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  1. Sigma 105mm f2.8 Macro OS ... in macro

    In vita mia, un po' per lavoro e un po' per hobby, credo di aver provato quasi tutti gli obiettivi macro con montature  compatibili con la baionetta Nikon, prodotti negli ultimi trent'anni, spesso in più versioni. Ho quindi accettato con piacere l'offerta di provare la versione più recente del  105mm f2.8 Macro Sigma, quella stabilizzata.
     
    Le specifiche tecniche e la descrizione generale sono già nell'articolo  di Mauro Maratta per cui  non le ripeto e cercherò di evitare il più possibile le ridondanze, descrivendo soprattutto le mie impressioni d'uso in macrofotografia.
     
    Costruzione ed ergonomia.
     

     

    Possedendo ed utilizzando costantemente per lavoro il 105mm f2.8  micro-nikkor AfS G anche a me viene spontaneo fare dei paragoni.  Il sigma è un po' più stretto e lungo come ha scritto Mauro, la ghiera di messa a fuoco è leggermente più stretta che nel Nikon e l'obiettivo da' la sensazione di essere pochino più leggero e il barilotto sembra un po' più delicato. 
    La ghiera di messa a fuoco gira in senso opposto a quella del Nikon. Ma la cosa non mi ha dato particolare fastidio, ci si abitua subito.
     
    Fra i due obiettivi ci sono molte somiglianze: Stesso passo filtri (62mm) Entrambi sono IF (internal focus) ossia il barilotto mantiene le stesse dimensioni a qualsiasi distanza di messa a fuoco e questa è un'ottima cosa. Avevo provato anni fa la versione precedente del Sigma 105mm f2.8 macro, denominata  EX.  L'avevo trovato più che soddisfacente per la nitidezza, ma poco comodo  per via dell'eccessivo allungamento del barilotto alle brevi distanze (come nel 90mm f2.8 Tamron), cosa che riduceva notevolmente la distanza di lavoro (la distanza fra il soggetto e la lente frontale dell'obiettivo), che è importante sia per gestire le luci, che per fotografare  sul campo soggetti animati che potrebbero fuggire (o pungere, mordere, succhiare masticare e tutto quello che la  temibile fantasia evolutiva degli invertebrati ha messo a loro disposizione). 
     
    Il rivestimento esterno è quello della nuova generazione degli obiettivi Sigma, elegante e piacevole al tatto, enormemente meglio del granuloso rivestimento EX.
    La ghiera di messa a fuoco anche se più stretta di quella del micro nikkor, è comunque larga a sufficienza, ha un buona resistenza che la rende pienamente utilizzabile nella messa a fuoco manuale di precisione, caratteristica importante in macrofotografia. 
    Nell'esemplare che ho provato la ghiera è distintamente più "dura" del mio 105mm f2.8 micro-nikkor AfS G, ma direi che nell'uso pratico non ci sono differenze, forse, è addirittura meglio il Sigma.
     

     

    Il Sigma ha due paraluce, uno per corpi macchina con sensore a formato pieno ed uno per corpi con sensore Aps-C. Pur utilizzando una fotocamera con sensore Dx ho usato il solo paraluce per Fx  senza problemi trovandolo molto meno ingombrante di quello del Nikon. Solo in casi estremi di forte luce laterale, potrebbe essere leggermente meno efficace di quello unico del micro-nikkor ed allora conviene montare la combinazione per Dx.
     
    Una differenza importante fra i due obiettivi sta nei selettori delle distanze, Il Nikon offre due possibilità, full  e da 50cm a infinito. Il Sigma ne offre tre: 31-45cm, 45cm  -infinito e naturalmente full. 
     

    [attachment=80897:selettori.jpg]

     

     

    L'opzione 45/50cm-infinito, comune ad entrambi è utile quando si vuole usare il 105mm come un obiettivo normale aumentando non poco la prontezza della messa a fuoco. L'opzione 31-45,  offerta in più dal Sigma è mirata alla macrofotografia perchè evita fastidiosi fenomeni di hunting (corsa avanti e indietro della messa a fuoco) in caso di riprese molto ravvicinate e, se lo sfondo è intricato, evita che il sensore af decida che è lo sfondo ad interessare.
     

     

    Le distanze di messa a fuoco sono pressoché identiche nel Sigma e nel Nikon praticamente a tutti i rapporti di riproduzione caratteristici della macrofotografia. 
    La distanza minima di messa a fuoco a 1:1 è poco più di 31 cm per il Sigma e quasi 31cm per il nikon; per entrambi a 1:2 è 40cm e così via.
     
     

    [attachment=80898:distanze.jpg]

     

    Distanza di messa a fuoco ai vari rapporti di riproduzione

     

     

     
    Lo stesso si può dire per la riduzione della focale effettiva alle brevi distanze. Entrambi finiscono per essere dei 77mm e qualcosa alla minima distanza di messa a fuoco.
     

    [attachment=80899:focali.jpg]

     

    Variazioni della focale effettiva ai diversi rapporti di riproduzione 

     
    Nonostante il 105 Sigma sia un po' più lungo del Nikkor, la la leggera differenza nelle distanze minime compensa, per cui alla fine la distanza di lavoro risulta essere quasi identica: circa 14cm per il Sigma e quasi 14,5 per il Nikon. 

     

    Il 105mm f4 micro nikkor Ai che ho aggiunto nei grafici per affett.. confronto, non è If, non riduce la focale effettiva, ma per contro si allunga molto e, per raggiungere il RR di 1:1, necessita del tubo di prolunga PN11, lungo 5cm e rotti, per cui, alla fine, la distanza di lavoro, che è quella che più conta, non è migliore.
     

     

    Come va.
    La messa a fuoco in full non è fulminea, ma adeguata  per questo tipo di obiettivi. Lo stabilizzatore funziona molto bene a distanze normali. 
     
     

    [attachment=80900:ventesimo.jpg]

     

    Un sonnacchioso Vincent si presta per sperimentare la stabilizzazione del 105 Sigma, tempo di scatto 1/20s a mano libera (con appoggiati i gomiti al petto)

     

     

    [attachment=80901:ventesimoc.jpg]

     

    Crop 100%

     

     

    Come penso sia fisiologico, l' efficacia della stabilizzazione diminuisce gradualmente nelle riprese macro, via via più ravvicinate, fino ad annullarsi o quasi al RR di 1:1, ma questo non è un difetto del Sigma, bensì un fenomeno comune a tutti gli obiettivi macro.
     




    • ago 26 2016 10:45
    • da Silvio Renesto