[viaggi] I mulini ad acqua? Non c'è solo Roby che...
mulino acqua
Una gita domenicale fuori porta, un borgo medievale finemente conservato, una bella passeggiata fra le antiche mura del castello, la reflex a scattare per portarsi a casa qualche immagine interessante, ed ecco che si è già fatta ora di pranzo.
Un delizioso ristorantino slow food all'interno della cinta muraria della cittadella sembra essere il degno coronamento di una spensierata mattinata primaverile.
Ma ecco che all'elencazione dei piatti il gestore della trattoria accenna ad una polenta fatta col mais macinato in un antico mulino ad acqua della zona, uno dei pochi ancora perfettamente funzionante grazie alla certosina caparbietà della famiglia proprietaria che lo ha voluto restaurare e continuare ad utilizzare come si faceva una volta.
La curiosità di vederlo e la voglia di documentarlo è stato tutt'uno, anche a beneficio di Roby che, appassionato di questi opifici idraulici, su Nikonland non ha mai mancato di metterci a parte del suo grande lavoro di ricerca nella materia.
E dopo pranzo, mentre il tempo si guasta portandoci un grande acquazzone, eccoci con Paoletta a cercare il Mulino Medievale dei Renzetti in una sperduta stradina di campagna.
Trovatolo finalmente, è il momento adesso di bussare alla porta e provare a richiedere una visita al proprietario.
Siamo fortunati! Il mugnaio Stefano è un brillante giovane che molto gentilmente accetta di accoglierci e di aprirci il mulino, raccontandoci come sia attivo fin dal Duecento e uno dei pochi al mondo perfettamente funzionante che non abbia subito alcuna modifica rispetto all'originale di sette/otto secoli fa.
Così, accompagnandoci nella visita, ci racconta di tutte le fasi del recente restauro dell'edificio, di come lui e prima di lui suo padre, suo nonno, ecc., abbiano gelosamente manutenuto ed utilizzato il mulino, e come dopo alcuni anni di abbandono lo abbia ripristinato rispettando fedelmente i criteri costruttivi dell'epoca.
Ecco quindi la parte posteriore dell'edificio su cui è letteralmente "appoggiato" l'invaso dell'acqua, il cui livello arriva quasi all'altezza del soffitto
della sala della molitura...
... e l'invaso stesso a monte.
L'opera di restauro ha comportato anche il ripristino dell'adiacente ponte medievale, il cui restauro si è totalmente accollato il mugnaio stante la cronica mancanza di fondi pubblici dedicati allo scopo.
L'interno è piuttosto piccolo, ed è quasi interamente occupato dalle grandi macine...
... di cui una fissata al pavimento sulla quale si muove l'altra.
La molitura più o meno fine viene regolata da una grossa vite che alza e abbassa la grande macina su quella in basso, dopo aver ovviamente sollevata la leva che apre la chiusa per permettere all'acqua di far girare la ruota orizzontale.
Questo è un modello del mulino su cui vengono meglio illustrati i meccanismi: un piccolo gioiello della modellistica!
L'albero e soprattutto le pale, rigorosamente in legno di quercia...
...vengono periodicamente sostituite con delle nuove costruite quasi interamente con degli attrezzi simili a quelli che si utilizzavano una volta...
... e poi lasciate a bagno per un periodo di tempo nello stesso canale d'acqua affinché possano acquisire la giusta umidità di lavoro per poter essere inserite a pressione nella ruota.
Una visita davvero interessante alla quale non è mancato alla fine l'acquisto di qualche chilo di farina, utilizzata il giorno dopo da Paoletta per la preparazione di un bel piatto di gustose pappardelle al sugo che, ahimé, non ho fatto in tempo a documentare: ma di fronte alla gola, la fotografia passa in secondo piano...!
Bravo... ma bravo bravo, anzi no... Bravi.. tutte e due; il mulino dei Renzetti.. virtualmente mi è noto ma.. non l'ho mai visto di persona. Ora però grazie a marco e Paola.. chiudendo glì'occhi.. mi sembra di esser lì..
mi ripeto.. bravissimi.. e poi, chissà com'erano deliziose le pappardelle...