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[editoriale] Fotografi : principianti, professionisti, amatori

Inviato da Lieve , 07 novembre 2016 · 5139 visualizzazioni

Amatori e dilettanti sono quelli che praticano qualche cosa per il piacere di farla, non per motivi professionali.
Benchè nella nostra lingua i due termini non siano del tutto sovrapponibili, si accomunano proprio perchè questi "praticanti di qualche cosa" non si pongono una connotazione professionale, ovvero alla ricerca di reddito.
 
Ci aiuta a distinguerli l'uso negativo o dispregiativo dei termini in quanto, normalmente si intende per dilettante qualcuno che pratica qualche cosa per semplice passatempo, senza una particolare competenza, anzi, evidenziando spesso una certa incompetenza di cui non si cura particolarmente.
Cosa che l'amatore non può invece né dichiarare né dimostrare perchè, in quanto foto-amatore, spesso mette in campo più passione, più competenza, più impegno e ancora più spesso, capacità di produrre risultati di "livello professionale", certamente più del dilettante, e molte volte, anche del professionista.
Benchè, una attività amatoriale, resti sempre per sua natura non impostata perchè il prodotto sia professionalmente qualificabile o pensato per venderlo.
 
Anche in inglese c'è la stessa confusione di termini che viene chiarita nelle forme dispregiative.
 
In inglese il Dilettante è un Amateur oppure un Enthusiast, nella sua forma più nobile. Ma in quella negativa può essere beginner, novice (inesperto o principiante) o incompetent (incompetente). Si usa meno comunemente lo stesso termine Dilettante ma spesso in maniera ironica, indicando qualcuno che si dedica casualmente, a tempo perso e con risultati non troppo entusiasmanti ad un'arte.
Faccio riferimento all'inglese, perchè è la terra che ha portato verso l'Olimpo gli amatori di tutti i campi. In fotografia, tra le più affermate riviste c'è, non a caso, Amateur Photographer (la più antica rivista dedicata alla passione fotografica del mondo)
 
Ecco perchè useremo qui la forma dilettante per indicare quel fotografo inesperto, magari anche dopo decine di anni di ... pratica, che non si cura particolarmente di nascondere la sua incompetenza pratica di cui spesso è del tutto ignaro.
L'amatore sarà quello che invece impiega tutto se stesso nel praticare ... il suo passatempo preferito che è sempre e invariabilmente qualche cosa di molto distinto dalla sua fonte di reddito primaria :marameo: mentre il professionista sarà esclusivamente quello che con il ricavato delle sue fotografie, ci paga le bollette di casa. Il professionista è quello con la partita IVA, non importa molto se in fondo è un ... incompetente o un amatore (di quello che fa).
 
Immagine Allegata
 
I dilettanti passano il loro tempo a preoccuparsi degli strumenti fotografici. Di fondo sono collezionisti.
 
Lo leggete sui forum, anche su questo qualche volta (più spesso di quanto vorremmo !), lo ascoltate ai raduni e negli incontri, ai pranzi, alle presentazioni e ai convegni.
La preoccupazione principale del ... dilettante principiante è il materiale fotografico.
Dove hai preso quello ? Quanto gli hai dato ? Io l'ho preso da XXY con il W% di sconto. E' una bomba.
Adesso mi prendo quella borsa tecnica che è fatta apposta per quella e così posso arrampicarmi sull'Everest la prossima volta.
La prossima volta ? Ma se non ti muovi mai di casa ! ... Beh, non si sa mai.
Vuoi mettere avere lo scafandro adatto alla nuova X500 special che ho appena ordinato ?
Qual'è il miglior obiettivo per fotografare le promoter della fiera ? Ma quale fiera, quali promoter ? Le promoter ?
Con il flash ? No, il flash mi pela le alte luci e mi schiarisce troppo le ombre e poi si vede troppo il fondo tinta. Io mi prendo piuttosto la Canon 1Dx Mk IV e la pompo a 500.000 ISO con il 50mm F0.95 che ha in vendita FiascatureConti a metà prezzo, poi in caso me la rivendo subito e non ci smeno tanto, quasi fosse un affitto ;)
 
Oppure, peggio. Mi serve necessariamente quella mirrorless rossa della Figi. Con quella mi metto certamente a fare street come Zio comanda.
Ma ti piace lo street ? Ma, non so, ho poco tempo per camminare per strada. Però, dai, la compro e vedi che la voglia mi viene.
 
Il "principiante" non partecipa a corsi di formazione strutturati ma va ai workshop dove si ghigna in compagnia. Dove fa foto che non ha fatto in realtà lui ma poi le mostra agli amici pieno di orgoglio, ovviamente le posta su Feisbuk, le tagga, le linchia, le mette su tutti i social network fotografici (gratuiti) del mondo.
 
In generale distribuisce così il suo budget : 85,00%, sugli apparecchi. 14% su viaggi principeschi in tutti i continenti del mondo dove fa foto filoguidate dalla guida incaricata di tutto. L'1% in tutto il resto, dove cerca di tirare sul prezzo e di risparmiare il più possibile. Astenendosi dal partecipare agli incontri dove si impara qualche cosa o si rischia di dover applicare la propria esperienza (?) conquistata sul campo.
 
Ogni sei mesi cambia genere fotografico, rinnegando tutto il recente passato. Solo con il prossimo obiettivo o corpo macchina, potrà, finalmente, risolvere tutti i suoi problemi. E quindi ha più traffici nel suo corredo di quanto una società di import-export di cibo cingalese.
Non si studia i suoi errori e difficilmente progredisce. Quando si stufa smette, oppure cambia genere. Più facilmente cambia corredo ! :marameo:
 
E intanto magari ha superato i 60 anni e pensa che andando in pensione avrà finalmente il tempo da dedicare alla passione che in fondo sinora è stato solo puro collezionismo e compravendita di oggetti.
 
Ma l'unica occasione che non si lascia sfuggire è quella di entrare "accreditato" dove in realtà non dovrebbe/potrebbe, in cambio è disposto a vendere la moglie e le due figlie vergini, oltre ovviamente, a regalare le foto che riesce a fare e che non dovrebbe poter fare, togliendo il pane di bocca ai figli dei professionisti che invece devono cristonare con il giornale che paga 12 euro a foto nuova pubblicata e 2 euro quando ripubblicata d'archivio.
 
 Immagine Allegata
 vignetta di Tiziano Sclavi, ciò che certi dilettanti pensano dei professionisti ?
 
I professionisti si preoccupano principalmente della dichiarazione dei redditi, delle tasse, delle rate dei leasing, della fatture da emettere e di quelle da incassare, dei conti da pagare, del saldo in banca e dei clienti che non pagano. Insomma, hanno sempre in mente i soldi.
 
Il professionista si preoccupa del suo materiale essenzialmente in una ottica di rapporto [costo netto/fatturato fatturabile].
Il prezzo deve essere il minimo indispensabile specie perchè mese dopo mese si fattura sempre meno.
Le prestazioni del materiale possone essere "il necessario sufficiente", perchè il resto è superfluo.
 
Se non glielo regalano non si compra un bell'obiettivo, perchè non riesce a giustificarlo fatturando al cliente (e il suo cliente, in generale, non riesce a distinguere la differenza tra una foto fatta con un obiettivo di classe da quella fatta con un obiettivo da kit .... amatoriale !). Se è costretto a comprare apparecchiature costose, lo fa perchè vede che il suo diretto concorrente si è lasciato convincere dal promoter Nipal o Cafon ma in fondo si vedono per autodromi e stadi, fior di professionisti affannati a rincorrersi per raggiungere la postazione, con in collo vecchi 300/2.8 senza motore o zoom a pompa che non userebbe più nessuno nemmeno per fotografare le alpi all'imbrunire. Ma qualche volta anche al professionista salta all'occhio che, probabilmente, senza quella fotocamera o quell'obiettivo sarà difficile fare quel dato lavoro che facilmente si aggiudicherà Tizio, "quello stronzo con cui ho fatto a gomitate per fotografare la moglie del Renzi in bermuda". E allora si va in banca a farsi finanziare.
 
Oppure qualche altra volta l'abito fa il monaco e quindi per strappare un lavoro si noleggia la macchinazza o il cannone per una giornata sola. Possibilmente senza usarla, perchè "mi sento più sicuro con la mia che conosco bene ed ho regolato come dico io".
 
Il risultato fotografico conta soltanto se si vende e si incassa. Fa niente se la foto è impresentabile.
 
Immagine Allegata
Stanley Kubrick, fotografo per passione, anche da regista, professione con cui non credo si sia arricchito
 
Gli amatori si concentrano sulla luce. E' quella che fa delle loro foto delle opere d'arte.
 
L'amatore ama la fotografia. La fotografia l'ha studiata sui libri di fotografie dei grandi fotografi. Ha in mente i propri riferimenti, sa esattamente cosa vuole. Lo sapeva già quando era bambino.
Durante il lavoro di tutti i giorni (che spesso è la cosa più lontana al mondo dalla fotografia) progetta i suoi impegni fotografici, impiega quanto guadagna (anche spropositi di cifre, perchè tanto il suo budget non è vincolato da un committente : è lui il suo committente) per ottenere il massimo dalla sua passione. Perchè altrimenti, perchè fotografare se non si può ottenere il massimo ?
Il materiale è scelto, indirizzato, provato e valutato esclusivamente per il suo scopo preciso, ottenere grandi fotografie stampate.
La stampa è parte essenziale del processo.
 
Processo che è lungo, ripetitivo, fatto di studio, di specializzazione. Non cambia genere, non è onnivoro, sa che ci sono precisi limiti e che ogni limite, per essere superato, richiede grandi e lunghi sforzi.
 
Immagine Allegata
una scena di Barry Lyndon, capolavoro fotografico di Kubrick, una lunga sequenza di scatti fotografici ottenuti con la migliore tecnologia fotografica disponibile, casualmente visualizzabili in movimento, più che altro su una colonna sonora che avvolge la tutto sommato stucchevole vicenda che il film descrive
 
Ma soprattutto, sempre e in ogni luogo, il fotoamatore si preoccupa che ci sia la luce migliore. Perchè è la luce che farà la sua fotografia. Se c'è, sceglierà il momento migliore e tutto girerà attorno ad essa. Se non c'è la si dovrà procurare artificialmente.
E tutte le fotografie gireranno attorno a quella luce. Anche quelle stampe verranno valorizzate dalla luce giusta.
Ma se non c'è la luce buona, facilmente non scatterà nemmeno.
 
Naturalmente il fotoamatore, forse vi regalerà una sua stampa o un suo libro (di livello più che professionale, ovviamente), se proprio li desiderate, ma in generale non regalerà mai una sua fotografia a qualcun altro che possa trarvi profitto. Le sue fotografie non sono pensate per farci denaro. Servono esclusivamente per procurargli il puro piacere di averle fatte.
 
Fotoamatore (o, solo in questo senso, fotografo dilettante, non professionista), in questi termini, lo vedete, non è e non può essere visto in senso dispregiativo ma, al contrario, dovrebbe essere motivo di vanto.
 
Mauro Maratta, novembre 2016






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Gianni_54
nov 07 2016 14:16

Bel trattato di psicologia sulle varie tipologie di fotografi.

 

Vorrei tanto appartenere a quella di fotoamatore, ma sinceramente mi vedo più in quella di dilettante.

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Gabriele Castelli
nov 07 2016 17:46

Divertente, e con parecchie verità :P

 

Anche io mi sa che vado a finire nei rookie, con qualche punta di fotoamatore. 

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Silvio Renesto
nov 07 2016 21:34

Bell'articolo, qua e là (direi spesso)  pungente, e fai bene, ma sinceramente ...appassionato.

 

Io mi vedo come... no, non credo sia questo il punto.

Devo dirlo solo a me (ma non lo so già?) come mi vedo e rifletterci se voglio. Non una presa d'atto ma uno stimolo, per chi ne sentisse il bisogno.

Il tuo è un  dito che indica una strada,  se interessa si prova a seguirla, ma non fermiamoci guardare il dito. 

;)

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Aldo Del Favero
nov 07 2016 22:06

A me piacerebbe essere un fotoamatore che vende le sue opere :) francamente avere l'hard disk o le pareti piene delle mie foto, alcune potenzialmente belle (almeno per me), ma che non interessano a nessun altro, mi fa passar la voglia di applicarmi... anche perchè per me fotografare è fonte di stress, il voler raggiungere un certo risultato implica uno sforzo che certe volte va oltre il puro divertimento e farlo solo tanto per fare mi sta un pò stretto... ultimamente sono fermo su un gradino che faccio fatica a superare, vedremo... di solito lo scorrere del tempo aiuta e dopo una pausa mi arriva l'illuminazione che mi fa progredire... :)

Non credo che sia una cosa che riguarda cosa si vorrebbe essere.

O si è amanti della fotografia, oppure no. Punto.

 

Fotografare è fonte di stress ? Beh, mica lo ha ordinato il dottore di fare i fotografi.

 

Io non ho mai desiderato di essere un atleta o un ballerino. Non sono né strutturato fisicamente per esserlo né troverei diletto o piacere nel praticare attività fisica, sia a livello amatoriale che professionale.

 

Basta raggiungere l'accettazione di se stessi per trovare il punto di equilibrio.

Vi garantisco che è facilissimo smettere di desiderare di essere diversi da quelli che si è.

 

Non vedo nemmeno perchè credere di essere diversi possa aiutare. Aiutare in che ?

Peggio ancora desiderare di diventare differenti.

 

La pratica amatoriale è puro e semplice sfogo della propria passione e del proprio amore per se e non per una destinazione specifica o uno scopo materiale.

 

Un modellista navale che dedica magari 12 anni a completare un veliero lungo 5 metri pensereste che lo potrebbe mai vendere se non per motivi di forza maggiore ?

 

Avreste dovuto vedere di persona con quali occhi di innamorato il grande Giancarlo Barbieri guardava la sua Regia Nave Roma esposta in pubblico :

 

0232a.jpg

un fotografo potrebbe esserne meno avvinto ? Io lo so e infatti gli ho stretto a lungo la mano mentre gli chiedevo il permesso di fotografare il suo capolavoro.

 

Ciò che sto dicendo in questo mio articolo è che ho visto in questi anni centinaia di fotografi dilettanti incapaci di elevarsi oltre le punte dei propri piedi nel loro "hobby", spendere cariolate di denari in attrezzature inutili e non arrivare mai a capire se di vero amore si tratta.

Non ho mai conosciuto un fotografo professionista capace di proporre veramente opere d'arte in grado di far comprendere che sono frutto d'amore.

E realmente pochi fotoamatori come li intendo io. Più che altro sul web ma raramente di persona.

 

E in mezzo un sacco di mestieranti o di praticanti collezionisti. A prescindere se abbiano o no la partita IVA o il codice fiscale e dichiarino o meno redditi derivanti da attività fotografica (come preteso dalla normativa italiana).

Articolo interessante, divertenete e pungente allo stesso momento. Sarei quasi certo che ognuno di noi, sicuramente io, ha visto tratti di sè stesso nel fotografo dilettante e nel fotografo amatoriale.

Sarebbe interessante, certamente più difficile, una disamina simile che rapporti i pensieri dei fotografi sui risultati prodotti da loro stessi.

In questo caso particolare penso però che, come i peccati vanno confessati... al confessore, i fotografi dovrebbero andare da un lettore di portfolio (???). :-)

Bellissima analisi, sincera ed esperta, del variegato "mondo dei fotografi".

 

Mi è piaciuto molto come ha terminato nei passaggi "Ma soprattutto, sempre e in ogni luogo, il fotoamatore si preoccupa che ci sia la luce migliore." e "Ma se non c'è la luce buona, facilmente non scatterà nemmeno." nei quali mi ritrovo completamente e che sono spesso motivo di sorrisi tra amici e conoscenze quando magari, dal nulla e in giro a far ben altro che fotografare, mi esce una esclamazione "ma che bella luce!".... e le altre persone mi guardano come se avessi mangiato qualcosa di strano per uscirmene con una esclamazione del genere!

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Leonardo Visentìn
nov 17 2016 15:37
Si, molto interessante e stimolante, soprattutto sul concetto di coscienza del proprio amore nei confronti del fotografare in sé, e non per un risultato (che sia economico, di apprezzamento altrui, che sempre fanno piacere, ma -professionista a parte- non deve divenire lo scopo dell'atto o della ricerca fotografica). Mauro è un perfetto esempio di questo, pur supportato dal raggiungimento talvolta di vette molto alte (altre volte più "normali"), ma senza mai perdere quell'agape che invece in troppi casi è più eros destinato a svanire.
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Francesco_cn
nov 21 2016 19:28

Bellissimo articolo

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Fab Cortesi
nov 23 2016 09:36

Ottima sintesi del mondo che ci circonda e coinvolge.

 

Grazie per metterlo in testo.

Beh.. che dire? a guardar bene e a farci un'analisi della propria coscienza, chi più chi meno salvo poche eccezzioni ci siamo dentro.. io per primo è ovvio.

Il Mauro come al suo solito ha fatto una disanima che è...

 

                                                                           da incorniciare..

 

Una che mi ricordo è del Rebuzzini quando era giovane e... meno incallito..  e il pezzo editoriale è da qualche parte in casa.. ma tornando con i piedi sul pezzo, come spesso succede il nostro riesce a fare analisi reali e pungenti..   e non è da tutti..

 

grazie..  servirebbe a farci riflettere... ma non sempre si capisce..  e si continua imperterrite nella tattica dell'errore.

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