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Il telemetro a coincidenza
mag 15 2013 01:00 |
Lieve
in Storia
Nato per consentire di aggiustare il tiro entro l'orizzonte in campo navale, il telemetro a coincidenza è uno strumento ottico che è stato presentato per la prima volta nel 1892 dalla società inglese Barr&Stroud per l'ammiragliato inglese ed installato sulle navi da battaglia classe Majestic.
Si basa su un principio di trigonometria molto semplice, dato un triangolo rettangolo individuato dalla lunghezza dello strumento (base) e dalla distanza da misurare posta ad angolo retto rispetto alla base, misurando l'angolo sotteso tra base e bersaglio, si può ricavare la distanza.
Il telemetro a coincidenza consiste in un dispositivo ottico composto da lenti e prismi o specchi mobili, guidati da manopole, inseriti in un cilindro orizzontale.
Il campo di applicazione è nella misura terrestre (topografia) ma si è diffuso particolarmente in campo militare, per il controllo e la direzione del tiro dell'artiglieria terrestre e navale.
questa è la direzione di tiro Mk 19 dell'US Navy, asservita ai calibri secondari sulle navi da battaglia classe Colorado (in particolare sulla West Virginia, colpita a Pearl Harbour e poi ricostruita).
Il funzionamento pratico avviene, nei telemetri a coincidenza facendo materialmente coincidere due immagini presentate nell'oculare, spesso identiche, spesso le due metà della stessa immagine.
Una volta coincisa l'immagine, lo strumento da la distanza in metri direttamente nella manopola di guida.
L'esigenza di misurare con precisione e velocemente anche distanze enormi, portò Zeiss ad utilizzare anche sistemi alternativi, in particolare ma solo per strumenti di grandissima dimensione (bracci da 10 e più metri), il sistema stereoscopico, basato anzichè sulla coincidenza dell'immagine, sulla valutazione dell'errore di parallasse tra i due oculari dello strumento.
Apparecchi per il controllo del tiro navale con un braccio fino a 15 metri erano comuni durante la Seconda Guerra Mondiale e consentivano di misurare distanze di 35 km (la portata utile dei grossi calibri dell'epoca) con un errore di non più di 1 metro.
Questa immagine della USN Missouri in Korea :
riproduce le torri da 406 mm durante il tiro asservito dai telemetri situati nelle stesse torri (i parallelepipedi che fuoriescono dai lati).
Un dettaglio più particolareggiato su questo modello della giapponese Yamato :
il cui telemetro da 15 metri :
ad alta precisione era fornito da Nippon Kogaku (Nikon), insieme a quelli delle direzioni di tiro secondarie e contro-aeree.
Con questi apparecchi gli artiglieri di tutto il mondo hanno condotto e diretto il tiro di artiglierie navali, costiere e terrestri.
Come per questo apparato terrestre disposto da Zeiss nel 1944 sulle coste normanne :
o questo portatile usato dalla contraerea per la difesa del Reich dai bombardamenti.
Con apparecchi Zeiss e Barr & Stround si sono affrontate le due flotte più potenti del mondo davanti alla Jutland nel 1916 :
Ma come purtroppo patirono le nostre belle navi e quelle giapponesi già nel 1941, i sistemi ottici diventarono rapidamente obsoleti, affiancati prima e poi sostituiti dal radiogoniometro e dal radiotelemetro.
Già perchè con scarsa visibilità o di notte, si potevano certo lanciare granate illuminanti ma il loro effetto era breve e i poveri telemetristi ripiombavano rapidamente nel buio.
E se l'avversario - come a Matapan o a Guadalcanal - aveva il radar, tu eri cieco
questa è la direzione di tiro ibrida (ottica e radar) di una nave da battaglia americana nel 1944.
Il sistema ottico era mantenuto per backup ma di fatto il tiro era asservito al radar.
Allo stato attuale tutti i telemetri navali e terrestri sono elettronici e a guida laser, totalmente automatici e collegati in link diretto ai computer della centrale operativa.
Questo è un sistema navale SAAB montato anche sulle nuove unità stealth
questo è un sistema integrato di misura, guida e controllo missili con laser e radar
questa nave di scorta dell'US Navy ha pochi sistemi optronici a supporto del sistema integrato ad apertura sintetica Aegis, totalmente automatico.
Gli ancora più recenti drones guidati da terra o dall'unità madre hanno ulteriormente cambiato l'equazione, consentendo di andare a misurare là dove stà l'obiettivo, anzichè farlo a distanza, inquadrandolo in un mirino.
Insomma, il progresso avanza, l'elettronica e i computer hanno consentito di pensionare i vecchi e gloriosi sistemi ottici sulla cui potenza e precisione si basavano gli ammiragliati di tutte le marine tra fine '800 e metà '900.
Zeiss ne produce ancora su ordinazione per l'esercito tedesco, Nikon ha da tempo cessato la produzione (dal 1944). Barr & Stroud produce binocoli e cannocchiali.
Per un breve periodo Nikon ha applicato i telemetri a coincidenza in fotografia, con le sue rangefinder degli anni '50, subito superate da sistemi derivati dal periscopio.
ma adesso gli unici telemetri disponibili nel catalogo Nikon sono laser :
C'è solo un soggetto ancora ancorato al telemetro a coincidenza :
e ne fa un vanto di tradizione.
Ma non in tutto quanto, perchè altrove il telemetro elettronico (e il mirino elettronico) avanzano ovunque :
e questi dispositivi non si limitano a misurare la distanza, vanno ben oltre.
Mentre sono d'epoca anche gli articoli sui telemetri ottici (come questo, approfondito tratto dalla Enciclopedia Treccani ed. 1937)
Si basa su un principio di trigonometria molto semplice, dato un triangolo rettangolo individuato dalla lunghezza dello strumento (base) e dalla distanza da misurare posta ad angolo retto rispetto alla base, misurando l'angolo sotteso tra base e bersaglio, si può ricavare la distanza.
Il telemetro a coincidenza consiste in un dispositivo ottico composto da lenti e prismi o specchi mobili, guidati da manopole, inseriti in un cilindro orizzontale.
Il campo di applicazione è nella misura terrestre (topografia) ma si è diffuso particolarmente in campo militare, per il controllo e la direzione del tiro dell'artiglieria terrestre e navale.
questa è la direzione di tiro Mk 19 dell'US Navy, asservita ai calibri secondari sulle navi da battaglia classe Colorado (in particolare sulla West Virginia, colpita a Pearl Harbour e poi ricostruita).
Il funzionamento pratico avviene, nei telemetri a coincidenza facendo materialmente coincidere due immagini presentate nell'oculare, spesso identiche, spesso le due metà della stessa immagine.
Una volta coincisa l'immagine, lo strumento da la distanza in metri direttamente nella manopola di guida.
L'esigenza di misurare con precisione e velocemente anche distanze enormi, portò Zeiss ad utilizzare anche sistemi alternativi, in particolare ma solo per strumenti di grandissima dimensione (bracci da 10 e più metri), il sistema stereoscopico, basato anzichè sulla coincidenza dell'immagine, sulla valutazione dell'errore di parallasse tra i due oculari dello strumento.
Apparecchi per il controllo del tiro navale con un braccio fino a 15 metri erano comuni durante la Seconda Guerra Mondiale e consentivano di misurare distanze di 35 km (la portata utile dei grossi calibri dell'epoca) con un errore di non più di 1 metro.
Questa immagine della USN Missouri in Korea :
riproduce le torri da 406 mm durante il tiro asservito dai telemetri situati nelle stesse torri (i parallelepipedi che fuoriescono dai lati).
Un dettaglio più particolareggiato su questo modello della giapponese Yamato :
il cui telemetro da 15 metri :
ad alta precisione era fornito da Nippon Kogaku (Nikon), insieme a quelli delle direzioni di tiro secondarie e contro-aeree.
Con questi apparecchi gli artiglieri di tutto il mondo hanno condotto e diretto il tiro di artiglierie navali, costiere e terrestri.
Come per questo apparato terrestre disposto da Zeiss nel 1944 sulle coste normanne :
o questo portatile usato dalla contraerea per la difesa del Reich dai bombardamenti.
Con apparecchi Zeiss e Barr & Stround si sono affrontate le due flotte più potenti del mondo davanti alla Jutland nel 1916 :
Ma come purtroppo patirono le nostre belle navi e quelle giapponesi già nel 1941, i sistemi ottici diventarono rapidamente obsoleti, affiancati prima e poi sostituiti dal radiogoniometro e dal radiotelemetro.
Già perchè con scarsa visibilità o di notte, si potevano certo lanciare granate illuminanti ma il loro effetto era breve e i poveri telemetristi ripiombavano rapidamente nel buio.
E se l'avversario - come a Matapan o a Guadalcanal - aveva il radar, tu eri cieco
questa è la direzione di tiro ibrida (ottica e radar) di una nave da battaglia americana nel 1944.
Il sistema ottico era mantenuto per backup ma di fatto il tiro era asservito al radar.
Allo stato attuale tutti i telemetri navali e terrestri sono elettronici e a guida laser, totalmente automatici e collegati in link diretto ai computer della centrale operativa.
Questo è un sistema navale SAAB montato anche sulle nuove unità stealth
questo è un sistema integrato di misura, guida e controllo missili con laser e radar
questa nave di scorta dell'US Navy ha pochi sistemi optronici a supporto del sistema integrato ad apertura sintetica Aegis, totalmente automatico.
Gli ancora più recenti drones guidati da terra o dall'unità madre hanno ulteriormente cambiato l'equazione, consentendo di andare a misurare là dove stà l'obiettivo, anzichè farlo a distanza, inquadrandolo in un mirino.
Insomma, il progresso avanza, l'elettronica e i computer hanno consentito di pensionare i vecchi e gloriosi sistemi ottici sulla cui potenza e precisione si basavano gli ammiragliati di tutte le marine tra fine '800 e metà '900.
Zeiss ne produce ancora su ordinazione per l'esercito tedesco, Nikon ha da tempo cessato la produzione (dal 1944). Barr & Stroud produce binocoli e cannocchiali.
Per un breve periodo Nikon ha applicato i telemetri a coincidenza in fotografia, con le sue rangefinder degli anni '50, subito superate da sistemi derivati dal periscopio.
ma adesso gli unici telemetri disponibili nel catalogo Nikon sono laser :
C'è solo un soggetto ancora ancorato al telemetro a coincidenza :
e ne fa un vanto di tradizione.
Ma non in tutto quanto, perchè altrove il telemetro elettronico (e il mirino elettronico) avanzano ovunque :
e questi dispositivi non si limitano a misurare la distanza, vanno ben oltre.
Mentre sono d'epoca anche gli articoli sui telemetri ottici (come questo, approfondito tratto dalla Enciclopedia Treccani ed. 1937)
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6 Comments
Bellissima carrellata e messa a fuoco dell'evoluzione di uno strumento !
E' un dato di fatto che il telemetro meccanico è un ordigno del tutto superato per quanto riguarda la ripresa fotografica: Leica lo implementa ancora nelle sue produzioni di punta, ma a mio avviso è un dinosauro destinato all'obliterazione.
Il futuro dei sistemi di messa a fuoco (e il telemetro è un principio ancora applicabile, ma in accezioni ben più tecnologiche) è il totale automatismo e l'estrema velocizzazione, fino a rendere gli apparecchi del tutto 'trasparenti' al raggiungimento del fuoco dove lo si desidera ...
Il mirino elettronico chiaramente incorporerà e renderà fruibili tutte le informazioni ricavate dai telemetri e dagli altri sistemi di AF, integrandoli con altre informazioni, sinergicamente: posizione, mappe, relazioni tra i principali elementi della scena potranno essere integrate grazie a sistemi che derivano dal principio telemetrico (cioè la rilevazione della distanza osservando il soggetto contemporaneamente da due punti di vista differenti) e dalle informazioni basate sul contrasto in scena, producendo infine una console ricchissima di informazioni facilmente fruibili e utili allo scopo fotografico.
Ciao,
Adri.
Mi sono sempre chiesto come facessero a tirare a così grande distanza... grazie per l'articolo veramente pregno di informazioni e curiosità. Non ho mai subito il fascino della tecnologia bellica, anche se le ricadute sul civile sono innegabili.
In realtà, tranne pochi pazzi, nessuno subisce il fascino della tecnologia bellica, se non per gli aspetti legati a potenza e velocità che sono comuni ad altre cose, come per esempio i purosangue e le auto sportive.
Chiunque abbia indossato una divisa o imbracciato un'arma militare sa bene che "solo una cosa è peggiore di una battaglia vinta, una battaglia persa".
E' il motivo per cui in verità si continua ad investire in campo militare dopo decine di migliaia di anni da quel primo femore raccolto da terra e trasformato in clava ...
Forse sono stato frainteso, non intendevo dire che chi si appassiona alla tecnologia bellica sia un guerrafondaio o un maniaco delle armi. E' indubbio che molti, tanti (forse troppi o forse troppe guerre...) avanzamenti tecnologici derivino dalla spinta propulsiva al predominio militare. E altresì indubbio che molta di questa tecnologia possa essere fonte di passione culturale, perché no? Io ho solo detto che, date le premesse, non mi interessa. Non ho lo stimolo per andare a cercare informazioni in merito, per questo ho apprezzato il tuo articolo.
Ciao.
Raffaele
Molti progressi tecnologici sono stati fatti "grazie" all'industria bellica, e non credo che questo possa o debba scandalizzarci.
Da appassionato di tecnologia, rimango spesso ammirato da quale livello di perfezionamento e sofisticatezza tecnica hanno raggiunto, ad esempio, i moderni aerei da caccia o i più recenti sottomarini, a prescindere dall'uso che ne viene fatto.
Egoisticamente poi, sono altrettanto compiaciuto dalla possibilità di poter beneficiare singolarmente di questa evoluzione, come per l'appunto poter utilizzare nella mia fotocamera un preciso sistema di puntamento e messa a fuoco per ottenere immagini virtualmente perfette sotto questo punto di vista.
Purtroppo la storia dell'uomo è piena di questi fatti di cui occorre prendere atto lasciando da parte ogni questione morale.
L'ingegno umano ha permesso alla propria specie di evolversi fino a raggiungere gli attuali progressi scientifici: sta allo stesso ingegno utilizzare tali sviluppi ai fini della sua crescita e non della sua distruzione.
avevi già messo un pezzo sulla telemetria ottica, questo d'oggi è il finale integrato.
bello e a suo modo istruttivo