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Nikkormat FTn
gen 13 2014 09:57 |
gpb01
in Fotocamere Reflex
La Nikkormat FTn ha per me un particolare valore affettivo. Fino ad allora avevo fotografato con una Voigtlander "Vito B" e l'arrivo in casa della Nikkormat FTn (una Nikon F o F2 era purtroppo impensabile per i costi) fu una gioia particolare ... la prima fotocamera reflex su cui potevo mettere le mani ! Era il 1970 ed avevo 13 anni !!!
Atene - Partenone - 21 Aprile 1970
Il sottoscritto con la sua Nikkormat FTn al collo
Solo ultimamente, grazie al regalo di un caro amico, sono rientrato in possesso di un modello identico a quello che avevo, che negli anni era stato venduto per passare a modelli superiori.
Nel 1965 Nikon lanciò la Nikkormat FT, la prima di una serie di fotocamere di "livello medio" che ebbero piuttosto successo. Da essa derivò, nel 1967, la Nikkormat FTn che fu particolarmente apprezzata da tutti quelli che all'epoca non potevano permettersi l'acquisto di fotocamere "professionali" come la Nikon F o la F2.
Essa divenne presto la fotocamera "entry level" per chi si voleva accostare al mondo delle SLR, con capacità di poter montare tutte le lenti Nikon dell'epoca, sia AI che AI-s.
Le differenze sostanziali con i modelli più costosi erano fondamentalmente l'impossibilit? di montare un "motore" per il trascinamento della pellicola e la calotta del pentaprisma "fissa" con un vetrino non sostituibile; vetrino con un area centrale a microprismi, di 4 mm di diametro, per l'aiuto nella fase di messa a fuoco, circondata da un'area satinata da 12 mm.
La Nikkormat FTn utilizzava lo stesso sistema "TTL" di misura dell'esposizione del Photomic TN. Entrambi usavano lo stesso sistema "center-weighted" dando più "peso" alla luce proveniente dalla zona centrale di 12 mm (60%) che al resto dell'immagine (40%).
Il sistema di misura dell'esposizione poteva essere impostato per utilizzare pellicole con sensibilità tra i 12 e i 1600 ASA e la cosa andava fatta regolando un "cursore" posizionato sotto l'attacco a baionetta :
Al momento del montaggio di un obiettivo, esso andava obbligatoriamente posizionato sull'apertura F5.6 e, una volta montato, l'apertura andava prima portata al massimo F (tutta chiusura) e poi al minimo F (tutta apertura) così che il sistema di esposizione potesse capire quale era l'apertura minima per quel obiettivo.
Conferma di aver effettuato correttamente questa operazione, era possibile guardando l'indicatore che si trovava a sinistra, sempre sull'attacco dell'obiettivo. Tale indicatore era predisposto per indicare aperture minime che andavano da F1.2 a F5.6 ; l'immagine che segue mostra l'indicatore nel caso del corretto montaggio di un obiettivo con apertura minima F2.8 :
Il corpo macchina é in lega di alluminio rifinito con placcatura in cromo, l'identificazione é piuttosto facile; la sigla "FT" precede il numero di serie inciso nella parte superiore della fotocamera, sotto la finestrella dell'esposimetro, mentre una "N" si trova sopra detta finestrella, vicino alla manovella per il riavvogimento. Le Nikkormat FTn furono disponibili sia in versione cromata che nera.
Al lato opposto si trova il contapose, la leva per l'avanzamento della pellicola ed il pulsante di scatto con l'apposita filettatura per l'utilizzo con il flessibile.
Vicino al pentaprisma é collocato il pulsante per la visione della "profondità di campo" (chiusura dell'obiettivo al diaframma prescelto);
La regolazione del tempo di scatto era possibile agendo su un apposita leva montata sempre sull'attacco per gli obiettivi e si poteva scegliere un tempo tra 1 ed 1/1000 di secondo, oltre la posa "B" :
Sul frontale, dal lato sinistro é ben visibile la leva per l'autoscatto (meccanico, circa 8"), mentre dal lato destro troviamo il pulsate di sblocco delle ottiche e la leva per bloccare in alto lo specchio.
Sul fianco destro si vede il meccanismo per lo sblocco dello sportello posteriore per la carica della pellicola :
e le due prese per il collegamento sia di "Flash Bulbs" ("M") che di "Flash Elettronici" ("X").
I tempi di sincronizzazione di questi due tipi di Flash erano differenti, 1/125" per la presa "X" (Flash Elettronici) e variabili, in funzione del tipo di "Flash Bulbs", così riassunti nel manualetto di questa fotocamera :
Nell'interno del mirino era sempre visibile la velocità selezionata (in basso) e, sulla destra, l'ago dell'esposimetro :
... la priorità poteva essere ... come volevate . Regolato il tempo, si poteva cambiare diaframma e controllare nell'oculare la lancetta dell'esposimetro al fine di portarla nella zona centrale, o viceversa, regolato il diaframma, si poteva cambiare il tempo al fine di raggiungere lo stesso scopo; insomma, completamente manuale, assistiti dall'esposimetro
Caratteristiche
- Visione attraverso il mirino del 92% dell'immagine
- Otturatore meccanico a scorrimento verticale funzionante anche senza batteria
- Lettura esposimetrica TTL di tipo "center-weighted" con rapporto 60/40.
- Gamma di misurazione: EV3 - EV17 a 100 ASA
- Possibilità di utilizzare pellicole con sensibilità da 12 a 1600 ASA
- Possibilità di montare ottiche con apertura massima da F1.2 a F5.6
- Accoppiamento diaframma da F1.2 a F32
- Baionetta F, possibilità di montare tutte le ottiche AI, AI-s, AF (purché dotate di forcella di accoppiamento, pena la perdita di funzionamento dell'esposimetro interno)
- Leva avanzamento pellicola con corsa di 135°. Utilizzaza anche come interruttore on/off dell'esposimetro
- Sincronizzazione sia con Flash elettonici che non tramite i due appositi terminali
- Pulsante per il controllo della profondità di campo
- Leva per il blocco in alto dello specchio
- Visione all'interno del mirino del tempo di scatto selezionato e dell'ago dell'esposimetro
Personali considerazioni
La ricordo come una macchina estremamente robusta ed affidabile (del resto tutto é affidato alla meccanica) che continuò imperterrita a funzionare, nonostante almeno un paio di volte, cadendo, io l'abbia sbattuta per terra (... potete immaginare con che piacere per mio padre ).
Sicuramente una grande "Nave Scuola" dove o gestisci correttamente Diaframma/Tempo/Messa a fuoco manuale, o ... butti gli scatti
Gli sono rimasto fedele e l'ho usata con soddisfazione fino all'uscita della F501 sostituita poi dalla F801s che ancora posseggo ...
... ma questa é un'altra storia
La Nikkormat FTn non fu ovviamente l'unico modello di Nikkormat che Nikon produsse, tutt'altro, questa serie di fotocamere fu prodotta in diversi modelli a partire dal luglio del 1965. Facciamo quindi una rapida carrellata su quella che fu la storia di questa famiglia di fotocamere :
Nikkormat FS
Prodotta dal luglio del 1965 fino al settembre del 1967 si differenzia dal modello di cui abbiamo dettagliatamente parlato per l'assenza dell'esposimetro incorporato e per la mancanza della leva "blocca specchio".
I numeri di serie riportano difronte la sigla FS e partono dal numero 7400001. Sembra sia stata prodotta solo in versione cromata.
Nikkormat FT
Prodotta dal luglio del 1965 fino all'agosto 1967 é la prima vera alternativa economica alla Nikon F. E' già dotata di autoscatto, misurazione TTL a piena apertura, leva per il sollevamento dello specchio, connettore per il sincro del Flash già ad 1/125", ecc. La scala della sensibilità e quella dei diaframmi é uguale a quella della Nikon F Photomic T.
I numeri di serie riportano difronte la sigla FT e partono dal numero 3100001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikkormat FTn
Prodotta dall'ottobre del 1967 al marzo del 1975. Si rimanda alle pagine precedenti per le caratteristiche.
Nikkormat EL
Entrata in produzione nel novembre del 1972 (per il mercato giapponese) é la prima fotocamera Nikon dotata di otturatore a controllo elettronico. La misurazione esposimetrica é a media ponderata e, impostato il diaframma, la macchina calcola il tempo con velocità comprese tra i 4" e 1/1000". E' dotata di un meccanismo per memorizzare i dati di esposizione che si attiva spingendo verso l'obiettivo la leva dell'autoscatto. Permette, tramite un selettore, la scelta della velocità di sincronizzazione, ed ha un pulsante per il controllo della carica della batteria tramite accensione di un LED.
Su questa fotocamera Nikon adotta, per la prima volta, il meccanismo di apertura del dorso tramite il sollevamento (dotato di sicura) del nottolino del riavvolgimento pellicola.
I numeri di serie partono dal numero 5100001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikkormat FT2
Entrata in produzione nel marzo del 1975, Nikon apporta su questa macchina alcuni aggiornamenti quali : la slitta per il Flash sopra il pentaprisma (slitta dotata del contatto "X"), l'unificazione dei sue contatti "M" e "X" in un unico contatto con commutazione automatica, un meccanismo per il blocco dell'impostazione della sensibilità della pellicola e l'aggiunta di una copertura in plastica nera sulla leva di carica (nonché sopra il bottoncino della profondità di campo).
I numeri di serie riportano difronte la sigla FT2 e partono dal numero 5000001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikkormat ELW
Entrata in produzione nel 1976, é praticamente una EL con possibilità di accoppiamento del motore AW-1 che venne messo in produzione contemporaneamente. Esso é alimentato da 6 batterie AA e permette l'avanzamento della pellicola a 2 fotogrammi al secondo.
I numeri di serie riportano difronte la sigla W e partono dal numero 7500001. Sembra sia stata prodotta solo in versione nera.
Nikkormat FT3
Entrata in produzine nel 1977 si adegua all'introduzione del sistema di ottiche AI (Automatic maximum aperture Indexing). Scompare quindi il perno per l'accoppiamento con la forcella delle vecchie ottiche Pre-AI e con esso l'indicatore della "massima apertura".
I numeri di serie riportano difronte la sigla FT3 e partono dal numero 6000001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikon EL2
Entrata in produzione anche essa nel 1977 é la trasformazione della Nikkormat ELW per adeguarla al sistema di ottiche AI. Viene aggiunto un correttore di esposizione da +2 a -1 EV e l'esposimetro monta una cella al silicio, molto più veloce e che permette di utilizzare pellicole da 12 a 3200 ASA. Notare che per questa fotocamera scompare il nome Nikkormat ed appare il nome Nikon.
I numeri di serie riportano difronte la sigla EL2 e partono dal numero 7800001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Bene, e con questa carrellata storica si conclude questo mio articolo sulla Nikkormat FTn, una fotocamera che ha un posto particolare nel mio cuore.
Guglielmo
P.S. : Solo per dovere di cronaca, la Voigtlander "Vito B" di cui parlo all'inizio era questa qui :
© 2009 - 2010 Guglielmo Braguglia per Nikonland - riproduzione riservata
Atene - Partenone - 21 Aprile 1970
Il sottoscritto con la sua Nikkormat FTn al collo
Solo ultimamente, grazie al regalo di un caro amico, sono rientrato in possesso di un modello identico a quello che avevo, che negli anni era stato venduto per passare a modelli superiori.
Nel 1965 Nikon lanciò la Nikkormat FT, la prima di una serie di fotocamere di "livello medio" che ebbero piuttosto successo. Da essa derivò, nel 1967, la Nikkormat FTn che fu particolarmente apprezzata da tutti quelli che all'epoca non potevano permettersi l'acquisto di fotocamere "professionali" come la Nikon F o la F2.
Essa divenne presto la fotocamera "entry level" per chi si voleva accostare al mondo delle SLR, con capacità di poter montare tutte le lenti Nikon dell'epoca, sia AI che AI-s.
Le differenze sostanziali con i modelli più costosi erano fondamentalmente l'impossibilit? di montare un "motore" per il trascinamento della pellicola e la calotta del pentaprisma "fissa" con un vetrino non sostituibile; vetrino con un area centrale a microprismi, di 4 mm di diametro, per l'aiuto nella fase di messa a fuoco, circondata da un'area satinata da 12 mm.
La Nikkormat FTn utilizzava lo stesso sistema "TTL" di misura dell'esposizione del Photomic TN. Entrambi usavano lo stesso sistema "center-weighted" dando più "peso" alla luce proveniente dalla zona centrale di 12 mm (60%) che al resto dell'immagine (40%).
Il sistema di misura dell'esposizione poteva essere impostato per utilizzare pellicole con sensibilità tra i 12 e i 1600 ASA e la cosa andava fatta regolando un "cursore" posizionato sotto l'attacco a baionetta :
Al momento del montaggio di un obiettivo, esso andava obbligatoriamente posizionato sull'apertura F5.6 e, una volta montato, l'apertura andava prima portata al massimo F (tutta chiusura) e poi al minimo F (tutta apertura) così che il sistema di esposizione potesse capire quale era l'apertura minima per quel obiettivo.
Conferma di aver effettuato correttamente questa operazione, era possibile guardando l'indicatore che si trovava a sinistra, sempre sull'attacco dell'obiettivo. Tale indicatore era predisposto per indicare aperture minime che andavano da F1.2 a F5.6 ; l'immagine che segue mostra l'indicatore nel caso del corretto montaggio di un obiettivo con apertura minima F2.8 :
Il corpo macchina é in lega di alluminio rifinito con placcatura in cromo, l'identificazione é piuttosto facile; la sigla "FT" precede il numero di serie inciso nella parte superiore della fotocamera, sotto la finestrella dell'esposimetro, mentre una "N" si trova sopra detta finestrella, vicino alla manovella per il riavvogimento. Le Nikkormat FTn furono disponibili sia in versione cromata che nera.
Al lato opposto si trova il contapose, la leva per l'avanzamento della pellicola ed il pulsante di scatto con l'apposita filettatura per l'utilizzo con il flessibile.
Vicino al pentaprisma é collocato il pulsante per la visione della "profondità di campo" (chiusura dell'obiettivo al diaframma prescelto);
La regolazione del tempo di scatto era possibile agendo su un apposita leva montata sempre sull'attacco per gli obiettivi e si poteva scegliere un tempo tra 1 ed 1/1000 di secondo, oltre la posa "B" :
Sul frontale, dal lato sinistro é ben visibile la leva per l'autoscatto (meccanico, circa 8"), mentre dal lato destro troviamo il pulsate di sblocco delle ottiche e la leva per bloccare in alto lo specchio.
Sul fianco destro si vede il meccanismo per lo sblocco dello sportello posteriore per la carica della pellicola :
e le due prese per il collegamento sia di "Flash Bulbs" ("M") che di "Flash Elettronici" ("X").
I tempi di sincronizzazione di questi due tipi di Flash erano differenti, 1/125" per la presa "X" (Flash Elettronici) e variabili, in funzione del tipo di "Flash Bulbs", così riassunti nel manualetto di questa fotocamera :
Nell'interno del mirino era sempre visibile la velocità selezionata (in basso) e, sulla destra, l'ago dell'esposimetro :
... la priorità poteva essere ... come volevate . Regolato il tempo, si poteva cambiare diaframma e controllare nell'oculare la lancetta dell'esposimetro al fine di portarla nella zona centrale, o viceversa, regolato il diaframma, si poteva cambiare il tempo al fine di raggiungere lo stesso scopo; insomma, completamente manuale, assistiti dall'esposimetro
Caratteristiche
- Visione attraverso il mirino del 92% dell'immagine
- Otturatore meccanico a scorrimento verticale funzionante anche senza batteria
- Lettura esposimetrica TTL di tipo "center-weighted" con rapporto 60/40.
- Gamma di misurazione: EV3 - EV17 a 100 ASA
- Possibilità di utilizzare pellicole con sensibilità da 12 a 1600 ASA
- Possibilità di montare ottiche con apertura massima da F1.2 a F5.6
- Accoppiamento diaframma da F1.2 a F32
- Baionetta F, possibilità di montare tutte le ottiche AI, AI-s, AF (purché dotate di forcella di accoppiamento, pena la perdita di funzionamento dell'esposimetro interno)
- Leva avanzamento pellicola con corsa di 135°. Utilizzaza anche come interruttore on/off dell'esposimetro
- Sincronizzazione sia con Flash elettonici che non tramite i due appositi terminali
- Pulsante per il controllo della profondità di campo
- Leva per il blocco in alto dello specchio
- Visione all'interno del mirino del tempo di scatto selezionato e dell'ago dell'esposimetro
Personali considerazioni
La ricordo come una macchina estremamente robusta ed affidabile (del resto tutto é affidato alla meccanica) che continuò imperterrita a funzionare, nonostante almeno un paio di volte, cadendo, io l'abbia sbattuta per terra (... potete immaginare con che piacere per mio padre ).
Sicuramente una grande "Nave Scuola" dove o gestisci correttamente Diaframma/Tempo/Messa a fuoco manuale, o ... butti gli scatti
Gli sono rimasto fedele e l'ho usata con soddisfazione fino all'uscita della F501 sostituita poi dalla F801s che ancora posseggo ...
... ma questa é un'altra storia
La Nikkormat FTn non fu ovviamente l'unico modello di Nikkormat che Nikon produsse, tutt'altro, questa serie di fotocamere fu prodotta in diversi modelli a partire dal luglio del 1965. Facciamo quindi una rapida carrellata su quella che fu la storia di questa famiglia di fotocamere :
Nikkormat FS
Prodotta dal luglio del 1965 fino al settembre del 1967 si differenzia dal modello di cui abbiamo dettagliatamente parlato per l'assenza dell'esposimetro incorporato e per la mancanza della leva "blocca specchio".
I numeri di serie riportano difronte la sigla FS e partono dal numero 7400001. Sembra sia stata prodotta solo in versione cromata.
Nikkormat FT
Prodotta dal luglio del 1965 fino all'agosto 1967 é la prima vera alternativa economica alla Nikon F. E' già dotata di autoscatto, misurazione TTL a piena apertura, leva per il sollevamento dello specchio, connettore per il sincro del Flash già ad 1/125", ecc. La scala della sensibilità e quella dei diaframmi é uguale a quella della Nikon F Photomic T.
I numeri di serie riportano difronte la sigla FT e partono dal numero 3100001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikkormat FTn
Prodotta dall'ottobre del 1967 al marzo del 1975. Si rimanda alle pagine precedenti per le caratteristiche.
Nikkormat EL
Entrata in produzione nel novembre del 1972 (per il mercato giapponese) é la prima fotocamera Nikon dotata di otturatore a controllo elettronico. La misurazione esposimetrica é a media ponderata e, impostato il diaframma, la macchina calcola il tempo con velocità comprese tra i 4" e 1/1000". E' dotata di un meccanismo per memorizzare i dati di esposizione che si attiva spingendo verso l'obiettivo la leva dell'autoscatto. Permette, tramite un selettore, la scelta della velocità di sincronizzazione, ed ha un pulsante per il controllo della carica della batteria tramite accensione di un LED.
Su questa fotocamera Nikon adotta, per la prima volta, il meccanismo di apertura del dorso tramite il sollevamento (dotato di sicura) del nottolino del riavvolgimento pellicola.
I numeri di serie partono dal numero 5100001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikkormat FT2
Entrata in produzione nel marzo del 1975, Nikon apporta su questa macchina alcuni aggiornamenti quali : la slitta per il Flash sopra il pentaprisma (slitta dotata del contatto "X"), l'unificazione dei sue contatti "M" e "X" in un unico contatto con commutazione automatica, un meccanismo per il blocco dell'impostazione della sensibilità della pellicola e l'aggiunta di una copertura in plastica nera sulla leva di carica (nonché sopra il bottoncino della profondità di campo).
I numeri di serie riportano difronte la sigla FT2 e partono dal numero 5000001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikkormat ELW
Entrata in produzione nel 1976, é praticamente una EL con possibilità di accoppiamento del motore AW-1 che venne messo in produzione contemporaneamente. Esso é alimentato da 6 batterie AA e permette l'avanzamento della pellicola a 2 fotogrammi al secondo.
I numeri di serie riportano difronte la sigla W e partono dal numero 7500001. Sembra sia stata prodotta solo in versione nera.
Nikkormat FT3
Entrata in produzine nel 1977 si adegua all'introduzione del sistema di ottiche AI (Automatic maximum aperture Indexing). Scompare quindi il perno per l'accoppiamento con la forcella delle vecchie ottiche Pre-AI e con esso l'indicatore della "massima apertura".
I numeri di serie riportano difronte la sigla FT3 e partono dal numero 6000001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Nikon EL2
Entrata in produzione anche essa nel 1977 é la trasformazione della Nikkormat ELW per adeguarla al sistema di ottiche AI. Viene aggiunto un correttore di esposizione da +2 a -1 EV e l'esposimetro monta una cella al silicio, molto più veloce e che permette di utilizzare pellicole da 12 a 3200 ASA. Notare che per questa fotocamera scompare il nome Nikkormat ed appare il nome Nikon.
I numeri di serie riportano difronte la sigla EL2 e partono dal numero 7800001. E' stata prodotta sia in versione cromata che nera.
Bene, e con questa carrellata storica si conclude questo mio articolo sulla Nikkormat FTn, una fotocamera che ha un posto particolare nel mio cuore.
Guglielmo
P.S. : Solo per dovere di cronaca, la Voigtlander "Vito B" di cui parlo all'inizio era questa qui :
© 2009 - 2010 Guglielmo Braguglia per Nikonland - riproduzione riservata
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5 Comments
Articolo che ho letto con immenso piacere ... e con un po' di nostalgia ... io ne sono ancora in possesso, dal 1969, quando il mio primo stipendio mi consentì di comprare il corpo macchina e un mese dopo, il secondo stipendio, l'obiettivo. Mai, mai avuto un problema, anche con uso in condizioni non facili (pioggia, neve, barca, sabbia...) e mai portata in laboratorio neanche per una "pulizia": che effettuavo io periodicamente con molta cura; allora l'apparecchio era comunque provvisto di garanzia "a vita" COFAS (sarà ancora in vigore?) ma penso che non ce ne sarà mai bisogno.
Carlo
Articolo molto interessante.
Una curiosità: perché queste macchine si chiamavano Nikkormat? Immagino che il motivo sia stato per differenziarle dalle altre, di qualità e prestazioni maggiori: è così?
E perché il marchio è stato poi abbandonato?
Dai Guglielmo: hai fatto 30, fai 31!
Ciao,
A.
L'altro suffisso molto in voga era "MATIC".
Marco, l'unica reflex Nikon in commercio dal 1959 era la Nikon F, l'ammiraglia professionale che aveva affiancato e poi sostituito le telemetro.
Era il periodo di transizione massiccia dal telemetro alla reflex ma i costi erano salati per i fotoamatori. Una Nikon F con un 50/2 costava qualche mese di stipendio.
Per lanciare modelli amatoriali senza che potessero essere confusi con quelli professionali, Nikon puntò prima ad un modello economico prodotto in collaborazione con Mamiya e Seikosha e poi ad un altro modello costruito tutto in proprio.
La differenziazione del marchio sembrò necessaria (anche per non offendere i professionisti e chi spendeva le cifre necessarie per comprare la F) e Nikon - che a quei tempi si chiamava ancora Nippon Kogaku - decise di usare il marchio Nikkor, quello in uso sulle ottiche dal 1933.
Quindi la prima famiglia - non troppo fortunata - venne chiamata Nikkorex, la seconda che invece rappresentò la svolta in campo amatoriale per Nippon Kogaku, venne chiama Nikkormat in occidente e Nikomat in Giappone.
Sono nomi di fantasia che in qualche modo ricorrono sul mercato anche di altre case produttrici. Un vezzo di Nikon è stato quello di non chiamare ai primi tempi Nikon ciò che andava in Germania per evitare interferenze con il marchio Ikon di Zeiss. E di qui Nikkormat.
La Nikkormat era paradossalmente più avanzata della Nikon F, incorporava l'esposimetro dentro al pentaprisma, il suo ciclo di vita si accavallo anche con quello della Nikon F2, in alcune versioni incorporò i primi chip elettronici per il controllo dell'otturatore e dell'esposimetro. Già a quell'epoca progettati da Nikon. Le Nikkormat rappresentaro il laboratorio sperimentale di Nikon le cui derivazioni influenzarono tutta la produzione del futuro.
Per questo il suffisso MAT in qualche modo ricordava l'evoluzione, l'automazione, il progresso. Ma si tratta comunque di marketing.
Con il 1977 e la presentazione del sistema AI, venne deciso di uniformare tutta la produzione con il marchio Nikon.
La prima fu la Nikon EL2 del 1977 - che in realtà era la versione 2 della Nikkormat EL - e di li nel 1979-1980 vennero presentate le varie Nikon FM ed FE e derivate in sostituzione delle Nikkormat FT3 e la Nikon F3 per la F2.
In questa foto :
si vedono i tre marchi, Nikkormat, Nikkor e Nippon Kogaku. Manca quello Nikon
qeusta invece era la Nikon F destinata al mercato tedesco e marchiata Nikkor
Quindi in Germania c'erano la Nikkor F per i professionisti e la Nikkormat per i fotoamatori
Il marchio di fabbrica impresso in ogni caso sul corpo macchina e sui tappi era Nippon Kogaku Tokyo.
Fin dal 1959, scelte di politica aziendale e marketing: nulla di nuovo sotto al sole!