a Ferdinando Scianna :
Se si nasce in una famiglia ricca in Normandia, o in una famiglia miserabile in Africa, oppure in una ricca o miserabile in Sicilia o in Calabria, la propria visione del mondo non è la stessa, perché parte da esperienze di tipo diverso. Se sei nato in un contesto dove c’è un certo tipo di luce, ma c’è anche un certo contesto storico-sociale, è chiaro che la tua visione sarà molto diversa da quella del mondo di un tedesco che viene dalla Ruhr e che ha una storia alle spalle diversa.
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Luchino Visconti diceva che la festa nobiliare nella Dolce Vita di Fellini sembrava una festa a casa sua vista dall’autista. Certo, vista dall’autista, ma genialmente vista! Luchino Visconti, invece, abituato dalla nascita alla visione di cose come, probabilmente, il quadro di Botticelli che sua madre aveva di fronte casa, quando gira il Gattopardo ha un certo modo di vedere quelle cose, ed è evidentemente diverso da quello di Fellini, a cui probabilmente non interessa.
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Chi nasce in Calabria o in Sicilia è circondato da colonne greche, cattedrali barocche, strutture di tipo geometrico e del paesaggio che in ogni zolla raccontano la storia. Di questo sicuramente non potrà prescindere quando guarda facendo il fotografo. Neanche se cucina ne può prescindere, perché alle spalle ha quell’idea del mondo, quei sapori...
Io, siciliano nato e cresciuto in Lombardia, imbevuto di cultura anglosassone e mitteleuropea, con un passato accademico da scienziato ma pulsioni totalmente votate all'arte, so perfettamente che ogni mia parola, ogni mio gesto, ogni mia opinione, ogni mio scritto, il mio gusto e i miei interessi sono influenzati quasi al 100% dal mio background socio-culturale.
Vale per l'arte fruita passivamente (pittura, scultura, musica) ma a maggior ragione per quella che (im)modestamente pratico (malamente) sia in musica che in fotografia.
Ciò vale anche per il mio modo di accostarmi a quanto proposto dagli altri, i miei commenti, il mio giudizio, ciò che mi colpisce e ciò che invece tendo a trascurare.
Non importa se parliamo o se ci esprimiamo con o di una fotografia di strada di un sobborgo povero, di una libellula che si libra in volo o del volto della donna più bella del mondo.
A me questi sembrano luoghi comuni tanto li trovo ovvi, scontati. Noi siamo ciò che siamo e non possiamo prescindere da come e da dove ci siamo formati quando esprimiamo noi stessi
E voi, ne pensate qualche cosa ?