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[personale] Fotografare le arti marziali è difficile

Inviato da Silvio Renesto , 06 aprile 2015 · 7536 visualizzazioni

fotografia arti marziali

Se il blog è un angolo personale per proporre riflessioni libere a carattere fotografico, soprattutto  sentire cosa ne pensano gli altri eccone qua una. Non è detto che interessi a qualcuno, anzi, per cui non me la prenderò se cadrà nel silenzio. Se invece avrò commenti e  soprattutto opinioni, sarò lietamente sorpreso ;)  .
 
 
Ho sempre amato la natura e le arti marziali che pratico da quando pratico la fotografia o forse da prima. Mentre la fotografia è sempre stata per me il mezzo con cui esprimere il mio amore per la natura, fino a pochissimo tempo fa non mi è mai passato per la testa di fotografare seriamente le arti marziali.
Da un po' di tempo ho cominciato a chiedermi se fosse possibile rendere al meglio l'essenza di un'arte marziale tramite il mezzo fotografico.
Ne avevo discusso in un post anche qui su Nikonland un po' di tempo fa.
La mia attuale opinione è che ottenere quanto ho scritto sopra sia non sia per niente facile, per alcune arti anzi credo sia molto difficile.
 

 

Per evitare equivoci chiarisco subito una cosa, in questo discorso sono esclusi gli sport da combattimento di qualsiasi genere, boxe, lotta, MMA, e tutte le derivazioni sportive di arti marziali tradizionali, ossia tutto quello che comprende un ring, un ottagono o una gabbia, categorie di peso punteggi ed arbitri. Quelle discipline dal punto di vista fotografico per me sono assimilabili agli altri sport e per questo motivo è possibile ottenere ottime foto, come se ne ottengono con il rugby, la scherma, il  calcio, il basket e così via. Perchè l'essenza lì è l'agonismo, il momento climax che sia una rovesciata del calcio o un jab della boxe è lo stesso.
Allo stesso modo escludo le foto in studio di modelli "atteggiati" e di attori nei film in quanto "finti" (compreso Bruce Lee se ripreso "on stage"). Il mio discorso riguarda fotografie di  veri praticanti.
 
Per arti marziali intendo le discipline di combattimento codificate dalla tradizione di un gruppo etnico, culturale, religioso, tribale, compresi gli antenati di molti sport "marziali" di oggi. 
Qui le cose si fanno complicate per vari motivi: La decontestualizzazione dell'arte  calata nel mondo odierno, specialmente quando trasferite  e divulgate in occidente, la difficoltà di poter fotografare momenti climax come negli sport, la dannosisima spettacolarizzazione di molte di queste arti.
 
Così molte foto di arti marziali sono assolutamente banali per vari motivi, uno è lo sfondo, che può essere quello caotico e disturbante di una palestra, durante un allenamento o un  seminario, o quello di una strada durante una dimostrazione in cui curiosi passanti e vetrine si sovrappongono al contesto. 
 
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L'australiano Erle Montaigue, uno dei dei miei ex-maestri di kung fu (quello con la barba) che pratica, sfondo abominevole.
 
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Taji Kase grandissimo maestro di Karate Shotokan, ottima posa, pessimo sfondo
 
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Col "lenzuolo" è già un po' meglio.
 
 
Spesso, per non dire quasi sempre, la foto che mostra un'applicazione risulta ingessata, buona per il manuale tecnico, ma assolutamente non interessante dal punto di vista fotografico. Si vede che l'azione è coreografata e non c'è emozione.
 
Immagine Allegata
 
Si vede il controllo, la scena è esplicativa, ma non emoziona.
 
Immagine Allegata
 
Qui invece oltre alla staticità la smorfia è talmente esagerata che ... la foto è più comica che marziale.
 
Alle volte si ottengono buoni risultati quando si cerca di creare immagini simboliche, tramite foto individuali che diano un'idea dello spirito dell'arte, questa può essere una buona idea, per alcune arti, ad esempio trovo che le arti giapponesi si prestino molto meglio di quelle cinesi, ad es,  con un sapiente uso delle luci e del bianco e nero, lo spirito del karate (ma anche dell'aikido o del kendo, del judo/Ju jitsu ecc.) possa essere magnificamente espressa in fotografia, grazie alla potenza intrinseca alla sobrietà dell'abbigliamento ed alla nobile essenzialità delle tecniche (lo scrive uno che da decenni pratica arti cinesi, quindi non è partigianeria).  
 
Immagine Allegata
 
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Nakayama, Maestro di Karate Shotokan
 

 

Per il resto delle arti orientali trovo sia un po' più difficile, perchè a volte sono i vestiti sgargianti a rendere un po' ...circense il praticante,
 
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Per inciso il maestro Guo Guizhi, attuale caposcuola dello stile che pratico ora, non si sogna di mettersi buffi costumi, quando nei suoi seminari  in Europa insegna in abito occidentale, in maglietta, in camicia (in Cina anche in canottiera, se faceva caldo) .
 
Immagine Allegata  
 
Il maestro Guo Guizhi.
 
A mio parere, a parte qualche eccezione,  nel kung fu c'è una relazione inversamente proporzionale fra il barocchismo del costume e la validità dell'istruttore
 
Altre  volte  le posture sono splendidamente acrobatiche ma poco realistiche che di nuovo fanno più circo o ginnastica artistica che arte marziale,
 
Immagine Allegata
 
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Shaolin la famiglia di stili di kung fu forse più famosa, eccezionale come foto di acrobazia, ma sinceramente non mi trasmette molto di marziale.
 
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Monaci Shaolin che allenano il palmo d'acciaio schiaffeggiando o ficcando con forza le mani in giare piene di sabbia, semi di soia o di ghiaia, secondo il livello di esperienza. Questa sì è una bella foto di arte marziale!
 
Altre volte sono le posture criptiche il cui significato è incomprensibile ai non adepti,
 
Immagine Allegata
 
Di nuovo il mio ex-maestro australiano nella posa del "pipistrello cade a terra"... che vuol dire quel che sta facendo?
 
Immagine Allegata
 
E questo praticante dello stile della mantide? Bel vestito, bella posa,  ma criptica e io ci trovo poco coinvolgimento marziale.
 
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Uno dei più grandi maestri viventi di Taijiquan (tai Chi Chuan) stile Chen, che accidenti di sfondo gli hanno messo?
 
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Immagine Allegata
 
Un'eccezione: Ge Chunyan, (per la quale ho un debole "marziale" :) ) Gran Maestra di Baguazhang, posa semplice, tutto è negli occhi. 
 
Sta di fatto che belle foto di arti marziali non giapponesi non ne ho viste moltissime. 
 
Per il Taijiquan poi, con l'inquinamento new age siamo finiti nel ridicolo:
 
Immagine Allegata
 
Taijiquan (Tai Chi Chuan)  vuol dire  "pugilato supremo assoluto" e oggi nel 90% dei casi è ridotto a ginnastica "molle". Per fortuna rimane un 10% con ancora gli attributi ;) .
 
In alcuni casi nel Taijiquan sono rimasto positivamente colpito da alcune foto di particolari, che riescono a rendere meglio  lo spirito dell'arte  di una foto a figura intera spesso disturbata dallo sfondo.
 
Immagine Allegata
 
La postura delle mani dice tutto.
 
Le foto di arti marziali che più mi piacciono sono comunque quelle che ritraggono praticanti ancora nell'ambiente dove queste arti si sono sviluppate, è il caso soprattutto nelle arti indocinesi e malesi (che per me sono fra le più micidiali, persino Salgari scriveva dell'invincibilità dei "tigrotti" di Mompracem), le foto scattate sul luogo, mantengono il sapore originario dell'arte anche perchè il fatto che lì siano  ancora uno strumento valido di sopravvivenza quotidiana  e non solo un gioco od una ginnastica da due sere la settimana, fa sì che lo spirito sia rimasto.
 
Immagine Allegata
 
Immagine Allegata
 
Infatti, un mio  sogno, irrealizzabile lo so, è quello di fare un giro in Filippine, Borneo, Sumatra ecc., insomma dove è stato il nostro Fab Cortesi e, oltre agli oranghi, fotografare i maestri locali di Silat, Kali, insomma incontrare dal vero gli ultimi "tigrotti".
 
Chiaramente quanto qui espresso è un'opinione strettamente personale per cui estremamente soggettiva, non pretendo di affermare delle verità, ma solo il mio modo di vedere.
 
Grazie a chi è arrivato fin qui a leggere e grazie a chiunque vorrà lasciare un commento o discuterne.
 
 
 
NB DISCLAIMER: TUTTE LE FOTO QUI INSERITE SONO PRESE DA INTERNET E SONO DI PROPRIETA' DEI RISPETTIVI AUTORI,  RIPORTATE QUI SOLO A SCOPO ESPLICATIVO.






Ho letto tutto... non avevo mai pensato in termini fotografici alle arti marziali, punto di vista interessante. Quello che noto è che sono tutte statiche, ma usare un mosso controllato non renderebbe meglio l'emozione?

Foto
Silvio Renesto
apr 06 2015 22:50

Hai ragione sulla staticità.

Ci sono foto dinamiche di allenamenti e forme in coppia in varie arti marziali ma di solito sono in contesti che si prestano poco (palestra, dimostrazione)  oppure portano protezioni. Anche per quello mi piacciono (fotograficamente oltre che per se stesse)  quelle indocinesi e malesi, sono veloci ed ambientate . 

 

Qui: http://www.martialta...nna_zorya_3.jpg la compianta Johanna Zorya, grande maestra di Taijiquan "con gli attributi"  è dinamica ed interessante, ma .. l'ambiente non è il massimo e il tizio dietro stona proprio.

Stesso discorso - temo - della fotografia naturalistica.

 

Lo scopo è fotografico oppure é filosofico ? E di mezzo ci sono limiti di natura morale ?

 

Perchè nei film - probabilmente, non lo so, io non amo per nulla le arti marziali e non mi interessano nemmeno come "spettacolo" - si fa fotografia, non si documentano passi tecnici. Lo stesso nella fotografia di teatro o di danza.

Le foto migliori sono quelle in cui il fotografo interagisce con i soggetti, in ambiente e luce controllato.

 

Si comincia e si ripete finchè il risultato é coinvolgente/soddisfacente.

 

Ma non c'è alcuna velleità di verità documentaria.

 

Le mie foto migliori della rappresentazione Sacra del Venerdì Santo di Romagnano Sesia sono quelle riprodotte in studio, dove si è spiegato ai figuranti di ripetere, per noi fotografi le posture (o anche le frasi) della rappresentazione. Ma senza il pubblico e senza la rappresentazione.

Con fondale scelto, luci disposte, esposimetro esterno !, ottica corretta, confort, N-foto per ogni soggetto/interpretazione, etc. etc. etc.

Foto
Silvio Renesto
apr 07 2015 12:04

Stesso discorso - temo - della fotografia naturalistica.

 

Temo tu abbia ragione.

 

Come scrivevo sopra da una parte c'è un interesse etnico culturale stile NG, che si traduce nel discorso reportage in Indocina. Ma anche in qualche luogo della Cina o Giappone dove è possibile mostrare come si allenano nel contesto giusto. Un buon fotografo di reportage non credo abbia dificoltà (infatti sul NG ogni tanto se ne trovano)

 

Dall'altra mi piace anche il simbolismo, ossia cogliere in un'immagine  ciò che è caratteristico di un'arte, cosa molto più difficile da realizzare.  Come per gli animali, occorre rendere comprensibile a molti ciò che lo è solo per pochi, ed evitare le clownerie o i soggetti imbalsamati.

Lo studio aiuta di certo, la ragazza che fa iaido (o aikido, insomma quella in bianco e nero con la spada) è molto bella ma penso sia "staged" come intendi tu. Tu mi dici che per avere un risultato bisogna per forza  "recitare"?

 

Grazie a tutti.

 

 

                                Silvio

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Andrea Zampieron
apr 07 2015 18:53

Ciao Silvio trovo il tuo articolo interessante e ricco di spunti di riflessione, da buon praticante mi trovi d'accordo su come sia difficile trovare uno scatto "giusto " e non solo per quelli del settore.

Volevo inserire una foto per rendere l'idea,ma non riesco.

Foto
Silvio Renesto
apr 07 2015 22:03

Ciao Silvio trovo il tuo articolo interessante e ricco di spunti di riflessione, da buon praticante mi trovi d'accordo su come sia difficile trovare uno scatto "giusto " e non solo per quelli del settore.

Volevo inserire una foto per rendere l'idea,ma non riesco.

 

 Grazie Andrea,

      nei commenti al blog credo non si possano  inserire immagini, anch'io non sono in grado,  ma puoi mettere un link se è un'immagine su internet oppure pubblicarla da qualche parte (sport? o altra sezione)  che la vedo volentieri.

:)

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happygiraffe
apr 14 2015 17:13

Guarda che articolo interessante! Faccio bene ogni tanto a vedere se tra i blog c'è qualcosa di nuovo. :)

Pur avendo praticato Judo da bambino, le arti marziali per me sono un lontano ricordo e un mondo ormai lontano dai miei interessi. La tua passione però è contagiosa!

 

Da un punto di vista prettamente fotografico, a giudicare dalle immagini che hai messo qui, concordo con quanto suggerito da Mauro. E' probabile che per avere dei risultati interessanti sia necessario creare un set ad hoc, dove non è neanche detto che i soggetti debbano per forza recitare, ma almeno il fotografo è messo nelle migliori condizioni possibili per riprenderli nelle condizioni che lui stesso ha predisposto.

Foto
Silvio Renesto
apr 15 2015 10:24

Ciao Giovanni,

      hai ragione,  quando parlo di arti marziali mi entusiasmo e, dal vivo,  alle volte bisogna contenermi ;).

Senz'altro seguire i consigli di Mauro sarebbe la via migliore, ma ho appena visto un reportage fotografico  sul Kendo che è veramente molto bello (a parte qualche ripetitività) , dove il fotografo pur riprendendo in palestra un allenamento e dei combattimenti, ha ottenuto, tramite l'uso del bianco e nero, di inquadrature astute e in alcuni casi di hdr, delle immagini veramente coinvolgenti.

C'è però da dire che il Kendo, per via dell'abbigliamento, delle armi  e delle posture si presta molto meglio di altre arti (infatti è giapponese :) , come ho scritto sopra) senza contare che essendo diventato uno sport, si fanno delle gare quindi puoi cogliere azioni a tutta velocità e potenza, non solo "staged".

Ciao Silvio, io è qualche tempo che penso ad un progetto sulle mie due arti marziali judo e BJJ. Dopo parecchio riflettere sono giunto a due idee. - La prima, senza dubbio la più difficile, è quella di creare immagini ad oc per spiegare due o tre principi dell'arte marziale. Cerco di spiegarne uno per chi è digiuno di arti marziali. Nel judo si educa il fisico e la mente per raggiungere vari stadi di consapevolezza (abilità per smorzare l'aura mistica) fino a raggiungere il massimo livello espressivo ( concedetemi la semplificazione). Uno dei gradini che ho sempre preferito è il sen no sen che tradotto si traduce in prima di prima. Ecco, mi piacerebbe creare un'immagine che rappresenti questo e altri principi. -La seconda idea, che deve convivere con la prima, vuole che ci sia una contrapposizione di due immagini dello stesso protagonista. Prima immagine, lui o lei nella quotidianità e la seconda durante la sua espressione della pratica. Questo perché, per la mia esperienza, chi pratica certi sport o arte, almeno in buona percentuale, lo fa perché vuole risolvere qualcosa di suo personale. Per cui mi piacerebbe far vedere le due facce della persona. Paolo
Foto
Silvio Renesto
set 07 2015 22:02

Grazie del passaggio Paolo.

Ho presente il concetto  sen no sen da quando praticavo Karate, e poi ho incontrato anche la versione cinese. Credo che sia un concetto fondamentale belissimo da esprimere ma fotograficamente difficilissimo da rendere, l'anticipazione. Una vera sfida.

Molto interessante anche la seconda. E sono d'accordo sul perchè molti praticano le arti marziali.  

Silvio

Si è decisamente una sfida difficile. All'inizio ero partito in tromba con l'idea di fotografare i kata che nel judo, non so nelle altre arti marziali, spiegano i vari principi. Poi però ci ho ripensato perché sarebbero stati scatti che pochi avrebbero potuto decifrare. Quindi tutto da riprogettare.

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