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35 risposte a questa discussione

#1 Tiziano Manzoni fototm

Tiziano Manzoni fototm

    EX-NPS fotografo Pro

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  • Perchč mi sto iscrivendo ?: Iscritto da tempo, perchč mi piace lo spirito, " pocolecchinaggio tanta sostanza"

Inviato 19 aprile 2011 - 22:01

Premessa:
Queste elucubrazioni scaturiscono dopo una riflessione, e la lettura di un articolo di un "grande" da cui ho preso ispirazione...
mi rendo conto che qui ci sono amatori veri e io solo so quanto voglio bene a questo forum e quanto io amo questo mestiere che vedo a rischio quello che scrivo ai pi? scivoler?, ad altri porter? sconforto e altri ancora penseranno sinceramente che cacchio me ne frega.
Non ? proprio cosi, finch? terr? il settore professionale i grandi marchi sperimenteranno e investiranno
se il tutto sar? ad opera di amatori credo che il tutto decade... del resto la lancia quando faceva correre le sue auto nei rally vendeva e aveva il top, usciti dal circuito l'abarth ha chiuso e la lancia non vendo una cacchio!!!!

Questo che scrivo ? un po il modo nel mio piccolo di far capire le posizioni di chi vive di fotografia, ovviamente non voglio convincere nessuno solo informare come ormai faccio da anni...
ps se disturba siete liberi di toglierlo ma sappiate che ci ho messo un bel po a farlo e me ne dispiacerebbe!!


Una delle pi? plausibili spiegazioni dei motivi per cui l'uomo di Neandarthal si ? estinto ? che non ha saputo adattare i suoi utensili al mondo che stava cambiando. Dalla fine degli anni 90 ed inizio del 2000, cio? da quando Getty, Corbis e , la ormai defunta, Jupiter hanno portato nel mondo della fotografia i loro metodi da grandi aziende, vediamo la preistoria ripetersi.

Armati con la teorie economiche imparate nelle grandi universit?, un'orda di supponenti yuppie ha invaso l'industria fotografica. Invece di adattare le loro tecniche alla nostra industria, loro hanno fatto il contrario e cio? hanno cercato di adattare l'industria fotografica agli usi delle grandi imprese.

Una grande ondata di executive senza nessuna passione per la fotografia , venuti da mondi che non aveva nessun legame la fotografia e convinti della loro superiorit? nel capire il mondo dell'economia, hanno preso il comando nella maggior parte delle grandi agenzie fotografiche e di redazioni giornalistiche dopo poco tempo sono stati espulsi dal sistema.
Chi ha esperienza e bravura rimane attaccato alla sedia come un politico, e la difende a denti stretti, anche se ? evidente che il tutto funzioni in modo inadeguato, poco aperto ai nuovi della serie: se non sei amico di... nient de fer...

Nonostante ci? si insiste ancora nell'usare questi metodi.Il numero di ex manager di Getty, Corbis , Jupiter etc che immessi nel mondo della fotografia senza precedenti esperienze e che hanno aperto attivit? sempre inerenti all'industria della fotografia ? spaventoso. Come se il fallimento delle loro esperienze avesse fatto di loro degli esperti.
Alcuni di loro hanno aperto Agenzie fotografiche Royalty Free, altri sono diventati consulenti con newsletter e blog.
Altri ancora hanno creato dubbie attivit? collaterali alla fotografia che poi sono fallite. Alcuni di questi poi si sono riciclati fotografi e irrompono in modo brusco con le loro teorie e iniziano a svendere immagini.
Tutti questi pretenziosi personaggi hanno in comune l'dea di aver ricevuto la bacchetta magica dagli dei della fotografia e che hanno visto la luce. (peccato non l?abbiano capita)

Ora mentre questi ex delle grandi agenzie aprono le loro inutili agenzie i loro ex datori di lavoro li rimpiazzano con nuovi dirigenti che come loro non hanno nessuna esperienza specifica nel mondo fotografico, nella speranza che qualcuno di loro trover? il modo di adattare i metodi delle grandi imprese a quello della fotografia il settore muore. Tutto questo sarebbe divertente se in questo processo non si distruggesse la nostra industria.
Perch? il mondo della fotografia non ? adattabile al tutto pu? funzionare. Malgrado i loro fallimenti essi persistono in modo ossessivo e senza mezzi a cercare di sopravvivere o di crescere applicando metodi che si rivelano sempre di pi? inadeguati.

La verit? ? che la fotografia non sta morendo perch? al contrario ? pi? viva che mai. E' il modo di commerciare le immagini che ? sbagliato. Sbagliano i manager delle case editrici che pensano di risolvere i problemi delle loro pubblicazione tagliando i costi del settore fotografico.
Sbagliano i dirigenti delle agenzie fotografiche che sperano di salvarsi dal fallimento abbassando i prezzi delle immagini.

Sbagliano anche i fotografi che ricevono rendiconti per foto vendute a 5? e sorridono senza protestare e si adeguano a iniziare un altro lavoro, magari che gli permette di fare il fotografo a tempo perso? portandoli poi a trovarsi servizi ben fatti che piuttosto di lasciarli nel cassetto per se, li regalano alle agenzie o ai giornali per tenere alto il mito del proprio nome sulle pagine scritto nero su bianco perch? il mito del "fotografo" non muoia mai?

Quelli che hanno la responsabilit? di creare immagini e quelli che devono venderle sono paralizzati dalla paura.
Sonnecchiano e si limitano a parare i colpi.
La maggior parte di loro sono miopi e credono che cambiare significhi caos, morte e vuoto. Proprio come l'uomo di Neandarthal pensava che fosse. Sicuramente non mangiano bene come prima. Certamente non viaggiano come usavano fare e altrettanto certamente i tempi che viviamo richiedono sacrifici, ma qualcosa ? meglio di niente, giusto?
Cosi facendo si intasa la rete di Internet che ? il mezzo potentissimo che diffonde immediatamente in tutto il pianeta e che mette miliardi di immagini, scattate da fotocamere e telefonini sempre pi? automatici e capaci, a portata di qualsiasi click.
Foto utilizzabili gratis da tutti e quindi senza valore perch? trasformate in una sorta di rumore di fondo visivo.
Le fotografia sono oggi come i sacchetti di plastica: prodotti usa e getta che finiscono nel cervello dei consumatori intasato di pixel informi e ridondanti, come gli shopper finiscono nella pancia delle balene, che le mangiano scambiandole per meduse che vanno poi a morire sulle spiagge pugliesi.

E? la democrazia digitale, si dice.
Il soggetto sociale globale ? diventato auto produttore e auto distributore della propria immagine a livello mondiale.
Ma ? davvero cos??
Non c?? proprio pi? niente da fare o ? ancora possibile invertire questa tendenza indotta dalla tecnologia che governa le nostre vite?

Il destino della fotografia sembra essere segnato nella societ? di massa. E? opinione comune che il linguaggio dell?immagine abbia perduto il suo carattere autonomo di linguaggio universale.
Nei giornali ? solo un segno grafico o un?illustrazione, un sempre pi? pallido ?ricordo? di giornalismo piazzato tra le immanenti inserzioni pubblicitarie dei newsmagazine, femminilizzati e omologati.
Un po? di Iraq, di Colombia, di Somalia o di Cecenia, o di qualche terremoto, disastro, attentato terroristico, confuso tra le ultime sgargianti proposte del lusso made in Italy.

Se vogliamo dare un futuro al fotogiornalismo penso che bisogna cominciare per prima cosa a separarlo da questo stock informe restituendogli autonomia di linguaggio.
Come?
Creando giornali e riviste basate sul linguaggio fotografico, che vivano offrendo ai lettori le immagini dei fotografi che raccontano le diverse facce della realt? e non pubblicando inserzioni pubblicitarie, cio? giornali e riviste che vendano in edicola o in abbonamento copie sufficienti a garantire la loro esistenza, ricreando cos? un mercato e una nuova domanda che corrisponda a una rinnovata scelta culturale che magari rende meno profitto ma che rientra nel settore culturale vero e non imbastito in un contorno di marketing la regola vale anche per la rete...

Personalmente sono nato fotograficamente lavorando in ambito locale leggendo ?Epoca? e Photo la Bibbia, rimaneva ?New York arte e persone? di Ugo Mulas, il grande affresco sulla pop art americana e mondiale degli anni 60. Un libro oggi introvabile che raccontava la storia di un fotoreportage di valore mondiale fatto da un fotografo bresciano che non sapeva o sapeva poco, l?inglese, ma definiva le proprie immagini ?una presa di coscienza? Lui stesso ci insegna in una sua affermazione che vendere era importante infatti: (citazione di Mulas )
? Non sono stato neanche un dilettante fotografo: la prima foto che ho fatta, l?ho subito venduta. Ero uno studente, bivaccavo quasi sempre in quella specie di caff? che era allora il Jamaica, una latteria dove si riunivano dei pittori. Qualcuno m?ha prestato una vecchia macchina e mi ha detto: - Un centesimo e undici al sole, un venticinquesimo cinque-sei all?ombra - E io, con un?enorme diffidenza, ho preso in mano questa macchina. ?
Ha venduto il suo primo scatto!!!
Noi tutti cerchiamo di sopravvivere e un triste destino, e anche se qualcuno cerca di far capire
che la storia non ? cosi si sente un marziano!!!

La soluzione ? proprio dietro l'angolo, non ? cos??
Qualcuno trover? la soluzione ai nostri problemi ed io seguir? l'esempio.
Giusto?
Perch? dovrei cambiare il mio modo di fare. L'ho fatto per tanti anni e non credo di aver sbagliato in niente. Le cose torneranno ad essere quelle che erano prima. Giusto?
Per favore , qualcuno mi pu? rispondere?

Tra cinque anni lo scenario cambier? drammaticamente. Ci sar? una carneficina, che del resto ? gi? cominciata. I primi a fallire saranno quelli che hanno paura di affrontare il cambiamento.

Cultura e professionalit? contraddistinguono una professione che fatica ad avanzare per l?incapacit? di redattori, direttori e nuove leve che pensano al profitto anzich? fare informazione, la rete con i suoi vantaggi accelera tutto e accelera i tempi di reazione e vince il primo che arriva, e non il migliore, del resto ? un modo di vivere oggi, tutto corre e nessuno riflette, nessuno si preoccupa di fermarsi e pensare.
Pensare a un progetto,a qualcosa di nuovo, pensare che realizzare un servizio male oggi ? peggio che farlo domani pensando a tutto il pensabile e a realizzarlo in modo perfetto i tempi sono importanti per la fotografia ed ? inutile pensare il contrario anche se esiste il digitale.

Inoltre le nuove generazioni che crescono, imparando a usare un joistic della play station prima che la penna da scrivere, gente che oggi fatica a scrivere una tema con una biro bic e che nelle medie usano la x anzich? scrivere per, i successori, i figli di quei yuppie che citavamo prima, pieni di se con i loro colletti bianchi inamidati come la loro cultura dell?immagine e della storia? quei figli che non hanno rispetto di nulla e di nessuno, che spesso scendono a compromessi per inseguire cose inutili, che sprecano energie e ore in socialnet pensando che li sta il futuro e che da li dipenda una professione, che non si rendono conto che fotografare non ? un semplice clik ma serve un?anima che anche il peggior delinquente degli anni 70 aveva che mai avrebbe scippato una vecchietta e oggi sono al pari di chi ti sputa sul vetro per impedirti di fotografare la coronazione di miss italia...

Gi? il rispetto? imitare o scimmiottare il lavoro altrui, che anche se fatto in maniera dignitosa dal momento che lo butti sul mercato senza un prezzo non fai altro che sputtanare un sistema gi? fragile.

Poi scopri che lo si fa per avere pi? contatti in facebook o piu visite al sito, che ? fatto in modo da impressionare chi lo guarda e lo induce a pensare che sia un guro ella fotografia ma alla fonte ti fa capire che cacchio studiano oggi i ragazzi? e sono i figli di quei manager che hanno fatto fallire colossi come getty immage!!!!
Rendiamoci conto!!!!
Dicevamo?
STORIA?.
Gi? la storia, che oggi si studia e che oggi ci aiuta a crescere e a evitare gli sbagli del passato?
Peccato che purtroppo nessuno aiuta la fotografia, anzi fa sempre pi? piacere scansarla e sentirsi tutti fotografi, ma siamo sicuri di tutto questo????
Tiziano Manzoni
Ispirato da un pezzo di Paul Melcher

mulas_feltrinelli.jpg


Mi pare che non ci sia mai stato prima un fotografo cos? consapevole di quello che un?operazione fotografica coinvolge, di come lo stesso fotografo ? dentro, nella macchina o nell?operazione, anche fisicamente, e come questo carichi la foto di tutte le ambiguit? che accompagnano i discorsi in prima persona. Tra il fotografo e l?oggetto la macchina si anima, ? un baluardo, ma non ? pi? il comodo baluardo alla neutralit? del fotografo, n? ? un ostacolo al suo desiderio di intervenire. Ci? che mi prese allora fu proprio la constatazione di come il fotografo si lasci portare dalla macchina, e viceversa, di come la macchina porta il fotografo, con una scioltezza veramente insolita. [Ugo Mulas, La Fotografia]


Tiziano Manzoni 

www.fototm.com
Vedere tra le righe le giornate odierne comporta una selezione continua e non sono dietro le sbarre


#2 Paolo Tagliaro

Paolo Tagliaro

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Inviato 20 aprile 2011 - 09:08

...del resto ? un modo di vivere oggi, tutto corre e nessuno riflette, nessuno si preoccupa di fermarsi e pensare.
Pensare a un progetto,a qualcosa di nuovo, pensare che realizzare un servizio male oggi ? peggio che farlo domani pensando a tutto il pensabile e a realizzarlo in modo perfetto i tempi sono importanti per la fotografia ed ? inutile pensare il contrario anche se esiste il digitale.

Inoltre le nuove generazioni che crescono, imparando a usare un joistic della play station prima che la penna da scrivere, gente che oggi fatica a scrivere una tema con una biro bic e che nelle medie usano la x anzich? scrivere per, i successori, i figli di quei yuppie che citavamo prima, pieni di se con i loro colletti bianchi inamidati come la loro cultura dell?immagine e della storia? quei figli che non hanno rispetto di nulla e di nessuno, che spesso scendono a compromessi per inseguire cose inutili, che sprecano energie e ore in socialnet pensando che li sta il futuro e che da li dipenda una professione, che non si rendono conto che fotografare non ? un semplice clik ma serve un?anima che anche il peggior delinquente degli anni 70 aveva che mai avrebbe scippato una vecchietta e oggi sono al pari di chi ti sputa sul vetro per impedirti di fotografare la coronazione di miss italia...


In altre parole si tratta di consumismo, superficialit?, egoismo di cui ? pervasa la societ?, noi inclusi.
Bombardati di immagini non ci fermiamo ad apprezzarne una.
Il successo delle cornici digitali ? significativo.

Se la cultura ? relegata a "quella cosa che ha fatto aumentare la benzina" tutto il resto viene di conseguenza e pure il mercato si adegua.
Il sintomo non ? la causa ma la conseguenza.
Curando il sintomo i problemi non si risolvono, o, peggio, si risolvono temporaneamente per ripresentarsi pi? gravi.
Gli altri possono proporci delle partiture,
siamo noi che suoniamo la nostra vita.
 
Paolo
 

#3 GCiraso

GCiraso

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Inviato 20 aprile 2011 - 09:12

..... STORIA?.
Gi? la storia, che oggi si studia e che oggi ci aiuta a crescere e a evitare gli sbagli del passato?


Magari fosse cos?, Tiziano, magari.
Purtroppo gli errori si ripetono, solo che i "rimedi" cambiano sempre.

Giovanni
Prima di muovere la lingua, inserire il cervello
Il mio blog

#4 Paolo Tagliaro

Paolo Tagliaro

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Inviato 20 aprile 2011 - 09:15

Purtroppo gli errori si ripetono, solo che i "rimedi" cambiano sempre.


Cambiano nella forma non nella sostanza...
Ri-purtroppo.
Gli altri possono proporci delle partiture,
siamo noi che suoniamo la nostra vita.
 
Paolo
 

#5 Adriano Max

Adriano Max

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Inviato 20 aprile 2011 - 11:36

Io la faccio molto semplice: ? cambiata la 'tecnica'. Fotografare non ? mai stato semplice tecnicamente fino all'avvento dei PC e del desktop editing (per me il 1987, con il Macitosh SE) e dei supporti fotografici digitali (che io situo nel 2002 con la D100, anche se non l'ho mai posseduta) che con il desktop editing si integrano.

Inutile girarci intorno: ? disponibile un workflow di strumenti che consentono ai ragazzini di fare le ricerche senza comprare i quadernetti con le foto, disegni e illustrazioni che usavo io da bambino. Tirano gi? i testi da Wikipedia e inseriscono le loro foto scattate al museo di Scienza Naturali... perch? un architetto o un venditore di case non dovrebbero approfittarne ? Prima si aveva sempre bisogno del fotografo professionista... ora, chissenefrega, dove non serve la qualit?... faccio io ! ... e se mi credo bravo: faccio sempre io !
:P

Vuoi ambiti come quello che auspichi ? C'? un sacco di gente che in rete (a costi bassissimi quindi) si d? da fare... c'? perfino chi si fa i libri da s?...
:P

Tutto ci? un tempo andava nel paniere di professionisti, oggi non pi?... i ruoli si compenetrano e si sovvertono... si diluiscono le 'cose buone' ? E' normale ? chi pu? saperlo ? alla fine sono i singoli che sapranno e dovranno distinguere e scegliere come costruire s? e dare forma a ci? che sono o credono di essere.

Ciao,
A.

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"Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni!"
-- Andreas Feininger --

"Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà COME?, mentre altri di natura più curiosa si chiederanno PERCHE'?."
-- Man Ray --

"La Fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire."
-- Mario Giacomelli --

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-- Paul Valery --

 

"L'astratto è quindi anche questo saper suggerire qualcosa alla propria fantasia: rendere privato qualcosa di universale."

-- Adriano Max --


#6 Mullah

Mullah

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Inviato 20 aprile 2011 - 12:02

Io posso portare un esempio reale, che riguarda il mio settore lavorativo, il commercio di ricambi auto.

Abbiamo deciso di creare un sito internet con tanto di catalogo on line per i nostri clienti, non privati ma ricambisti e officine, essendo noi dei grossiti a livello locale.
Per rendere pi? facile l'identificazione degli articoli abbiamo deciso di mettere anche le fotografie degli stessi.

Prima di iniziare questo lavoro ho chiesto info ad un mio fornitore che aveva gi? fatto questa cosa l'anno prima e gli ho chiesto come hanno gestito le foto, dato che parliamo di cataloghi da 10.000 articoli, mica quattro foto per ebay...

Per farla breve le foto se le fanno da soli, con una compata su treppiede cinese in un angolo del magazzino. Preciso che stiamo parlando di una SPA. che pero, si ? resa conto che il costo dell'operazione, se affidato ad un fotografo era semplicemente improponibile.
Anche io ho seguito questa strada e non posso non notare che la mia reflex ha fin troppa qualit? per quello che mi serve, anche io potrei risolvere con una compatta e due luci decenti.

Questo per dire che alcuni ambiti fotografici sono semplicemente impossibile da gestire con i vecchi metodi, occorre per forsa cambiare molte abitudini, e questo vale per tutti..
Ovviamente il mio esempio non si pu? applicare allo still life pubblicitario o alla foto di architettura, per? credo dia un'idea delle possibilt? offerte dai nuovi strumenti.

Per inciso, un catalogo fotografico si ? cominciato a vedere anche in un settore come il mio, che non riguarda beni di lusso, solo negli ultimi due/tre anni, proprio grazie al digitale che ne ha abbassato spaventosamente il costo.
La gente é il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto. Charles Bukowski

#7 Neldot

Neldot

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Inviato 20 aprile 2011 - 12:53

E' una riflessione triste, ma purtroppo non riguarda solo l'ambito della fotografia professionale, ma credo un po' tutti gli ambiti professionali nella societ? dell'informazione e dei consumi.
Queste sono le estreme conseguenze della societ? dei consumi alle quali non ci avevano preparato.

Purtroppo la massificazione di operazioni che un tempo erano riservate solo a poche persone capaci e con strumenti adeguati, ha prodotto un pernicioso "fai da te" in tutti i campi, che genera un inflazione di produzioni e lavorazioni di bassissima qualit?.

Persino nel mio lavoro, ed io faccio l'avvocato, si assiste senza obiettare a cose orripilanti, come le segretarie che scrivono gli atti con il "copia incolla" al posto degli avvocati, per fare prima, o i praticanti appena laureati che vengono mandati a trattare udienze per le quali non sarebbero neanche abilitati. Vi lascio immaginare la qualit? media di questi lavori. Ma magari nessuno o pochi dei clienti se ne accorgono, e quindi anche chi sceglie questa strada continua ad avere clienti, anzi magari ne riesce ad avere di pi? perch? abbassa i prezzi e fa leva sull'immagine e non sull'effettiva qualit? del lavoro.

Il problema ? anche che oggi alla maggioranza delle persone interessa solo pagare poco, e non ha gli strumenti o la voglia per discernere un lavoro "professionale" da un lavoro "fast-food" di bassa qualit?.

Per il futuro? Io prevedo a medio-lungo termine un'involuzione economica e tecnologica, perch? la societ? dei consumi sembra al limite, e non pu? durare in eterno. Allo stesso tempo, spero che questo porti un ritorno alla condivisione di logiche qualitative anzich? quantitative come adesso.

#8 Mesk

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Inviato 20 aprile 2011 - 13:30

Tiziano sono pienamente daccordo con quento hai scritto ma... c'? un ma

...
Il problema ? anche che oggi alla maggioranza delle persone interessa solo pagare poco, e non ha gli strumenti o la voglia per discernere un lavoro "professionale" da un lavoro "fast-food" di bassa qualit?.
...

fino a quando la gente pagher? per comprare i giornali/riviste/ecc. con foto pagate due soldi o non pagate e di qualit? scarsa il mercato non cambier? anzi perch? dovrebbe?
e questo vale per molti settori
ovvio la differenza tra una foto e una foto ben fatta c'? ma questa differenza non ? pi? richiesta da certi settori, il mercato comanda, quindi o si cambia e le opzioni sono due si cambia settore o si cambia modo di lavorare, oppure ci si "estingue"
? sbagliato... forse


L'esempio di Mullah secondo me ? un po' diverso, la tecnologia avanza e mette a disposizione nuove possibilit?, quel tipo di catalogo che prima era impensabile produrre inserendo foto per costi e tempi oggi si pu? fare grazie a tecnologie che nel frattempo sono diventate di massa
Stefano M.

#9 ~ Fabio Desmond ~

~ Fabio Desmond ~

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Inviato 20 aprile 2011 - 13:34

[...]
(citazione di Mulas )
? Non sono stato neanche un dilettante fotografo: la prima foto che ho fatta, l?ho subito venduta. Ero uno studente, bivaccavo quasi sempre in quella specie di caff? che era allora il Jamaica, una latteria dove si riunivano dei pittori. Qualcuno m?ha prestato una vecchia macchina e mi ha detto: - Un centesimo e undici al sole, un venticinquesimo cinque-sei all?ombra - E io, con un?enorme diffidenza, ho preso in mano questa macchina. ?
Ha venduto il suo primo scatto!!!

[...]
Inoltre le nuove generazioni che crescono, imparando a usare un joistic della play station prima che la penna da scrivere, gente che oggi fatica a scrivere una tema con una biro bic e che nelle medie usano la x anzich? scrivere per, i successori, i figli di quei yuppie che citavamo prima, pieni di se con i loro colletti bianchi inamidati come la loro cultura dell?immagine e della storia? quei figli che non hanno rispetto di nulla e di nessuno, che spesso scendono a compromessi per inseguire cose inutili, che sprecano energie e ore in socialnet pensando che li sta il futuro e che da li dipenda una professione, che non si rendono conto che fotografare non ? un semplice clik ma serve un?anima che anche il peggior delinquente degli anni 70 aveva che mai avrebbe scippato una vecchietta e...[...]


Durante il mio primo dialogo con un fotografo mi ricordo che disse(pi? o meno): "Fatti pagare, fatti pagare le foto. Oggi tutti credono che la fotografia sia un hobby, che tutti possano fare una foto. Il mondo della fotografia si sta rovinando perch? viene SVENDUTA... non regalare le tue foto..."
In effetti ha ragione e me ne sono reso conto subito. Appartengo alla "nuova generazione", la generazione delle belle maniere ma dalle mani brutte, la generazione delle apparenze e delle credenze(ma non parlo di quella huminana...). Ho iniziato a scattare ai 18esimi e ai concertini dei gruppi di amici, mi sono fatto un'idea di come vanno ste cose. Ora ho smesso di fare foto a 18esimi e concertini... gratis. E' buffo vedere le persone che ti dicono "vieni a farmi delle foto domani sera che sono a suonare blablabla", loro pensano che la fotografia sia solo un divertimento, che una persona con una macchina fotografica provi piacere semplicemente scattando. Per me non ? cos?, io chiedo qualcosa in cambio perch? non provo piacere nel fare foto per altri. Faccio le foto per me, provo piacere nel fare foto a chi si dimostra grato nel veder svolgere un LAVORO, non una semplice passione. Le passioni sono di tutti, ma non valgono se non per noi stessi. Il problema della fotografia odierna (secondo me) risiede in questa dialettica fra hobby e lavoro.

E questo scontro ? lo stesso che permea la mia generazione, fra l'apparire e l'essere, fra il fare ed il produrre(hobby e lavoro). Per voi che guardate dall'alto della vostra esperienza ? una cosa, ma viverci dentro, con la coscienza di quello che sta succedendo ? un'altra ve lo garantisco. Tiziano pu? confermare: ? la stessa cosa che accade in fotografia e che lo ha portato a scrivere questa riflessione (immagino).

Fabio

Così ho imparato a fotografare scoprendo quello che mi piaceva e basandomi su ciò che avevo.


#10 Adriano Max

Adriano Max

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Inviato 20 aprile 2011 - 13:42

[...]
Per il futuro? Io prevedo a medio-lungo termine un'involuzione economica e tecnologica, perch? la societ? dei consumi sembra al limite, e non pu? durare in eterno. Allo stesso tempo, spero che questo porti un ritorno alla condivisione di logiche qualitative anzich? quantitative come adesso.


Io trovo fuorviante anche questo approccio: un lavoro si fa con gli strumenti a disposizione. Spesso il diktat ?: non fare il meglio possibile, ma fare qualcosa che funzioni. Spesso ? sufficiente ed ? questo ci? che tu vorresti evitare... ebbene, NON ? possibile. Perch? l'atto pratico ? che funziona la maggior parte delle volte !

Ogni soluzione di questi giorni normalmente non deve avere requisiti di durabilit? tali quali erano in passato. A volte ? sufficiente che siano scalabili... cio? che da una soluzione mediocre ma funzionale, magari fatta velocemente, si possa poi successivamente passare ad una meglio definita e pi? articolata.

Un catalogo fatto alla bell?meglio ;) ma che funziona permette di vendere e procurarsi le risorse per farne uno nuovo tra un anno con i soldi incassati...
;)

L'involuzione c'? se non si governa il tutto, ma se lo si governa... si va avanti !
;)

Il problema diventa quindi tecnico nel senso che ho sopra espresso...

Ciao,
A.


PS: certo io mi lascio 'acchiappare' da alcune pubblicit?...

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"Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni!"
-- Andreas Feininger --

"Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà COME?, mentre altri di natura più curiosa si chiederanno PERCHE'?."
-- Man Ray --

"La Fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire."
-- Mario Giacomelli --

"L'istante genera la forma e la forma fa vedere l'attimo."
-- Paul Valery --

 

"L'astratto è quindi anche questo saper suggerire qualcosa alla propria fantasia: rendere privato qualcosa di universale."

-- Adriano Max --


#11 Mullah

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Inviato 20 aprile 2011 - 14:04

...
L'esempio di Mullah secondo me ? un po' diverso, la tecnologia avanza e mette a disposizione nuove possibilit?, quel tipo di catalogo che prima era impensabile produrre inserendo foto per costi e tempi oggi si pu? fare grazie a tecnologie che nel frattempo sono diventate di massa


Il mio era un esempio teso a sottolineare come alcune fonti di reddito per il profesionista siano venute a mancara a causa dell'evoluzione tecnica.
Perch? anche un'azienda che produce sanitari potrebbe iniziare a prodursi le fotografie da sola, e magari il grafico ? la stessa persona che si occupa anche della gestione del sito web, ecc..

Ovviamente questo produce uno scadimento della qualit?, ma in quanti casi il fenomeno ? davvero visibile ?
Il nostro catalogo on line ? stato realizzato da un professionista, ma ha dovuto lavorare su nostre specifiche richieste in quanto lui non sapeva un'acca di come di gestisce o si ordina un ricambio.
La gente é il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto. Charles Bukowski

#12 Neldot

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Inviato 20 aprile 2011 - 14:28

Io trovo fuorviante anche questo approccio: un lavoro si fa con gli strumenti a disposizione. Spesso il diktat ?: non fare il meglio possibile, ma fare qualcosa che funzioni. Spesso ? sufficiente ed ? questo ci? che tu vorresti evitare... ebbene, NON ? possibile. Perch? l'atto pratico ? che funziona la maggior parte delle volte !

Ogni soluzione di questi giorni normalmente non deve avere requisiti di durabilit? tali quali erano in passato. A volte ? sufficiente che siano scalabili... cio? che da una soluzione mediocre ma funzionale, magari fatta velocemente, si possa poi successivamente passare ad una meglio definita e pi? articolata.

Un catalogo fatto alla bell?meglio ;) ma che funziona permette di vendere e procurarsi le risorse per farne uno nuovo tra un anno con i soldi incassati...
;)

L'involuzione c'? se non si governa il tutto, ma se lo si governa... si va avanti !
;)

Il problema diventa quindi tecnico nel senso che ho sopra espresso...

Ciao,
A.


In effetti ho, per necessit? di sintesi, estremizzato la mia visione. :)
Ed ? sicuramente chiaro e condivisibile il tuo modo di inquadrare il problema. Condivivido anche il fatto che in alcuni ambiti sia applicabile il vecchio adagio di "un passo alla volta", ad esempio nella piccola impresa.

Il problema per? nasce quando si confonde il "fare un passo alla volta" con il "fare sempre le cose arrangiate ed in economia, poi in futuro si vedr?". La logica del "basta che funzioni" la si generalizza e si pretende troppo spesso di usarla come soluzione definitiva, oppure dove ? inadatta o addirittura pericolosa. E gli effetti negativi spesso non si vedono subito, ma sulla lunga distanza, quando ? troppo tardi per rimediare con "una soluzione meglio definita e pi? articolata".

E non penso solo al settore privato, dove bene o male chi abusa di questo principio dovrebbe prima o poi subirne in prima persona le conseguenze, ma penso anche al settore pubblico o ai settori pseudo-privatizzati, tanto diffusi nel nostro sistema economico, dove proprio l'abuso del "basta che funzioni" porta a continui sprechi ed investimenti sbagliati che poi gravano in futuro non sulla dirigenza colpevole delle scelte sbagliate, ma sull'intera collettivit

#13 Mesk

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Inviato 20 aprile 2011 - 14:37

...
Ovviamente questo produce uno scadimento della qualit?, ma in quanti casi il fenomeno ? davvero visibile ?
...

in relat? non si pu? parlare di produrre uno scadimento della qualit? in quanto prima quel "catalo/sito/ecc." non esisteva in qui termini ed oggi ? stato prodotto con quella qualit? ? ovvio che poi si pu? migliorare e non si deve peggiorare

In effetti ho, per necessit? di sintesi, estremizzato la mia visione. :)
Ed ? sicuramente chiaro e condivisibile il tuo modo di inquadrare il problema. Condivivido anche il fatto che in alcuni ambiti sia applicabile il vecchio adagio di "un passo alla volta", ad esempio nella piccola impresa.

Il problema per? nasce quando si confonde il "fare un passo alla volta" con il "fare sempre le cose arrangiate ed in economia, poi in futuro si vedr?". La logica del "basta che funzioni" la si generalizza e si pretende troppo spesso di usarla come soluzione definitiva, oppure dove ? inadatta o addirittura pericolosa. E gli effetti negativi spesso non si vedono subito, ma sulla lunga distanza, quando ? troppo tardi per rimediare con "una soluzione meglio definita e pi? articolata".

E non penso solo al settore privato, dove bene o male chi abusa di questo principio dovrebbe prima o poi subirne in prima persona le conseguenze, ma penso anche al settore pubblico o ai settori pseudo-privatizzati, tanto diffusi nel nostro sistema economico, dove proprio l'abuso del "basta che funzioni" porta a continui sprechi ed investimenti sbagliati che poi gravano in futuro non sulla dirigenza colpevole delle scelte sbagliate, ma sull'intera collettivit?.

condivido in pieno
Stefano M.

#14 Neldot

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Inviato 20 aprile 2011 - 14:43

Il mio era un esempio teso a sottolineare come alcune fonti di reddito per il profesionista siano venute a mancara a causa dell'evoluzione tecnica.
Perch? anche un'azienda che produce sanitari potrebbe iniziare a prodursi le fotografie da sola, e magari il grafico ? la stessa persona che si occupa anche della gestione del sito web, ecc..

Ovviamente questo produce uno scadimento della qualit?, ma in quanti casi il fenomeno ? davvero visibile ?
Il nostro catalogo on line ? stato realizzato da un professionista, ma ha dovuto lavorare su nostre specifiche richieste in quanto lui non sapeva un'acca di come di gestisce o si ordina un ricambio.


In effetti il pericolo che rilevavo io non ? certo costituito dall'impiegato fotoamatore che fotografa da solo i prodotti aziendali, perch? questo, tutto sommato, accadeva anche prima dell'era del digitale, e secondo me non implica affatto un lavoro fatto male, anzi, ? spesso un lavoro fatto meglio, perch? si conoscono bene il campo aziendale e le specifiche. :)

Il pericolo secondo me ? il passaggio nel sentire comune del concetto che tutto si possa e si debba fare in economia, che porta a non saper distinguere pi? un lavoro scarso da uno fatto a regola d'arte. E questo, come ulteriore conseguenza, porta molti professionisti a lavorare in modo poco professionale, senza investire in formazione ed in attrezzature, magari promuovendosi con le sole tariffe basse, alle quali logicamente per? corrispondono servizi di qualit? altrettanto bassa.

#15 Mullah

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Inviato 20 aprile 2011 - 14:44

in relat? non si pu? parlare di produrre uno scadimento della qualit? in quanto prima quel "catalo/sito/ecc." non esisteva in qui termini ed oggi ? stato prodotto con quella qualit? ? ovvio che poi si pu? migliorare e non si deve peggiorare
...


Giustissimo, ma ? una nuova opportunit?, che di fatto ? gi? inesistente per chi con la fotografia ci vive...

Aggiungo un'altro esempio, il catalogo cartaceo lo produciamo internamente: impaginato con World, stampato con laser da DPF e impaginato con tanto di copertina a colori da ditta esterna, costo totale circa 15/18 euro.
Abbiamo richiesto preventivi per far fare lo stesso ad un tipografo, quindi noi gli si dava il CD con il PDf e lui ci restituiva i cataloghi fatti e finiti: proposte a partire 50,00 euro...

Per dire, i quanti settori l'autoproduzione ? ormai alla portata di tutti ?
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#16 Adriano Max

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Inviato 20 aprile 2011 - 14:48

Alla fine si parlava di fotogiornalismo: Peter Parker veniva pagato due soldi anche lui, sempre a rincorrere i debiti, ed il personaggio ? nato nel 1960... alcune arti sono sempre difficili e solo la passione ce le fa percorrere.
;)

Ciao,
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#17 Tiziano Manzoni fototm

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Inviato 20 aprile 2011 - 16:52

Bene trovo il dibattito interessate e sopra ogni mia aspettativa.

Lato pratico

Ora io parto dal presupposto che chi piu spende meno spende e che ognuno faccia il suo lavoro.
detto questo io credo che farti il catalogo in casa in economia sia comunque costoso, per l semplice fatto che le ore impiegate a fare fotografare impaginare e stampare alla lunga se fai bene i conti mi sa che non risparmi un gran che!!
Andiamo per esempi:
Anni fa avevo una ditta di claze a mantova che ogni anno mi chiamava per fare le foto delle calze su gambaletto
arrivavo montavo la mia fida zenza con il 150 le mie belle dia montavo due tre flash uno sul fondo uno di taglio e uno principale diffuso...
Io scattavo e l'assistente calzava le calze...
un paio d'ore e il lavoro era fatto...
passano gli anni arriva il digitale non sneto piu il cliente un girono in zona passo a trovarlo
e mi dice: " mah vedi ho preso sto ragazzino gli ho preso il pc e mi impagina il catalogo, mi fa le foto e se non ce nulla da fare
mi pulisce anch eil magazzino e mi costa come apprendista quanto costavi tu solo di foto (11 milioni l'anno)
passa ancora il tempo e un giorno mi chiama e mi dice potresti venire a trovarmi... sai le tue foto si vedeva la trama, si vedeva bene il tessuto oggi non riesco piu a fare questo come mai??? potresti farmi almeno la foto della copertina del catalogo???'
risposta: certo che si, per? ti costa met? dell'intero catalogo...come mai??? perch? prima mi davi lavoro per un anno ed eri un cliente fidelizzato ora sei uno dei tanti e la foto te la faccio ma ti costa 2000 euro e se fai il catalogo come prima ti costa sempre 6000 euro...
(ovvio che ho bleffato con la speranza che la capisse) ha accettato ho fatto due copertine e poi ? sparito...
Ora io lavoravo per Lombardini che scatta di media 15 mila fotografie per i vari volantini dei marchi pellicano ld gross market
e scattiamo a 3, 4 euro a foto su bianco... gli teniamo un archivio dei prodotti che sistemiamo a codici e che spesso ci viene detto di fotografare e ci accorgiamo che ? gi? stato fatto diamo un servizio...
Il grafico interno impagina e la stampa viene eseguita fuori in offset e costa molto meno di quello che dici...
Se pensi le ore che ci buttate tu a fare le foto chi a impaginare e via dicendo non credo risparmi molto,credo che le tue ore in fotografia interne messe a disposizione dell'azienda siano piu remunerative.... ma ? un mio concetto
Troppo spesso si crede di essere capaci di fare tutto ma non ? cosi, io credo nel valore di chi uno fa una cosa e la fa bene
io so che se impagino un volantino in xpress ci metto due ore il mio grafico dieci minuti... questo si chiama ottimizzare
io sono in grado di fare 1000 scatti su bianco di prodotti (latte grna ecc) in una giornata e le faccio tutte uguali
con i bianchi tutti uguali, spesso vedo lavori dati al grafico di improvvisati che non hanno un colore uguale e il grafico impazzisce per averli tutti uguali... io dico sempre al mio grafico di rifiutate certe ciofeche perch? non ha senso sbatterci ore per sistemare una cosa che comunque sar? una cagata pazzesca...
Etico:
io parto dal presupposto che ognuno ? libero di fare quello che vuole, ma a patto che non danneggi altri, REGALARE FOTO ? un modo per danneggiare farsele in casa ? ben diverso.
Ognuno fa quello che crede io non so voi ma non pensate che i costi a farvele in casa sia molto minore.
Io dico solo che se ? vero che la qualit? ne paga per colpa deggli improvvisati ? vero quello che dico che una manica di nuovi manager sono incapaci di vedere la qualit? e qui vi chiedo di capire il perch? non la vedono...
se ? vero che qui tutti noi la pretendiamo non vedo perch? non la si pretenda anche fuori.. del resto ? pura verit? che una rivista come vogue che usa fotografi con i controcazzi vende una cifra sono chi cercano di scimmiottare vogue usando gli scattini di rimini che non vendono una mazza allora una verit? esiste...
la qualit? paga ? il marasma che ? troppo e ci sono troppi incapaci di vederla questa qualit?...perch????
io un idea ce l'ho...

Tiziano Manzoni 

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#18 Lieve

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Inviato 20 aprile 2011 - 17:13

Grazie Tiziano. Non ho nulla da aggiungere a quanto hai scritto se non che ? un argomento da editoriale sulla fotografia in generale e il mestiere di fotografo.

Io resto assolutamente convinto che in tutti i campi si dovrebbe distinguere bene tra chi con quanto fa ci campa e chi lo fa per divertimento da amatore.

In generale se uno per esercitare il mestiere di chirurgo deve prendere una laurea, l'abilitazione, prestare un giuramento e fare l'esame di stato (idem un magistrato o altre professioni strutturate), non vedo perch? uno che ha in mano una fotocamera possa essere considerato un fotografo professionista.

Una volta si diceva foto-amatore. Grande categoria cui io sono sempre orgoglioso di appartenere. :bigemo_harabe_net-03:

Adesso, per informazioni più aggiornate sul mondo Nikon, ci trovate solo su Nikonland.it : questo sito è congelato all'agosto 2017


#19 Tiziano Manzoni fototm

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Inviato 20 aprile 2011 - 18:16

Il mio unico scopo ? quello di portare un senso a questa professione alle nuove generazioni e se ci sono mille regalatori di professione e uno solo come FabioD che capisce e mette in pratica ? un successo, so che a volta rompo le balle, ma dentro di me, scatta una cosa che mi mette di cattivo umore... non pretendo di essere messo a confronto a un chirurgo, o un avvocato, ma cristo a un idraulico o a un eletricsta o a un parrucchiere o estetista si, cribbio!!!e mi si consenta ( pennuto ? anni che lo volevo dire) di dire che senza abilitazione o una scuola oggi uno studio di estetista o parrucchiera non lo fai...

adoro i foto-amatori li coccolo da anni, io ho sempre sostenuto che insegnare sia necessario perch? io sono passato prima di loro, e non avevo quello che ce oggi, per avere nozioni si facevano salti mortali, e a volte mi rendo conto che creo dei mostri, forse insegno male o troppo bene!!! so solo che dopo due mesi di lavoro con me si buttano a promuoversi da soli... io ho sorriso e infatti la met? ? sparita... ma fatico a far comprendere che un conto ? scattare per divertimento e un conto ? scattare per lavoro, ci sono troppe cose da sapere per ogni ambito seguito (sport reportage, still-life) che non basta mai e che il fine non ? lo scatto ma tutto il resto...

Io non sono contro anzi, io prima di professionista sono stato un amatore, e se oggi sono ancora professionista ? perch? amo questo lavoro, ma mi rendo conto che quello che ho fatto io, l'approccio, la cultura dell'immagine, imparare strada facendo, e mettermi in gioco in pochi lo fanno, conoscere e approfondire e imparare a pensare e a usare il cervello (in fotografia) ? diventato quasi un'utopia, e a forza di predicare credo che anche qui qualcuno lo abbia capito...
le scuole ci sono e il tempo seleziona...ma che fadiga scech!!!!

se vuoi metterlo come redazionale a me fa piacere modificalo come vuoi e come credi...

Tiziano Manzoni 

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#20 Gian76

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Inviato 20 aprile 2011 - 23:40

Secondo me l'abbassamento di prezzo che state descrivendo ? da correlare anche al numero spropositato di fotografi su piazza... Qui dalle mie parti i professionisti sono una moltitudine! Non parlo di galeotti a "nero", ma di fotografi con tanto di attrezzature e studi di livello e partita iva ovviamente. Alcuni sono stati bravi a crearsi una nicchia, altri si svendono per campare... pi? ci sono quelli che lo fanno gratis per farsi pubblicit? (avere qualche foto pubblicata su Max fa curriculum e max non paga una "cippa")... poi infine qualche pazzo che lo fa per la "gloria". Fra tutti ti dico che quella categoria incide minimamente sul vostro lavoro. Prova a contare in quanti siete a fare fotografia... siete una moltitudine ? difficile che ci sia lavoro per tutti. Inoltre E' vero nessuno ti obbliga a lavorare gratis, ma probabilmente per alcuni la foto non ? un elemento necessario. Penso al concerto di Desmond... 18 cent una foto sono una sciocchezza, vuol dire lavorare gratis, ma pu? darsi che ai suoi amici non interessi pagare 15 o 20 euro a foto e si accontentano di una ripresa fatta da qualcun altro, magari con l'Iphone a "gratis". Se questa ? la tua paura ti svelo un segreto c'? sempre stata. Negli anni 80 chi aveva l'amico appassionato di fotografia si faceva fare il matrimonio da questo... fra amici, un tempo esisteva anche l'amicizia, bastava il rimborso dei costi vivi, ovvero semplicemente gli sposi pagavano lo sviluppo del rullino. Niente di nuovo all'orizzonte, la vera differenza ? che di amici bravi ve ne erano molto meno rispetto ad oggi. Il giornalista bravino con la macchina fotografica faceva articoli e li corredava con foto ed era preferito a quello che scriveva solo articoli. Io non vedo il cambiamento in questo senso. Lo vedo nel numero di persone che oggi pu? fare la stessa cosa.
50 anni fa c'era un avvocato solo in un Paese oggi ce ne sono 100, un tempo quello da solo faceva la fortuna, oggi anche quelli bravi fanno a gara per prendere due spicci.
Per i lavori "di fatica" il fai da te ? sempre esistito, ma non ? certamente quello che spaventa le imprese, ma la forte e agguerrita concorrenza di oggi (oltre ai clienti che non pagano)...
Quindi se ti pu? consolare voi fotografi non siete i soli a remare controcorrente...
Succede per gli aspiranti giornalisti,
Succede per gli idraulici che devono tirare al ribasso i preventivi, per prendere lavori (non so da quanto tempo non parli con un idraulico ma dalle mie parti anche loro durano fatica)
Succede per i muratori,
Succede per gli avvocati,
Succede per i commercialisti, ragionieri, caaf, contabili improvvisati che "bazzicano" tutti nello stesso settore...
Insomma quando l'offerta di servizi ? molto ampia, ? la domanda che determina il prezzo. Se la domanda esige bassi standard qualitativi, vai a cercare il prezzo pi? basso. Dove invece, sono richieste conoscenze particolari il prezzo lievita e si possono vedere studi fotografici che viaggiano alla grande! Ce ne sono alcuni che viaggiano veramente alla grande, ma sono pochissimi, quelli che sono riusciti a ritagliarsi una nicchia di mercato specifica. Altri invece hanno particolari abilit? nel venmdersi e vanno forte per quello... tanti i pi? fanno fatica, nella fotografia come negli altri settori.
Saluti



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