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Consapevolezza

Inviato da Marius , 03 novembre 2015 · 1305 visualizzazioni

In questo momento storico per la fotografia, stiamo assistendo allo sviluppo degli apparecchi mirrorless e siamo in un periodo in cui è complicato fare delle scelte in fatto di upgade o rivoluzioni di un corredo fotografico, ed il perché lo conoscete benissimo.

In realtà chi ha necessità di un apparecchio nuovo, un ottica nuova, non ha ne dubbi ne incertezze nella scelta e nell'acquisto, proprio perché ne ha realmente bisogno ed il mercato offre davvero tutto ciò di cui si necessita o quasi. È per quelli come me che la cosa di complica. Ho realmente bisogno di qualcosa di diverso dalla mia "vetusta" D700 e delle ottiche che già possiedo?

Forse si, forse no, il punto sta tutto qui...non lo so!

Messa da parte la scimmia e la voglia di nuovo, realmente questa incertezza deriva proprio dal fatto che non so che foto fare, che foto farò.

E così, dopo aver passato per l'ennesima volta qualche ora online a cercare di capire (inutilmente) se una Sony A7II possa fare al caso tuo meglio di una D810, ti metti a pensare e ti rendi conto del perché non trovi una soluzione a questa domanda che ti sei gia posto altre volte, per altri corpi, per altre ottiche...perché non hai bisogno di niente che non sia capire cosa vuoi fare della tua fotografia.

Ed allora è finalmente arrivato il momento in cui accetti le cose come stanno realmente, indipendentemente dal fatto che ti piaccia o no, ti metti allo specchio parlandoti sinceramente, facendoti domande e rispondendoti con onestà ed infine trovi la strada, trovi il senso e metti a fuoco ciò che davvero sarebbe interessante fare per e con la tua fotografia.

Allora riesci a capire perché non sei soddisfatto di quello che hai scattato, perché non trovi più ispirazioni, perché continui ad interessarsi ad oggetti che non saranno in grado di aiutarti a fare foto migliori.

Questa consapevolezza è coincisa con un momento particolare per me, un momento in cui sto maturando certe convinzioni personali, in cui sto mettendo a fuoco alcune parti del mio essere interiore. Ho maturato che ciò che mi interessa, in ambito fotografico, è creare qualcosa che possa comunicare quello che voglio comunicare, che possa veicolare concetti, idee, sentimenti. Credo di aver individuato nel genere "concettuale", la direzione che voglio prendere per arrivare al risultato sperato.

Ora so di cosa ho bisogno per fare fotografie migliori, per fare veramente Fotografia...di libri, di cultura, di conoscenza, di pratica, di sperimentazione, di fallimenti.

Tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, il tipo di fotografia che vorrei fare non è certamente trai più semplici ed immediati, ma almeno ho chiaro da dove devo iniziare, su dove invece arriverò...solo il tempo mi darà risposta.

Concludo con una citazione: "Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti.Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è limmagine di unidea. Bisogna capire cosa cè dietro i fatti per poterli rappresentare. La fotografia clic! quella la sanno fare tutti." Tiziano Terzani

______
Andrea




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Valerio Brùstia
nov 03 2015 21:46
Mmmmmmmmmm

La frase di Terzani e' assolutamente ribaltabile e ci prende solo di sbieco con la fotografia da cui ti senti attratto, quella "concettuale" che per inciso e' una bella parola che dice tutto e niente.

Fotografa Andrea fotografa e piu' lo farai piu' naturalmente troverai risposte alle tue domande.

Ciao

Ps
Ma il nome del fotografo nipponico? Quello del post tsunami? Hai il libro: fuori il nome

Infatti ... a me per esempio capita di voler raccontare delle storie che però sono sempre inventate di sana pianta.

Ma in generale a me non interessa raccontare o rappresentare qualche cosa per gli altri. Non sono e non mi sento un reporter.

E il concettuale difficilmente lo capisco, come la musica contemporanea (parlo della classica, l'altra musica non esiste più).

 

Io fotografo per me, ciò che mi appassiona. E' la passione per le cose che mi piacciono che mi fa fotografare.

 

Se e quando finirà la mia passione per quelle cose, passerà probabilmente la voglia di fotografare. Ma non il contrario (cioé non finirò di impazzire per le auto da corsa quando non avrò più voglia di fotografarle ;)).

 

Ecco che per me l'arrivo del nuovo 20 mm Sigma Art sarà una conquista insperata dato che con i precedenti 4 esemplari di 20 mm differenti non ho mai trovato quello che fa per me.

;)

 

Condivido però del tutto il concetto che l'interesse generico per lo strumento fotografico, la sindrome da acquisto e la novità fine a se stessa non hanno nulla a che vedere con la fotografia e il fotografare.

Chi si appassiona esclusivamente dell'attrezzatura fotografica, con la stessa rapidità con cui la accumula, presto o tardi la rivenderà per dedicarsi ad una nuova passione. Oppure scoprirà che tutta quella passione mica c'era ...

 

:)

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Andrea Zampieron
nov 13 2015 09:04

Una riflessione è d'obbligo su quanto scrivi.In un mio intervento,il primo della sezione riservata,scrissi cosa vuol dire per me la fotografia e riportando quanto scrive Mauro "Io fotografo per me, ciò che mi appassiona. E' la passione per le cose che mi piacciono che mi fa fotografare. " aggiungo che poi se riesco a trasmettere qualcosa a qualcuno sono anche contento ,perché ho condiviso le mie emozioni.

 

Andrea

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mircodemo
gen 12 2016 10:50

Ciao Andrea, io invece ti capisco benissimo.

Se non si ha niente da dire a volte è meglio stare zitti, e continuare a pensare.

Stessa cosa nella fotografia secondo me.

 

E' uno strumento per comunicare qualcosa, anche se non ci si rende conto di questo.

Le foto peggiori che ho fatto non erano per qualcuno in particolare, difficilmente ora faccio questo errore.

 

Se dite che fotografate per voi stessi vuol dire che state parlando a voi stessi. Ascoltatevi, guardate, il messaggio che vi mandate. E ricordatevi che è un messaggio per voi quando lo fate vedere agli altri. Chi ne è in grado saprà leggerlo.

[...]

 

Se dite che fotografate per voi stessi vuol dire che state parlando a voi stessi. Ascoltatevi, guardate, il messaggio che vi mandate. E ricordatevi che è un messaggio per voi quando lo fate vedere agli altri. Chi ne è in grado saprà leggerlo.

 

Esatto, differente - e diametralmente opposta - concezione della fotografia.

Per me è ... per me. Una mia foto può piacere agli altri se si soffermano a guardarla ma a me questo lascia indifferente.

Non avendo lo scopo di raccontare storie da raccontare né cose da documentare o testimoniare, le mie fotografie rappresentano brutalmente me stesso, sempre, non saprei farle diversamente perchè per me è naturale essere così :)

 

La mia è pura consapevolezza di quello che sono. La mia ricerca è essere, domani, meglio di come sono (fotograficamente) oggi.

 

;)

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