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Fotogiornalismo ieri...

Inviato da Tiziano Manzoni fototm , 03 marzo 2016 · 1233 visualizzazioni

telefoto
Fotogiornalismo ieri...

Il fotogiornalismo oggi è molto cambiato, in passato il tutto e subito era relativo non cera il  “Tempo Reale”. Si poteva “spendere” e “investire” il tempo necessario indispensabile al fine di produrre/ documentare una specifica realtà comprendendola a fondo- Il passato era prevalentemente rappresentato e realizzato dalle grandi Agenzie di stampa internazionali quali Associated Press (Usa), Reuters(Gb), France Presse (F). Assieme a queste erano presenti altre agenzie fotogiornalistiche quali  ANSA, GAMMA, SYGMA, OLYMPIA, FARABOLA ed altre che producevano direttamente, quotidianamente, attraverso i propri fotografi, tutti assunti nel proprio staff immagini e servizi su fatti di news, sport, entertainment, people. L'angezia faceva il lavoro di vendere proporre, archiviare, catalogare, didascalizzare servizi e immagini che venivano proposti a clienti editoriali di  tutto il mondo.
Questo aveva un prezzo, il 40% del fatturato venduto andava all'agenzia che di fatto lasciava il fotografo libero di andare a 
F O T O G R A F A R E !!!! 
Che fosse assunto o free lance a contratto il lavoro monotono era svolto dagli editor che spesso erano molto piu preparati dello stesso fotografo.
Assieme al lavoro prodotto da queste Agenzie vi era il lavoro dei fotoreporter freelance puri.
 
Persone che cercavano storie, progettavano reportage, presentavano potenziali servizi a giornali e magazine i quali, se credevano nella bontà del progetto fotogiornalistico, investivano tempo e denaro per produrre assieme la storia fotografica.
 
Assegnavano, commissionavano, garantivano la pubblicazione.
Tutti i giornali, riviste, italiani e stranieri avevano i propri fotoreporter assunti all’interno del proprio staff. Questo al fine di garantirsi le persone più prestigiose, più creative, più professionali.
Fotoreporter e giornalisti erano e venivano inviati su un luogo, su un   fatto e vi rimanevano tutto il tempo necessario per raccontare in maniera completa e approfondita la storia. Poteva trattarsi di un solo giorno, oppure di una o più settimane. Oggi, tutto è cambiato tutti sappiano come si possono inviare le immagini da un capo all’altro del mondo, non solo, questa tecnica è ormai alla portata di molti, basta avere un computer  un collegamento alla rete internet e il gioco è fatto, in questo modo oggi viaggiano notizie e fotografie. Questo grazie all’avvento della tecnologia digitale.
Tutto questo un tempo e parlo di soli venti anni fa, era fantascienza!!
Le immagini infatti viaggiavano grazie all’utilizzo di un sistema che  potremmo definire l’antenato del fax, anche se poi era decisamente piu "definito" di un fax
ecco a voi la signora
  TELEFOTO
Immagine Allegata
Questa scatola ha reso possibile vedere immagini su quitidiani la mattina dopo l'evento!

  (curioso che se faccio ricerca in google non esce nulla e lo digita come parola errata!)
 
Il mestiere mio era prettamente artigianale- Dopo aver scattato le fotografie, il fotoreporter allestiva al volo una camera oscura: in una stanza presa in affitto o in una camera d’albergo, sviluppato il rullino e stampate le immagini, solitamente 10×15 o 13×18, La fotografia spesso poi veniva accompagnata da una breve didascalia che ne illustrava i particolari: data luogo e commento e inviata  al giornale, tramite questo apparecchio.
Immagine Allegata
 
Immagine Allegata
 
 
 
Come funzionava questo apparecchio ? semplicemente come il fax, Da una parte la  stazione trasmittente, dall’altra quella ricevente. Si avvolgono attorno ad un rullo le fotografia da trasmettere da una parte e la carta sensibile dall’altra. Al via, i due rulli cominciano a girare contemporaneamente. L’apparecchio trasmittente contiene una lampadina ed una cellula fotoelettrica, la lampadina esplora millimetricamente ed orizzontalmente l’immagine la quale, appena riceve la luce, la riflette ad intensità variabile, nella cellula fotoelettrica. La cellula, a sua volta la ritrasmette per filo all’apparecchio ricevente contenente anch’esso una lampadina ma al neon, la quale fissa sulla carta sensibile gli impulsi luminosi ad intensità variabile ricevuti. Quando l’esplorazione della fotografia è finita, i tamburi si fermano. Il tamburo con la carta sensibilizzata viene portato dall’addetto (chiamato telefotista) in camera oscura dove avviene lo sviluppo. Pochi minuti dopo la fotografia scattata chilometri di distanza è pronta per essere utilizzata dal giornale, una volta preparato il clichè potrà andare in stampa.
La telefoto è stata inventata agli inizi del secolo scorso dal francese Edouard Belin, e il “Journal” la utilizzò in via sperimentale , nel maggio 1914, ritraendo l’inaugurazione della fiera di Lione da parte del primo ministri Poincarè. Nel novembre del 1934 la telefoto fa la sua comparsa in Italia, sulle colonne di Stampa Sera è un’immagine della partita di calcio Inghilterra-Italia, dapprima gli apparecchi per trasmettere le foto erano ingombranti e solitamente utilizzati negli uffici postali delle grandi città.
Col tempo i giornali capirono l’importanza della telefoto, e si dotarono di questi apparecchi che tecnologicamente migliorati come qualità erano intanto diventati portatili come una valigetta.
Ovviamente, tutto era relegato alle sole immagini in bianco e nero e ogni anno come oggi le telefoto miglioravano e la qualità era sempre migliore. La prossima puntata il colore...

 
 
 






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danighost
mar 05 2016 09:44

Interessante, anche se vista così fà molto (come fascino) da "apparecchiatura da spia" ;) ...

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