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Il museo Nicolis dell'Auto, ma non solo
ago 18 2014 01:00 |
Silvio Renesto
in Reportage
museo auto epocaMeraviglia per la grande varietà di marchi di casa nostra che testimonia com'era grande la vitalità e l'ingegno di piccoli e grandi.
Bianchi Tonale 175cc con cui Gino Franzosi nel 1956 battè il record del miglio a 134 (e qualcosa) km orari.
Moto Garanzini Oreste, degli anni '20
Dettaglio di una Fongri (Fontana e Garanzini) di inzio secolo, marchio con cui gareggiò un giovane ...Tazio Nuvolari.
Un'auto della Ansaldo
Una Fiat "Superclasse Silvani" del 1924
Splendida questa Fiat "1200 Trasformabile" del 1958
Spero con queste mie immagini di aver trasmesso un poco delle sensazioni che la visita al Museo Nicolis mi ha dato.
Trovate tutti i dettagli sul Museo qui:
http://www.museonicolis.com/
Un pensiero di Mauro Maratta.
Come penso si sappia, le auto e le moto non sono i miei soggetti fotografici d'elezione e la mia conoscenza degli stessi è mediocre. Ho quindi chiesto a Mauro che senz'altro ha più competenza e passione di me, di chiudere quest'articolo con ... quello che gli diceva il cuore.
Tra i miei tanti sogni da bambino che conservo ancora oggi c'è quello di essere tanto ricco (a miliardi !) da poter avere una rimessa circolare che si apre a raggiera davanti a me. E dietro ad ogni porta un'auto diversa. A centinaia e anche più, tutte in perfette condizioni di marcia, lucide e perfette come il giorno in cui sono uscite dall'atelier del carrozziere che le ha allestite.
L'emerito Sig. Luciano Nicolis deve in qualche modo aver avuto il mio stesso sogno. Con la differenza che lui ha potuto prima collezionare tutte quelle auto e poi, dal 2000, ha potuto creare un intero museo in grado di ospitare quella enorme collezione.
La disposizione non è quella che può rendere felice un appassionato e fotografo ma vedere tutte quelle meraviglie presenti insieme, quasi a braccetto tra loro è certamente un colpo d'occhio straordinario.
E anche se non tutte certamente sarebbero in grado di muoversi ancora da sole, fossero anche le sole carrozzerie, è difficile contenere l'emozione che danno.
E poi la luce. Il museo è tutto vetrato, non è una grotta come altre realizzazioni del genere. E a seconda del giorno e della stagione si illumina naturalmente in modo differente.
Al di la del valore storico che è innegabile (c'è la motrice dell'Ingegner Bernardi, un uomo che ha conteso il primato con Benz e Daimler per il primo motore a scoppio funzionante e semovente) sono rappresentate tutte le stagioni della storia dell'arte applicata all'automobile, quando non essendo un fenomeno di massa come lo è diventato dopo gli anni '50 del secolo scorso, le fuoriserie e le edizioni uniche erano quasi la norma e non l'eccezione come oggi.
Pezzi unici costruiti a mano con le carrozzerie battute su sagome di legno, carteggiate, lisciate e verniciate sapientemente di mille colori, tutti più scintillanti e resistenti di quelli dei pianoforti da concerto.
Certo trovano spazio anche cose più "popolari" in questo museo, un tributo a tutte le tecniche meccaniche, non solo dei mezzi di trasporto (mi direte voi che ci azzeccano le macchine per scrivere, congegni certamente affascinanti ma non accostabili ad una Bugatti !) ma l'impronta imprenditoriale che c'è dietro questo museo si gioca su un altro piano ed è qui che si vede la differenza rispetto ai musei istituzionali gestiti da enti pubblici.
Il museo collabora attivamente con marchi del fashion, della moda, dello stile, del made in Italy e vengono realizzati spot, campagne pubblicitarie e ricerche di stile utilizzando le strutture e il materiale storico ospitato nel museo.
E' un modo di mantenere vivo tutto quel patrimonio che in altre occasioni è finito in cantina, dallo sfascia-carrozze o in mano ad oscuri collezionisti d'oltre oceano.
Ed è meraviglioso sapere che in ogni momento si può visitare questa mostra permanente di stile, arte e storia.
Un'ultima nota . Anche lo Starfighter che è sul tetto non è un esemplare qualsiasi ma è quello nella livrea speciale del 50° anniversario del Reparto Sperimentale dell'AMI
qui ancora più dettagliato nel bel profilo di Giovanni Paulli
Mauro Maratta
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12 Comments
Silvio, grazie per l'articolo e per avermi fatto partecipare. Le mie note sono solo quelle di chi prova semplicemente amore per qualsiasi mezzo meccanico, specie se veloce e vivace
Vorrei aggiungere anche il mio modesto pensiero.
Le auto storiche sono la mia grande passione e il mio principale "hobby". Ne ho 4 e non riesco a starci dietro!
Conosco bene questo museo ed è uno dei miei preferiti.
Le emozioni che suscita in me arrivano a fiotti come in un mare molto mosso.
La troppa bellezza, ma soprattutto la "impossibilità" di usarle e accudirle tutte come vorrei mi provocano un senso di "dolorosa e piacevole" frustrazione.
Mi piace anche perchè le vetture esposte non sono le solite Ferrari e Porsche, c'è solo una modesta ma sobria 924 e una ancor più modesta e non sobria 348 (l'auto più brutta del museo?).
Una berlina 1750 del 1970:auto di bassissimo valore commerciale, ma così importante! C'è e da questo dettaglio si capisce la passione e la direzione seguita da Nicholis.
E infatti ci sono le auto che gli inglesi chiamano "seminali" cioè quelle che hanno aperto una strada o una tecnologia nuova.
In particolare qui c'è l'auto stradale che considero la più bella e più elegante di tutti i tempi e cioè la Maserati 3500 GT Spider carrozzata da Vignale.
Posto qui la foto tratta dal sito del museo
e altre prese da vari siti:
Non sono grandi foto, ma la presenza fisica e la bellezza di questa macchina dal vivo è accecante, soprattutto in questo rarissimo colore verde chiaro metallizzato.
Mi piacerebbe farle un servizio fotografico "degno", in una location opportuna, ma rimarrà un desiderio.
Ho sempre sognato di possederla e fino a qualche anno fa era anche possibile, ma adesso col boom delle auto storiche è out-of-the-question, impensabile. Era la macchina di Mastroianni ed era bella non solo fuori, ma anche nel suo cuore: il 3500 era un 6 cilindri in linea a doppio albero a cammes, derivato dalle corse essendo quello depotenziato della mitica 350S e figlio del grandissimo genio di Giulio Alfieri.
Un'altra auto che mi commuove è l'Isabella Borgward, marca tedesca poco conosciuta: la vera BMW che non fu (anzi fu portata al fallimento dalla BMW con una storia degna di un film poliziesco, con inganni e tradimenti, descritta molto bene in un bel libro). Anche questa è bella dal vivo, certo non quanto la 350GT, ma è la macchina che aveva mio padre quando ero bambino e abitavamo in Brasile, però nella versione berlina, questa è un coupé.
Riporto la foto del sito del museo Nicolis:
Molti ricordi e molta vita.
La mia grande paura è che un bel giorno il museo non ce la faccia più, che debba chiudere e che la sua collezione venga "dispersa" come recita il freddo termine tecnico, quindi andiamo tutti a visitarlo e facciamogli pubblicità.
Ricordo infine che ci sono anche moltissime macchine fotografiche e anche qui soffro per il fatto di non poterle usare tutte, anzi per il fatto che nessuno le possa usare.
Grazie Silvio per il bellissimo reportage
PS ed è giustissimo ciò che dici sulla bio-diversità delle automobili. Oggi sono tutte uguali. Per fortuna ci sono le Fiat che garantiscono un po' di biodiversità
Cernobbio 2013
Condivido quello che hai scritto sul dolore e la frustrazione che un vero appassionato di auto prova nel vedere tutte quelle signorine ammassate, spalla a spalla senza nessuno che le curi come si deve ogni giorno.
Ma è un bene che almeno abbiano una casa.
E qualcuna si muove, come quelle che partecipano alla Mille Miglia o ai set fotografici
Sulla 248 sono d'accordo, tra le cose più pacchiane che mi vengono in mente (metterei però le Maserati Biturbo in cima alla lista ...) ma ci sono Ferrari anni '60 per le quali io farei follie ...
Fiat una volta era capace di fare macchine interessanti, alcuni piccoli gioielli, poi bistrattati dalla massa delle ... Dune
Grazie Grande Silvio, ci hai fatto vedere.. ci hai illuminato con un Museo di tutto rispetto.. e bravo anche Mauro per il finale..
Sarà un mio prossimo progetto, quello di poterlo vedere di persona, anche se a quanto pare.. una giornata basta solo per un paio di sale...
Direi che per me le auto storiche (e la storia at large per Mauro only) sono tra le "cose che rendono la vita meritevole di essere vissuta"...dopo Groucho Marx e Willie Mays naturalmente
... senza dimenticare il secondo movimento della Sinfonia n.41 "Jupiter" di Mozart
@Pedrito, ciao ragazzone.. ho visto anche il museo Ferrari, con mia moglie.. tanto tempo fa.. al'epoca argentifera, ma non mi comunicò che solo una piccola parte delle emozioni avute ad arese.. per carità.. tutto bello.. tutto troppo bello.. con una vera e pesante mano verso il mercandising.. ( spero sia corretto ) regalai alla mia signora, due foulard in seta.. dal costo allora di un buon fisso.. mai messi una volta..
Ho non molto lontano da casa altri due posti da poter vedere, mi saprò dire le mie impressioni.. Il Nicoli, mi piacerebbe andarci, anche se ho la certezza che dovremmo bivaccare.. al suo interno per una settimana..
ciao..
Lieto che sia risultato interessante e grazie a Mauro per la chiosa finale, veramente sentita.
Inoltre, non avevo incluso queste immagini nell'articolo per non appesantire , ma le aggiungo qui per far capire agli altri la sofferenza di Michele per non poter usare tutte le macchine fotografiche lì esposte:
Nooo, il Paese dei Balocchi....
Io, quando mi è capitato di passare per Maranello per lavoro e con un'oretta abbondante di tempo disponibile per visitarlo, non ci sono voluto andare: ho avuto la tua stessa impressione, cioè mi è sembrato un luogo un po' autoreferenziale (sebbene alla fine così sono tutti i musei/showroom delle grandi Case, non solo automobilistiche) e rivolto al turista medio che al termine della visita deve lasciare qualche decina o centinaia di euro allo store opportunamente collocato prima dell'uscita.
In compenso, come uno spettatore portoghese - ma anche come un bambino che vede la neve per la prima volta - sono stato appiccicato per un bel po' alla rete di recinzione della pista di Fiorano a vedere e, soprattutto, sentire il suono di due granturismo che giravano a tavoletta nel circuito...
Beh.. capisco il Michele... anzi... siamo in due... se avessi in testa ancora tanti capelli.. li strapperei dalla rabbia..
e vero.. non si fa.. l'invidia è una brutta consigliera... meglio pensare al 70-300 VR per Nikon 1