La D1h è una enormità e Il 50/2 o il 45/2.8 scompaiono su quel corpo (come facevano con la F5 o fanno anche con la D4).
E comunque la D1h pur essendo una macchina vecchia ha le stesse prerogative delle macchine della generazione F5-D4.
E senza nessun aiuto particolare alla messa a fuoco manuale che non sia il pallino o la freccina (salvo aver montato sulle macchine compatibili, i vetrini alternativi vecchio stile, peraltro inadatti ai teleobiettivi e concentrati ... al centro).
D1-D2-D3-D4 sono machine concepite per i grossi teleobiettivi e gli zoom più pesanti.
Quello che si pretenderebbe invece dalla macchina retro di cui stiamo parlando è altro, ovvero un ritorno al passato sia nelle proporzioni (corpo macchina adatto all'ingombro di un 50/1.8 AI, inadatto ad un 50/1.4 Sigma) che in una ergonomia priva di ghierette e di pulsantini, piuttosto un utilizzo vecchia maniera di anello dei diaframmi (sull'obiettivo)e rotella dei tempi sopra alla capottina del corpo, con l'unica apprezzabile modernità dell'auto-ISO visto che adesso possiamo permettercelo ma con il variatore degli ISO anche esso, possibilmente con una "rotella" fisica, nessun passaggio da menù, parlante, niente indicazione LCD.
Ogni regolazione visibile ad occhio a prima vista, senza nessun display superiore, senza display secondario inferiore, il display LCD principale posteriore giusto per dire che c'è e si può vedere la foto appena scattata o mostrare a qualcun altro quella data foto. Possibilmente non in formato Samsung Galaxy Note (con o senza Android).
Nessuna operazione di ginnastica digitale, quindi, come si faceva con una FM o una F3, per concentrarsi sulla composizione, tendenzialmente in manuale magari innestando un'ottica del 1961 non modificata
Di moderno e innovativo dovrebbe esserci/o ci sarà, il mirino ibrido con il quale, grazie ad un processore prestante, simulare quegli ausilii per la messa a fuoco che oramai in campo ottico non sono più tanto efficaci, anche perchè l'età avanza