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[esperienza] Esposimetro esterno: questo sconosciuto...

Inviato da Max Aquila , 04 marzo 2017 · 4924 visualizzazioni

[esperienza] Esposimetro esterno: questo sconosciuto...

Riprendo interventi degli autori vari (citati) che nel forum, anni fa, hanno risposto alla domanda:
 

"Qualcuno ha la pazienza di spiegarmi quando, perché e come si usa un esposimetro esterno?"

 

 

 

 

 
Tiziano Manzoni-fototm:
 

 
Capisco che oggi si pensi che l'esposimetro serva da tenere come soprammobile... infatti si vede...
Si guarda il display della reflex?!?!?!
E il display ti dice che rapporto di illuminazione stai usando?
 
Ho visto e ahimè ho dovuto pure stare zitto...
Dicevo, ho visto gente piazzare flash, accenderli mettere la luce a meta'... sparare un colpo
e chiudere il diaframma
risparare il colpo e richiudere il diaframma...
e poi dire, si la luce laterale è un po alta, ma i flash sono al minimo, la sistemo in pp!!!!
 
Ora questi non sanno che se tirano indietro il flash di due metri la luce cala!!!  Le luci pilota al massimo della loro potenza,. tutte... di modo che non si capisce dove vada la luce...
In pochi hanno capito che non sono due interruttori che viaggiano da se'...
le potenze dei flash e le luci pilota viaggiano di pari passo, e vanno dosate nello stesso identico modo perchè appunto si veda dove vada a finire l'ombra...!

Il diaframma è un'entita' astrale che sta li, serve per dosare la luce che entra... Le potenze dei flash sono anch'esse li...
il fatto che si possano alzare e abbassare  per molti è un optional...!
Oh certo, con ogni probabilità se fai uno scatto, lo apri a pc lo esamini bene, e vai a risistemare le luce forse qualcosa azzecchi,... ma avrai sempre delle foto che non saprai mai quanta luce arriva sul soggetto, quanta in piu' o in meno da quella principale... non hai una misurazione... sai che davanti dove inquadri hai f/11 , dietro l'effetto ecc ecc

è tutto fatto "a occhio"
può darsi che a voi stia bene cosi, a me no...
so e sono sicuro di quello che faccio?
 
Quando faccio la luce su un set, voglio saper conoscere ogni diaframma della luce che cade sul soggetto. 
Pretendo di sapere la luce ambiente qualora fossi in esterna o in ambiente luminoso, quanto sia... per farmi un idea, per poter fare quello che ho in testa io... non adeguarmi alla situazione...!!! e spesso per poter soddisfare le richieste di un cliente, del suo grafico o del fashion editor... Troppo spesso si vedono servizi poi tirati per i capelli per far emergere una tasca che non si vede perchè luce li non è arrivata
i rapporti di contrasto vigevano in pellicola e in digitale!!!

 
Vorrei ricordare a lor signori che il diaframma lo decido io: se la prima luce la (principale) la imposto a f/8, e' perchè so che l'obbiettivo che uso mi da' il meglio a f/8
io voglio lavorare a f/8
 

la seconda luce se voglio che mi dia un effetto di un diaframma piu alto, per avere un rapporto piu' bilanciato la piazzo,  e con l' ESPOSIMETRO aumento fino a che mi dia f/11... poi magari la bandiero perchè mi sporca la principale!  
 
Immagine Allegata
 
Ora, A chi dice che non lo ha ordinato l'asl, dico, no... mio caro,  l'esposimetro ha il suo perchè, e se vuoi realizzare set fotografici bilanciati e che non sforino dalle regole della fisica una volta dall'editing, oggi, lo devi usare ma sopratutto lo devi saper usare!!! 
E a meno che tu non sia un mostro da studio che conosci a menadito i tuoi flash, ci scatti ogni giorno e a occhio tiri fuori un rapporto di contrasto 2/2/1 in dieci minuti  e se vado a misurare hai un errore di mezzo stop... mio caro se lavori in studio comperalo!!! 
Se no poi ti trovi i NEF che la luce d'effetto "pela" l'immagine e l'ombra la tiri su con il guadagno digitale;  il NEF ti permette tanto, ma credimi, oggi il grafico lo vuole grezzo come lo hai fatto e lo vuole giusto pronto all'uso, le piccole correzioni le fa lui...
Pero' la luce in studio voglio farla come dico io...

 
 
 
 
Max Aquila-RFSP:
 

 

Corollario:

innanzitutto gli esposimetri separati continuano ad esistere ed a servire;

quando?

  
 

 

Certamente in tutte quelle condizioni nelle quali si abbia il tempo di effettuare con esso le misurazioni a luce incidente, che sono la cartina di tornasole del funzionamento del nostro set di ripresa:

 

1) perche' un esposimetro a luce riflessa incontra nel suo percorso tanti, troppi elementi, che possono deviare la sua precisione ed attendibilita'
 
2) perche' la lettura a luce incidente serve a stabilire con precisione affidabile DOVE il grigio medio vada posto nel set (o la media dei grigi medi dei luoghi in cui vengano effettuate le misurazioni), ed in questo non puo' venire superato da nessun esposimetro spot a luce riflessa per i motivi di cui al punto 1)
 
3) perche' con il ragionamento che deriva dall'utilizzo dell'esposimetro a luce incidente, finalmente, il frutto dell'esposizione che otteniamo e' di stretta proprieta' intellettuale del Fotografo in questione e non dell'ingegnere nipponico del Matrix di turno
 
Quindi, senza voler apparire retrogrado o eccessivamente assertivo, sostengo come aveva in prima battuta affermato Tiziano che, ogni strumento che aiuti ad ottenere "on camera" il risultato desiderato, non soltanto evita lavoro inutile di pp, ma sopratutto avvia il risultato della nostra "fatica" verso un binario di riuscita e soddisfazione professionale.
 
Fermo restando il diritto di ognuno di adottare ogni altra scappatoia empirica e/o approssimativa per arrivare a ...qualcosa di accettabile.
 
Ma siccome non molti di voi hanno esigenza di risparmio del tempo (come invece avrebbe giustappunto Tiziano, dato il suo lavoro specifico), la domanda  e' fondata e necessita di approfondimento diretto.
 
Mettiamoci alla prova e vediamo se riusciamo ad imparare qualcosa di piu' a vantaggio della nostra voglia di ottenere belle immagini fotografiche:
  
 

 

Allora,  cercando di allontanarci da luoghi comuni come:

 

- io non uso il flash perche' non mi piace

a cui oggi potremmo aggiungere... ;)

- io non uso l'esposimetro perche' preferisco fare ad occhio

 
 
Un esposimetro separato oggi mantiene per intero il suo senso rispetto le regolazioni ad occhio per un paio di cosette:
 
1) la principale: MISURAZIONE DELLA LUCE INCIDENTE sul soggetto
Valutazione questa che puo' portare a risultati ben differenti da qualsiasi valutazione condotta con esposimetri anche spot o a matrice ma a luce riflessa che, in quanto tali, riportano al sensore della fotocamera tutto quello che incontrano nel viaggio di Andata/ Ritorno tra fotocamera-soggetto-fotocamera, obiettivo compreso, che aggiunge le sue trasmissioni fotoniche e cromatiche alla valutazione della cellula esposimetrica.
Infatti, con la valutazione in luce incidente, si misura con precisione la quantita' di luce occorrente (ambiente e/o flash) perche' la zona dalla quale effettuiamo la misurazione sia restituita dal sensore della fotocamera come esposta al 18% del grigio medio che diventa il punto nel quale stiamo effettuando la misurazione.
Va da se' che se la  punta da tornio (nel caso delle foto di Tiziano...) sia illuminata dalla luce del set (parlo di set ma ovviamente intendo la scena inquadrata) in modo tale da essere al di sopra o al di sotto della densita' di quel 18% del grigio di riferimento (cartoncino Kodak, grey scale, color checker, etc) tutto il bilanciamento cromatico della scena inquadrata dipendera' da questa variazione voluta dal fotografo proprio perche' ricercata attraverso quella misurazione.
Va altrettanto da se' che, se il soggetto ed i tempi a disposizione lo consentano (non parliamo quindi di sport, reportage, street, se non effettuando preventivamente delle premisurazioni con un soggetto accondiscendente, ma che potra' essere asseverante con una certa approssimazione), le misurazioni in luce incidente sul set possono (spesso debbono) essere molto piu' di una per stabilire non solo una media ponderata (dal fotografo? si...ma anche dallo strumento che lo consenta, come quasi tutti gli esposimetri a luce incidente) ma sopratutto per determinare il successivo parametro fondamentale in questa materia:
 
2) il RAPPORTO DI CONTRASTO luminoso, tra le zone nelle quali si sta conducendo questa misurazione plurima.
Come correttamente a questo riguardo ha gia' scritto Tiziano, riferendosi ai generi piu' congeniali a questa esigenza da rispettare (quella di un rapporto di contrasto che non superi determinati livelli) generi come fashion, macro, food, packaging, editoria in genere, per favorire la pubblicazione di un lavoro che passi agevolmente attraverso le forche caudine di un editor o, anche prima di lui,  di un art director, bisogna in fase di ripresa avere contezza del rapporto di contrasto tra le sorgenti luminose di cui ci stiamo avvalendo, affinche' il risultato sia quello progettato e per evitare penosi salti mortali in postproduzione che spesso riducono a zero lo sforzo espressivo che una buona idea poteva manifestare.
Ovviamente solo con una lettura a luce incidente seguita da una ponderazione strumentale (o anche basata sull'esperienza visiva del fotografo... non parlo di "a occhio" ma di "a memoria") si puo' riuscire a stabilire il corretto posizionamento e la giusta potenza delle sorgenti luminose che stiamo probabilmente utilizzando (ambiente o flash)
 
aggiungo per usi rigorosi e particolari, per nulla empirici
 
3) la TEMPERATURA COLORE della sorgente di luce utilizzata e quella complessiva: alcuni esposimetri separati
 

 

come questo C700  Immagine Allegata  da 1500 dollari

 
servono a registrare lo spettrogramma complessivo (ed individuale) risultante dalle sorgenti di luce presenti sul set.
Diciamo che con strumenti del genere bilanciare il bianco risulti piu' affidabile della valutazione "ad occhio" del risultato sul...monitor della macchina? E che fotografi che spendono i soldi che necessitano all'acquisto di strumenti simili probabilmente hanno esigenze realizzative che non possono derogare da certi parametri?
:bigemo_harabe_net-143:   
 
 

 
 
 

Tiziano Manzoni - fototm:

 
 

 
Misurazione luce incidente con esposimetro.
 
Ovvero non la luce riflessa dal soggetto, ma la luce che cade sul soggetto.... è la luce che arriva dalla fonte diretta o diffusa che sia e non tiene conto del colore del soggetto e della sua riflessione!
 

La lettura spesso si fa in modo spot. E rilascia il tempo e diaframma previa impostazione iso, l’uso dello spot serve per non avere inquinamenti delle altre luci sul set.
Prima di cominciare: Serve decidere che tipo di immagine voglio realizzare, su quale fondo, e in che chiave io voglio eseguire la foto: Esistono due tipi di interpretazioni per capire subito che stile di luce si intende.
Chiave di alta e Bassa illuminazione!

 
Chiave alta   Immagine Allegata
 
è un'immagine luminosa piena di luce, spesso usata per cataloghi o abiti da sposa, immagine che spesso viene scontornata e se fatta bene il grafico vi amerà alla follia… . Anche se spesso è una luce dall'effetto pulito e sognate, l’illuminazione a chiave alta di solito è molto complessa e, per ottenere un buon risultato, richiede piu luci e ben dosate, a differenza della chiave bassa
 
Chiave Bassa Immagine Allegata
 
Un'immagine in chiave bassa è scura con illuminazione minima e ricca di toni di nero e un sacco di zone d'ombra, difficile da ben realizzare e dove appunto l’uso dell’esposimetro è fondamentale se non si vuole avere ombre sgranate, immagine in uso spesso nello stil life, o per dare una maggior potenza visiva.
Fattibile anche con una luce sola, a patto che chi la esegue sappia il fatto suo, e abbia tante lastre riflettenti di diverso valore per poter dare e aggiungere luce là dove manca.
 

Rapporto di contrasto, questo sconosciuto:

 

 

Indica la relazione tra le alte luci e le basse luci che colpiscono il soggetto. In una scena diurna in genere i rapporti di contrasto sono bassi, in media è di 1:2 cioè, l’intensità della luce principale è doppia rispetto alla secondaria. (Ovviamente il tutto cambia se parliamo di montagna, cielo terso e limpido in quota a 3000 metri)
 
In studio
 
Modalità chiave di luce alta
Scelgo il diaframma che voglio impostare sulla base della profondità di campo, dell’ambiente e dell’ottica che decido di usare, nel mio caso con 105 micro di solito uso F 8 Con tempo 125 iso 100.
 

 

ATTENZIONE, IL MIO STUDIO E’ ABBASTANZA GRANDE: HA UNA LUNGHEZZA DI 23 METRI E  AD F/8 MI PERMETTE DI STACCARE IL SOGGETTO DALLO SFONDO QUANTO BASTA PER NON TENERE A FUOCO IL FONDO!

  
 Vado ad impostare la luce che illumini il fondo e previa misurazione aumento la luce fino a che non mi darà f/16 di modo che i due diaframmi brucino il bianco del fondo.
Accendo la prima luce che viene denominata luce principale ( in questo caso ho deciso di usare due ombrelli a 45° alti)
Fino a qui dovrebbe funzionare tutto bene, ma non è così!  Perché la stanza o lo studio e le luci sul fondo potrebbero riflettere e sporcare la luce principale.
Quindi si usano delle lastre di polistirolo per “bandierare la luce” e vado a sua volta a dare luce con altre torce là dove ho interesse, profilo, capelli ecc
  

 
 
 

Immagine Allegata

 
qui entra in campo il rapporto di contrasto,                   
 
le letture di ogni torcia ed il totale di tutte le torce devono avere i rapporti di illuminazione di 3:2: e 1:1,5 o 4:1 ed applicare il sistema delle zone per essere sicuri di ottenere la giusta gamma tonale spesso richiesta nella stampa finale. 
  

 
 
 

Immagine Allegata

 
Questa                                              
immagine a monitor appare gradevole e di impatto visivo, ma in stampa perde meta' del suo valore!!!

 
 
 
 

Immagine Allegata

 
A volte a monitor le immagini paiono andare bene e poi quando vai a stampare in quadricromia succede che non sia cosi...
può capitare se non hai tenuto conto di certe regole basilari che la stampa venga un obbrobrio perché il rapporto di contrasto era sbagliato!!! .

 
L’importanza delle luci pilota è proprio quella, che ti permettano di vedere dove cada la luce: andando ad accendere le torce una alla volta, puoi vedere subito dove cadano le sue ombre…
 
Inoltre se le luci pilota sono dosate in modo tale da simulare la potenza della luce flash essi con un po’ di allenamento e con ambiente scuro, si scorgono le differenze di luce…
 
Un buono studio fotografico deve avere una buona altezza e una buona lunghezza, e possibilmente le pareti e i soffitti di colore neutro ( nero o grigio)
per non appunto riflettere le luci e andare a sporcare il set, e sopratutto per evitare dominanti colore

 Immagine Allegata

 
 

 
  
Con buona pace di chi ritenga che:
 

 
 A cosa serve nel 2017???
Ad un cacchio! 
Il mio langue inutilizzato in borsa dal 2008, da che uso il digitale e il suo " polaroid elettronico real time".
:) 

 
in svariate applicazioni, principalmente in studio, ma anche in esterni, in quei set nei quali sia necessario ricreare precisi rapporti di contrasto luminoso, esposimetri esterni e termocolorimetri continuano a svolgere il ruolo che in piu' di cento anni di riprese fotografiche viene quotidianamente demandato alla Luce, quello di determinare e caratterizzare il soggetto che stiamo inquadrando e lo sfondo circostante.
 
Max Aquila - RFSP:

 
La differenza fondamentale tra una cellula esposimetrica incorporata in un corpo macchina e quella di un esposimetro separato, sta nella presenza in quest'ultimo di una cupolina semisferica di colore bianco, 
Immagine Allegata
con la quale simulare (anteponendola in fase di misurazione alla cellula) invece della quantita di luce riflessa dal soggetto verso la fotocamera, la quantita di luce incidente sul soggetto, con una misurazione molto piu' precisa condotta puntando l'esposimetro munito della cupolina verso la fotocamera dalla stessa posizione e con la stessa inclinazione alla luce, nella quale si trova il soggetto, rispetto la fotocamera (spesso richiedendo quindi la presenza di un assistente per effettuare tale tipo di misurazione)
 
Tale tipo di misurazione e' molto meno soggetto di quella a luce riflessa (propria di tutti gli esposimetri incorporati alle macchine) a possibili errori di valutazione dovuti a zone del soggetto a forte differenza di riflessione (per esempio un maglione molto scuro, indossato da una modella di carnagione molto chiara) e si presta a meraviglia a tutte quelle forme piuttosto statiche di ripresa, nelle quali si possa utilizzare il tempo necessario a condurre tale genere di misurazione che, bisogna comunque evidenziarlo, resta pur sempre un valore medio di misurazione.

 
Tra esposimetri come il Lunasix di apertura, (a galvanometro e lancetta) ed il termocolorimetro poi riportato, molti modelli intermedi di costo accessibile e di utilizzo molto piu' semplice di quanto si possa immaginare, come questo mio Sekonic
 

Immagine Allegata

 
che funziona sia per riprese fotografiche sia video, misura luce riflessa e naturalmente, anche incidente, ed anche luce flash.
 
Compratene uno per voi... oppure no:   Nikonland vi suggerisce di si...
E' un giocattolo serio e costruttivo, poco costoso.
 
Come il meccano dei cinquantenni come me o il Lego di quelli come me e a scendere.
 
Fa venire idee
 
e a ben vedere... ce ne servono 
 
Immagine Allegata
Foto e testi di:
Tiziano Manzoni - fototm
e
Max Aquila - RFSP         per Nikonland 2015-2017 ©
 
 
 
 
 






E sempre bello poter "Ri-Leggere "  cose intelligenti e costruttive, fanno bene all'anima e alle immagini..  ma, attenzione.. ad usarlo bene..  e qui io aggiungerei una dolente.. ricordiamoci sempre che ci si dimentica giornalmente un sacco di cose imparate magari da non molto, quindi l'esposimetro è un'oggetto valido ma... va usato.. e non una volta ogni morte di papa... 

 

( la cosa vale anche per me è chiaro.. che per pigrizia e stupidità non lo si usa e lo si dimentica..  )

 

Brava l'accoppiata Tiziano -  Max, due ottimi docenti..

Foto
Tiziano Manzoni fototm
mar 14 2017 15:08

Usti...hai rispolverato la storia...

hahah

Foto
Max Aquila
apr 04 2017 17:31

Usti...hai rispolverato la storia...

hahah

roba buona che si impolverava al buio...

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