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Arturo Ghergo : l'artista italiano
ott 03 2013 01:00 |
Lieve
in Grandi Fotografi
Quegli occhi di Alida Valli in quel particolare ritratto mi hanno sempre affascinato.
Molto ma molto prima di conoscere l'autore.
Lo dico senza timore, invidio molto Arturo Ghergo per la possibilità che ha saputo conquistarsi di fotografare il meglio dei volti italiani dell'epoca d'oro.
I suoi ritratti sono icone o i personaggi da lui ritratti sono diventati icone.
E' lo stesso, tanto è il significato nella nostra memoria collettiva delle sue fotografie di tanti e tanti personaggi, specialmente femminili tra gli anni trenta e cinquanta del passato secolo.
Non andrei oltre a parlarne e mi fermerei per ore a discutere anche semplicemente di questi tre straordinari ritratti :
Alida Valli
Luciana d'Avack
Rossana Martini (prima miss Italia nel 1948)
Un fondale in gesso, due luci fisse da 500 W. Pose lunghe con un banco ottico in legno e lastre da 18x24.
Che guardino in camera mentre siedono (o fingano di guardare altrove) :
ancora una splendida Alida Valli
o guardino altrove mentre sono distesi :
un conturbante Massimo Girotti all'apice della carriera
le pose sono dinamiche e trasmettono forza, passione, vita, la tensione di un'epoca.
Non sono naturali come ce le potremmo aspettare da persone di tutti i giorni ma nemmeno ingessate e di maniera come erano ritratti i divi del cinema dell'epoca.
Certo, direte, facile far posare una attrice, è il suo mestiere.
Ma da Ghergo andavano anche celebrità ed aristocratici della società più in vista dell'epoca :
[
la Principessa Marella Caracciolo, poi Agnelli
Papa PIO XII
"Santo Padre, dovreste provare a benedire utilizzando solo tre dita, per la Santa Trinità" , fu il suggerimento che Arturo Ghergo diede al Papa prima di questo ritratto.
E da quel giorno divenne normale per quel Papa benedire in quel modo, come il suo ritratto di Ghergo ricordava ogni giorno.
Sono innumerevoli i ritratti di celebrità di Arturo Ghergo. La figlia Cristina ha curato due mostre pubbliche a Milano e a Roma nel 2012, con 350 ingrandimento degli originali sia in bianco e nero che a colori.
Ci sono tra gli altri Sophia Loren, Silvana mangano, Gina Lollobrigida, Alida Valli ma anche Alcide De Gasperi, Papa Pio XII, Luigi Einaudi, l'Aga Khan, Pietro Badoglio, perfino Giulio Andreotti. Ma anche Edda Ciano Mussolini, il Duca Marco Visconti, Francesca Ferrara Pignatelli di Strongoli, i fratelli Bulgari, le sorelle Fontana.
Se fosse andato in America probabilmente Arturo Ghergo avrebbe raggiunto fama planetaria e le sue "creazioni" pubblicate su Vogue ed Harpers Bazaar. Forse avrebbe fatto amicizia o sarebbe stato in concorrenza con Irving Penn.
Ma veniva dalla provincia italiana (era nato a Montefano, Macerata nel 1901) e il suo punto di arrivo e di svolta fu Roma, dove si svolse tutta la sua carriera.
Non gli vanno certo bene le cose all'inizio. Nel 1929 la crisi arriva anche nell'Italia fascista che ancora non aveva superato le difficoltà del dopoguerra. Sono anni difficili ma la scelta di prendere il già noto e centralissimo studio di Via Condotti al n. 61 lo premiano con il tempo.
Lui lavora per i suoi clienti, per chi lo cerca per avere un ritratto nello stile originale e ricercato di Ghergo. In quell'Italia autarchica non c'erano riviste di moda e dell'America di Hollywood arrivavano solo le cartoline dei divi e qualche raro numero di Variety di contrabbando.
Là era la produzione che controllava anche le immagini delle celebrità. Un ritrattista stipendiato eseguiva ritratti già durante le fasi di ripresa dei film, negli stessi set.
il tipico ritratto hollywoodiano sponsorizzato da Camel : Gary Cooper, 1936
Non possiamo sapere cosa sapesse di quel mondo a Ghergo che comunque si inventa autonomamente la via italiana per il glamour, fatta di sessioni estenuanti in studio e ancora più estenuanti fasi di post-produzione.
Già perchè se l'immagine in ripresa è costruita ad arte con la luce e si studia il soggetto finchè la luce non lo interpreta come lui vuole interpretarlo ... è in camera oscura, in stampa e in ... quella che oggi chiameremmo post-produzione che si crea l'immagine di Ghergo.
Eleonora Rossi Drago
Senza Photoshop ma usando acidi e lamette per lisciare il negativo, mascherature e bruciature in stampa, e poi ancora pennelli ed inchiostri direttamente sul lavoro stampato, Ghergo e poi il suo stampatore di fiducia, puliscono la pelle, tolgono le imperfezioni, stringono la figura, alzano e curvano, piegano.
Aggiungono ombre che non ci sono, accentuano luci che appena si intuiscono.
Gli occhi scintillano, le forme vengono intagliate ...
Marella Agnelli Caracciolo
Marina Berti
set e sfondi semplicissimi, addirittura spogli ma attenzione agli accessori e all'abbigliamento.
Nelle foto di Ghergo c'erano i gioielli e gli abiti degli atelier più famosi, come quello delle celebri sorelle Fontana
qui immortalate dallo stesso Ghergo e che inventarono il pret-a-porter italiano vestendo le più eleganti donne del mondo (Grace kelly, Audrey Hepburn, l'abito di Linda Christian nel matrimonio con Tyrone Power a Roma, Soraya, Ava Gardner)
Come in questa serie :
Consuelo Crespi
Mariella Lotti
Francesca Strongoli
una artistocratica di cui mi sfugge il nome in abito da sposa
ma certamente il suo massimo apice lo raggiunge nel glamour dove anche dive note per il carattere angelico diventano sensuali :
come la protagonista del film di Blasetti "Quattro passi tra le nuvole", Adriana Benetti, nota come "fidanzatina d'Italia" tra il 1938 e il 1946
Rossella Falk
Elli Pravo
Elisa Cegani
Valentina Cortese
Isa Pola
Francesca Pignatelli di Strongoli
ma soprattutto Isa Miranda, trasformata in una Marlene DIetrich all'italiana :
Probabilmente l'alchimia con Alida Valli, trasferitasi a Roma durante la guerra deve essere stata particolare.
Entra nello studio con il suo volto e ne esce con 20 fotografie che raprpesentano 20 donne diverse.
Le due già presentate sopra :
e queste :
oggi diremmo casual o fitness utilizzando termini inglesi
ma è una dea incorporea quella che indossa questo abito da sera
elegantemente sensuale
e misteriosa anticipando il Senso di Luchino Visconti
Tornando alla mondanità più austera e ai personaggi pubblici.
Giannalisa Feltrinelli con le figlie
le duchesse d'Aosta-Aimone
Edda Ciano Mussolini
il giovane Giulio Andreotti ai suoi primi passi in politica
Alcide De Gasperi
Luigi Einaudi
il giovane Re Hussein di GIordania
Trascuro le foto dell'era a colori della Dolce Vita romana (Sofia Loren, Lollobrigida & Co.) e le foto per pubblicizzare le pellicole della Ferrania che appartengono ad un periodo meno originale dell'attività di Ghergo che alternò alla fotografia anche la pittura di tipo cubista, per mettere ancora due ritratti in b&n, differenti nello stile ma sempre con una impronta evidente :
Monica Vitti a inizio carriera
l'attrice berlinese Vera Bergman
Io continuo a restare ammaliato dagli occhi di Alida Valli cui il pennello del grande Arturo Ghergo, antesignano e maestro dei fotografi glamour nostrani di oggi, ha dato forma e vita immortale :
segnalo che i due cataloghi delle mostre romane e milanese sono in vendita presso Amazon ma in via di esaurimento ...
Ghergo è morto nel 1959 dopo trenta anni di attività romana di cui non si perderanno mai le tracce.
Lo studio è stato mantenuto aperto dalla figlia Cristina fino al 1999. MI ricordo di averlo notato nel mio periodo romano di fine anni '80. Una vetrina misteriosa che nascondeva sogni.
Molto ma molto prima di conoscere l'autore.
Lo dico senza timore, invidio molto Arturo Ghergo per la possibilità che ha saputo conquistarsi di fotografare il meglio dei volti italiani dell'epoca d'oro.
I suoi ritratti sono icone o i personaggi da lui ritratti sono diventati icone.
E' lo stesso, tanto è il significato nella nostra memoria collettiva delle sue fotografie di tanti e tanti personaggi, specialmente femminili tra gli anni trenta e cinquanta del passato secolo.
Non andrei oltre a parlarne e mi fermerei per ore a discutere anche semplicemente di questi tre straordinari ritratti :
Alida Valli
Luciana d'Avack
Rossana Martini (prima miss Italia nel 1948)
Un fondale in gesso, due luci fisse da 500 W. Pose lunghe con un banco ottico in legno e lastre da 18x24.
Che guardino in camera mentre siedono (o fingano di guardare altrove) :
ancora una splendida Alida Valli
o guardino altrove mentre sono distesi :
un conturbante Massimo Girotti all'apice della carriera
le pose sono dinamiche e trasmettono forza, passione, vita, la tensione di un'epoca.
Non sono naturali come ce le potremmo aspettare da persone di tutti i giorni ma nemmeno ingessate e di maniera come erano ritratti i divi del cinema dell'epoca.
Certo, direte, facile far posare una attrice, è il suo mestiere.
Ma da Ghergo andavano anche celebrità ed aristocratici della società più in vista dell'epoca :
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la Principessa Marella Caracciolo, poi Agnelli
Papa PIO XII
"Santo Padre, dovreste provare a benedire utilizzando solo tre dita, per la Santa Trinità" , fu il suggerimento che Arturo Ghergo diede al Papa prima di questo ritratto.
E da quel giorno divenne normale per quel Papa benedire in quel modo, come il suo ritratto di Ghergo ricordava ogni giorno.
Sono innumerevoli i ritratti di celebrità di Arturo Ghergo. La figlia Cristina ha curato due mostre pubbliche a Milano e a Roma nel 2012, con 350 ingrandimento degli originali sia in bianco e nero che a colori.
Ci sono tra gli altri Sophia Loren, Silvana mangano, Gina Lollobrigida, Alida Valli ma anche Alcide De Gasperi, Papa Pio XII, Luigi Einaudi, l'Aga Khan, Pietro Badoglio, perfino Giulio Andreotti. Ma anche Edda Ciano Mussolini, il Duca Marco Visconti, Francesca Ferrara Pignatelli di Strongoli, i fratelli Bulgari, le sorelle Fontana.
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Se fosse andato in America probabilmente Arturo Ghergo avrebbe raggiunto fama planetaria e le sue "creazioni" pubblicate su Vogue ed Harpers Bazaar. Forse avrebbe fatto amicizia o sarebbe stato in concorrenza con Irving Penn.
Ma veniva dalla provincia italiana (era nato a Montefano, Macerata nel 1901) e il suo punto di arrivo e di svolta fu Roma, dove si svolse tutta la sua carriera.
Non gli vanno certo bene le cose all'inizio. Nel 1929 la crisi arriva anche nell'Italia fascista che ancora non aveva superato le difficoltà del dopoguerra. Sono anni difficili ma la scelta di prendere il già noto e centralissimo studio di Via Condotti al n. 61 lo premiano con il tempo.
Lui lavora per i suoi clienti, per chi lo cerca per avere un ritratto nello stile originale e ricercato di Ghergo. In quell'Italia autarchica non c'erano riviste di moda e dell'America di Hollywood arrivavano solo le cartoline dei divi e qualche raro numero di Variety di contrabbando.
Là era la produzione che controllava anche le immagini delle celebrità. Un ritrattista stipendiato eseguiva ritratti già durante le fasi di ripresa dei film, negli stessi set.
il tipico ritratto hollywoodiano sponsorizzato da Camel : Gary Cooper, 1936
Non possiamo sapere cosa sapesse di quel mondo a Ghergo che comunque si inventa autonomamente la via italiana per il glamour, fatta di sessioni estenuanti in studio e ancora più estenuanti fasi di post-produzione.
Già perchè se l'immagine in ripresa è costruita ad arte con la luce e si studia il soggetto finchè la luce non lo interpreta come lui vuole interpretarlo ... è in camera oscura, in stampa e in ... quella che oggi chiameremmo post-produzione che si crea l'immagine di Ghergo.
Eleonora Rossi Drago
Senza Photoshop ma usando acidi e lamette per lisciare il negativo, mascherature e bruciature in stampa, e poi ancora pennelli ed inchiostri direttamente sul lavoro stampato, Ghergo e poi il suo stampatore di fiducia, puliscono la pelle, tolgono le imperfezioni, stringono la figura, alzano e curvano, piegano.
Aggiungono ombre che non ci sono, accentuano luci che appena si intuiscono.
Gli occhi scintillano, le forme vengono intagliate ...
Marella Agnelli Caracciolo
Marina Berti
set e sfondi semplicissimi, addirittura spogli ma attenzione agli accessori e all'abbigliamento.
Nelle foto di Ghergo c'erano i gioielli e gli abiti degli atelier più famosi, come quello delle celebri sorelle Fontana
qui immortalate dallo stesso Ghergo e che inventarono il pret-a-porter italiano vestendo le più eleganti donne del mondo (Grace kelly, Audrey Hepburn, l'abito di Linda Christian nel matrimonio con Tyrone Power a Roma, Soraya, Ava Gardner)
Come in questa serie :
Consuelo Crespi
Mariella Lotti
Francesca Strongoli
una artistocratica di cui mi sfugge il nome in abito da sposa
ma certamente il suo massimo apice lo raggiunge nel glamour dove anche dive note per il carattere angelico diventano sensuali :
come la protagonista del film di Blasetti "Quattro passi tra le nuvole", Adriana Benetti, nota come "fidanzatina d'Italia" tra il 1938 e il 1946
Rossella Falk
Elli Pravo
Elisa Cegani
Valentina Cortese
Isa Pola
Francesca Pignatelli di Strongoli
ma soprattutto Isa Miranda, trasformata in una Marlene DIetrich all'italiana :
Probabilmente l'alchimia con Alida Valli, trasferitasi a Roma durante la guerra deve essere stata particolare.
Entra nello studio con il suo volto e ne esce con 20 fotografie che raprpesentano 20 donne diverse.
Le due già presentate sopra :
e queste :
oggi diremmo casual o fitness utilizzando termini inglesi
ma è una dea incorporea quella che indossa questo abito da sera
elegantemente sensuale
e misteriosa anticipando il Senso di Luchino Visconti
Tornando alla mondanità più austera e ai personaggi pubblici.
Giannalisa Feltrinelli con le figlie
le duchesse d'Aosta-Aimone
Edda Ciano Mussolini
il giovane Giulio Andreotti ai suoi primi passi in politica
Alcide De Gasperi
Luigi Einaudi
il giovane Re Hussein di GIordania
Trascuro le foto dell'era a colori della Dolce Vita romana (Sofia Loren, Lollobrigida & Co.) e le foto per pubblicizzare le pellicole della Ferrania che appartengono ad un periodo meno originale dell'attività di Ghergo che alternò alla fotografia anche la pittura di tipo cubista, per mettere ancora due ritratti in b&n, differenti nello stile ma sempre con una impronta evidente :
Monica Vitti a inizio carriera
l'attrice berlinese Vera Bergman
Io continuo a restare ammaliato dagli occhi di Alida Valli cui il pennello del grande Arturo Ghergo, antesignano e maestro dei fotografi glamour nostrani di oggi, ha dato forma e vita immortale :
segnalo che i due cataloghi delle mostre romane e milanese sono in vendita presso Amazon ma in via di esaurimento ...
Ghergo è morto nel 1959 dopo trenta anni di attività romana di cui non si perderanno mai le tracce.
Lo studio è stato mantenuto aperto dalla figlia Cristina fino al 1999. MI ricordo di averlo notato nel mio periodo romano di fine anni '80. Una vetrina misteriosa che nascondeva sogni.
5 Comments
Dici che fotografi col cuore e ci credo, ma di sicuro scrivi col cuore.
Le foto e le parole si fondono a meraviglia. Sembri innamorato (delle emozioni che ti danno le immagini? del talento?)
Le foto sono magnifiche, evocative di emozioni e di nostalgie (acquisite, sono troppo giovane perché siano mie, ma ci sono). E la persona fotografata esce per quel che è il suo spirito o forse, come dici sempre tu, il fotografo fa uscire quel che il suo spirito sente della persona che ha davanti. Che è il massimo.
Ma Ghergo, oltre che fotografo, mi pare anche un grande professionista della camera oscura, nella quale deve aver perfezionato buona parte delle sue creazioni.
Come al solito, fotografia e' la stampa del fotogramma.
Una bellissima galleria di immagini di un fotografo non abbastanza ricordato.
Bellissimi ritratti, è un modo di vedere che non era nelle mie corde ... ma grazie alle segnalazioni di Mauro comincio a vedere la ricerca che le attraversa.
Ciao,
Adri.
Bellissime le sue opere.. bellissime... non ci sono parole