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Come preparare una foto per la Stampa

Stampa Fine Art Stampatore professionale Gamut Soft-Proof

COME PREPARARE UNA FOTO PER LA STAMPA
Accorgimenti pratici

Prima di tutto vorrei chiarire che questo è solo un articolo divulgativo. Il tema è vastissimo e si presta a sottigliezze e tecnicismi che sono al di fuori dello spirito di questo articolo. La priorità qui è dare consigli PRATICI ai colleghi utenti di questo forum. Queste note inoltre non intendono dare indicazioni su come lavorare un'immagine in generale, ma solo con riferimento a ciò che influisce sulla Stampa.
Chiedo scusa quindi per eventuali approssimazioni tecniche volontarie (o non) e anche a tutti i numerosi utenti che già conoscono la materia e che possibilmente non troveranno qui niente di nuovo. Dunque...

Premessa: il Monitor Calibrato e Profilato

Questa è la condizione ESSENZIALE per poter ottenere in stampa le stesse immagini che avete creato pazientemente sul Monitor.
Se il vostro monitor (anche se è un Eizo da €3000) non è calibrato e profilato è inutile che andiate avanti a leggere, qualsiasi lavoro che farete produrrà risultati a sorpresa in stampa e di solito non saranno buone sorprese :)
Quindi prima di tutto procuratevi un buono strumento ("sonda") e mettete a posto il Monitor.


Difetti da evitare

Spesso mi viene chiesto dai miei clienti quali sono gli accorgimenti da adottare prima di procedere alla Stampa professionale di un'immagine. E' chiaro che vi sono moltissimi modi di lavorare un'immagine e in principio non esiste IL metodo perfetto...però esistono molti metodi imperfetti...

Vediamo prima di tutto le cose da evitare: tra queste "L'ECCESSO" di correzione è la prima cosa da evitare.
Un'immagine può apparire equilibrata se vista a Monitor, ma poi quando viene stampata, i difetti "saltano fuori" e ci sorprendono...e ci chiediamo: come abbiamo fatto a non vederli prima?

- eccesso di Sharpening, questo va veramente evitato come la peste perchè irreversibile in successivi trattamenti e soprattutto una volta applicato non consente più di operare un eventuale ridimensionamento dell'immagine con qualità soddisfacente.

- eccesso di contrasto, anche qui, le immagini stampate con eccesso di contrasto portano a risultati molto duri e sgradevoli. Naturalmente ci sono i casi in cui l'immagine DEVE essere super-contrastata e lì va bene, ma sono appunto casi speciali e "fortemente voluti"

- eccesso di saturazione. Questo è un aspetto importante perchè introduce il concetto di gamut, ossia dell'insieme di colori che sono effettivamente stampabili su una stampante o che sono visibili su un monitor.
Nell'immagine di seguito sono riportati i gamut di un monitor WG ( "Wide-Gamut") [Verde], un monitor "Normale" [Rosso], poi di un plotter Fine-Art professionale [Giallo] e infine di una stampante domestica piccola ma di buona qualità [Blu].

Immagine Allegata: Gamut Vari.jpg

Si nota che anche una stampante come la Epson 7900/9900 che oggi ha il più grande Gamut di qualsiasi stampante non copre in certe zone neppure il Gamut di un Monitor "qualsiasi" e tanto meno di un WG anche se, per contro, può stampare colori che non sono visibile su nessun monitor!
Aumentando in modo eccessivo la saturazione è molto facile introdurre colori che poi non saranno stampabili da nessuna stampante al mondo! Rimando alla trattazione della Soft-Proof che viene fatta più avanti per alcuni consigli pratici. Comunque una saturazione esagerata oltre a essere a volte anti-estetica non verrà riprodotta sulla Stampa, dando luogo invece a colori differenti da quelli che credevamo di aver impostato.

Accorgimenti da ricordare

- è fondamentale "ripulire" la foto da segni di polvere sul sensore. Stranamente questi hanno la capacità di apparire sulla Stampa più di quanto non facciano a Monitor. Bisogna quindi armarsi di pazienza e spuntinare tutta la foto ricontrollandola poi pezzo a pezzo poi per vedere se è rimasto qualche segno. A volte si notano di più se il monitor è impostato a <100% per esempio al 50%.

- per le foto al alti ISO, vale la pena impostare un NR non troppo alto per l'immagine intera operando poi selettivamente col pennello sulle zone continue dove il rumore è più evidente.

- stessa cosa per il recupero delle alte Luci e delle Ombre: conviene fare un recupero solo parziale tramite il cursore dell'immagine completa e poi agire di nuovo col pennello nelle zone critiche. In questo modo non si perde troppa "dinamicità" dell'immagine, cioè non diventa "piatta".

- WB (Bilanciamento del Bianco): è una questione critica, anche qui la stampa rivela errori che il monitor perdona...che dire? seguite i vari consigli che trovate in rete, sarebbe troppo lungo e OT trattare qui l'argomento. Per gli incarnati può essere utile il metodo CYMK (solo per il controllo, non passate a CYMK!!).

- non sempre è necessario usare Photoshop. Oggi LR/ACR, CaptureOne e NX2 hanno delle possibilità di intervento molto avanzate, compresa l'applicazione di vari interventi tramite pennello. Se si evita il passaggio su PS, si può stampare direttamente da LR/ACR/NX2/C1 oppure mandare allo stampatore professionale il file RAW col suo XMP (o il DNG per LR/ACR che comprende tutto ). Lo stampatore avrà così la massima flessibilità di intervento sull'immagine prima di stamparla.
NB. C1 non salva le informazioni di lavorazione "dentro" al file XMP e quindi questo metodo di comunicazione con lo stampatore, con esso non funziona.

Spazio Colore

1. Se scattate in RAW, non preoccupatevi dello Spazio impostato sulla fotocamera: è ininfluente sul RAW. Dopo aver lavorato in RAW, se lavorate solo su LR/ACR/NX2/C1 di nuovo non è importante verso quale spazio colore esportate...perchè non esporterete. Come detto sopra andrete direttamente alla stampa o manderete il file RAW+XMP allo stampatore (se lo accetta è un buon segno)

2. Però se esportate su PS per una lavorazione di fino, o se lo stampatore non accetta i RAW+XMP allora il metodo migliore è quello di esportare su TIFF a 16 bit nello spazio ProPhoto. In questo modo sarete sicuri di non aver perso nessuna informazione digitale. Ma attenzione: una volta esportato su TIFF non avrete più la stessa capacità di recupero delle alte luci o delle ombre che aveva il RAW e anche il WB sarà più difficile.
Per risparmiare spazio potrete eventualmente salvare il TIFF a 8 bit, magari passando a AdobeRGB per evitare le posterizzazioni che si hanno quando si accoppiano uno spazio enorme come ProPhoto e "solo" 8 bit.

3. Infine ultima opzione, in ordine di qualità: il JPG, da salvare in AdobeRGB oppure sRGB con qualità massima, se possibile. Non ha senso un JPEG in ProPhoto per quanto detto prima sui file a 8 bit.

Soft-Proof (o Anteprima Stampa)

Molti pensano che la Soft-Proof sia necessaria perchè la Stampa introduce sempre degli errori nei Colori, e ritengono che la Soft-Proof sia fatta per compensare a questi errori e quindi mostrare la Stampa così come verrà.
Inutile dire che non è così: gli errori inevitabilmente ci sono ma la Soft-Proof non li conosce e non li compensa. La Soft-Proof assume che la Stampa sia perfetta e che i Colori vengano stampati esattamente come devono essere stampati, ma qui sta l'inghippo, come vedremo.

La Soft-Proof in realtà serve per compensare
  • differenze tra i Gamut del Monitor e della Stampante
  • Punto di Bianco non neutro della Carta
  • Punto di nero con L* non =0 dell'inchiostro sulla Carta
Per attivare la Soft-Proof si può agire o in Photoshop o anche in LR: si deve impostare il profilo ICC con cui verrà effettuata la Stampa e l'intento di rendering, normalmente Percettivo o Relativo Colorimetrico.
Lo scopo degli Intenti è stabilire come vengono trattati i Colori al di fuori del gamut.

[Brevissima e molto approssimativa spiegazione degli Intenti di Rendering:
L'Intento Percettivo modifica TUTTI i colori, anche quelli che sono dentro al Gamut perchè fa quello che si chiama "Gamut Mapping": praticamente immaginate che il Gamut sia un limone...l'intento Percettivo lo strizza tutto sicché tutti i punti del limone si spostano e si avvicinano al Centro.
Invece l'Intento RelCol (Relativo Colorimetrico) sposta solo i punti che si trovano al di fuori del Gamut. Quindi immaginate ancora il limone: se un punto sta fuori dal limone verrà spostato sulla Superficie del limone e più precisamente nel punto più vicino, ossia sul punto di intersezione tra la retta che passa per il punto ed è normale alla superficie del Gamut.]

La Soft-Proof serve a questo: a mostrare come verranno modificati i Colori in conseguenza del fatto che si possono trovare fuori dal Gamut, ossia come verranno elaborati dall'Intento prescelto.

Un altro importantissimo ausilio è la possibilità di "vedere" il Bianco Carta tramite un'apposita spunta: se la carta è fredda, la Soft-Proof apparirà orrendamente blu...e questo è un problema perchè l'utente inesperto potrebbe voler correggere questa aspetto, dimenticando che esiste una cosa che si chiama "Adattamento Cromatico dell'Osservatore" per cui l'occhio umano automaticamente posiziona il "suo" asse dei grigi sul Bianco carta. Piccole correzioni si potranno fare ma devono essere fatte dallo stampatore se egli dispone di profili ICC speciali per carte fredde che riscaldano leggermente i toni medio-alti.

Quindi la Soft-Proof deve essere fatta solo alla fine della lavorazione per verificare che non vi siano effetti indesiderati: NON si deve eseguire la lavorazione della foto con la Soft-Proof impostata fin dall'inizio, è un metodo sbagliato che porta a risultati non ottimali.

NON convertite l'immagine finale al profilo ICC di stampa.
Purtroppo esiste una tendenza tra alcuni fotoamatori, di richiedere allo stampatore il profilo ICC che userà per la stampa e poi di usarlo per convertire la foto a quel profilo prima di mandarlo allo stampatore stesso. Questo procedimento non aggiunge nessun vantaggio e spesso crea difficoltà, confusione e un abbassamento qualitativo nel caso di doppia conversione (lo stampatore può aver modificato il profilo oppure, dopo aver visto la foto, può propendere per un altro Intento di Rendering...o carta...o macchina...)

In conclusione, quando può servire eseguire una Soft-Proof? quando si stampa su una carta con un Gamut non molto esteso e quindi con le carte Matte e con la stampa su Tela. In questi casi può avere senso eseguire la Soft-Proof ma sempre con moltissima attenzione a non fare una "over-correction". Questo è il vero rischio: l'eccesso di correzione.

Conclusione:

La materia è veramente infinita e queste poche note vogliono essere solo un pratico e rapido pro-memoria e non un articolo propriamente scientifico. Spero che vi possano servire per la vostra attività, perchè una vera foto... è una foto stampata. Parola di stampatore :)


9 Comments

devo ancora studiarmo per bene ma già lo trovo impagabile!
peccato che non abito più a Padova...
Grazie Michele.

In generale condivido quanto scrivi, in particolare per quello che riguarda l'eccesso di tecnicismo che alcuni fotoamatori tendono ad assumere quando si tratta di stampa.
Io finalmente ho raggiunto la convinzione che la stampa in casa non fa per me e ritengo che sia vero il motto che vuole per ogni grande fotografo, un grande stampatore dietro alle spalle.

Vorrei quindi essere libero di poter pensare creativamente alla mia immagine, contando poi su un solido stampatore che sappia il fatto suo per finalizzarla su carta.

A tal proposito un paio di domande che mi sorgono spontanee leggendo il tuo articolo :

-1) è ragionevole credere che una stampa di prova prima della stampa finale risolva alcune delle questioni poste sul tavolo da te ? In particolare mi riferisco ai difetti non riscontrabili a monitor o ad eventuali eccessi che il monitor magari perdona e la stampa no

-2) nel tuo ragionamento mi pare di leggere che tu prenda per assunto un atteggiamento un pò purista sulla manipolazione o fotoritocco. Mi spiego meglio, non sempre una immagine vale per come è e spesso viene proprio pensata per una elaborazione approfondita con Photoshop, ben al di là del semplice sviluppo o di un limitato fotoritocco.
Ma sempre avendo a mente la stampa come risultato finale.

Bene, nel punto 2) - fatto salvo il passaggio preventivo per il punto 1) se lo ritieni utile - il fotografo si aspetta che la foto in stampa sia il più simile possibile a quanto da lui elaborato (parlo anche di lavori pesanti sul piano dell'elaborazione) ma senza difetti introdotti dalla elaborazione stessa (ad esempio posterizzazioni, comparsa di artefatti, falso colori).
Non è nemmeno detto che il fotografo voglia consegnare allo stampatore il suo .PSD (persona di fiducia, ma non ancora assimilabile a confessore).

Hai qualche approfondimento/consiglio/suggerimento da dare su questo fronte, sempre nell'ottica della migliore collaborazione e soddisfazione tra il fotografo e il "suo" stampatore ?

Grazie in anticipo :)
Ottimo, complimenti. Una domanda: In spazio colore, al punto tre, quando citi sRGB ti riferisci a chi ha ripreso in quel modo,vero?
Mauro, come avrai visto, io avevo scritto che "non sempre è necessario passare per Photoshop", intendendo quindi che...spesso lo é. Non potrei mai dire che PS é inutile, anzi...quello che voglio dire é che ad ogni nuova versione di LR/ACR e C1 aumenta il numero e i tipi di intervento che si possono fare sicché la necessità di usare PS diminuisce. Alcuni prevedono che tra qualche anno PS verrà usato solo per le elaborazioni grafiche più pesanti.
Per quanto riguarda l'opportunità di salvare l'immagine in un formato reversibile, anche qui mi riferivo solo a LR, ACR, NX2 soprattutto per la compattezza del file risultante (DNG o RAW) se confrontata col tiff a 16 bit che contiene le stesse identiche informazioni.

E quindi è inconcepibile pensare che l'artista mandi allo stampatore un file PSD con tutti i livelli di elaborazione che può arrivare ad alcuni GB senza contare che nessuno stampatore avrebbe voglia o tempo di infilarsi nelle mille modifiche di un file di PS a livelli multipli..mi viene l'orrore solo a pensarci

In sostanza, nel mio modo di vedere, l'intervento dello stampatore sull'immagine viene fatto SOLO se il cliente lo desidera e si limita a ridimensionamento, sharpening ed eventualmente luminosità, saturazione e WB.
Gli utenti non devono assolutamente temere che venga modificata la loro immagine o che lo stampatore vada a curiosare per vedere che interventi sono stati fatti. In fin dei conti se può stampare la foto senza perderci tempo, é tanto di guadagnato.
E circa la stampa di prova per verificare l'eventualità che qualche intervento sia ... sbagliato ?
Intendo un test a basso costo, quando magari l'obiettivo è un 60x90 cm ;)
Vedo adesso un'altra domanda: la stampa di prova. Ogni tanto stampo un piccolo A4 sulla stessa carta della foto finale se questa é un A1 o superiore. Dipende dalla situazione, può essere un crop o tutta l'immagine. In ogni caso il costo é compreso nella stampa finale.

@Timo: l'uso dello spazio sRGB non é limitato alle foto con jpg in camera. Può essere usato anche da chi non ama salvare foto "pesanti" oppure non ama spedirle e preferisce il più snello jpg. In molti casi e per foto non troppo spinte come dimensione né come gamut, la differenza finale non é così grande come si può pensare.

Vedo adesso un'altra domanda: la stampa di prova. Ogni tanto stampo un piccolo A4 sulla stessa carta della foto finale se questa é un A1 o superiore. Dipende dalla situazione, può essere un crop o tutta l'immagine. In ogni caso il costo é compreso nella stampa finale.


Fantastico ! Credo sia un punto da evidenziare ;)
Foto
Raffaele Pantaleoni
mar 27 2013 14:52
Una curiosità forse banale, ma alla quale nella mia vasta ignoranza in materia non riesco a dare una risposta. Guardando i vari gamut e le loro intersezioni, si nota che le stampanti coprono un'area maggiore sull'asse del giallo e parzialmente del magenta. Come si fa (se è possibile chiaramente) a monitor pensare di poter sfruttare quelle zone che per il monitor, appunto, sono cieche? Cioè come posso "tirare" il giallo del mio ipotetico fiore per poter sfruttare al massimo il gamut della stampante? Ammesso, certo, che questa sia una domanda sensata... :-D

Grazie.
Raffaele
Raffaele, la tua domanda è molto interessante. Troverai una possibile risposta qui insieme a, spero, altre cose interessanti.

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