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Duplicare Dia Con Nikon Es-1
ago 18 2014 01:00 |
Paolo Mudu
in Vintage
Io dei viaggi passati ricordo meglio gli attimi, appunto, che ho voluto immortalare su pellicola. Vuoi per il fatto che non potevo sbagliare, quindi ci mettevo molto impegno, vuoi perché il processo nell’analogico è più lungo, è fatto di più attenzione ma anche di attese, ma anche perché con l’analogico si stampava di più e le stampe hanno un’altro impatto rispetto al monitor.
Fotografia e viaggi: inscindibili. Al punto che per potermi dedicare completamente alla fotografia grande formato viaggiavo da solo. Poi è arrivato il digitale e le diapositive sono rimaste al buio.
Le avevo già stampate, quelle che ritenevo migliori, ma non erano fruibili e condivisibili in rete. Bisognava “scannarle”. Ma a che prezzi e con che qualità?
Con il 4”x5” il problema l’ho risolto con uno scanner piano di prezzo abbastanza modesto (HP Scanjet 4050G) e tanta pazienza, specie nel ritoccare i files da polvere e pelucchi. 400 lastre in 18 mesi, tutte le scansioni però accettate da iStock Photo.
Rimangono le Velvia 50, Kodachrome 25 ed i negativi. Provai con la D300 il 60 Micro ed un visore per pellicole piane a 5500°. Una schifezza! Troppo contrasto, perdita di dettaglio nelle ombre, colori falsati. Ho lasciato il progetto nel cassetto fino a quando dal mio spacciatore ho trovato un simpatico accessorio: il Nikon ES-1, nel mercato del usato ho trovato un ancor ottimo 55 Micro f/2,8 ed il suo tubo dedicato PK-13.
Ho assemblato il tutto sulla D3X. Nel complesso un kit molto compatto e solido, facile da gestire. Per l’illuminazione non ho avuto esitazioni, Spectra Led Light 500 di Manfrotto. Temperatura colore ottimale, costante, ben diffusa se usata ad una certa distanza (circa 15/20 cm.).
Gli scatti, in RAW, sono stati sviluppati in Camera Raw e, quando necessario con Color Efex Pro.
I risultati mi hanno soddisfatto pienamente. Certo la grana rimane. Ingrandire un francobollo di 24 x 36 mm. non è certo come ingrandire un fazzoletto di 100 x 130 mm. ma questo è un limite del formato della pellicola. Da Velvia i risultati migliori. Con Kodachrome ho avuto più problemi di contrasto.
Altri esempi (Valle della Morte, Foresta Pietrificata, White Sands:
Ora passo ai negativi con qualche escamotage perché l'accessorio descritto è nato solo per trasparenze montate in telaietti standard.
A proposito di pellicole e loro differenze:
Uno scatto con Kodachrome come scannato ed a fianco lo stesso corretto con Camera RAW. Diminuito il contrasto di circa il 50%, scaldata l'atmosfera, aperte le ombre ed il bianco.
Altro esempio con Kodachrome:
Non sono soddisfatto, anche il Kodachrome non mi ha mai esaltato per i paesaggi. La trovo troppo fredda anche dalle stampe Cibachrome.
Illuminazione
Quando fotografiamo, di solito, interpretiamo il visibile e non solo. Quando scattiamo vogliamo impressionare il supporto anche dei nostri sentimenti, sensibilità, umore, arte, idee. Nella riproduzione di ciò che abbiamo già espresso e goduto, dovremmo cercare di rappresentare fedelmente l’originale. Certo oggi possiamo anche migliorare e potenziare il messaggio originario in post produzione, ma questo è un altro discorso, siamo oltre la fase di riproduzione.
Diciamo che vogliamo partire da una riproduzione fedele de l’originale. Come? Ma ovviamente con la luce.
Quale luce? Quale tipo di illuminazione è più adatta allo scopo? I parametri fondamentali per me sono: Temperatura colore, uniformità di illuminazione.
Lampade ad incandescenza:
Eviterei le lampade ad incandescenza, la fisiologica usura fa perdere parte della loro potenza, spostando lo spettro delle stesse verso il rosso, abbassando la temperatura colore. Le alogene inoltre scaldano molto. Qualcuno ricorda l’effetto della lampada del proiettore sulle trasparenze?
Nel secolo scorso esistevano apparecchi con lampada alogena e tre filtri dicroici in modo da eliminare le dominanti di colore. Ma parliamo di analogico…
Altro impiccio è la dispersione della potenza luminosa dal centro alla periferia se non opportunamente diffusa. La vignettatura, è vero, la possiamo controllare in PP, ma non dimentichiamoci che lavoriamo su una diapo con i suoi limiti originari. Meno interveniamo meno danni causiamo.
Perché usare un lampeggiatore, la cui fonte luminosa non è controllabile, per soggetti immobili? Unico motivo: la temperatura colore ideale costante. Situazione migliore con lampada pilota incorporata.
Luce naturale
Usare una finestra ben illuminata è molto economico e facilmente disponibile, ma il sole si sposta continuamente variando anch’esso la temperatura cromatica.
Abbiamo quindi necessità di una fonte luminosa di qualità, quantità costante e controllabile.
Personalmente ho trovato soddisfazione nelle lampade a LED. Non abbiamo bisogno di lampade grandi e costose. La diapositiva è piccola ma va illuminata ad una certa distanza (circa 20 cm.) per evitare le ombre di ciascun LED sulla DIA.
Quindi, se non vogliamo usare tempi di esposizione che ci mettano a rischio di micromosso meglio sia potente. 36 LED a 5600°K, 420 Lux a un metro sono sufficienti.
Fotografia e viaggi: inscindibili. Al punto che per potermi dedicare completamente alla fotografia grande formato viaggiavo da solo. Poi è arrivato il digitale e le diapositive sono rimaste al buio.
Le avevo già stampate, quelle che ritenevo migliori, ma non erano fruibili e condivisibili in rete. Bisognava “scannarle”. Ma a che prezzi e con che qualità?
Con il 4”x5” il problema l’ho risolto con uno scanner piano di prezzo abbastanza modesto (HP Scanjet 4050G) e tanta pazienza, specie nel ritoccare i files da polvere e pelucchi. 400 lastre in 18 mesi, tutte le scansioni però accettate da iStock Photo.
Rimangono le Velvia 50, Kodachrome 25 ed i negativi. Provai con la D300 il 60 Micro ed un visore per pellicole piane a 5500°. Una schifezza! Troppo contrasto, perdita di dettaglio nelle ombre, colori falsati. Ho lasciato il progetto nel cassetto fino a quando dal mio spacciatore ho trovato un simpatico accessorio: il Nikon ES-1, nel mercato del usato ho trovato un ancor ottimo 55 Micro f/2,8 ed il suo tubo dedicato PK-13.
Ho assemblato il tutto sulla D3X. Nel complesso un kit molto compatto e solido, facile da gestire. Per l’illuminazione non ho avuto esitazioni, Spectra Led Light 500 di Manfrotto. Temperatura colore ottimale, costante, ben diffusa se usata ad una certa distanza (circa 15/20 cm.).
Gli scatti, in RAW, sono stati sviluppati in Camera Raw e, quando necessario con Color Efex Pro.
I risultati mi hanno soddisfatto pienamente. Certo la grana rimane. Ingrandire un francobollo di 24 x 36 mm. non è certo come ingrandire un fazzoletto di 100 x 130 mm. ma questo è un limite del formato della pellicola. Da Velvia i risultati migliori. Con Kodachrome ho avuto più problemi di contrasto.
Altri esempi (Valle della Morte, Foresta Pietrificata, White Sands:
Ora passo ai negativi con qualche escamotage perché l'accessorio descritto è nato solo per trasparenze montate in telaietti standard.
A proposito di pellicole e loro differenze:
Uno scatto con Kodachrome come scannato ed a fianco lo stesso corretto con Camera RAW. Diminuito il contrasto di circa il 50%, scaldata l'atmosfera, aperte le ombre ed il bianco.
Altro esempio con Kodachrome:
Non sono soddisfatto, anche il Kodachrome non mi ha mai esaltato per i paesaggi. La trovo troppo fredda anche dalle stampe Cibachrome.
Illuminazione
Quando fotografiamo, di solito, interpretiamo il visibile e non solo. Quando scattiamo vogliamo impressionare il supporto anche dei nostri sentimenti, sensibilità, umore, arte, idee. Nella riproduzione di ciò che abbiamo già espresso e goduto, dovremmo cercare di rappresentare fedelmente l’originale. Certo oggi possiamo anche migliorare e potenziare il messaggio originario in post produzione, ma questo è un altro discorso, siamo oltre la fase di riproduzione.
Diciamo che vogliamo partire da una riproduzione fedele de l’originale. Come? Ma ovviamente con la luce.
Quale luce? Quale tipo di illuminazione è più adatta allo scopo? I parametri fondamentali per me sono: Temperatura colore, uniformità di illuminazione.
Lampade ad incandescenza:
Eviterei le lampade ad incandescenza, la fisiologica usura fa perdere parte della loro potenza, spostando lo spettro delle stesse verso il rosso, abbassando la temperatura colore. Le alogene inoltre scaldano molto. Qualcuno ricorda l’effetto della lampada del proiettore sulle trasparenze?
Nel secolo scorso esistevano apparecchi con lampada alogena e tre filtri dicroici in modo da eliminare le dominanti di colore. Ma parliamo di analogico…
Altro impiccio è la dispersione della potenza luminosa dal centro alla periferia se non opportunamente diffusa. La vignettatura, è vero, la possiamo controllare in PP, ma non dimentichiamoci che lavoriamo su una diapo con i suoi limiti originari. Meno interveniamo meno danni causiamo.
Il lampeggiatore
Perché usare un lampeggiatore, la cui fonte luminosa non è controllabile, per soggetti immobili? Unico motivo: la temperatura colore ideale costante. Situazione migliore con lampada pilota incorporata.
Luce naturale
Usare una finestra ben illuminata è molto economico e facilmente disponibile, ma il sole si sposta continuamente variando anch’esso la temperatura cromatica.
Abbiamo quindi necessità di una fonte luminosa di qualità, quantità costante e controllabile.
Personalmente ho trovato soddisfazione nelle lampade a LED. Non abbiamo bisogno di lampade grandi e costose. La diapositiva è piccola ma va illuminata ad una certa distanza (circa 20 cm.) per evitare le ombre di ciascun LED sulla DIA.
Quindi, se non vogliamo usare tempi di esposizione che ci mettano a rischio di micromosso meglio sia potente. 36 LED a 5600°K, 420 Lux a un metro sono sufficienti.
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9 Comments
Interessante, ho anch'io il duplicatore , e un sacco di dia in attesa, la luce led è un ottimo suggerimento che proverò.
Ciao, la tua soluzione la utilizzavo in "era" analogica per duplicare le diapositve con la KODAK EKTACHROME SLIDE DUPLICATING.
I miei scatti analogici venivano effettuati al 90% con diapositive, quando volevo stampare mi affiadavo al cibachrome. Con l'arrivo del digitale la maggior parte dei laboratori, per la stampa delle diapositive, hanno cominciato a lasciare il cibachrome ( i pochi che lo trattavano aumentavano ulteriormente i costi ) affidandosi alla scansione. sono cominciati i problemi: non tutti i laboratori fornivano scansioni di alto livello, quelli che lo facevano avevano dei costi alti. Cominciai quindi a pensare la soluzione migliore per fare da solo. In principio ho continuato ad utilizzare il duplicatore di diapositive utilizzando la KODAK VERICOLOR INTERNEGATIVE FILM, praticamente ottenevo dei negativi che poi stampavo. Ma la soluzione migliore per me è arrivata da quando ho cominciato ad utilizzare scanner dedicati. Non potendo permettermi uno scanner a tamburo virtuale ho testato alcuni scanner, alla fine scelsi quello che aveva il miglior rapporto qualità/prezzo per le mie tasche, un Konica Minolta Dimage Scan Elite 5400II ( in questo modello, a differenza del primo, la fonte di ulluminazione è LED). Non mi sono mai pentito della scelta, lo utilizzo ancora oggi, qui e qui potrete vedere il risultato di scansioni da Kodachrome 100VS, 64,Velvia 50 e 100, Provia. Qui scansioni ottenute da Kodak Supra 100, T400 CN tirata a 1600, TMax400.
Ciao
Pure il sottoscritto ha uno scanner dedicato Nikon ma, come giustamente dice il proff. Valerio.. i tempi ti fanno venire il latte alle ginocchia..
Ora.. una Dsrl..non l'ho più.. ma ho il sistema 1, l' accrocchio ES 1, ha uno costo da fuori di zucca.. ma ho anche il piano luminoso a luce calibrata.. uno stativo da riproduzione, piccolo.. non quello originale.. ora stò aspettando un anello di riduzione e poi ci provo..
Di una cosa sono già certo.. sarà infinitamente meglio dei vari scannerini " a torre " li ho sentiti chiamare così.. da pochi euri.. o meglio, ho visto che arrivano sino ai 150 € circa.. ma non li valgono..
Ora proveremo così.. in fondo di dia da scansionare ne ho poche.. o meglio; di diapositive ne ho una valanga.. ma che poi scansiono..
Per il momento non credo ci sia nulla di meglio del Nikon 5000ED, a parte lo scanner a tamburo...
Il problema velocità dipende molto dall'ICE inserito o meno, inoltre mi auguro tu possieda questo indispensabile accessorio per la scansione/archiviazione DIA:
Ma state citando apparecchi da tempo fuori produzione e disponibili solo sull'usato (e non a poco, per esempio, il Nikon 5000ED o il 9000ED per chi ha medio formato).
Una reflex ad alta risoluzione adesso è alla portata di tutti, o già tutti ce l'hanno e fare uno scatto ad una dia se il set è pronto, porta via un solo click mica minuti e minuti (ICE or not)
Certamente Mauro, con l'ES-1 e una buona full frame i risultati sono molto buoni e sicuramente il Nikon 5000 ED e soci non valgono la spesa nel 99% dei casi.
Però visto che Valerio ce l'ha e lo usa... l'SF-210 è una manna... e mentre va, tu puoi fotografare/fare altro...
Il Nikon si, è il migliore, ma il prezzo era e rimane molto alto. Ho detto rimane perchè cercando lo si trova ancora nuovo. Parlando di tempi di attesa e risultato finale la mia scelta ricade tuttora sulla scansione.
Un saluto
l
Inviato
mercoledì alle 16:04 (modificato)Oggi verso mezzogiorno mi hanno consegnato il 40 micro dx, il visore ES 1 lo avevo già e, montare il tutto non ci è voluto molto.. ora la prima analisi a caldo..
queste sono due riproduzioni di negativi dell'età di circa cinquant'anni.. la prima è mia mamma e la seconda mia zia, quindi per il BN non abbiamo problemi evidenti con la catena: d 5300 + 40 micro + ES1, il tutto manipolato velocemente con PS CS4, invece tutta un'altra musica è... il colore...
che effettivamente rimane a colori... ma tutti suoi, probabile che le versioni di PS possano differenziarsi tra i vari negativi colore.. comunque il BN è risolto.. il resto si vedrà..
comunque già all'epoca, mi interessava la fotografia ravvicinata, vedi valvola.. e i grandi mezzi.. qui ero in un' aeroporto militare su un pulman che ci avrebbe portato sino al luogo dove i paracadutisti si sarebbero lanciati, gli stessi erano già a bordo del C 119 in fase di rullaggio.
Vista l'età degli scatti la macchina non era la F, quella sarebbe arrivata qualche anno dopo.. questa era una copia russa della leica IIIf