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Riflessioni sulla street photography

Inviato da Giuliano M. , in video 10 maggio 2012 · 2070 visualizzazioni

(09.02.2012)


Fotografare fra la gente mi piace, parecchio. Bighellonare per strada cercando di catturare scene curiose mi affascina, mi diverte, è un pò una sfida con me stesso e le dinamiche che mi stanno intorno.
Ma c'è un tipo di street photography che proprio non tollero. Prima di tutto perchè è irrispettosa dei soggetti che ritrae.
Scattare col flash, senza quasi guardare nel mirino, quasi aggredendo la gente che è per strada, lo trovo inaccettabile.
Se è il metodo per tirar fuori immagini ad effetto, con inquadrature dinamiche e spettacolari, non è il tipo di foto che fa per me.
Mi riferisco a questo tipo di approccio:


http://youtu.be/IRBARi09je8



Ho scovato un filmato di una fotoamatrice newyorkese che, invece, rispecchia più da vicino il mio modo di avvicinarmi alla gente. Quando si tratta, ad esempio, di visitare piccoli borghi ed ambienti di paese, conversare con le persone è piacevolissimo, chiedergli il permesso di far foto e informarsi della loro vita e attività diventa un tutt'uno con lo scatto. Si entra in contatto diretto con la gente. Ok, diventa anche un altro tipo di fotografia, non prettamente da istante decisivo bressoniano, ma non è neppure un saltare addosso alla gente facendola spesso trasalire o, peggio ancora, infastidendola:

http://youtu.be/w1ZV9Bjoerc



L'approccio ideale, per me, resta comunque quello dell'autore delle seguenti parole: "Io non aggredisco il soggetto. E' la mia mente che corre sempre: guardo lo sfondo, il soggetto, la luce e aspetto che la situazione si evolva".

http://vimeo.com/17855680

David Alan Harvey






La street richiede una faccia tosta che ancora non ho.
Detto questo, ritengo migliore il secondo approccio, più rispettoso della dignità del soggetto.
Un pò come le foto che si fanno in Africa, con gente che si lancia addosso ai nativi manco imbracciasse un M4.
Molto più corretto salutare e GUARDARE cosa succede intorno a noi, così che non sia solo un furto di immagine ma un'esperienza che arricchisce tutti, fotografo compreso.
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Giuliano M.
mag 11 2012 12:04
Inutile dire che sottoscrivo ogni tua parola, ciao e grazie del passaggio!
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Bernardo Gattabrìa
mag 13 2012 08:40
Se per questo per me street, significa street, ovvero le strade ma senza le persone.
Foto ad ore assurde affinchè nessuno circoli.
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Giuliano M.
mag 13 2012 20:45
La street photography è un'altra cosa, universalmente riconosciuta.
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Valerio Brùstia
mag 13 2012 20:53
Una volta la si chiamava fotografia del quotidiano. Dare la targhetta di street photographer ad un monumento vivente come Harvey francamente mi pare un po' riduttivo. E metterlo nella stessa discussione dove tale Bruce Gilden mostra una cosa che si può fare solo a NY (invito chiunque a fare una cosa simile in corso Buenos Aires a MIlano: in 10 minuti arrivano i carabinieri) fa un po' di confusione.
Harvey come W.Albert Allard come M.Yamashita o prima J.Stanfield o il nostro recentemente scomparso Amedeo Vergani sono fotogiornalisti. Hanno raccontato delle storie. Per strada, nei campi, sulle barche, sui sentieri, sulle piste carovaniere. Ti invito a vedere l'ultimo numero di NGM il servizio centrale è di Alex Majoli parla dei recenti sconvolgimenti sociali dell'Egitto. Guardalo. Che è Street photography???
Guardando le tue foto, mi sembra di intendere che tu stia cercando qualcosa. E vorrei darti un consiglio: liberati della definizione riduttiva e poco significativa di fotografia di strada e costruisci dei racconti. Secondo me sei sulla strada giusta. Se hai tempo da dedicare a questa sfida sappi che sarò qui ad aspettare i tuoi risultati.

ciao
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Giuliano M.
mag 13 2012 21:39

Una volta la si chiamava fotografia del quotidiano. Dare la targhetta di street photographer ad un monumento vivente come Harvey francamente mi pare un po' riduttivo. E metterlo nella stessa discussione dove tale Bruce Gilden mostra una cosa che si può fare solo a NY (invito chiunque a fare una cosa simile in corso Buenos Aires a MIlano: in 10 minuti arrivano i carabinieri) fa un po' di confusione.Harvey come W.Albert Allard come M.Yamashita o prima J.Stanfield o il nostro recentemente scomparso Amedeo Vergani sono fotogiornalisti. Hanno raccontato delle storie. Per strada, nei campi, sulle barche, sui sentieri, sulle piste carovaniere. Ti invito a vedere l'ultimo numero di NGM il servizio centrale è di Alex Majoli parla dei recenti sconvolgimenti sociali dell'Egitto. Guardalo. Che è Street photography???Guardando le tue foto, mi sembra di intendere che tu stia cercando qualcosa. E vorrei darti un consiglio: liberati della definizione riduttiva e poco significativa di fotografia di strada e costruisci dei racconti. Secondo me sei sulla strada giusta. Se hai tempo da dedicare a questa sfida sappi che sarò qui ad aspettare i tuoi risultati.ciao


Ma infatti io non ho dato nessuna targhetta ad Harvey, ho detto semplicemente che il suo è l'approccio che più preferisco, e so bene che la sua non è semplice street, ma fotografia capace di catturare lo spirito dei luoghi.
Conosco bene Harvey anche perchè conosco il suo lavoro e possiedo i suoi libri, come conosco gli altri fotografi NG che citi.
Questo post nasceva proprio come critica ad un certo tipo di fotografia fra la gente che non condivido, ed anche alla street propriamente detta che spesso mi appare come uno sforzo estetico-compositivo inutile, almeno per ciò a cui aspiro maggiormente, e cioè, come hai capito, e mi fa piacere, il racconto fotografico.
Ho preso ieri l'ultimo numero di NG Italia, leggerò di certo anche le pagine di Majoli. Ma la distinzione fra reportage e street mi pare evidente.
Io cerco di avvicinarmi al primo tipo, questo lo hai evidentemente percepito anche tu.
Se ho scritto questo post era appunto perchè la street, anche meno invadente del metodo Gilden, non fa per me. Per cui ti ringrazio del consiglio, ma dalla definizione di street photography me ne sono liberato non appena ho capito effettivamente cos'era, e me ne sono allontanato, continuando a preferire l'approccio fotogiornalistico.
Da qui a raggiungere dei risultati di un certo valore in questo campo mi ci vuole ancora un'immensità di strada, ma tentar non nuoce ;)
Foto
Valerio Brùstia
mag 14 2012 10:18
Bene! ci siamo intesi.
Il fatto è che a me sta roba della "Street Photography" mi fa venire un po' di orticaria.

ciao e ti auguro buone foto
Apollonikon
mag 22 2012 08:01
Trovo ridicolo l'approccio di Bruce che se si permettesse simile atteggiamento a Milano o a Como, si ritroverebbe ricoverato in ospedale.

Io adoro praticare la street, ma senza disturbare il soggetto. Espressioni ed atteggiamenti naturali - anche se poco comunicativi per altri - rappresentano, per me, il miglior compromesso per la riproduzione della realtà. E mi piace praticare la street nelle mia città...Milano - Como - Lecco - Sondrio ed in Bretagna...laddove la gente è tutta piuttosto scorbutica e poco propensa alla socializzazione, figuriamoci se poi si lascia fotografare.

Meglio, molto meglio...per me...rubare lo scatto: e tutti vissero felici e contenti.

Infine, trovo insopportabili le immagini di gente del terzo mondo, riprese dietro compenso. E' poco serio e molto poco dignitoso. IMHO

ciao
Apollonikon
mag 22 2012 08:03
Riprendo per sottolineare che Bruce era stato invitato a praticare la sua fotografia a Milano; era affiancato e seguito da enormi guardie...ancor più ridicolo.

ariciao
Foto
Giuliano M.
mag 28 2012 11:26
Ciao Apollo, concordo con quanto scrivi; grazie del passaggio, alla prossima...

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