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Questo mondo è meno bello che in fotografia!


Dedico queste righe a Luca Bugamelli. Luca era un fotografo che viveva di ritratti ai bimbi, di cresime, comunioni e matrimoni. La rivoluzione digitale gli ha portato via il lavoro e il suo negozio, sul sagrato della chiesa. Una male grave e spietato lo ha portato via da questa vita. Luca era del '68, come me. Non posso non pensare a sua moglie, ai suoi bambini, alle sue sorelle, che proprio in questi giorni misureranno il gelo profondo del vuoto, il peso violento dell'assenza di una persona amata che non c'è più. Luca era un Fotografo e non un "photoshoppografo" per questa ragione le riflessioni che seguono mi rimandano a lui, alla sua storia, che poi, per evidenze anagrafiche, è la storia di tutti quelli che hanno iniziato a fotografare nel '900.
 
Ho scritto queste osservazioni più di un anno fa. Ho temporeggiato ad aprire una discussione, un confronto, perché è una faccenda che mi spiazza, mi mette in difficoltà. La notizia che il WPP edizione 2015 ha dovuto scartare il 20% delle foto selezionate per eccesso di elaborazione, mi ha fatto decidere. Eliminare dalla corsa delle finaliste 1 foto su 5, non è un dato da sottovalutare. Significa che qualcosa sta cambiando, in modo massiccio, comune e diffuso, nel modo di fare fotografia. Anche Ansel Adams operava pesanti interventi sull'immagine, ma rimaneva un fotografo e non un "illustratore". Ora l'accessibilità universale ed "easy" all'elaborazione dell'immagine rende il confine tra fotografo e illustratore molto più labile, e forse mi vien da pensare che nemmeno possa più esistere. E io da che parte sto? Non lo so ancora.
 
Immagine Allegata: 1.jpg
camera chiara ... al buio
 
Accendo il computer e scopro l'isola che non c'è.
Volte notturne affollate di stelle e galassie, nubi infuocate, cieli azzurri popolati da bianchissimi nembi illuminano e dominano paesaggi dai verdi squillanti, dalle rocce rosse, gialle e blu venate di ogni cristallo immaginabile. Queste sono le immagini che popolano i social network di ogni forma senso e tipo. Si, ma io non son mica nato ieri, e un po' di mondo l'ho visto (poco) e in questo mondo, questo qui sul quale tutte le mattine poso i piedi quando balzo giù dal letto, io questi bei colori Puro Pantone li ho incontrati raramente e, nel caso, difficilmente tutti insieme. Sarò nato sfortunato? Sarà che non sono "buono" a cercare le foto? Purtroppo mi sa che la faccenda è un po' differente e tira in ballo una parola che sembrerebbe azzeccarci poco con la fotografia. Quella parola è Pudore.
 
Immagine Allegata: 2.jpg
I colori del crepuscolo sono inconoscibili. La fotocamera li vede. Che faccio, li butto?
 
Immagine Allegata: 3.jpg
Mentre mi procuravo i geloni a mani e piedi il cielo sopra la testa non era mica una luminaria del genere. Le stelle le ho cavate dal RAW con le tenaglie di Lightroom.
 
Non credo che occorra lanciarsi in analisi approfondite sul diritto di manipolazione dell'immagine, sul contenuto iconografico, sulla comunicazione, sull'etica della fotografia. Per come la vedo io la faccenda si gioca tra quello che osserviamo con i nostri occhi, nel mondo, e quello che la fotocamera digitale riesce a catturare. La nostra fotocamera, nonostante gli sforzi prima della chimica e oggi dell'elettronica, può solo approssimare quello che vediamo. Con questo presupposto risulta evidente che non esiste una realtà assoluta, una visione da museo di Sevres dei Pesi e delle Misure e, del resto, il senso della vista può variare da un essere umano ad un altro (i semafori hanno tre lanterne per i daltonici). Quindi non si tratta di non essere fedeli alla realtà, questa è una critica infantile che comunque qualcuno ancora tira fuori. No la faccenda è più sottile. I fotografi ai tempi del film erano sottoposti a vincoli decisamente rigidi, si poteva scegliere una emulsione piuttosto che un'altra, utilizzare filtrature ad oc ed intervenire, limitatamente, sulla stampa finale. Era evidente come il campo d'azione fosse comunque ristretto. L'elettronica ha rotto ogni catena, sciolto tutti i legacci, abbattuto qualunque steccato e i cavalli sono scappati (e pure le mucche), in tutte le direzioni. In Post Produzione sullo schermo di un PC delle nostre foto possiamo fare praticamente di tutto, ed è qui, in questa libertà, che si nasconde il boccone avvelenato, perché è naturale agire per ottenere quello che avremmo voluto vedere (e che chiunque vorrebbe vedere) piuttosto che riprodurre quello che abbiamo realmente visto, di cui siamo stati testimoni, ma quando questa azione supera una certa soglia (invisibile) allora si è perso qualcosa che io chiamerei "il comune senso del Pudore". Ecco spiegato il riferimento.
 
Immagine Allegata: 4.jpg
Con le diapositive questa foto me la SCORDAVO! Ora con LR bastano trenta secondi di pennello selettivo.
 
Immagine Allegata: 5.jpg
SPUDORATO. Lungo la statale Padana superiore le spighe ondeggiavano nel vento e nel BUIO PESTO. Con un Trick ti apro le ombre e la magia è fatta.
 
Immagine Allegata: 6.jpg
Il mare della Baia di Porto Conte in Sardegna è Verde. Forse non proprio così verde, ma non è colpa mia: ho alzato solo il contrasto e aumentato l'esposizione :)
 
Immagine Allegata: 7.jpg
Io sono stato nel bosco a sinistra. Quello a destra è saltato fuori in salotto.
 
Ma no Valerio, esageri, sei solo un rompicoglioni.
Che sarà anche vero, ma non sono troppo convinto che la faccenda si possa liquidare così. Facciamo qualche esempio. Decidiamo di andare in vacanza in un certo luogo di cui abbiamo visto fotografie magnifiche, spettacolari; giunti in loco scopriamo che sì, è bello, ma oggettivamente c'è sempre un po' di foschia, il cielo infuocato non lo vediamo mai e i cespugli sono sì verdi, ma un verde normale, un verde bello, ma che non urla come le fronde di quercia la prima settimana di maggio. Allora da fotografo non commerciale, che non deve soddisfare alcun cliente e che fotografa per il piacere di raccontare a sè stesso e a chi ha voglia e tempo di passare di qui, perché scivolare in questa traduzione esclamativa della percezione visiva? Perché!
Perchè è bello. E' bello cavare da una scena sciatta, piatta, povera di colore e di toni, un'immagine accattivante, affascinante. Altre volte è utile, nel senso che consente di apprezzare dettagli altrimenti offuscati e incerti, come nelle mie riprese fangose nelle acque dolci di casa che prendono vita solo attraverso l'uso di Lightroom.
 
Immagine Allegata: 8.jpg
La Lama Grande di San Nazzaro Sesia è popolata di carpe di 10-20kg. Vederle nella "murky water" è una bella sfida.
 
Ecco qui, presto trovato, un esempio di inganno innocente, ma pur sempre di inganno. Il lettore ignaro, guardando la sola foto di destra, potrebbe ragionevolmente supporre che la Lama grande di San Nazzaro Sesia sia una polla sorgiva stile Mnzima Springs e non uno stagno fangoso ed eutrofico con acque che in estate toccano i 30°C ed in cui solo le alghe brune riescono a sopravvivere soffocando tutte le altre piante acquatiche. Sarà anche stata innocente la mia intenzione iniziale, quella di far vedere "meglio" i dettagli della carpa, ma alla fin fine ho raccontato una bugia, una bugia bella grossa.
 
Ma bravo, e l'interpretazione del fotografo dove la metti?
C'è anche questa questione da tener in conto, però vorrei far notare: ma possibile che tutti TUTTI si abbia la stessa "interpretazione"? E' sì diamine, si punta sempre e comunque a togliere dai piedi la foschia, a tirar fuori qualche colore (il BN è un 'altra faccenda), a rinforzare i contrasti e a scandagliare ogni dettaglio con il miglior "sharpening" disponibile (no questa no, io, per pigrizia, mi chiamo fuori). Infatti non è la tendenza comune che mi fa scattare l'impulso di scrivere, ma l'eccesso, l'uso smodato. Un limite dovrà pur esistere, una soglia che più che dal buon gusto, dovrebbe essere definita dal "comune senso del pudore" (ecco che torna). Una soglia che mi dice che con +25 sulla scala della saturazione siamo fuori dalla grazia di Dio, che la curva dei toni non l'ha scritto Mosè che debba essere SEMPRE una S impennata, che Chiarezza e Vividezza sono dei booster da usare con grano salis. Insomma, una cosa è compensare la limitazione di gamma di un file con gli strumenti utili per equilibrare i toni, aprire le ombre e abbassare le alte luci, avvicinando il risultato a quanto immaginiamo di vedere in condizioni "climatiche" ideali (e fortunate), un'altra è agire con questi strumenti per mostrare qualcosa che nessuno ha mai visto perché, semplicemente, non esiste. Il passo è breve, e sono qui a parlarne perché la vertigine è forte. E' forte la tentazione di tirare fuori colori da qualcosa che quel colore non ce l'ha, o meglio, ne ha di meno. Sembra una cosa da nulla, un gioco, eppure di quel gioco ne stiamo forse diventando involontariamente schiavi?
 
Immagine Allegata: 9.jpg
E qui ho interpretato di brutto perchè il Flat Iron era una stecca nera nel cielo che prometteva acqua. 
 
Immagine Allegata: 10.jpg
I pioppeti son pure affascinanti, ma vuoi mettere con un bosco vero? Beh "interpretando" con un WB a sentimento va che bel che salta fuori
 
 
Concludo con il Paradosso del terzo Millennio.
Vedo la fotografia di oggi, complice la rivoluzione digitale, avvitata in un paradosso. Il paradosso sta nel mostrare un mondo meraviglioso come questo pianeta, ahimè, non è più. Mentre mari, fiumi, foreste, le campagne, i paesi e le città, imbruttiscono, si consumano o semplicemente degradano sotto il peso, la pressione, della crescenti necessità di una popolazione mondiale in inarrestabile crescita, per contrappasso le immagini di bravissimi fotografi di ogni estrazione e nazionalità ci raccontano una di storia meraviglie, di colori al boombastick, un racconto per immagini di una qualità mai raggiunta prima d'ora. Se questo non è un paradosso allora tocca rivedere il Devoto Oli perché il caso in esame mi pare calzi proprio a pennello.


46 Comments

Foto
Adriano Max
mar 02 2015 10:38

Non so se sono bugie. Sono bugie per gli occhi degli uomini. Ma queste non sono immagini degli occhi degli uomini: sono gli occhi di strumenti che penetrano la realtà e la vedono come noi NON siamo capaci. Sono gli occhi che verranno montati su robot, sistemi di sorveglianza, esploratori del cosmo sia sulla Terra che nello Spazio siderale ... il mondo è più bello che in fotografia. La foto non ha temperature, odori, sensazioni. Fare la foto alla Luna con un supermegatelescopio o una sonda che ci atterra NON è affatto lo stesso che vivere l'esperienza di atterrarci sopra e provare a viverci per qualche istante ... e la Luna è anche sott'acqua, sulla mia scrivania, dentro gli alberi viventi, dentro noi che guardiamo la pioggia o il cielo sereno ...

;)

 

Ciao,

Adri.

Si, la penso esattamente come Adriano.

 

Io questo articolo, lo avrei scritto totalmente al contrario, magnificando la possibilità che abbiamo nella nostra generazione di fotografi, di andare oltre l'ordinario e senza l'intervento dell'omino del negozio fotografico (senza riferimento al Sig. Bugamelli che io non ho mai conosciuto).

 

Le altre considerazioni (etiche, storiche, ecologiche) sfiorate nell'articolo sono condivisibili. ma io ho appena saputo che per la prima volta in un secolo la popolazione delle tigri indiane è aumentata (e del 30% nel numero di individui adulti) grazie alle regole di protezione imposte dal governo.

 

Il bicchiere è sempre mezzo pieno. Anzi, io lo vedo sempre pieno per tre-quarti ;)

Foto
Leonardo Visentìn
mar 02 2015 10:47

Il discorso va letto in ambo i modi. E' straordinario come quelle cose che io vedo nel mondo la fotocamera le cattura in un modo differente, e io per tentare di riportarle all'originaria visione spesso ci aggiungo dell'altro ancora e il risultato è qualcosa di differente da entrambe le realtà (perché è reale che la reflex ha un SUO modo di registrare la luce). Vero è che fra 10 anni a sviluppare la stessa foto in camera chiara il risultato muta.

Valerio, tu ti sei limitato a definire "arte". 

É da qualche decina di migliaia di anni che le rappresentazioni della realtá sono "abbellite". O davvero tu credi che gli uomini delle caverne andassero da soli contro frotte di bisonti, abbattendone ogni volta a decine con archi rudimentali?

 

Insomma, abbellire la realtá é ció che distingue un elefante che disegna delle linee senza capirle a forza di pungolate dietro le orecchie, ed un essere umano. 

Se non si accetta nemmeno questo, e ci si lamenta anche di questo... boh, io non ho niente da dire in proposito. 

In questo caso, evitate di leggere tutto ció che segue.

 

 

É l'arte e la sua storia che ha spinto l'uomo verso il "bello", non solo verso la fedele e noiosa riproduzione. 

Quella la si lascia ai poveri di spirito, o in maniera del tutto diversa ai reporter, che hanno un fine totalmente differente da qualsiasi altro osservatore. 

 

Se tutto diventa documentario, non c'é  spazio per la crescita, il sogno ed il bello, appunto. 

 

Non si puó fare un pastone unico di una rappresentazione artistica e di una rappresentazione documentaristica.

Non é corretto, é una brutta banalizzazione.

E non é corretto nei confronti di chi non vuole semplicemente rappresentare la realtá, ma vuole interpretarla, farla sua e veicolare un pensiero proprio, per quanto banale e comune sia. 

 

Se poi il pensiero é, appunto, banale e comune, l'opera andrá nel dimenticatoio dei social networks. 

Ecchissenefrega.

Nella storia sono sempre stati molti di piú gli artisti falliti che quelli degni di nota. É nello stato delle cose, e forse nella definizione stessa di artista

 

Ma per favore, non facciamo l'errore di pensare che tutti i fotografi debbano sempre, solo e solamente fare una mera rappresentazione della realtá, senza metterci niente di piú. 

Altrimenti si cade nell'errore di dare tutta la colpa ad un mezzo, scambiandolo per un fine. 

 

Magari per molti é cosí (ecchissenefrega volume secondo), mentre per altri resta un mezzo.

E si manca di rispetto a tutti questi "altri", denigrandoli gratuitamente. 

 

Ripeto, non tutta la fotografia é una semplice rappresentazione della realtá, comunque la si intenda.

Non lo é mai stata, ed i mezzi tecnologici che via via sono stati sviluppati in fotografia sono stati tutti creati per andare "oltre". 

 

Tutti: dalla flessibilitá aggiunta dalle rangefinder rispetto ai banchi ottici, superata dalla flessibilitá delle reflex. Ed ancora verrá aggiunta da altro in un prossimo futuro.

Lo sviluppo dei supporti sensibili, sempre piú complessi (ma non necessariamente fedeli alla realtá, anzi!) e sensibili. 

Il "digitale" é solo uno dei moltissimi elementi distintivi dello sviluppo di una forma artistica. 

a_

 

P.S. Il 20% di foto scartate dal WPP é altra cosa ancora...

Al WPP devono mettersi d'accordo tra di loro su cosa vogliono, perché non lo sanno per nulla.

Gli sta bene una scena del tutto costruita a tavolino, se veicola un certo messaggio.

Ma non gli stá bene un mezzo sacchetto photoshoppato via, o peggio ancora discutono per mesi su una vignettatura aggiunta ad una foto, per il resto perfettamente "fedele". 

Ma di che parlano? 

Dei soggetti in posa sono piú naturali di uno sviluppo in camera chiara?

Se é cosí (ed é cosí), farebbero bene a darsi una calmata, prendere un respiro profondo e prendersi una vacanza di qualche anno, perché sono loro ad essere fuori luogo, non chi sta sul campo a fare fotografie...

Non so se sono bugie. Sono bugie per gli occhi degli uomini. Ma queste non sono immagini degli occhi degli uomini: sono gli occhi di strumenti che penetrano la realtà e la vedono come noi NON siamo capaci. Sono gli occhi che verranno montati su robot, sistemi di sorveglianza, esploratori del cosmo sia sulla Terra che nello Spazio siderale ... il mondo è più bello che in fotografia. La foto non ha temperature, odori, sensazioni. Fare la foto alla Luna con un supermegatelescopio o una sonda che ci atterra NON è affatto lo stesso che vivere l'esperienza di atterrarci sopra e provare a viverci per qualche istante ... e la Luna è anche sott'acqua, sulla mia scrivania, dentro gli alberi viventi, dentro noi che guardiamo la pioggia o il cielo sereno ...

;)

 

:)

a_

Foto
Adriano Max
mar 02 2015 11:15

Tu comunque Valerio sei un grande: hai senz'altro colto le innumerevoli sfaccettature di cui parliamo, ma sei 'puro': figlio di quella Fotografia Naturalistica che non vuole spettacolizzare, alterare o edulcorare in qualsiasi modo nella pratica fotografica ciò che fotografando ti ha invece meravigliato tanto da metterci dentro le stelle cavandole da Lightroom ! E cavale 'ste stelle ! ci illumini sempre con la tua squisita fotografia e la tua leggerezza d'animo profondo !

:)

 

Ciao,

Adri.

Foto
mircodemo
mar 02 2015 11:21

Ciao a tutti. Per me al WWPP hanno fatto benissimo a squalificare quelle fotografie perché c'è quella parolina nel nome del concorso, Press, che dovrebbe significare "verità".

 

Valerio capisco perfettamente il tuo punto di vista e apprezzo molto il come sei riuscito ad esporlo.  

Foto
Fab Cortesi
mar 02 2015 11:27

Valerio condivido la tua visione/critica pero mi trovo pienamente d'accordo con Andre_.

Ma bisognerebbe fare dei distinguo.

 

La fotografia non puo e deve essere solo una mera rappresentazione della realta, perche prima bisogna classificare che cosa sia la realta.

Le arti si sono evolute da quando l'uomo ha avuto modo di farla sua e riprodurla, includo anche la pittura se pensi l'uomo ha variato nei secoli la scelta dei materiali e dei colori proprio perche supportato dalla tecnologia e dal desiderio di "perfezionarsi" e perfezionarla.

Potrei estenderla al cinema e alla fotografia....e a molto altro.

 

Concordo sul fatto che a volte la si vuole distorsionare e rendere cosi migliore da alterarne la realta pero il limite, se esiste, lo dettiamo noi sia nella rappresentazione sia nella visione.

Oltretutto perche a volte il limite sta negli occhi degli umani e nella capacita del cervello di rielaborare le immagini, e se questi ochhi sono miopi o ipermetropi dovremmo insomma rappresentare la realta con questi occhi deficitari?

Oppure quanti di noi vedono il mondo in B&W, non e' o sarebbe anche questo un mentire?

 

Alterare o stravolgere una foto e' una scelta dell artista o di chi la rappresenta, ma anche di chi la vede, legge e analizza.

Bisogna contestualizzare, creare delle categorie e chiaramente rispettare le regole pero queste regole non sono universali.

 

Ho sempre una domanda che mi balena per la testa e va letta bidirezionalmente,  e la applico alla vita intera:

Where is the limit!

 

 

Ad Maiora!

 

Fab 

Foto
Valerio Brùstia
mar 02 2015 11:29

Il riferimento a Luca è per me doveroso. Luca era uno del giro, del mio giro, del tempo in cui internet era una parola e niente di più. Detto questo non penso che esista un Giusto e un Sbagliato, un Vero o un Falso. Però non potete dirmi che non vi siete accorti che qualcosa è cambiato. Ieri sfogliavo la rivista Dove (raro che mi capiti, ma per caso è arrivata a casa). Parliamo di viaggi e di luoghi. Quanto PS quanto!. Fatto bene per carità, non sempre ma in genere bene. Fa venir voglia di partire ed andare SUBITO a visitare quei luoghi. Poi vedo il  segno della mascheratura sfumata, là sopra i pini dove inizia il cielo e mi chiedo, perchè? Perchè necessariamente usare il GRASSETTO, va usato certo mica dico di no , ma sempre?

 

Il mio richiamo voleva essere su quel SEMPRE, che forse è giusto perchè io stesso non ce la faccio, non riesco a lasciare uno scatto così come l'ha prodotto la fotocamera, è più forte di me. La misura dell'intervento però penso che debba avere un qualche senso. Di questo mi sto interrogando, non di altro.

Ciao a tutti. Per me al WWPP hanno fatto benissimo a squalificare quelle fotografie perché c'è quella parolina nel nome del concorso, Press, che dovrebbe significare "verità".

 

A parte il fatto che non sono riuscito a trovare il termine truth nella definizione di "press"...

 

Ma cosa differenzia questa foto:

Immagine Allegata: bjuz3ayuj4o9ugpll5uf_1.jpg

 

da questa?

Immagine Allegata: post-1703-0-02286900-1424746820.jpg

(foto di Leonardo)

 

Entrambe sono costruite a tavolino.  :rolleyes:

Perché una dovrebbe essere piú "vera" dell'altra? (Perché siamo d'accordo tutti, spero, che quella di Leonardo non é una "press photo" ;) )

 

Eppure la vincitrice del WPP é un'ottima foto, veicola un messaggio reale, eccetera, eccetera, eccetera...

Ma un mezzo sacchetto tagliato, in una foto altrimenti presa senza che il fotografo creasse la scena ad arte, no. Quella non va bene.

Bah.

a_

Foto
Leonardo Visentìn
mar 02 2015 11:40

Sulla misura sono d'accordo con Valerio, oltre un certo punto non parlatemi di fotografia, di fotopittura, o fotoelaborazione, ma già non è più la mera luce a scrivere ma siamo noi a forgiarne l'esito. Che non necessariamente è un male, anzi, ma terrei il distinguo.

Il riferimento a Luca è per me doveroso. Luca era uno del giro, del mio giro, del tempo in cui internet era una parola e niente di più. 

Credo sia stato compreso, ed il non citarlo nelle risposte non sia certo un volerlo ignorare, ma semplicemente rispetto per un soggetto intimo e doloroso, che purtroppo molti di noi conoscono e vivono/hanno vissuto sulla propria pelle. 

a_

Foto
Valerio Brùstia
mar 02 2015 11:54

Infatti Andre_ è una critica infantile ridurre la faccenda a vero/falso, non ha senso e l'ho scritto (char 18 adatto anche ai portatori di lenti bifocali). E' la Misura che occorre valutare, Leo mi sa che ha colto. E ancora come dice Leo non è mica un peccato o una fesseria, ma vorrei capire: quando parliamo tra di noi ci esprimiamo con un linguaggio colloquiale, come stiam facendo ora , o ricorriamo sempre e comunque al volgare del duecento? Magari scritto come le miniature dei monaci Emanuensi. 

Infatti Andre_ è una critica infantile ridurre la faccenda a vero/falso, non ha senso e l'ho scritto (char 18 adatto anche ai portatori di lenti bifocali). E' la Misura che occorre valutare, Leo mi sa che ha colto. E ancora come dice Leo non è mica un peccato o una fesseria, ma vorrei capire: quando parliamo tra di noi ci esprimiamo con un linguaggio colloquiale, come stiam facendo ora , o ricorriamo sempre e comunque al volgare del duecento? Magari scritto come le miniature dei monaci Emanuensi. 

Non credo di avere fatto una critica infantile, ma non mi sottraggo se dici che si capisce solo questo. 

 

Ma se devo riassumere il mio intervento di prima... Secondo me non c'é un punto che divide una cosa dall'altra

É del tutto inutile cercare un punto in comune, perché le valutazioni sono tante almeno quanti sono i soggetti che intervengono nella discussione.

 

E l'esempio della foto vincitrice del WPP di quest'anno a mio parere é perfetto. 

Secondo le regole che la giuria del WPP ha sbandierato nelle ultime settimane o mesi, quella foto andava eliminata

É una foto "falsa", costruita a tavolino e che rappresenta un tema, non lo descrive.  

É una fotografia artistica, e non giornalistica.

 

Eppure non solo non é stata eliminata, ma ha pure vinto.

Invece hanno eliminato foto "solo" perché sviluppate in un certo modo, pur essendo decisamente piú vere della vincitrice di quest'anno. 

 

Con queste premesse, come possiamo anche iniziare a parlare di dive sta un confine cosí vacuo? ;) 

a_

 

P.S. A me la foto vincitrice piace moltissimo, e mi piace il modo in cui l'autore ha sviluppato un tema complesso ed attuale senza scadere nella "solita" foto di sangue e lacrime. 

Ma é un altro discorso.

Foto
Valerio Brùstia
mar 02 2015 12:41

MA NO, NON TU! Mi son spiegato male,

 

Chi dice che la fotografia debba essere specchio della realtà dice una roba a da asilo Mariuccia , è fermo all'ABC. Questo intendevo.

 

La questione mi ripeto è più sottile ed è contenuta in quello che ciascuno si aspetta dalla fotografia. La carpa del Sesia è un trucco, è un inganno, ma se la prendi come "una carpa" in "uno stagno" allora non è più una bugia ma è una illustrazione di qualcosa che esiste: di certo non nel mio Sesia eutrofico.

Sempre? Questa è la domanda di Valerio.. Penso sia frutto di una omologazione di massa indotta da riferimenti quali forum generalisti.. Se guardiamo le foto dei grandi fotografi di natura spesso l'elaborazione è non percettibile, o quasi. Se entriamo in qualche forum succede il contrario l'elaborazione è chiaramente visibile, ed anzi quando non applicata si è subito criticati.
Foto
danighost
mar 02 2015 13:07

Eppure io ultimamente sto fotografando in Jpeg e praticamente pubblico le foto così come mi escono dalla fuji ... evidentemente sono coglione a non usare PS ... ecco perché non sono soddisfatto delle foto che faccio ...

 

PS non sono l'unico qui dentro fotografa solo in jpeg e praticamente non manipola i suoi scatti dopo, oltre ad avewre un amico canon(ista) che non usa il pc, se non per scaricare e condividere gli scatti ...

Foto
Fab Cortesi
mar 02 2015 13:40

Comunque se parliamo del WPP dietro alla foto c'e' molto di piu di quello che stiamo descrivendo.

Non e' una foto montata perche e' una foto reale di un problema reale con protagonisti reali. Non ha cercato di trasformare attori in protagonisti di una storia, se non quello di raccontare una storia.

 

Normalmente il WPP no premia solo la foto, se non il messaggio e la storia della foto.

 

Costruire a tavolino una foto e riprodurla in uno pseudo studio non e' lo stesso della foto che ha vinto WPP.

Rimuovere un sacchetto (o qualsiasi altro oggetto), non e' solo l'ogetto rimosso se non il fatto di alterare volutamente e nascondere il fatto di averlo alterato, l' c'e' un "reato" lo stesso di vendere una macchina fotografica e al ignaro compratore dire che non funziona l'esposimetro. Questa e' mentire a mio giudizio.

 

Comunque se ci limitiamo solo alla tecnica o alla foto stiamo andando fuori tema perche non e' cosi che si e' giudicata la foto che ha vinto.

Qui su BJP c'e' un buon riassunto

Foto
mircodemo
mar 02 2015 14:23

andre_ spero che si sia capito che non intendessi dire che la traduzione letterale di "press" sia "verità"  :)

Sono d'accordo con te nel dire che una foto che non esprime la verità, o una foto costruita a tavolino, non possa ne vincere ne partecipare ad un concorso del genere !



andre_ spero che si sia capito che non intendessi dire che la traduzione letterale di "press" sia "verità"  :)
Sono d'accordo con te nel dire che una foto che non esprime la verità, o una foto costruita a tavolino, non possa ne vincere ne partecipare ad un concorso del genere !

Assolutamente. La mia risposta era sarcastica, ma non nei tuoi confronti. ;)



Costruire a tavolino una foto e riprodurla in uno pseudo studio non e' lo stesso della foto che ha vinto WPP.
Rimuovere un sacchetto (o qualsiasi altro oggetto), non e' solo l'ogetto rimosso se non il fatto di alterare volutamente e nascondere il fatto di averlo alterato, l' c'e' un "reato" lo stesso di vendere una macchina fotografica e al ignaro compratore dire che non funziona l'esposimetro. Questa e' mentire a mio giudizio.
 
 

E qui si ritorna a qual'é il limite...
Io ad esempio la penso diversamente da te.
Togliere quel sacchetto magari avrebbe rovinato il momento, costringendo il fotografo ad un'intrusione inopportuna.
Io non vedo reato, perché la scena non é alterata.
Il soggetto era altrove, e se avesse rimosso il sacchetto con un crop diverso... Come la mettiamo? Avrebbe in ogni caso tolto un elemento di disturbo che non c'entrava con la scena ma che era lí. 
 
Ci sono crop che alterano completamente il significato della scena, mentre ci sono fotoritocchi che non alterano nulla. :)
a_
Foto
mircodemo
mar 02 2015 15:27

Una cosa molto importante è anche il fatto che la manipolazione postuma non vada a modificare il messaggio della fotografia. Questo credo sia il peggiore tra tutti i tipi di post nel mondo del fotogiornalismo !

valerio, per ovvie ragioni non avevo visto questo tuo intervento..   purtroppo è veramente una questione di pudore.. tante, troppe immagini sono di fatto fatte al tavolino e, la realtà non sempre è quella che ci viene fatta vedere..

Foto
Massimo Vignoli
mar 02 2015 21:59

mah, io sono per un approccio più easy: perché semplicemente non si può fare ognuno come si preferisce, senza domande, critiche o vivisezione?

C'è chi vuol documentare, e con gli strumenti di oggi lo può fare in maniera straordinaria (già, c'è qualcuno che non si è accorto che con una D4 i 3200ISO sono molto migliori di una provia 400?).

C'è chi vuol interpretare, e con gli strumenti di oggi lo può fare in maniera straordinaria (dalla possibilità di vedere il risultato nel monitor della macchina senza aspettare lo sviluppo, alle infinite possibilità del fotoritocco).

C'è chi progetta ogni immagine a tavolino e la costruisce con cura maniacale.....

C'è chi in ripresa manco ci prova ma poi al PC è un drago.....

C'è chi......

 

Peace & Love!!!

 

p.s.: Valerio, articolo interessante e molto ben scritto, mi dispiace molto per il tuo amico.

Foto
Fab Cortesi
mar 03 2015 13:35

Assolutamente. La mia risposta era sarcastica, ma non nei tuoi confronti. ;)
 

 


E qui si ritorna a qual'é il limite...
Io ad esempio la penso diversamente da te.
Togliere quel sacchetto magari avrebbe rovinato il momento, costringendo il fotografo ad un'intrusione inopportuna.
Io non vedo reato, perché la scena non é alterata.
Il soggetto era altrove, e se avesse rimosso il sacchetto con un crop diverso... Come la mettiamo? Avrebbe in ogni caso tolto un elemento di disturbo che non c'entrava con la scena ma che era lí. 
 
Ci sono crop che alterano completamente il significato della scena, mentre ci sono fotoritocchi che non alterano nulla. :)
a_

 

 

Capisco quello che stai sottolineando pero bisogna poner (_sebben a volte sembrino rigide_) delle regole e farle rispettare.

Perche senza regole stabilite in calce e precise, ognuno potrebbe applicare e interpretare con il suo metro di giudizio le proprie scelte di alterare e poi giustificarle.

Ci sono regole e vanno rispettate, se no non si partecipa, punto.

 

Perche se qualcuno toglie un sacchetto qualcun altro potrebbe togliere un braccio, un ramo, una coltello o un carrarmato o clonare un oggetto....non so se mi spiego.

Comunque anche i crop esagerati vengono penalizzati.

 

Oltretutto se c'e' volonta di omettere, come dicevo se non si dichiara la voluta alterazione della foto presentata.....mbe non la vedo come azione onesta.

 

Tornando al discorso di Valerio,

Personalmente credo molto interessante la sua riflessione e che a volte bisogna proprio domandarsi come dici lui que "La questione mi ripeto è più sottile ed è contenuta in quello che ciascuno si aspetta dalla fotografia"

E' per quello che dico "Where is the Limit"  considerando che i limiti li mettiamo noi stessi e quindi quanto siamo disposti a sacrificare o accettare.

Foto
Valerio Brùstia
mar 03 2015 14:29

Fab

la questione è proprio questa: dove sta sto limite?  

Partendo dal presupposto, tutto mio e non necessariamente condivisibile, che non croppo (ricordo che preferibilmente scatto a 12Mp, c'è poco da croppare :) ) e che il clone lo uso solo per togliere le macchie sul sensore e qualche bolla d'aria che (maledetta) rimane appiccicata all'oblò, per il resto gli strumenti di elaborazione li uso tutti. E mi piace pure il risultato che ne esce! Ed è qui il problema, mio, e mi chiedo dove mi fermo? Io non lo so, non riesco a definirlo se non ricorrendo a qualche sorta di principio morale che mi dice di non stampare bugie, non infinocchiare il prossimo.

 

E' altresì evidente che il tipo di fotografia a cui alludo, che pratico e che mi diverte, non è quella di fashion o similare, ne tanto meno mi interessa creare opere d'arte, ma su questo mi sono già espresso in passato, io so parlare solo in prosa non so comporre poesie o stornelli in rima baciata. 

 

Allora, 

io il problema me lo sto ponendo e lo sottopongo anche a voi tutti. E voi dove vi fermate?

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