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[reportage] Non è più strano... il Tai Chi Chuan nei Parchi a Milano.

Inviato da Silvio Renesto , 05 agosto 2017 · 7088 visualizzazioni

reportage bianco e nero cultura
[reportage] Non è più strano... il Tai Chi Chuan nei Parchi a Milano.

Fotografie di Silvio Renesto e Gianni Ragno
Testo di Silvio Renesto
 
Un fenomeno culturale. Fino a pochi decenni fa il Tai Chi Chuan (Taijiquan, secondo la translitterazione moderna) in Italia era quasi sconosciuto. Capitava di vederlo nei documentari sulla Cina, dove venivano mostrate numerose ed ordinate folle che nei parchi facevano qualcosa che sembrava una strana ginnastica lenta.
 
Negli anni Settanta/Ottanta era già una moda negli USA: Fra personaggi dell'epoca che praticavano il Taijiquan c'erano il fisico-saggista Fritjof Capra, autore de "Il Tao della Fisica" (1975) e Benjamin Hoff, che ne scrive, un po' fantasiosamente, nel suo "Tao di Winnie Pooh" (1982, libro più che delizioso) Ne scrive anche la pediatra e psicanalista francese Francoise Dolto, confrontandolo con lo Yoga.
 
Nello stesso periodo il Taijiquan ha fatto la sua timida comparsa in Italia, insieme ad altri stili di kung-fu, con l'arrivo dei primi maestri cinesi. Dalla fine degli anni '90, grazie a numerose dimostrazioni pubbliche delle varie scuole, anche da noi la pratica del Taijiquan all'aperto si è diffusa, ed oggi molte persone si allenano nei parchi cittadini, da sole o in gruppo, con indubbio effetto coreografico e i suoi seguaci non suscitano più (tanta) curiosità o sconcerto. Il Taijiquan è ormai così famoso che dal 1999 si celebra la "Giornata Mondiale del Taijiquan", di solito il secondo sabato di Aprile. 
 

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Parco Sempione

 

 

 

Nei parchi ,Praticato in mezzo al verde, all'ombra degli alberi, si aggiunge una sensazione liberatoria, quella di muoversi in armonia con l'ambiente che ci circonda. In gruppo, all'aperto è ancora meglio, si lavora con una maggiore sintonia e serenità di spirito. Come molte altre discipline fisiche, il Taijiquan sembra dare di più quando praticato nel verde.
 
 
 
 
 
 

 
Immagine Allegata  
 

 

Parco Sempione

 
 
Ed è così che di solito si immagina il Taijiquan. Una mia collega ha addirittura deciso di studiarlo dopo essere rimasta affascinata da alcune scene del film  Calendar Girls in cui Helen Mirrell e le sue amiche lo praticano su un bel prato di collina. Il Taijiquan all'aperto è dunque diventato un fenomeno di costume.
 
 

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Giardini di Porta Venezia

 

 

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Inizio della pratica.  Parco Trotter

 
Per questioni logistiche ho scelto di illustrare il Taijiquan all'aperto nei parchi di Milano, con la collaborazione delle scuole che lì lo praticano (che ringrazio sentitamente per la cortesia e disponibilità), ma è ormai così comune, che avrei potuto fare lo stesso reportage in quasi tutte le città italiane.

  
 

 

 

 

 

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Afferrare la coda del passero. Parco Sempione 


 

 

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L'Airone (o la Gru) apre le ali. Giardini di Porta Venezia

 
 
Cos' è il Taijiquan e perchè ha successo.
N.B. Quanto segue è frutto della mia trentennale esperienza pratica e di documentazione. E' un quadro forzatamente incompleto e in parte soggettivo, certamente può differire da quel che avete letto o sentito. Se qualche lettore non condivide, sarò felice di approfondire, ma in ambito più consono di un forum fotografico.

 
 
 
Taijiquan (Tai Chi Chuan) vuol dire Pugno/Pugilato/Lotta (Quan/Chuan) della Suprema Polarità, o Supremo Principio (Tai Chi/Taiji, rappresentato dal simbolo taoista bianco e nero dello Yin/Yang).
 
 

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Sorvolando su miti e leggende inverificabili riguardo l'origine (ad es. vecchi monaci taoisti che sognano gru e serpenti in lotta...), Taijiquan è il nome che tra il 1700 ed il 1800 è stato dato ad un' arte marziale giudicata talmente elegante ed efficace da meritarsi questo titolo quanto mai impegnativo. Il suo fondatore, Yang Lu Chan, (detto Yang l'Invincibile), la chiamava invece Mienquan (boxe di cotone), oppure Huaquan, (boxe che neutralizza), oggi è lo Stile Yang di Taijiquan. Il nome Taijiquan venne poi esteso alle arti che Yang Lu Chan avrebbe studiato per elaborare il suo metodo (soprattutto lo Stile Chen, risalente al 1300-1400), che a stili derivati (Wu, Sun e tanti altri.), così che oggi si ha una numerosa "famiglia di stili" di Taijiquan, basati su concetti comuni, ma ognuno con le sue caratteristiche. Il più diffuso fuori dalla Cina è proprio lo lo stile Yang.
Il Taijiquan comprende pratiche a corpo libero e con armi (spada, sciabola, bastone ecc.) da soli e in coppia.
 
 
 
  
 
 
 
 

 

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Sistemare il vestito/mantello, una postura tipica dello stile Chen. Parco Sempione

 

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Il ventaglio è un' arma (aveva in origine le stecche di acciaio appuntite) che è stata introdotta successivamente nel bagaglio tecnico del Taijiquan, ma è molto coreografico. Parco Trotter.

 

 

 



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...da praticante sono molto contento di questa diffusione e del fatto che non sia piu' strano vedere nei parchi gruppi di persone che si allenano , purtoppo pero' quasi sempre sono solo movimenti lenti...

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Silvio Renesto
ago 06 2017 12:35

Grazie. 

 Come ben saprai, la percentuale di scuole che insegnano la parte più marziale (non dico il tuishou,  ma qualcosa di più attivo)  sono una minoranza per cui è più difficile incontrarle.  Nel Milanese ne ho viste  una di stile Chen (che ho mostrato) e due di stile Yang  (una a Milano, una a Monza).  Le altre erano "morbide".

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Andrea Zampieron
ago 10 2017 22:09

Ciao Silvio bel reportage ben descritto e fotografato, tutte le arti marziali hanno un percorso salutistico ma dovrebbero comunque avere un percorso applicativo , altrimenti non sarebbero arti marziali .

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danighost
ago 13 2017 09:13

Grazie per la lettura Silvio ... non mi ricordo se ti avevo detto che pratic(av)o il qi gong ...

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