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Chi vuole avere l'onore di guidare l'ultimo volo dell'Hindenburgh ?
ago 07 2013 01:00 |
Lieve
in Editoriali
Cipa (l'associazione dei produttori di fotocamere giapponesi) ha aggiornato il suo indice di produzione al mese di giugno 2013.
Facendo un grossolano e sintentico bilancio del primo semestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 si leggono cali di produzione, consegne e vendite che farebbero allibire perfino i produttori di automobili europei.
Il mercato delle compatte sta semplicemente implodendo con un crollo delle vendite del 42-48% (se la percentuale già dice molto, stiamo parlando di 42.6 milioni di compatte vendute al 30/6/2012 e 23 milioni al 30/6/2013).
Non sta tanto meglio quello delle macchine ad ottiche intercambiabili (reflex e mirrorless) e delle ottiche stesse, in calo di un 20-22%.
Il dato è limitato ai produttori giapponesi ma sappiamo che, tolta Samsung, all'incirca l'85% della produzione di fotocamere al mondo è concentrata nell'Impero del Sol Levante.
C'è di che restare piuttosto perplessi ma se la spiegazione per quanto riguarda le compatte è il prepotente dilagare di smartphone e tablet con velleità fotografiche, per la parte alta del mercato le motivazioni sembrano più radicali e legate da un lato alla crisi (il prezzo medio delle mirrorless vendute nel 2013 è circa la metà di quello del 2012, un pò per il calo dello Yen, un pò per le promozioni ma principalmente per la diminuita disponibilità alla spesa dei clienti) e dall'altro alla maturità dei prodotti.
Anche il cavallo delle mirrorless che sembrava l'unico (come i SUV per le automobili) a tirare, invece mostra la corda.
E il peggio non sembra affatto essere ... arrivato. L'ubiguità dei terminali con capacità fotografica tenderà ad azzerare del tutto le compatte digitali con il sensorino tradizionale.
Con ulteriori crolli di produzione, di vendita, di forza lavora.
Ma non basta. Leggiamo questi dati con altre informazioni che abbiamo.
Nonostante l'annuncio della interessante GX7, Panasonic perde nel segmento fotografico (ovvero le vendite producono perdite, non utili) e il presidente ha chiarito con i suoi collaboratori che se per il 2014 la divisione non produrrà un ROI (reddito prodotto per l'investimento effettuato) almeno del 5%, si taglierà del tutto la divisione.
Olympus perde il 5% per ogni fotocamera che vende. Si mantiene con i proventi della divisione medicale ma ha dovuto accettare un sostegno economico da Sony che l'ha anche costretta a finanziarsi sul mercato emettendo obbligazioni a tassi greci.
Fujifilm che sembra veleggiare in acque tranquille, in realtà fattura nel settore fotocamere solo una piccola parte del suo complessivo giro d'affari. Tanto da risultare quasi ininfluente il risultato di questo segmento su quello complessivo.
Su Sony le cose sono più nebulose, tanta innovazione, tanta spinta. Sembra che siano pronti ad eliminare completamente sia lo specchio (anche quello semiriflettente delle attuali Alfa) sia ... l'intera eredità Minolta per passare al tutto mirrorless.
Ma scelte radicali e repentini cambi di direzione nella storia Sony sono un fatto frequente (come i fiaschi clamorosi).
Si distinguono Canon e Nikon - che ancora guidano il mercato in modo indiscusso - sia per le scelte (o assenza di scelte) che per la velleità con cui confermano budget che prevedono comunque un consolidamento delle quote di mercato.
Che in un mercato calante - e in modo vistoso - può solo significare andare in una sola direzione, continuare come stanno facendo.
Si giustifica (in parte) così la relativa assenza di annunci (ma anche di rumors) di prodotti innovativi da parte delle due major, con in mezzo flop clamorosi (come la Canon EOS-M, virtualmente ritirata dal mercato, scorte incluse) o mezzi flop (come la Canon G1-X e la Nikon Coolpix A, limitate da soluzioni che definire conservative è dir poco. NOn ho idea di come vadano le vendite della Coolpix A, dubito che vada a ruba. Mentre per avere una Fujifilm X100s c'è la lista di attesa e per una Leica m bisogna attendere un anno ...).
Ecco spiegato il titolo : Canon e Nikon si contenderanno l'onore di guidare l'ultimo volo dello Zeppelin Hindenburgh ?
E se Minolta - che quel passaggio lo ha fortemente supportato nel 1985 - non c'è più qualche ragionamento si dovrà pur fare.
Perchè tra qualche anno, è certo, non ci saranno più tutti gli attori che attualmente si contendono le luci della ribalta del mercato fotografico.
Stiamo correndo verso una semplificazione e un cambiamento che prima di tutto è industriale.
Quello della eliminazione definitiva di specchio e camera reflex.
Un passaggio che consente di ridurre di un ordine di grandezza (da più di 1.000 componenti di una D3200 a meno di 300 componenti di una Nikon 1) la complessità produttiva e di conseguenza i costi industriali e l'impegno industriale oltre alla rigidità progettuale (forma, peso, volume).
E poi di offerta nei confronti del pubblico.
E se in questa prima fase i prezzi vengono mantenuti alti (in raffronto alle reflex tradizionali) per massimizzare subito i ritorni di ricerca, non sarà così a fine transizione.
Quando le vendite delle reflex crolleranno ben più rapidamento dell'attuale -20%, come è successo a fine anni '80 del secolo scorso per le manual-focus.
Canon e Nikon si troveranno quindi al bivio e dovranno gestire il timing della messa in vendita di prodotti di nuova generazione a prezzi più competitivi degli attuali, insensati, livelli che limitano di fatto la vendita del nuovo in favore dei fondi di magazzino, con lo sforzo di mantenere la produzione elevata (a milioni), continuando a promuovere il buon vecchio e rassicurante materiale.
Già, perchè questo dovrà avvenire mentre la qualità del prodotto (in casa Nikon dal 2007, con la filiera D3-D700-D7000) può ragionevolmente soddisfare l'utente per un decennio senza timori di eccessiva obsolescenza, contro allo scetticismo di nuove soluzione di cui ancora non tutti riescono a cogliere gli elementi di convenienza (peso, ingombro, possibiltà creative).
Il 2013-2014 è l'ultimo volo dello Zeppelin Hindenburgh ?
E' possibile. Purchè questo volo non si conluda come quello storico del 1937. O come è successo con le varie ondate di prodotti di elettronica di consumo (in sequenza, videoregistratori, lettori dvd, televisori a schermo piatto, console di gioco, l'intero mondo hi-fi e videodiscografico. Chi avrebbe immaginato l'improvviso fallimento di Blockbuster ?), in cui i giapponesi si sono fatti la guerra sui prezzi e tutti si sono rotti le ossa ...
Peccato fosse pieno di infiammabilissimo idrogeno anzichè di innocuo elio, a causa dell'embargo contro la Germania di Hitler ... !
Non ho alcuna velleità di prevedere il futuro con la sfera di cristallo. Ma non ci mancheranno le occasioni per leggere nei prossimi due anni tutti i segnali di come Canon e Nikon decideranno di guidare la transizione.
Forse già a partire da questo autunno. Più probabilmente dalla prossima primavera.
E' certo che circolano prototipi di tutti i generi e che i brevetti si sprecano in questo periodo.
Vedremo quello che succederà.
L'augurio di Nikonland ai suoi lettori resta sempre uno : godetevi quello che avete ed adoperatelo.
Chi scrive in questi giorni si sta godendo ottiche pre-AI su una mirrorless che non è Nikon.
In attesa di poter avere una S3-replica o una F-replica, full-frame, con mirino elettronico, in grado di digerire ogni ottica passata, presente e futura.
Forse ci vorranno 3 o 5 anni per averla (risolta l'equazione capacità di calcolo, banda passante, alimentazione disponibile).
Ma ci sarà, e sarà Nikon.
Per intanto, fotografiamo.
Facendo un grossolano e sintentico bilancio del primo semestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 si leggono cali di produzione, consegne e vendite che farebbero allibire perfino i produttori di automobili europei.
Il mercato delle compatte sta semplicemente implodendo con un crollo delle vendite del 42-48% (se la percentuale già dice molto, stiamo parlando di 42.6 milioni di compatte vendute al 30/6/2012 e 23 milioni al 30/6/2013).
Non sta tanto meglio quello delle macchine ad ottiche intercambiabili (reflex e mirrorless) e delle ottiche stesse, in calo di un 20-22%.
Il dato è limitato ai produttori giapponesi ma sappiamo che, tolta Samsung, all'incirca l'85% della produzione di fotocamere al mondo è concentrata nell'Impero del Sol Levante.
C'è di che restare piuttosto perplessi ma se la spiegazione per quanto riguarda le compatte è il prepotente dilagare di smartphone e tablet con velleità fotografiche, per la parte alta del mercato le motivazioni sembrano più radicali e legate da un lato alla crisi (il prezzo medio delle mirrorless vendute nel 2013 è circa la metà di quello del 2012, un pò per il calo dello Yen, un pò per le promozioni ma principalmente per la diminuita disponibilità alla spesa dei clienti) e dall'altro alla maturità dei prodotti.
Anche il cavallo delle mirrorless che sembrava l'unico (come i SUV per le automobili) a tirare, invece mostra la corda.
E il peggio non sembra affatto essere ... arrivato. L'ubiguità dei terminali con capacità fotografica tenderà ad azzerare del tutto le compatte digitali con il sensorino tradizionale.
Con ulteriori crolli di produzione, di vendita, di forza lavora.
Ma non basta. Leggiamo questi dati con altre informazioni che abbiamo.
Nonostante l'annuncio della interessante GX7, Panasonic perde nel segmento fotografico (ovvero le vendite producono perdite, non utili) e il presidente ha chiarito con i suoi collaboratori che se per il 2014 la divisione non produrrà un ROI (reddito prodotto per l'investimento effettuato) almeno del 5%, si taglierà del tutto la divisione.
Olympus perde il 5% per ogni fotocamera che vende. Si mantiene con i proventi della divisione medicale ma ha dovuto accettare un sostegno economico da Sony che l'ha anche costretta a finanziarsi sul mercato emettendo obbligazioni a tassi greci.
Fujifilm che sembra veleggiare in acque tranquille, in realtà fattura nel settore fotocamere solo una piccola parte del suo complessivo giro d'affari. Tanto da risultare quasi ininfluente il risultato di questo segmento su quello complessivo.
Su Sony le cose sono più nebulose, tanta innovazione, tanta spinta. Sembra che siano pronti ad eliminare completamente sia lo specchio (anche quello semiriflettente delle attuali Alfa) sia ... l'intera eredità Minolta per passare al tutto mirrorless.
Ma scelte radicali e repentini cambi di direzione nella storia Sony sono un fatto frequente (come i fiaschi clamorosi).
Si distinguono Canon e Nikon - che ancora guidano il mercato in modo indiscusso - sia per le scelte (o assenza di scelte) che per la velleità con cui confermano budget che prevedono comunque un consolidamento delle quote di mercato.
Che in un mercato calante - e in modo vistoso - può solo significare andare in una sola direzione, continuare come stanno facendo.
Si giustifica (in parte) così la relativa assenza di annunci (ma anche di rumors) di prodotti innovativi da parte delle due major, con in mezzo flop clamorosi (come la Canon EOS-M, virtualmente ritirata dal mercato, scorte incluse) o mezzi flop (come la Canon G1-X e la Nikon Coolpix A, limitate da soluzioni che definire conservative è dir poco. NOn ho idea di come vadano le vendite della Coolpix A, dubito che vada a ruba. Mentre per avere una Fujifilm X100s c'è la lista di attesa e per una Leica m bisogna attendere un anno ...).
Ecco spiegato il titolo : Canon e Nikon si contenderanno l'onore di guidare l'ultimo volo dello Zeppelin Hindenburgh ?
Non credo. Ma certo è che siamo nel mezzo ad una transizione che è simile a quella che c'è stata nel passaggio con l'autofocus.
E se Minolta - che quel passaggio lo ha fortemente supportato nel 1985 - non c'è più qualche ragionamento si dovrà pur fare.
Perchè tra qualche anno, è certo, non ci saranno più tutti gli attori che attualmente si contendono le luci della ribalta del mercato fotografico.
Stiamo correndo verso una semplificazione e un cambiamento che prima di tutto è industriale.
Quello della eliminazione definitiva di specchio e camera reflex.
Un passaggio che consente di ridurre di un ordine di grandezza (da più di 1.000 componenti di una D3200 a meno di 300 componenti di una Nikon 1) la complessità produttiva e di conseguenza i costi industriali e l'impegno industriale oltre alla rigidità progettuale (forma, peso, volume).
E poi di offerta nei confronti del pubblico.
E se in questa prima fase i prezzi vengono mantenuti alti (in raffronto alle reflex tradizionali) per massimizzare subito i ritorni di ricerca, non sarà così a fine transizione.
Quando le vendite delle reflex crolleranno ben più rapidamento dell'attuale -20%, come è successo a fine anni '80 del secolo scorso per le manual-focus.
Canon e Nikon si troveranno quindi al bivio e dovranno gestire il timing della messa in vendita di prodotti di nuova generazione a prezzi più competitivi degli attuali, insensati, livelli che limitano di fatto la vendita del nuovo in favore dei fondi di magazzino, con lo sforzo di mantenere la produzione elevata (a milioni), continuando a promuovere il buon vecchio e rassicurante materiale.
Già, perchè questo dovrà avvenire mentre la qualità del prodotto (in casa Nikon dal 2007, con la filiera D3-D700-D7000) può ragionevolmente soddisfare l'utente per un decennio senza timori di eccessiva obsolescenza, contro allo scetticismo di nuove soluzione di cui ancora non tutti riescono a cogliere gli elementi di convenienza (peso, ingombro, possibiltà creative).
Il 2013-2014 è l'ultimo volo dello Zeppelin Hindenburgh ?
E' possibile. Purchè questo volo non si conluda come quello storico del 1937. O come è successo con le varie ondate di prodotti di elettronica di consumo (in sequenza, videoregistratori, lettori dvd, televisori a schermo piatto, console di gioco, l'intero mondo hi-fi e videodiscografico. Chi avrebbe immaginato l'improvviso fallimento di Blockbuster ?), in cui i giapponesi si sono fatti la guerra sui prezzi e tutti si sono rotti le ossa ...
perchè in fondo l'Hindemburgh poteva portare in due giorni da Friedrichshaven a New York 60 passeggeri quando con un transatlantico ci volevano settimane.
Peccato fosse pieno di infiammabilissimo idrogeno anzichè di innocuo elio, a causa dell'embargo contro la Germania di Hitler ... !
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Il prossimo futuro.
Non ho alcuna velleità di prevedere il futuro con la sfera di cristallo. Ma non ci mancheranno le occasioni per leggere nei prossimi due anni tutti i segnali di come Canon e Nikon decideranno di guidare la transizione.
Forse già a partire da questo autunno. Più probabilmente dalla prossima primavera.
E' certo che circolano prototipi di tutti i generi e che i brevetti si sprecano in questo periodo.
Vedremo quello che succederà.
L'augurio di Nikonland ai suoi lettori resta sempre uno : godetevi quello che avete ed adoperatelo.
Chi scrive in questi giorni si sta godendo ottiche pre-AI su una mirrorless che non è Nikon.
In attesa di poter avere una S3-replica o una F-replica, full-frame, con mirino elettronico, in grado di digerire ogni ottica passata, presente e futura.
Forse ci vorranno 3 o 5 anni per averla (risolta l'equazione capacità di calcolo, banda passante, alimentazione disponibile).
Ma ci sarà, e sarà Nikon.
Per intanto, fotografiamo.
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5 Comments
Eccellente editoriale.. tanto da salvarlo e stamparlo.. ( attenzione.. non che i precedenti editoriali fossero meno corposi..) anzi.. ho già salvato diverse cose... mi sà che stampo tutto...
troppo profondo e interessante... oltretutto ho dato un'occhiata ai dati della CIPA.. da perdersi, quindi doppiamente bravo..
e come al solito,.. bravo. ++
Riprendo queste tre frasi con cui concordo pienamente, due tue e una da te ripresa dall'editoriale stesso. Faccio particolarmente mia l'ultima, che è una speranza. Speranza che la transizione sia un momento in cui la fotografia non casuale diventi (o forse dovrei dire ritorni) un momento creativo e consapevole.
A dispetto della crisi di settore e nell'ulteriore sincera speranza che l'anticipazione: "una S3-replica o una F-replica, full-frame, con mirino elettronico, in grado di digerire ogni ottica passata, presente e futura", non resti solo un bel sogno.
Io starò sul bordo del fiume e guarderò ... poi farò le mie scelte
Bellissimo, chiaro e preciso editoriale! E' un piacere leggerlo...
...io ho venduto la mia D7000 e per 4-6mesi me ne starò buono per capire meglio... il futuro
complimenti Mauro
io mi sto divertendo ancora col mio baracchino, ma anche se ho tempo zero compro la d800, chi se ne frega se nell'immediato futuro la usero' poco, è roba che dura per almeno i prossimi 10 anni!