo dopo una settimana o più, preferibilmente non "sminchiate" da bagni esauriti e rulli al calcare ... colpiscono, affascinano, tolgono quel velo di "perfezione" digitale che forse a qualcuno é venuto a noia.
Si è visto anche qui sopra qualche esempio, un acquisto su Ebay. Uno o due rullini scaduti.
Io, allo stesso modo che per l'audio, non ho mai trovato nessun fascino nella pellicola, nelle sue imperfezioni intrinseche, meno che meno nella pratica in camera oscura e se non fosse stato per il digitale, da tempo non fotograferei più.
Eppure ci sono anche grandi fotografi - mi vengono in mente Paolo Roversi che usa quasi esclusivamente vecchie lastre Polaroid di grande formato o Vincent Peters che non usa che pellicola bianco e nero - che non vedono assolutamente il loro lavoro in digitale (di converso, "vecchi fotografi" come Peter Lindbergh sono passati al digitale con la Nikon D1, già a fine 20° secolo, senza sentire alcuna nostalgia se non per la propria gioventù).
Mi chiedo quale sia il futuro - oltre la nicchia - per la pellicola nel 21° secolo.
Se non sia semplicemente questione di mode. O un modo per uscire dalla noia della routine digitale, togliendosi le responsabilità dello sviluppo al computer, ridelegando tutto ad altri.
Oppure ... ? Voi che ne pensate ?
Chi dei presenti usa correntemente (o almeno qualche volta l'anno) la pellicola per le sue fotografie ?