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"Saranno solo sassi..." Dolomiti e dintorni
Inviato da
giannizadra
,
25 novembre 2012
·
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fotolibro Nikonland 2013
Sono nato in mezzo alle dolomie del Cadore, le ho calpestate a lungo, e anche ora che le frequento meno di quanto vorrei, me le porto dentro.
Presenze incombenti, giganti dalle masse slanciate e dai colori mutevoli.
Forme plasmate dal tempo, dal vento, dal ghiaccio, dalla neve, dal disgelo.
Stanno sempre lì, di volta in volta minacciose, rassicuranti, nere come la pece, candide come la neve, traslucide come un cristallo o rosse come i bagliori di un incendio sopito.
Geometriche o caotiche, protese verso un cielo di cui riflettono gli umori, eterne, immutabili.
“Quasi” immutabili...
Ricordo le fresche ferite della cuspide di Cima Una e la frana dell'Aiarnola, con due lunghe teorie di sfasciami a lambire i margini di Val Fiscalina e dei Piani di Danta.
Fotografo quasi esclusivamente la gente, per piacere e per professione.
Cerco di fermare gli stati d'animo negli atteggiamenti, nei volti e volti e negli occhi dei miei simili. Nelle mie foto la commedia umana è una costante.
Con una eccezione: quando voglio fissare sensazioni mie, volgo l'obiettivo alle “mie” montagne. Saranno solo sassi... ma non fraintendono.
Presenze incombenti, giganti dalle masse slanciate e dai colori mutevoli.
Forme plasmate dal tempo, dal vento, dal ghiaccio, dalla neve, dal disgelo.
Stanno sempre lì, di volta in volta minacciose, rassicuranti, nere come la pece, candide come la neve, traslucide come un cristallo o rosse come i bagliori di un incendio sopito.
Geometriche o caotiche, protese verso un cielo di cui riflettono gli umori, eterne, immutabili.
“Quasi” immutabili...
Ricordo le fresche ferite della cuspide di Cima Una e la frana dell'Aiarnola, con due lunghe teorie di sfasciami a lambire i margini di Val Fiscalina e dei Piani di Danta.
Fotografo quasi esclusivamente la gente, per piacere e per professione.
Cerco di fermare gli stati d'animo negli atteggiamenti, nei volti e volti e negli occhi dei miei simili. Nelle mie foto la commedia umana è una costante.
Con una eccezione: quando voglio fissare sensazioni mie, volgo l'obiettivo alle “mie” montagne. Saranno solo sassi... ma non fraintendono.
Le tue immagini non posso non apprezzarle, sia per ricordo personale che naturalmente perchè sono belle ed evocative.
Mi piacciono soprattutto la prima e la nona, suggestive, che danno l'idea dell"azzurra lontananza" come scriveva Hermann Hesse, E' quella vista che ti fa venire voglia di andare sempre a trovare ciò che è al di là dell'orizzonte.
Ciao,
Silvio