[reportage] Visita al museo Ducati
La Ducati nasce nel 1926 a Bologna, fondata dai tre fratelli dell’omonima famiglia ed altri investitori bolognesi, con la ragione sociale di Società Radio Brevetti Ducati. L’intento era di produrre industrialmente componenti per la nascente industria delle trasmissioni radio, basati su brevetti di Adriano Ducati e sull’onda delle scoperte dell’illustre vicino, Guglielmo Marconi.
Nel 1935 l’azienda si trasferì nell’attuale sede di Borgo Panigale, continuando a produrre raffinati prodotti per le radio (condensatori, trasformatori, microfoni, ecc.) ed apparecchi radio completi.
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A partire da 1938 la Ducati inizia a produrre materiale ottico.
Nel corso della seconda guerra mondiale la fabbrica venne occupata dalle truppe tedesche e la fabbrica venne convertita per la produzione di armamenti. Lo stabilimento fu raso al suolo da un bombardamento da parte delle truppe alleate.
Alla fine della guerra, nel maggio del 1945, iniziarono i lavori di ripristino della fabbrica ed i fratelli Ducati studiano e progettano nuovi prodotti da proporre sui mercati internazionali. Infatti, subito dopo l'armistizio nacque il progetto di un motore ausiliario di piccola cilindrata da applicare senza particolari trasformazioni al telaio di una comune bicicletta. Il management di allora aveva compreso la necessità di immettere sul mercato un mezzo di trasporto piccolo, semplice ed affidabile, adatto a soddisfare il bisogno di mobilità che si era creato al termine del conflitto.
Peraltro, le difficilissime condizioni economiche non avrebbero permesso a molti l'acquisto di un mezzo costoso, non solo per il prezzo ma per la difficoltà di procurarsi il carburante. L’obiettivo principale era perciò garantire il minimo consumo possibile e tale requisito venne raggiunto solo dal piccolo motore a quattro tempi, capace di adattarsi a svariati tipi di combustibile, grazie ad un basso rapporto di compressione (rispetto alla concorrenza il Cucciolo era più potente e consumava pochissimo: 100 km con un litro in condizioni ideali).
Nel settembre 1946, alla Fiera di Milano, compare il Cucciolo, un piccolo motore ausiliario per le biciclette destinato a diventare il più famoso nel mondo (un milione di esemplari venduti). Venduto prima in scatola di montaggio da applicare alla bicicletta e successivamente inserito in un proprio telaio costruito dalla Caproni di Trento (altro marchio famoso in campo aeronautico).
Il "bicimotore" (così venne in seguito ribattezzato) Cucciolo fu il primo prodotto Ducati uscito dagli stabilimenti al termine della guerra e rappresentò il capostipite di tutta la produzione motociclistica successiva. Il Cucciolo costituì un'innovazione nel campo del motociclismo, in quanto nessuno prima di allora aveva avuto la geniale intuizione di abbinare un propulsore ad una bicicletta.
In breve tempo il Cucciolo diventa una vera e propria motocicletta in miniatura. Grazie al successo di questo motorino e dei suoi derivati, la Ducati diventa un marchio affermato anche nel settore meccanico.
Il secondo step di rilievo avviene nel 1956, quando l’ingegner Taglioni apre in Ducati la via Desmodromica, che viene montata per la prima volta (il debutto nel GP di Svezia con la vittoria di Degli Antoni) su una distribuzione a tre alberi a camme in testa mossi da albero verticale e coppia conica. Da qui in avanti la storia Desmodromica diventa un'esclusiva Ducati.
Tuttavia il sistema era utilizzato in precedenza dalla Mercedes nel 1954 nel favoloso 8 cilindri della W196, con la quale Fangio vince due mondiali e derivava da un'idea di J.L.Norton, creatore dell'omonima fabbrica, che propone finalmente una moto di 500 cc con distribuzione Desmodromica a quattro alberi a camme in testa. Motore molto macchinoso ed ingombrante che venne abbandonato.
Il concetto di "Desmodromico" non è una scoperta recente, in meccanica è noto da secoli e, in campo motociclistico e automobilistico, compare già all'inizio del XX secolo, prendendo le forme più disparate. Nel passato, infatti, l'inaffidabilità cronica delle molle (i manuali di allora che raccomandavano una scorta di molle a chi si metteva in viaggio in moto, molle spesso disposte all'esterno del motore in posizione accessibile per una facile sostituzione) ha spinto i progettisti verso questo sistema, dando luogo a diverse interpretazioni. Nessuna delle soluzioni che vedremo tranne quella Ducati è giunta alla produzione di serie per motivi di lavorazioni e materiali che comportavano complessità e costi proibitivi.
Nel frattempo la Ducati aveva prodotto diverse motociclette più o meno note, ad iniziare dalla prima moto dotata di motore derivato dal Cucciolo.
La Ducati 60 è la prima vera moto, a cui segue il Cucciolo Rancing del 1949.
Di seguito posto alcuni esempi delle moto più note uscite dalla fabbrica di Borgo Panigale:
La Ducati 125 Sport vince il Moto Giro d’Italia nel 1956, alla quale fa seguito la 125 Gran Sport Marianna.
dotate di questo motore
La moto da record Siluro 100, nel 1956 conquista ben 46 record mondiali di velocità
Con la 175T, nel 1957, Tartarini e Monetti compiono un raid di 60.000 Km, attraversando 5 continenti e 36 nazioni, in un anno.
La 175 F3 del 1958 fu portata in pista da Francesco Villa, ex meccanico del reparto corse.
La 125 GP Desmo del 1959 ebbe come piloti Bruno Spaggiari ed un giovanissimo Mike Hailwood
La 250 GT Desmo del 1960 venne preparata in esclusiva per Mike Hailwood
Per vedere il primo Desmo nella produzione di serie bisogna attendere il 1968, con la Mark 3 Desmo 250 e 350, seguita dalla Scrambler, declinata nelle versioni 250, 350 e 450cc. Queste moto hanno in pratica la stessa distribuzione delle Bicilindriche attuali (due valvole) a testimonianza della bontà di tale metodologia.
Il 1972 è un anno fondamentale nella storia del Desmo, in quanto viene utilizzata la prima versione del sistema in occasione della "200 miglia di Imola".
La 750 Imola Desmo è la n. 16 nella foto e da questa deriva la 750 GT (foto seguente)
750 SS Desmo. La prima Bicilindrica Desmo di serie e da molti considerata la più bella moto di tutti i tempi.
Ducati 500 Pantah del 1979
Le due moto portano per la prima volta in competizione il motore da 900 cc
Ducati 750 F1 1985 a cui fa seguito la 750 Paso, dedicata alla memoria di Renzo Pasolini, scomparso a Monza nel 1973.
La 750 F1 corsa fu guidata da Marco Lucchinelli nel 1986
La 851 Tricolore è la prima stradale a quattro valvole per cilindro
Nel 1987, Lucchinelli vince la gara di Daytona del BOTT in sella ad un prototipo di 851 cc raffreddato ad aria con distribuzione a quattro valvole ed inizia l'era moderna per il Desmo, con una serie di numerosi successi nel mondiale Superbike.
Nel 1988 il Desmoquattro entra nel Gotha del motorismo mondiale con la presentazione della 851 SBK, prima moto di serie dotata di motore Desmo a quattro valvole per cilindro.
con il suo motore
La Ducati Supermono del 1993 (550cc monocilindrico quattro valvole)
La Ducati 900 Superlight del 1992 è caratterizzata da numerose componenti in fibra di carbonio
Il 1994 apre l'era moderna del motociclismo con la nascita della fantastica 916 guidata da Carl Fogarty nel SBK con la quale vince il suo primo mondiale
Da questa moto nasce la stradale 916, detta la più bella moto degli ultimi 50 anni da “MCN awards 2014”.
La Ducati 916 F96 del 1996 portata in corsa da Troy Corser, con la quale ha vinto il mondiale SBK
La Ducati 996 F01 del 2001 guidata da Troy Bayliss, con la quale ha vinto il mondiale SBK
La Ducati 999 F03 del 2003 portata in gara da Neil Hodgson, con la quale ha vinto il mondiale SBK
Parata di SBK
Ducati Desmosedici GP03 del 2003 portata in gara da Loris Capirossi
La Ducati Desmosedici GP07 del 2007 Campione del Mondo con Casey Stoner, che vince dieci gran premi e si aggiudica anche il trofeo per i costruttori.
Ducati 1098 Stradale e Desmosedici RR (replica) - foto seguente
Ducati 1098 F08 del 2008 portata in gara ancora da Troy Bayliss, che conquista il terzo titolo iridato in SBK
Ducati Desmosedici GP10 del 2010, portata in pista da Casey Stoner, che vince 3 gran premi e conquista sei podi, finendo 4° in classifica generale.
Ducati 1198 F11 del 2011 portata in gara da Carlos Checa, che conquista il titolo iridato in SBK e con le 15 vittorie in stagione permette alla Ducati di raggiungere la 300 vittoria in SBK.
Panoramica di Moto GP e SBK
Motore 1200 Testastretta DVT del 2014
Ducati 1199 Superleggera del 2014
Ducati Scrambler (Replica) del 2016
Una veduta dell'interno del museo formato da un corridoio circolare con il centro formato da una struttura che ricorda vagamente un casco integrale.
Uscita del museo. In quanto l'ingresso avviene dall'interno della fabbrica, al termine del giro dello stabilimento dove è tassativamente vietato fotografare.
Se state ancora leggendo, mi scuso per l'estensione del racconto, sperando di aver contribuito a far conoscere un'eccellenza Italiana.
Bell'articolo, molto interessante. Belle foto corredate da molte informazioni, un lavorone mettere tutto assieme