[reportage] A day in the life with Roby C.
Roby meeting Nikonland 2016
<Allora Roby, Domenica passo io da casa tua, così non guidi e andiamo insieme al Meeting>
<Perchè? Va che so guidare>
<Ho capito, ma già arrivi da un matrimonio "fuori-sede" mi pare che non sia il caso di esagerare>
<Come vuoi. Ma che macchina hai?>
<Ma sempre la stessa Roby! La Panda a metano>
<Ah, ma io sulla Polo ho il sedile anatomico>
<Cribbio Roby, non dobbiamo andare a San Benedetto del Tronto! Saran 10 km da casa tua. Dai allora io metto la macchina e tu mi guidi per le strade di Milano che sei pratico>
<Ah no! Io non guido, io faccio il navigatore>
< ...... ....... Va beh, a che ora passo? >
Comincia così il nostro, mio e di Roby, Meeting Nikonland 2016. Conosco Roberto da diversi anni ormai, il tempo passa, ma tra una storia e l'altra non sono mai riuscito a vederlo realmente in "azione". Bisogna chiarire chi è questo Roberto C che con i suoi post e i i suoi tanti MP mi fa percepire il forum Nikonland ben più vivace di quanto il puro dato telematico non mi faccia intendere.
Roby appartiene a quella generazione di uomini che ha vissuto una stagione italiana piuttosto difficile. Dopo la ricostruzione, terminato il boom economico, arrivo' il Freno, la grande stridente regione temporale delle ganasce tirate che, dalla fine degli anni '60, tenne banco fino ai primi '80 (per riprendere vigore ai nostri giorni). Non fu facile, soldi pochi ma proprio pochi, senza alcun "padrino" o "santo protettore" a cui rivolgersi non per aiuto materiale ma per un atto di considerazione utile ad emergere dalla folla, il tutto nella Milano di allora, fatta ancora di piccole botteghe e varie attività affacciate su selciati malmessi di periferie infinite. E' qui che gli uomini come Roberto hanno sviluppato un approccio estremamente efficace e incisivo per ottenere, nel lecito, non un risultato certo, ma l'opportunità per conseguirlo. Si potrebbe parlare di "faccia di tolla" ma sarebbe sbagliato, sbagliatissimo. Me ne accorgo subito quando sul tram attacca bottone con un signore anziano, incazzatissimo milanese d.o.c., oppure quando con la decisione di un missile terra aria centra il cingalese che sta armeggiando con la bici all'ingresso del ristorante (ancora chiuso) per chiedere se può lasciar giù una borsa (e finisce per fare amicizia con il titolare della bottega).
Io sono di Novara e di Milano conosco solo città studi (e detto tra noi non è zona che spicchi per gran pregio), Roby qui invece è nato e cresciuto, conosce gli angoli, i monumenti, le piazze, le case e me li indica, me li mostra tutti, quelli che son rimasti. Sì, in questa Milano Roby vorrebbe sentirsi ancora a casa, ma la città ha cambiato pelle, non è più il "paesone" in cui lui è cresciuto, è andato a scuola, ha conosciuto sua moglie. In darsena oggi, in questa bella Domenica di maggio, arrivano masse di turisti e non più i barconi carichi di sabbia per i cantieri. E' tutto un po' "finto", sa di baracconata per americani, giapponesi e tedeschi e Roberto se ne accorge. Mentre "benedice" il cartellone pubblicitario che sovrasta la darsena (e che fa ancora tanto <Milano da bere>), mi indica il fascio littorio scolpito su un pilastrino di granito nel montante di una chiusa del naviglio, segno che la storia non è una finta, e di qui c'è passata per davvero.
Primo contatto telefonico con la direzione di Nikonland
Prove tecniche di mirrorless
Roberto mi fa da guida in una Milano tirata a lucido come non l'avevo mai vista. Confesso che è parecchio che non vengo nella "capitale" a far due passi, anzi in darsena sarà da almeno 13 anni che non metto piede. Il parco delle Basiliche però mi coglie del tutto impreparato. Non lo sospettavo e mi perdo tra i fiori di campo di un'aiuola "sperimentale". Roberto mi chiama all'ordine <Dai muoviti che dobbiamo arrivare a S.Ambrogio> e com'è o come non è, mi trovo a parlare con due signore Inglesi incuriosite dai due "Gianni e Pinotto" con fotocamera a spalla. Il metodo Roby è contagioso e mette il buonumore. Ma è tardi bisogna correre. Lo seguo tra gli incroci e le aree pedonali, su e giù dal marciapiedi, sfiorando i taxi e i tram, da uomo di città scafato. Sarà, ma un paio di volte l'ho visto male.
incertezza su quale vicolo inforcare
una crisi di timidezza improvvisa
si sdrammatizza il caldo e il fatto che non becchiamo più gli altri.
A S.Ambrogio ci arriviamo... troppo tardi, il gruppo si è spostato: via Magenta, noooo!
Va beh, è lì dietro (+o-)
Effettivamente il gruppo è in via Magenta e finalmente li raggiungiamo. Io sono sfiancato, Roby è fresco come un ragazzino. Mi viene il dubbio che forse era il caso che venisse lui da me con l'auto e non il contrario, comunque, si riprende il cammino "fototuristico". Non fotografo il dito di Cattelan ma mi diverte il "casino" composto dei Cortili Aperti, cortili nei quali ci fiondiamo a torpedine (io seguo Roby e poi lo perdo, è un'anguilla).
Questo è "l'altro" Roberto di Nikonland: Robert In action. La domenica dei Roberti.
Certo che Milano è ben strana. Palazzi, palazzoni, grigi, neri, austeri, dai portoni enormi sempre chiusi. Poi, dentro, scopri angoli come questi, un glicine così grande da fare invidia ad un orto botanico, colonnati neoclassici sormontati da improbabili palazzine anni '50 e milanesi a spasso nella loro città. Beh, certamente ci son molti foresti, ma il grosso mi sembra siano milanesi milanesi. Mi sorprende, allora un po' ci tengono alla loro "casa". E cribbio, era ora!
La colpa della signora? Avere una vecchia Nikon D100!
Il saluto alla guida esperta. Giovanni deve rientrare
sulla strada per il ristorante
Roby upon Navigl
Non sanno più come sfuggire all'obiettivo, Ah!
Nikonland is different.
Sì, perchè è fatto di persone e non di avatar, non di nomignoli "strikkiobbobbo" "superninja" "razzopazzo" o altre amenità. Ci sono facce nomi, persone dietro ad ogni messaggio e questi meeting servono per dare concreta fisicità a questi nomi. Il 2016 è l'anno del decennale del forum e il premio perseveranza, costanza e rettitudine non poteva che andare al Roby C. che ora con una fiammante Nikon D5300 (quando arriverà ) potrà gustare la goduria di 24 Mp in salsa di gamma dinamica, elastica come una calza di Nylon.
Roby un po' basito
Non ci sono mulini che possano resistere ora, non c'è ombra oscura che non si possa aprire, Roby non hai più scuse. Ma Roby sorprende sempre e si è presentato con la tavola di caricature in cui, dannazione, ci siamo dentro quasi tutti ( ma la mia non mi somiglia). Grazie a suo cognato, caricaturista di professione, ecco raccolte in una tavola le brutte facce dei Nikonlander della cricca (la mia faccia sarà anche brutta, ma non c'è somiglianza se non per gli occhiali )
E' stata una bella occasione, come lo è sempre del resto, perché la fotografia alla fin fine serve per raccontare, comunicare, confrontarsi e Conoscersi!
Grazie a tutti e Auguri Roberto!
beh... ci sei riuscito pure tu..
ho gl'occhi diciamo lucidi.. o anche di più..
Il grazie è una cosa misera misera...