[editoriale] Fotografi : principianti, professionisti, amatori
Amatori e dilettanti sono quelli che praticano qualche cosa per il piacere di farla, non per motivi professionali.
Benchè nella nostra lingua i due termini non siano del tutto sovrapponibili, si accomunano proprio perchè questi "praticanti di qualche cosa" non si pongono una connotazione professionale, ovvero alla ricerca di reddito.
Ci aiuta a distinguerli l'uso negativo o dispregiativo dei termini in quanto, normalmente si intende per dilettante qualcuno che pratica qualche cosa per semplice passatempo, senza una particolare competenza, anzi, evidenziando spesso una certa incompetenza di cui non si cura particolarmente.
Cosa che l'amatore non può invece né dichiarare né dimostrare perchè, in quanto foto-amatore, spesso mette in campo più passione, più competenza, più impegno e ancora più spesso, capacità di produrre risultati di "livello professionale", certamente più del dilettante, e molte volte, anche del professionista.
Benchè, una attività amatoriale, resti sempre per sua natura non impostata perchè il prodotto sia professionalmente qualificabile o pensato per venderlo.
Anche in inglese c'è la stessa confusione di termini che viene chiarita nelle forme dispregiative.
In inglese il Dilettante è un Amateur oppure un Enthusiast, nella sua forma più nobile. Ma in quella negativa può essere beginner, novice (inesperto o principiante) o incompetent (incompetente). Si usa meno comunemente lo stesso termine Dilettante ma spesso in maniera ironica, indicando qualcuno che si dedica casualmente, a tempo perso e con risultati non troppo entusiasmanti ad un'arte.
Faccio riferimento all'inglese, perchè è la terra che ha portato verso l'Olimpo gli amatori di tutti i campi. In fotografia, tra le più affermate riviste c'è, non a caso, Amateur Photographer (la più antica rivista dedicata alla passione fotografica del mondo)
Ecco perchè useremo qui la forma dilettante per indicare quel fotografo inesperto, magari anche dopo decine di anni di ... pratica, che non si cura particolarmente di nascondere la sua incompetenza pratica di cui spesso è del tutto ignaro.
L'amatore sarà quello che invece impiega tutto se stesso nel praticare ... il suo passatempo preferito che è sempre e invariabilmente qualche cosa di molto distinto dalla sua fonte di reddito primaria mentre il professionista sarà esclusivamente quello che con il ricavato delle sue fotografie, ci paga le bollette di casa. Il professionista è quello con la partita IVA, non importa molto se in fondo è un ... incompetente o un amatore (di quello che fa).
I dilettanti passano il loro tempo a preoccuparsi degli strumenti fotografici. Di fondo sono collezionisti.
Lo leggete sui forum, anche su questo qualche volta (più spesso di quanto vorremmo !), lo ascoltate ai raduni e negli incontri, ai pranzi, alle presentazioni e ai convegni.
La preoccupazione principale del ... dilettante principiante è il materiale fotografico.
Dove hai preso quello ? Quanto gli hai dato ? Io l'ho preso da XXY con il W% di sconto. E' una bomba.
Adesso mi prendo quella borsa tecnica che è fatta apposta per quella e così posso arrampicarmi sull'Everest la prossima volta.
La prossima volta ? Ma se non ti muovi mai di casa ! ... Beh, non si sa mai.
Vuoi mettere avere lo scafandro adatto alla nuova X500 special che ho appena ordinato ?
Qual'è il miglior obiettivo per fotografare le promoter della fiera ? Ma quale fiera, quali promoter ? Le promoter ?
Con il flash ? No, il flash mi pela le alte luci e mi schiarisce troppo le ombre e poi si vede troppo il fondo tinta. Io mi prendo piuttosto la Canon 1Dx Mk IV e la pompo a 500.000 ISO con il 50mm F0.95 che ha in vendita FiascatureConti a metà prezzo, poi in caso me la rivendo subito e non ci smeno tanto, quasi fosse un affitto
Oppure, peggio. Mi serve necessariamente quella mirrorless rossa della Figi. Con quella mi metto certamente a fare street come Zio comanda.
Ma ti piace lo street ? Ma, non so, ho poco tempo per camminare per strada. Però, dai, la compro e vedi che la voglia mi viene.
Il "principiante" non partecipa a corsi di formazione strutturati ma va ai workshop dove si ghigna in compagnia. Dove fa foto che non ha fatto in realtà lui ma poi le mostra agli amici pieno di orgoglio, ovviamente le posta su Feisbuk, le tagga, le linchia, le mette su tutti i social network fotografici (gratuiti) del mondo.
In generale distribuisce così il suo budget : 85,00%, sugli apparecchi. 14% su viaggi principeschi in tutti i continenti del mondo dove fa foto filoguidate dalla guida incaricata di tutto. L'1% in tutto il resto, dove cerca di tirare sul prezzo e di risparmiare il più possibile. Astenendosi dal partecipare agli incontri dove si impara qualche cosa o si rischia di dover applicare la propria esperienza (?) conquistata sul campo.
Ogni sei mesi cambia genere fotografico, rinnegando tutto il recente passato. Solo con il prossimo obiettivo o corpo macchina, potrà, finalmente, risolvere tutti i suoi problemi. E quindi ha più traffici nel suo corredo di quanto una società di import-export di cibo cingalese.
Non si studia i suoi errori e difficilmente progredisce. Quando si stufa smette, oppure cambia genere. Più facilmente cambia corredo !
E intanto magari ha superato i 60 anni e pensa che andando in pensione avrà finalmente il tempo da dedicare alla passione che in fondo sinora è stato solo puro collezionismo e compravendita di oggetti.
Ma l'unica occasione che non si lascia sfuggire è quella di entrare "accreditato" dove in realtà non dovrebbe/potrebbe, in cambio è disposto a vendere la moglie e le due figlie vergini, oltre ovviamente, a regalare le foto che riesce a fare e che non dovrebbe poter fare, togliendo il pane di bocca ai figli dei professionisti che invece devono cristonare con il giornale che paga 12 euro a foto nuova pubblicata e 2 euro quando ripubblicata d'archivio.
vignetta di Tiziano Sclavi, ciò che certi dilettanti pensano dei professionisti ?
I professionisti si preoccupano principalmente della dichiarazione dei redditi, delle tasse, delle rate dei leasing, della fatture da emettere e di quelle da incassare, dei conti da pagare, del saldo in banca e dei clienti che non pagano. Insomma, hanno sempre in mente i soldi.
Il professionista si preoccupa del suo materiale essenzialmente in una ottica di rapporto [costo netto/fatturato fatturabile].
Il prezzo deve essere il minimo indispensabile specie perchè mese dopo mese si fattura sempre meno.
Le prestazioni del materiale possone essere "il necessario sufficiente", perchè il resto è superfluo.
Se non glielo regalano non si compra un bell'obiettivo, perchè non riesce a giustificarlo fatturando al cliente (e il suo cliente, in generale, non riesce a distinguere la differenza tra una foto fatta con un obiettivo di classe da quella fatta con un obiettivo da kit .... amatoriale !). Se è costretto a comprare apparecchiature costose, lo fa perchè vede che il suo diretto concorrente si è lasciato convincere dal promoter Nipal o Cafon ma in fondo si vedono per autodromi e stadi, fior di professionisti affannati a rincorrersi per raggiungere la postazione, con in collo vecchi 300/2.8 senza motore o zoom a pompa che non userebbe più nessuno nemmeno per fotografare le alpi all'imbrunire. Ma qualche volta anche al professionista salta all'occhio che, probabilmente, senza quella fotocamera o quell'obiettivo sarà difficile fare quel dato lavoro che facilmente si aggiudicherà Tizio, "quello stronzo con cui ho fatto a gomitate per fotografare la moglie del Renzi in bermuda". E allora si va in banca a farsi finanziare.
Oppure qualche altra volta l'abito fa il monaco e quindi per strappare un lavoro si noleggia la macchinazza o il cannone per una giornata sola. Possibilmente senza usarla, perchè "mi sento più sicuro con la mia che conosco bene ed ho regolato come dico io".
Il risultato fotografico conta soltanto se si vende e si incassa. Fa niente se la foto è impresentabile.
Stanley Kubrick, fotografo per passione, anche da regista, professione con cui non credo si sia arricchito
Gli amatori si concentrano sulla luce. E' quella che fa delle loro foto delle opere d'arte.
L'amatore ama la fotografia. La fotografia l'ha studiata sui libri di fotografie dei grandi fotografi. Ha in mente i propri riferimenti, sa esattamente cosa vuole. Lo sapeva già quando era bambino.
Durante il lavoro di tutti i giorni (che spesso è la cosa più lontana al mondo dalla fotografia) progetta i suoi impegni fotografici, impiega quanto guadagna (anche spropositi di cifre, perchè tanto il suo budget non è vincolato da un committente : è lui il suo committente) per ottenere il massimo dalla sua passione. Perchè altrimenti, perchè fotografare se non si può ottenere il massimo ?
Il materiale è scelto, indirizzato, provato e valutato esclusivamente per il suo scopo preciso, ottenere grandi fotografie stampate.
La stampa è parte essenziale del processo.
Processo che è lungo, ripetitivo, fatto di studio, di specializzazione. Non cambia genere, non è onnivoro, sa che ci sono precisi limiti e che ogni limite, per essere superato, richiede grandi e lunghi sforzi.
una scena di Barry Lyndon, capolavoro fotografico di Kubrick, una lunga sequenza di scatti fotografici ottenuti con la migliore tecnologia fotografica disponibile, casualmente visualizzabili in movimento, più che altro su una colonna sonora che avvolge la tutto sommato stucchevole vicenda che il film descrive
Ma soprattutto, sempre e in ogni luogo, il fotoamatore si preoccupa che ci sia la luce migliore. Perchè è la luce che farà la sua fotografia. Se c'è, sceglierà il momento migliore e tutto girerà attorno ad essa. Se non c'è la si dovrà procurare artificialmente.
E tutte le fotografie gireranno attorno a quella luce. Anche quelle stampe verranno valorizzate dalla luce giusta.
Ma se non c'è la luce buona, facilmente non scatterà nemmeno.
Naturalmente il fotoamatore, forse vi regalerà una sua stampa o un suo libro (di livello più che professionale, ovviamente), se proprio li desiderate, ma in generale non regalerà mai una sua fotografia a qualcun altro che possa trarvi profitto. Le sue fotografie non sono pensate per farci denaro. Servono esclusivamente per procurargli il puro piacere di averle fatte.
Fotoamatore (o, solo in questo senso, fotografo dilettante, non professionista), in questi termini, lo vedete, non è e non può essere visto in senso dispregiativo ma, al contrario, dovrebbe essere motivo di vanto.
Mauro Maratta, novembre 2016
Bel trattato di psicologia sulle varie tipologie di fotografi.
Vorrei tanto appartenere a quella di fotoamatore, ma sinceramente mi vedo più in quella di dilettante.