Vai al contenuto

Risultati Ricerca

C'erano 2 risultati taggati con street photography

Ordina per                Ordina  
  1. La Street Photography a modo mio

    [attachment=77913:1.jpg]
     
    Cosa differenzia un bravo fotografo da un uomo con una macchina fotografica in mano?
     
    Sicuramente la capacità di saper "vedere" con la testa (e con il cuore) prima ancora che con gli occhi un momento irripetibile e fissarlo con il proprio strumento in un'immagine interessante, cogliendone l'essenza prima ancora del suo aspetto normalmente visibile.
     
    Quindi cogliere l'istante ed immortalarlo non è solo fotografare nel senso tecnico del termine, ma è rappresentare un'emozione in un'immagine unica ed inedita, ciò che a mio modo di vedere è il concetto principe dell'arte fotografica, nata per fissare nell'immediatezza una scena che nel passato richiedeva il tempo ben più lungo almeno di uno schizzo a matita o di un veloce disegno a carboncino.
     
    Ed è questo l'aspetto della fotografia che mi ha sempre affascinato, cioè la sfida a riuscire a "cogliere l'attimo", quel sottile e sfuggente momento che c'è in un istante e poi non torna più, e che per questo è unico e straordinario.
     
    Ecco, credo che la fotografia di strada, il genere che più amo praticare, sia essenzialmente riuscire a raccontare in un'istantanea una scena di vita quotidiana, quale essa sia, cogliendone l'essenza curiosa, o gioiosa, o drammatica, o intensa, o semplicemente meritevole di essere guardata.  E questo aspetto è ciò che più mi colpiva quando, avvicinandomi alla fotografia, osservavo i lavori dei grandi del genere: Cartier-Bresson, Doisneau, Winogrand, Erwitt, Berengo Gardin, Meyerovitz, ecc., solo per citarne alcuni.
     
    Così ho iniziato a fotografare anch'io con lo stesso intento, e a provare a fissare questi attimi nella memoria della mia macchina. Come? Ci sono tanti modi di interpretare il genere, forse infiniti, dipendenti dalle proprie attitudini, dalle proprie abilità, dai propri interessi: io posso raccontare il mio.
     
    QUANDO
    In generale, il segreto - che non è un segreto - per cogliere buone immagini per strada è avere la macchina sempre con sé, poiché si deve scattare perlopiù in modo estemporaneo nel momento in cui si vede la situazione giusta: le occasioni si presentano in qualsiasi momento e, normalmente, quelle migliori si verificano quando la macchina non ce l'hai...
     
    Tuttavia, penso che quando si viaggia per turismo si ha più possibilità di portare a casa foto interessanti, perché si ha più possibilità di concentrarsi sui possibili soggetti rispetto a quando si gira per lavoro o in altre occasioni non "dedicate", e si vedono più spunti potenziali rispetto a quando ci si muove in posti conosciuti o dove si è già fotografato più o meno a lungo. Si ha inoltre più tempo per fermarsi nei set interessanti, dove si osservano persone, situazioni e luoghi potenzialmente validi dal punto di vista fotografico. Perlomeno, questa è la mia personale esperienza.
     
    [attachment=77914:2.jpg]
     
    COSA
    In generale cosa ricerco quando fotografo per strada?
    Per prima cosa mi "alleno a vedere" quanto mi circonda, dove per vedere intendo osservare.
    Le persone prima di tutto, i loro volti, il loro abbigliamento, i loro atteggiamenti.
    Poi le persone in rapporto all'ambiente dove si trovano, osservando come interagiscono con esso.
    Infine l'ambiente stesso che spesso offre spunti altrettanto interessanti, quali ombre, riflessi, giochi di luce, geometrie particolari.
     
    Per inciso, riguardo la luce molti grandi di quest'arte preferiscono fotografare al mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando i raggi del sole bassi e radenti contribuiscono a rendere più interessante un luogo e la gente che lo anima: in generale è vero e quando è possibile lo faccio anch'io, sebbene fotografi quando ho tempo (e quando mi va) e non sempre sia in grado di scegliere la luce migliore.
     
    In ogni caso, credo che non ci sia "un'ora giusta" per fare street photography; semmai c'è una situazione giusta che è possibile trovare, cioè un insieme di soggetti interessanti situati in un contesto stimolante che si prestano ad essere ripresi. Tra l'altro, le fotocamere di oggi consentono buone pose anche in ambienti con scarsa illuminazione, e pertanto questo aspetto può diventare secondario, a patto, ben inteso, che il soggetto giustifichi la luce non perfetta.
     
    [attachment=77915:3.jpg]  [attachment=77916:4.jpg]
     
    DOVE
    Come sarebbe "dove"? Ma ovunque, per strada! Ovviamente, trattandosi di street photography, non si può prescindere da essa, come da qualsiasi piazza, incrocio, ecc.: ma anche nei centri commerciali, nelle fermate dei metrò, nei luoghi aperti al pubblico dove ci sono persone e cose, dove cioè si svolge la vita di tutti i giorni che è sempre ricchissima di spunti. Ritengo però che dove c'è più gente, più confusione, sia più facile trovare soggetti interessanti: sia perché si moltiplicano le potenziali occasioni da riprendere, sia perché le persone, anche se si ha un cannone in mano - parlerò poi del kit che ritengo più pratico da utilizzare per questo genere - se sono prese/distratte da altro non fanno caso al fotografo ed al suo strumento.
     
    [attachment=77917:5.jpg]  [attachment=77918:6.jpg]
     
    Viceversa, se ci si trova in ambienti meno frequentati dove la presenza di un fotografo "attivo" può infastidire qualcuno, la cosa migliore da fare è rendersi "invisibili", cioè diventare parte del contesto in cui ci si muove comportandosi come gli altri, lasciando la propria fotocamera al collo o in mano fino a non essere più notati, per sfruttare poi questa presunta invisibilità dedicandosi più facilmente a quei soggetti che risultano potenzialmente interessanti.
     
    A questo proposito, aldilà delle norme vigenti per la pubblicazione di immagini di cose e persone (che non è oggetto di questo scritto), mi piace ricordare un pensiero di Elliott Erwitt - uno dei grandi del genere - che afferma che quando fa fotografie non chiede mai il permesso perché sarebbe come snaturare questo tipo di arte, rendendolo finto, costruito, artificiale: in effetti il bello di esso è cogliere immagini "vere", naturali, spontanee.
     
    Per quanto mi riguarda però, lasciando da parte quelle rare volte in cui chiedo a qualcuno di potergli scattare una foto, seguo queste accortezze: non riprendo mai bambini salvo che non siano riconoscibili, non riprendo persone in atteggiamenti che possano risultare offensivi per esse stesse o per il comune senso del pudore, o persone e cose in ambienti in cui è sconsigliato o addirittura vietato fotografare (siti di interesse militare o protetti, persone che per la loro religione o per il loro status non vogliono essere ripresi, ecc.).
     
    COME
    Dicevo poco sopra che con un po' di allenamento non è difficile cogliere i momenti giusti per scattare una fotografia di un qualche interesse: quando accade è però necessario essere pronti e rapidi per non perdere l'attimo e vedere sfumare una buona opportunità.
     
    Da questo punto di vista trovo che usare una reflex sia impagabile: è veloce nello scatto e programmabile per le sue caratteristiche  tecniche secondo le proprie esigenze meglio di come si può fare con una compatta. Ciò nonostante oggi anche una buona mirrorless consente tempi di scatto rapidi necessari a cogliere l'attimo senza risentire del ritardo tipico delle macchine digitali non reflex, ed in più è piccola, leggera e  maneggevole, e dà meno nell'occhio ai nostri potenziali soggetti.
     
    [attachment=77919:7.jpg]  [attachment=77920:8.jpg]
     
    Riguardo il setup della macchina, alcuni la usano in manuale con la lente in iperfocale per avere maggiore facilità e velocità di scatto: io non riesco invece a farmi piacere questo metodo, sia perché le distanze di ripresa possono essere spesso molto diverse tra loro e si rischia di avere sfocato un buon soggetto, sia perché i sistemi autofocus attuali sono così sofisticati da consentire comunque accuratezza nella messa a fuoco e rapidità anche in condizioni limite.
     
    Reflex e mirrorless: personalmente uso entrambe con uguale soddisfazione, e va da sé che comunque utilizzo quella di cui si dispongo al momento (con la preferenza per la prima), di norma con un'ottica grandangolare davanti (24 o 35 mm o wide-zoom), anche se un 50 mm è altrettanto valido. Anche un tele può essere utile per scattare da lontano "appostati" in un punto dove è facile dominare la zona di interesse, ma ritengo questa modalità più adatta a cogliere volti ed espressioni che quelle situazioni tipiche della vita di strada che solo da vicino possono essere osservate e ben riprese.
     
    Inoltre le corti focali, aldilà del fatto di essere storicamente le ottiche più utilizzate dai cultori del genere - ma nel passato sono state spesso l'unica opzione o quasi per molte delle macchine in commercio - consentono una profondità di campo maggiore rispetto alle altre lenti e per questa vengono preferite, consentendo un margine più ampio quando la rapida messa a fuoco non può essere precisa.
     
    QUANTO
    Quanto scattare? Cioè è bene prepararsi e al momento giusto fare uno o due scatti, oppure è utile sparare una bella raffica per scegliere poi il migliore fotogramma? Io non amo scattare a ripetizione, anche perché in certi contesti il rumore di specchio ed otturatore possono tradire la mia presenza e precludermi altre foto o, peggio, suscitare il fastidio dei soggetti per essere stati ripresi: di norma con un paio, massimo tre foto, riesco ad ottenere lo scatto che cerco, poiché dopo aver visto e trovato il momento giusto non è necessario andare oltre: anzi, generalmente è la prima foto che risulta la migliore, perché spesso la scena cambia subito dopo e i momenti successivi non sono altrettanto significativi. Ovviamente occorre un po' di abilità nel saper "vedere" la situazione e coglierla nell'istante "topico".
     
    SUL CAMPO (CIOE', PER STRADA)
    Trovo che ci siano due "macro-situazioni" in cui fare street photography: quella per la quale ti imbatti in un soggetto ed una situazione interessanti, dove devi subito scattare pena l'impossibilità di ottenere la stessa immagine anche dopo solo qualche secondo, e quella dove, trovandoti in un contesto potenzialmente valido per ricavare delle buone foto, devi solo attendere il verificarsi della situazione giusta. Mi spiego meglio con delle foto.
     
    Nella prima situazione, di cui le immagini sotto ne sono un esempio, non c'è molto tempo per imbracciare la macchina e scattare, perché le circostanze osservate durano solo qualche attimo, cioè ad esempio il momento in cui il ragazzo si rivolge alle vigilesse distratte da altro, o la breve attesa della ragazza col suo cagnolino fuori dal negozio con entrambi i loro sguardi rivolti verso l'interno di esso: qui occorre essere molto rapidi per immortalare la scena cogliendo il momento.
     
    [attachment=77921:9.jpg]  [attachment=77922:10.jpg]
     
    Nella seconda situazione, illustrato nelle seguenti foto, trovato un set interessante ed individuata la migliore posizione di ripresa, è invece possibile scegliere con calma il momento per scattare semplicemente attendendo la realizzazione dell'evento che "completi" la scena, come ad esempio la discesa dell'uomo nella scala, o il passaggio delle persone nel controluce dell'ufficio.
     
    [attachment=77923:11.jpg] [attachment=77924:12.jpg] 
    Sono due modi diversi di intendere il genere: preferisco il primo che ritengo più vero e genuino (anche se più difficile), ma il secondo consente spesso di ottenere immagini più interessanti anche dal punto di vista compositivo, e sono certo che molte tra le più belle foto di street che si vedono in giro siano ottenute con questa modalità: non dico che siano artefatte, ma essendo in qualche maniera costruite ad arte perdono a mio parere della spontaneità che le deve contraddistinguere. Ma, come si vede, lo faccio anch'io, e non sarò certo io a demonizzarlo.
     
    BIANCO/NERO O COLORE?
    Questione spesso dibattuta, per la quale non c'è una risposta definitiva. La fotografia è nata con il bianco e nero, e molti grandi fotografi del passato usavano questa pellicola semplicemente perché... non c'era alternativa!,  così si è in qualche modo affermata l'idea che questo genere debba essere rappresentato con la monocromia; altri invece utilizzano il colore perché affermano che il mondo è... a colori e sarebbe strano rappresentarlo diversamente, e i loro lavori sono altrettanto espressivi.
     
    Io preferisco il bianco e nero perché mi sembra possa meglio favorire in chi guarda l'attenzione su quanto vuole trasmettere l'immagine, conferendo ad essa un'atmosfera che la rende quasi sospesa nel tempo e paradossalmente distaccata dalla quotidianità da cui è tratta. Ritengo inoltre che i colori, qualora non assumano un significato importante per la foto, in questo genere non siano semplici da padroneggiare perché possono distrarre l'osservatore, e forse anche per questa difficoltà... seguo la tradizione!
     
    PERCHE' LA STREET PHOTOGRAPHY
    Parlare a lungo del proprio genere fotografico preferito e indicarne alla fine i motivi per i quali lo si pratica può sembrare un nonsense, ma voglio farlo per premiare chi ha avuto la pazienza di leggermi fino qui!
     
    Ritengo la street photography il genere d'elezione della fotografia - al pari del reportage, che è del tutto affine - proprio per la spontaneità e l'immediatezza delle immagini che permette di ottenere, oltre che per il fatto che utilizza al meglio l'aspetto principale della tecnica fotografica, cioè la capacità di poter cogliere e fissare l'attimo.
     
    Ma a parte questo, essa consente di raccontare secondo la propria sensibilità i piccoli fatti che ogni giorno avvengono sotto i nostri occhi dandone appunto la propria personale lettura, e dona a chi lo pratica la libertà di potersi esprimere anche con un'attrezzatura minima e in qualsiasi luogo e momento. Sviluppa inoltre il senso più importante del fotografo: lo spirito di osservazione che, al pari della curiosità nel suo aspetto più nobile, aiuta i più bravi a comporre immagini di rara intensità ed emozione.
     
    Io ho raccontato la street a modo mio, e ci sono mille altri modi per praticarla: ma è solo la foto, l'atto finale di tutto, che può dire se l'interprete è stato un buon narratore oppure se deve tornare fuori e fare ancora tanta... strada.
     
    [attachment=77925:13.jpg]

    • mag 04 2015 08:55
    • da Pedrito
  2. Vademecum di un fotografo di strada

    Esistono tanti modi di fotografare in strada quanti sono i fotografi che vi si dedicano.
    In questo articolo descrivo il mio, senza alcuna pretesa che i suggerimenti del vademecum valgano per altri che per me.
    Prendeteli invece come appunti dal diario di uno che "ci prova" da quasi mezzo secolo.

    1) Cos'é la fotografia di strada?

    La "street photography" (per chi ritiene che l'inglese nobiliti...) é una forma di reportage.
    Col genere condivide il movente, il linguaggio, le tecniche, il senso.
    Fare reportage significa raccontare un evento.
    In strada, ogni giorno, accadono contemporaneamente un'infinità di eventi: narrare il fluire della vita, cogliere i ritmi, gli umori, i sapori, l'imprevedibilità, il fascino e la crudeltà della commedia umana pubblica e quotidiana é lo scopo del fotografo di strada.
     
     
    [attachment=53150:Paron2 1.jpg]
     

    2) E' il nostro genere ?

    Henri Carter Bresson, il riferimento per tutti i praticanti del genere, ha così descritto le attitudini che servono per fotografare i momenti decisivi della vita: "porre sullo stesso piano mente, occhio, cuore". Un mix di "prontezza, disciplina, sensibilità, e senso geometrico".
    Lui li possedeva. A me non resta che tentare. E ricavare dall'esperienza "sul campo" qualche suggerimento.
     
    [attachment=53148:IMG0181.jpg]
     

    3) L'approccio

    Per fotografare la gente, la psicologia é più decisiva della tecnica. L'approccio ai soggetti é fondamentale.
    L'umiltà prima di tutto, la disponibilità, il desiderio di capire.
    Che stiate riprendendo lo scorrere dell'esistenza nel quartiere più elegante di Parigi o in una bidonville di periferia, cercate di sentirvi "uno di loro", una tessera del mosaico.
     
     
    [attachment=53141:_DSC9104 1.jpg]

    La simpatia, l'interesse autentico, il rispetto e la partecipazione sincera sono le chiavi per entrare in sintonia con i soggetti e per ottenere livelli impensabili di collaborazione.
    Quasi sempre un sorriso accompagnato da una frase gentile dispone favorevolmente le persone più "abbottonate" e apparentemente più impenetrabili. Fategli vedere a monitor la foto appena "rubata": probabilmente si presteranno a posare per una sequenza.
    Vi chiederanno le foto: annotatevi un' e-mail, e ricordatevi di mandargliele (basterà un paio di jpeg, in dimensione-web).
     
     
    [attachment=53142:_DSC9110 2.jpg]

    Evitate da parte vostra gli atteggiamenti infastiditi, inquisitori, molesti, o di superiorità: non giudicate e non date nemmeno l'impressione di farlo: la spocchia del fotografo si vede nelle foto, e non é un bel vedere... :rolleyes:
    Rispettate i sentimenti dei soggetti; davanti al dolore, per esempio, spesso é meglio rinunciare alla foto.
    I mendicanti non sono le pecore degli intervalli televisivi del tempo-che-fu, bensì persone: immortalarne qualcuno in meno non arrecherà danni irreparabili all'arte fotografica.

    Non nascondetevi, lasciatevi vedere e fatevi accettare: la vostra presenza in strada dev'essere percepita come una delle tante. Nulla turba il fluire del quotidiano quanto un fotografo nascosto dietro un angolo che brandisce un tele in atteggiamento di spia: se il vostro atteggiamento é questo la fotografia di street vi é preclusa. Non porterete a casa nulla di buono; datevi alla caccia fotografica in capanno, genere altrettanto nobile e più acconcio al vostro stile.
    Sorridete, invece, brandite il grandangolo e avvicinatevi:
    [attachment=53138:_DSC5437 1.jpg]
     

    4) Le riprese- Accorgimenti e tecniche

    Se la strada é in un borgo che non conoscete, documentatevi prima (storia, cultura, composizione sociale...).
    Fotografare in street é capire lo spirito di un luogo e di chi lo frequenta. E immedesimarsi.
    Più si conosce, più si capisce. E meglio si interpreta.

    Per un fotografo di strada é fondamentale guardare "lontano", prevedere scene, inquadrature ed eventi.
    Non otterrete alcunché correndo dietro ai soggetti: dovete mettervi in condizione di precederli, e di aspettarli.
    Guardare lontano, e non solo davanti... La foto a volte ci attende "sopra" la strada:
     
    [attachment=53146:IMG0064.jpg]
     
    Oppure "sotto":
     
    [attachment=53145:_GZ10466.jpg]

    Una breve ricognizione orientativa avanti-indietro sul campo d'azione immediatamente prima d'iniziare le riprese non sar? tempo perso: ci consentirà di controllare sfondi, intensità e direzioni della luce, impostazioni on-camera, parametri di ripresa, focali; insomma di essere pronti per quando in scena entreranno gli attori. E di non perdere il momento decisivo perché stiamo armeggiando con gli ISO e i diaframmi. Ci fornirà pure qualche buona idea sulle inquadrature migliori.

    Componete le inquadrature fino agli angoli, velocemente ma con cura: nella foto di strada gli sfondi contano quanto i soggetti (a volte anche di più). Spesso scelgo lo sfondo, mi ci metto davanti, inquadro e aspetto che passi un soggetto "giusto" e coerente con esso. Non arrivo alle raffinatezze di Bryan Peterson, che ha migliaia di splendide foto di street "d'azione" realizzate su treppiede, ma il concetto é quello... mai sparacchiare a vanvera.

    Per chi, come me, ama interpretare la street coi grandangoli spinti, può tornar comodo lavorare in manual-focus con la profondità di campo, sfruttando al bisogno uno degli atout principali delle DSRL più moderne: generare file di qualità a ISO elevati.
     

    5) Gli attrezzi

    Nei miei anni verdi, la macchina da street per eccellenza era la Leica M: veloce, silenziosa, essenziale, discreta.
    Io già allora preferivo la reflex; a maggior ragione oggi, con le DSRL sempre più rapide, reattive, in grado di digerire con disinvoltura sensibilità elevatissime. Qui, D3 a 12800 ISO:
     
     
    [attachment=53140:_DSC7133 1.jpg]

    Da parte sua, la Leica M in versione digitale é divenuta più una lenta, sussiegosa e raffinata fotocamera da paesaggi che una "belva" da reportage.

    Per quanto riguarda le focali, la scelta dipende dallo stile del fotografo. Ritengo proficuamente utilizzabile l'escursione che va dall'ultragrandangolo al mediotele. Ivi compreso pertanto l'onnipresente zoom standard.
    Personalmente, mi piace vivere l'azione "da dentro". L'obiettivo che uso di più é il 17-35 (su FX). Avvicinandomi più che posso.
    Nelle strade della mia città mi capita a volte di uscire solo con quello. O col 14mm più il 35/1,4.

    Quando voglio essere pronto a ogni evenienza, il corredo che mi porto in strada é D3 con 17-35, 28-70 (o 50/1,4), 85/1,4 e 180/2,8 (non si sa mai...). E un flashettino di schiarita (SB-400) che utilizzo pochissimo (mai di notte...).
    Dal wide (17mm)...:
     
    [attachment=53144:_DSC9513 2.jpg]
    ...all'85...:
     
    [attachment=53143:_DSC9443.jpg]
    ...al 180:
     
    [attachment=53147:IMG0080_hnf.jpg]

    Borsa o zaino? Prediligo le borse flosce da reportage. Domke F2 e ThinkTank Retrospective30 sono i miei contenitori ideali. Essenziali per me l'ergonomia, la rapidità di estrazione e la tracolla che non ballonzoli, non si attorcigli e non si allunghi a sua discrezione: ognuno ha le sue fisse...
     

    6) Fotografare in luogo pubblico- Aspetti legali

    Uno dei vantaggi delle due borse di cui sopra é di avere una comoda tasca posteriore. Perfetta per ospitare un pacco di liberatorie in bianco... Immagine inserita
    Infatti, mentre fotografare in luogo pubblico é pressoché sempre lecito (salvo poche eccezioni, fra cui ad esempio la presenza di strutture di interesse militare), pubblicare e diffondere le foto di persone riconoscibili non note comporta fare i conti con la tutela del diritto d'immagine dei soggetti ritratti (Codice Civile, art.10 e legislazione successiva). Di norma, é necessario il loro consenso (o nel caso di minori il consenso di chi detiene la potestà genitoriale).
    La questione merita, nelle sue sfaccettature, una trattazione ad hoc.
    Rinvio in proposito all' articolo "Ritratti: model releases, liberatorie, privacy e pubblicazione ..." e ai video di fonte Tau Visual ivi opportunamente linkati da Guglielmo.
    Qui per esempio sono riprese tre persone, una riconoscibile; per pubblicarla serve una liberatoria, non le altre due.:
    [attachment=53139:_DSC6957 2.jpg]
     

    Concludendo...

    Dimenticavo i due appunti più importanti.

    Fotografare in strada é prima di tutto un percorso interiore. E' come se usassimo due fotocamere: una rivolta verso il soggetto, una verso noi stessi. Sincronizziamole... :rolleyes:

    "Nulla dies sine linea". Non un giorno senza una... foto.
    Non é possibile fotografare due volte nella stessa strada. Ogni volta ci ritorniamo, infatti, é diversa lei, e siamo cambiati noi. Un buon motivo per uscire sempre con la DSRL.

    Lo sapeva bene costui... "Fotocelere":
     
     
    [attachment=53149:IMG0374 1.jpg]
     

    • mag 04 2015 08:59
    • da giannizadra