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Datacolor SpyderLens Cal
gen 05 2013 01:00 |
Lieve
in Tutorial

DataColor è sicuramente più famosa per le sue sonde di calibrazione della serie Spyder.
Recentemente ha aggiunto ai suoi prodotti questo simpatico accessorio che serve per mettere a punto la messa a fuoco fine degli obiettivi.
Si compone essenzialmente di una mira ottica graduata in plastica :

piuttosto robusta e ripiegabile. E' in sostanza un'asta graduata che si incastra a 45° di fianco ad un riquadro rettangolare.
Sotto è presente un attacco a vite per treppiedi da 3/8'', adattabile a qualsiasi stativo per luci.
Oggi l'ho voluto usare per verificare la messa a fuoco del mio Sigma 50/1.4 HSM a tutta apertura sulla D800E perchè a occhio ho notato qualche indecisione.

Ho fatto il test in luce ambiente, mettendo lo SpyderLens su uno stativo cinese e la D800E su un treppiedi leggero Hama.
Per complicarmi l'esistenza ho connesso la D800E al portatile ed ho gestito l'operazione via Camera Control Pro 2, verificando i file con Nikon View NX2.
Non è un passaggio necessario, ritengo che l'immagine a monitori dia già una prova più che sufficiente ma potendo, perchè no ?
Con l'occasione ho così potuto verificare che entrambi i programmi Nikon funzionano tranquillamente con Windows 8 (


Le due schermate di controllo di Camera Control Pro 2

L'immagine ingrandita in Nikon View NX 2
In questo modo ho la possibilità di andare a modificare (eventualmente) la messa a fuoco fine della fotocamera, scattare nuovamente e verificare i vari scatti tra loro.
Ho anche l'opportunità di fare "la prova del nove" scattando infine sul rettangolo verticale per vedere se - ammesso che io abbia messo in bolla il Lens Cal - ci sono problemi anche fuori centro.
Nel mio caso è risultato che il Sigma è nella norma. Le variazioni di messa a fuoco dipendono essenzialmente dalla corretta messa in fase dei vari componenti del test.
La riprova l'ho avuta impostando dei valori di compensazione AF fittizi. Il risultato è peggiorato.
Insomma, sulla D800E a TA il Sigma 50/1.4 HSM è semplicemente meno pulito di quanto non sia con D3x e D4.
Ma va benissimo così in quanto io tendo ad usarlo ad F2.
Sottolineo come l'esperienza mi abbia sostanzialmente confermato la semplicità di uso di questo strumento ma ricordato come la sua attendibilità dipenda essenzialmente da vari fattori di messa punto, in particolare messa in asse e in bolla che nel video fornito dal costrutture vengono del tutto trascurati a mio avviso per semplice superficialità o comunicazione votata al marketing.
(le foto di contorno sono state scattate con la Nikon V1 e il 18.5/1.8. La Lens Cal è stata acquistata da Aproma a circa 75 euro. Un prezzo salatino ma tutto sommato adeguato al marchio e alla fattura dell'oggetto).
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16 Comments
ago.. non vale la pena.. per quanto fatto bene il nostro sarà quasi sempre perdente.. e non dimenticare il tempo che impieghi a fare una cosa simile.. questa è fatta e ti resta..
ciao e buon anno..
* Il LensAlign, che dispone di un meccanismo per la verifica dell'allineamento tra mira e sensore, necessario per ottenere una perfetta calibrazione, e di un regolo graduato molto più lungo, utilissimo nel tarare i lunghi teleobiettivi, soprattutto se moltiplicati (e che quindi vanno tarati da molto lontano, circa 15-25 volte la focale).
* Il FocusTune, un software che serve ad automatizzare la verifica sulla regolazione che ottiene il miglior risultato (utile ma non indispensabile ed, in ogni caso, da usare in abbinamento al LensAlign: da solo non fornisce risultati totalmente risolutivi).
Entrambi sono prodotti e venduti da michael tapes design.
Purtroppo - visto che calibrare macchine ed obiettivi è molto noioso - negli anni mi sono fatto un discreto know how sul come farlo.
In ogni caso suggerisco a tutti i possessori di tele luminosi di investire i soldi ed il tempo necessari, a mio parere può veramente fare la differenza!
Ciao
Massimo
Segnalo un software che ha preso recentemente un amico, trattasi del Reikan FoCal Lens Calibration.
Metto anche il link: http://www.reikan.co.uk/focalweb/ per chi fosse interessato.
Appena abbiamo un week end libero con una bella giornata facciamo la taratura delle nostre lenti così poi ne do conto anche ai soli fini statistici; se su una decina di lenti o più ci fosse bisogno di una correzione per diverse .... beh! non sarebbe una bella cosa ed allora mi chiederei perché non includere sw gratuiti per fare la procedura nelle confezioni dei corpi macchina e/o delle lenti.
Mi pare di ricordare di aver letto che sia pari a 50 volte la focale; nel video mi sembra che la fotocamera sia invece molto più' vicina.
ma dice anche :
Mi rimane il dubbio sull'effetivo controllo che si ha sulla messa in asse del sistema.
Per la messa in bolla non ci sono problemi, ne con il "coso" ne con la macchina (e se si ha in piú una bolla da mettere sulla slitta flash é ancora meglio).
Ma se tutto il sistema non é in asse, non serve praticamente a nulla.
É inutile infatti avere una scala precisa al mezzo millimetro, se poi l'area di messa a fuoco non coincide con la stessa precisione allo zero della scala.
Sono perplesso...
Sarebbe stato semplice aggiungere una mira, del tipo di quelle usate dagli arceri, per garantire l'ortogonalitá del sistema.
a_
Accetto suggerimenti su un sistema valido per farlo.
Non è un sistema a prova di errore ovviamente, ma il risultate mi è sembrato molto molto buono e il materiale necessario si riduce a due fogli di carte millimetrata. Spero di essere stato chiaro.
Non lo so, appunto. Me lo chiedo.
a_
la scelta è dovuta alla considerazione che alla minima distanza la messa a fuoco è più critica per la ridotta profondità di campo, allontanandomi dal soggetto la tolleranza dovrebbe essere maggiore. Mi sembra anche un dato un po' più fisso e preciso della distanza a cui solitamente si usa l'ottica che potrebbe variare da 1m a 2m ad esempio. Non voglio dire che il mio metodo sia giusto o esente da critiche/miglioramenti, cerco solo di giustificare le mie pensate
L'idea dei fogli è buona, ma anch'io non avevo mai considerato di usare un tavolo o altro, ho sempre usato due cavalletti. Per la distanza minima, se dobbiamo seguire il manuale e come ha riportato sopra Rudolf, con il tavolo diventa dura (con il 300 dovrei avere un tavolo di almeno 9 metri), però con i grandangoli ci si può provare...
provato con la chart tradizionale stampata, per il micro 105 no problem nè a distanza ravvicinata nè a 1,5 metri la differenza tra front e rear focus mi pare minima
per il 24-35 non riesco a farlo a 1.5 metri perchè la mia scala è troppo corta e l'immagine sul formato troppo piccola e poco risoluta.
sul sigma a 30/50 cm alle due focali 24/35mm il campo a fuoco si estende maggiormente nella parte vicina (le zone oltre il punto di fuoco sfocano prima).
scusate l'ignoranza: si può centrare la zona di fuoco dalla regolazione fine della fotocamera (D610) (ci ho provato ma pare non succeda nulla) o si deve/può fare solamente dalla dock sigma?
105 f 2.8 @ 1,5 metri
105 f 2,8 @ 50 cm
24-35 @ 35mm f 2 (50 cm)
24-35 @24mm f 2 (35 cm)
Si può ma sarà efficace a tutte le distanze, dalla minima ad infinito, allo stesso modo. Mentre la forza della dock Sigma è quella di consentirti di regolare diversamente alla minima, media, breve e lunga distanza.
In ogni caso, un 20-35 ti darà una profondità di campo tale da far accettare anche differenze di svariati millimetri nell'uso pratico.
Quindi anche abbastanza difficile da tarare bene.
Però devo ammettere che nella mia esperienza, il Sigma 20-35/2 che ho testato, era di una correttezza esemplare fin dalla minima distanza di messa a fuoco a differenza di altri Sigma, anche recenti.