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01 - Come inizia un corso di Fotografia di base
feb 20 2014 00:55 |
Max Aquila
in Corso di Fotografia
2-TECNOLOGIA
Ma se di duecento anni di storia recente, ne sono bastati cinquanta per passare dall'uso di bitume al rullo di pellicola, e lampante come gia soltanto per esserci assuefatti a centocinquanta anni di pellicola sia da considerare rivoluzionaria l'idea scaturita dai prototipi del 1981 della still camera Sony Mavica,
(Sony Magnetic Video Camera, 1981)
presentata col seguente comunicato stampa:
la prima fotocamera ad essere equipaggiata con l'elemento che di fatto spazza via buona parte della sperimentazione dell'ultimo secolo e mezzo, ossia il sensore digitaleAugust 24, 1981
Revolutionary Video Still Camera Called "MAVICA" Disclosed by Sony
- Newly Developed Magnetic Disk Called "MAVIPAK" Used ?
Sony Corporation today announced that it has developed a revolutionary video still camera, embodying fully the advantages of advanced electronic technology in magnetic recording, CCD and IC semiconductors.
Called the MAVICA system, the new magnetic video still camera uses no photographic film and therefore does not require developing and printing processes which are indispensable to conventional chemical photography. This new video still camera represents an epoch-making innovation in the history of still photography.
The conventional camera has seen some improvements over the years, such as the change from dry plate to film, the use of electronics in certain parts, and the reduction of size and weight. However, for more than 140 years since the invention by Daguerre of France, there has been no fundamental change in the concept and technology of photography, in which images are recorded on film through chemical reactions of photo-sensitive materials.
Sony's MAVICA system replaces each chemical processes with @m electromagnetic system. The MAVICA is no larger than a conventional 35mm single-lens reflex camera. An image that comes through the lens is converted into electronic signals by a solid-state imager called CCD (Charge Coupled Device), previously developed by Sony. The signals are recorded on a very small magnetic disk called MAVIPAK that Sony has developed for the new camera system.
The newly developed memory medium called MAVIPAK can record 50 still color pictures. The recorded pictures can be viewed immediately on the home TV set through a specially designed playback unit called the MAVIPAK Viewer. MAVIPAK pictures require no developing or printing processes such as required in chemical photography. It is expected that hard copies of color pictures can be produced from the MAVIPAK by means of a new color printer now under development by Sony.
(sensore Nikon formato DX)
elemento che consente di registrare sulla sua superficie una quantita variabile di dati in funzione della sua risoluzione espressa come risultanza della densita di pixel (gli elementi, o celle, fotosensibili di cui si compone) in ragione delle sue dimensioni fisiche: quindi espressione della quantita di pixel di cui si compone l'immagine registrata.
Immagine poi, che per essere "trasferita", necessita di un supporto fisico su cui essere trasportata, nel caso delle Sony Mavica addirittura dei floppy disk da 2 pollici, oggi (a 33 anni dalla prima Sony), con una quantita incommensurabile di supporti di memoria che spaziano dalle mere schede Compact flash e simili, in dotazione alle attuali fotocamere digitali, fino alle memorie flash portatili, collegabili al pc via usb, fino agli hard disk fissi e portatili delle macchine elettroniche che popolano le nostre case.
In sostanza cominciando a diffondere una visione diversa della Fotografia, intesa non piu come sistema di impressione fisica, bensi di condivisione elettronica delle stesse, che e poi il vero concetto rivoluzionario del nuovo sistema!
La stampa delle immagini ottenute, per centocinquanta anni passaggio obbligato del procedimento fotografico (salvo la breve primavera delle pellicole invertibili, comunemente dette diapositive, che venivano piu proiettate piuttosto che stampate), sembra diventata oggi un momento accessorio della gestione delle immagini: un'opportunita, sia pur necessaria, per poter valutare realisticamente il risultato finale del procedimento stesso;
ma in mancanza di una necessita specifica (test di attrezzatura, lavoro commissionato, esigenze di rappresentazione espositiva) la tendenza degli ultimi dieci anni dell'esperienza visiva fotografica e quella di rimanere entro i confini elettronici del mezzo che li ha creati e che ne consente contemporaneamente la gestione e l'archiviazione: il computer e le sue periferiche.
Resta opportuno ricordare quanto differente possa essere la resa di un sistema digitale se paragonata ai diversi formati di sensore oggi reperibili in commercio, a partire da quelli da 1/8 di pollice della maggior parte delle videocamere consumer e delle compatte fotografiche di basso livello, procedendo per lo standard piu diffuso tra le compattine, quello dei 2/3 di pollice, le cui superfici sono visibilmente inferiori a quelle dei sensori delle reflex digitali formato 4/3 (Olympus in prevalenza) e delle principali reflex DX (detto anche APS-C) il cui formato e ancora 1,5 volte inferiore per dimensioni al formato pellicola 135, inventato da Ernst Leitz nel 1935 e che ancora oggi e punto di riferimento dimensionale nei sensori FX o Full Format delle principali reflex professionali .
In mezzo si pongono i nuovi formati sensore delle macchine ad obiettivi intercambiabili prive di specchio, mirrorless e di mirino ottico, ormai prevalentemente elettronico: esse spaziano dal ridotto formato CX delle Nikon al 4/3 abbracciato da un consorzio di produttori, fino allAPS-C dei sensori piu grandi: aspettando da un momento allaltro anche le mirrorless FF
Vale la pena evidenziare come la ricerca tecnologica degli ultimissimi tre, quattro anni abbia una volta di piu' percorso passi da gigante nella realizzazione di apparecchi reflex digitali equipaggiati con sensori che hanno raggiunto le dimensioni della "vecchia" pellicola formato 35mm, contemporaneamente riuscendo a contenere i costi che fino a dieci anni fa, rendevano impossibile per la maggior parte degli utenti accedere all'acquisto degli apparecchi allora disponibili.
Il formato sensore oggi, come il formato pellicola ieri, rapportato al soggetto ritratto, costituisce da sempre un elemento imprescindibile ai fini del corretto impiego del mezzo, sia dal punto di vista qualitativo in senso oggettivo, ma soprattutto dal punto di vista della prospettiva di insieme.
Le dimensioni del sensore oggi, della pellicola ieri, sono quindi caratterizzanti ai fini della qualita finale della stampa dell'immagine catturata (impressa virtualmente sulla pellicola, registrata elettricamente dal sensore): tanto caratterizzanti che, cosi come per tutto un secolo si disquisi sui pregi e difetti di piccolo, medio e grande formato (di pellicola) oggi, in era di sensori, si cerca di ottenere la "quadratura del cerchio" nella giusta composizione tra esigenze di densita di pixel e di dimensioni del sensore e prestazioni dinamiche dello stesso, raggiungendo ormai impressionanti densita da 18 e 24 milioni di pixel anche in apparecchi di fascia medio-bassa, rapportate a rapporti segnale/rumore talmente corretti da consentire amplificazioni di segnale che permettono ormai di fotografare a luce ambiente a indici di sensibilita che appena pochi anni fa erano decisamente impensabili.
Sulla fascia professionale di apparecchi esiste unalternanza di valori su questi elementi tale da non fare rimpiangere piu miti del passato come i dorsi digitali per il medio formato il cui costo resta proibitivo per la maggior parte dei fotografi anche professionisti avviati.
Oggi che i prezzi vanno abbassandosi si riescono a spendere anche solo diecimila euro per un dorso Phase One da 50Milioni di pixel
poco piu' di quindicimila per uno Hasselblad
Nella corsa attuale al miglior compromesso tra prezzo/prestazioni dei moderni sensori digitali stiamo vivendo una fase storica, nella quale si stanno affermando i nuovi canoni qualitativi dell'immagine prodotta dalla rivoluzione digitale: che non destabilizza il Mito della societa moderna votata all'Immagine, bensi lo riafferma nell'iterazione dell'atto della cattura della stessa, nello spostamento da mezzo a fine (dello strumento di ripresa) di cui ho gia parlato, che si traduce nell'incredibile quantita di supporti digitali adatti a produrre e/o contenere, miriadi di immagini, alcune valide, molte altre purtroppo, di dubbia o nulla utilita.
Il simbolo stesso dello strumento di cattura, la fotocamera, semplificato e svilito pur nell'incredibile ingegnerizzazione dell'altro status symbol di questa generazione: lo smartphone
ed ora anche il tablet
che hanno travolto ed ucciso da tempo il settore "low-end" delle vendite di quelle macchinette fotografiche compatte, semplici, di poco costo, che venivano regalate a bambini ed iniziandi all'arte di pensare un soggetto per rivederlo poi impresso sulla carta, al grido di slogan come...
"voi scattate la foto...al resto, ci pensiamo noi"
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8 Comments
Ai tablet và riconosciuto solo un pregio, il fatto che avendo uno schermo grande, la composizione della foto è avvantaggiata ...
ottima lettura storica fondamentale per iniziare.
grazie infinite a Max per questo splendido lavoro.
La Fotografia ha una storia e la fotografia che può conoscere chi inizia è quasi un'istantanea delle tante che La compongono.
La Fotografia non è scrivere con la luce - quello è il meccanismo che viene implementato dalla tecnologia che utilizziamo (sarebbe quasi come dire che la pittura è 'scrivere' col pennello) - ma è ciò che resta dello sguardo di uomini più o meno eccezionali, in-dipendente-mente dal supporto sensibile ...
Splendido lavoro, Max !
Ciao,
Adri.
Ottimo lavoro Max, molto interessante resta il fatto che nonostante la tecnologia avanzi l'immagine deve trasmettere emozione... come descritto dal recente articolo di Mauro sul grande Sudek.
Bravissimo Max, ottimo lavoro per tutta la serie e soprattutto "fruibile" (brutta parola ma non mi viene in mente la traduzione in...italiano).
alchimisti e tecnologi
Grazie a tutti per i complimenti ricevuti
Bell'articolo.
Mi piace la scelta di evitare un, seppur interessante, lunghissimo monologo sulla fotografia argentica. Sarebbe corretto dal punto di vista storico, ma poco utile ad un novizio armato di reflex digitale, andare a scervellarsi su certi elementi tecnici della fotografia analogica.
Oggi come oggi, destinerei lo studio approfondito di certe cose ad un corso intermedio se non addirittura avanzato.