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Riflessione di fine anno

Inviato da Giuliano M. , in per la strada, Citazioni, fotografi 22 dicembre 2012 · 2099 visualizzazioni

Due i momenti più importanti del mio 2012, oramai agli sgoccioli; l'incontro con Ferdinando Scianna e questa fotografia:

Immagine Allegata



Del grande fotografo siciliano, che oramai leggo con attenzione quasi religiosa, riporto questo brano dal suo "Autoritratto di un fotografo", lasciandovi i miei auguri di Buone Feste ed un sereno 2013:

"Henri Cartier-Bresson, il Mozart della fotografia, mio referente, maestro e amico, ci ha insegnato che fotografare significa, nel fulmineo riconoscimento di un istante significativo della vita, mettere sulla stessa linea di mira l'occhio, la mente e il cuore.
(...) Buona parte della cosiddetta fotografia creativa e concettuale di oggi, a caccia di riconoscimenti artistici e di alti prezzi di mercato, pecca spesso per eccesso di cerebralismo o di estetismo fini a se stessi. Ne nascono fotografie che riempiono le pareti di gallerie ma non la nostra intelligenza e non ci danno altra emozione se non, e raramente, un po' di compiacimento formale. L'emozione vera, quella che dura, lo sappiamo, è invece frutto di equilibrio, il difficilissimo equilibrio, appunto, tra l'occhio, la mente e il cuore. Equilibrio che spesso, dai drogati di stupore, viene scambiato per scipitezza, noia. Così non è. L'equilibrio di cui parlo è equilibrio tra forte pensiero, intenso sentimento, fantasia formale.
(...) Spesso, si scambia la forza dell'emozione con la drammaticità del soggetto. E' falso, naturalmente: ci può essere grande forza espressiva nell'istante più quotidiano della nostra vita. Dipende dall'intensità con cui sappiamo vederlo, comunicarlo, riceverlo. Un volto, un paesaggio, un istante di vita, se colti meravigliosamente, possono arricchire, chissà, forse migliorare, se non il mondo, la coscienza che del mondo abbiamo e di noi stessi."

(Ferdinando Scianna)






Bravo Giuliano. Mi hai fatto venire voglia di ripubblicare un mio vecchio editoriale (certo ... inesorabilmente magniloquente e allocutorio, come mio solito). Si trova qui
Foto
Paolo Tagliaro
gen 22 2013 16:04
Sintetizzando con un ossimoro: la complessità della semplicità.
;)

O meglio: un po' più di cuore.
Vedo sempre più chiaro quanto pesi il messaggio e quanto a volte parliamo a vuoto.
Più di una riflessione di fine anno auguro un anno di riflessione, a me stesso per primo, in quanto per comunicare ho bisogno innanzitutto di ascoltare.
Se cerco di riprodurre l'immagine che ho in testa finisco per fotografare me stesso.
Vorrei in qualche modo riuscire a far entrare nelle foto qualcosa di più.
Vorrei che qualcosa del soggetto entrasse in me per comparire nella foto.
Foto
Giuliano M.
gen 23 2013 15:49

Bravo Giuliano.

Grazie Mauro.
Foto
Giuliano M.
gen 23 2013 15:49

Sintetizzando con un ossimoro: la complessità della semplicità.
O meglio: un po' più di cuore.
Vedo sempre più chiaro quanto pesi il messaggio e quanto a volte parliamo a vuoto.
Più di una riflessione di fine anno auguro un anno di riflessione, a me stesso per primo, in quanto per comunicare ho bisogno innanzitutto di ascoltare.
Se cerco di riprodurre l'immagine che ho in testa finisco per fotografare me stesso.
Vorrei in qualche modo riuscire a far entrare nelle foto qualcosa di più.
Vorrei che qualcosa del soggetto entrasse in me per comparire nella foto.

Ti auguro di realizzare i tuoi propositi. Ne hai, credo, già trovato il modo per farlo, lo scrivi chiaramente: "per comunicare ho bisogno innanzitutto di ascoltare."
Porsi in ascolto e attendere, per me la fotografia è tutta lì. Perchè appunto è qualcosa che si riceve, quella che intendo io, nulla che si possa creare da sè (per citare Scianna, ancora una volta). "Riprodurre l'immagine che ho in testa" è qualcosa che sento dire spesso, a tanti fotografi, amatori e professionisti. Io inizio a non capire più come possa succedere. O meglio, certe foto le si può costruire, preparare, ideare, certo, ma non è ciò che emoziona me. Inizio addirittura a provare fastidio nel visionare o stare ad ascoltare di fotografie tipo quelle fatte in studio, etc, etc, perchè per me restano prodotti commerciali. Hanno un fine ma non un senso. Esercizi estetico-formali, magari ben vendibili o dai facili consensi, secondo le mode del momento. Tutto qua.
Il mio stupore per il gesto fotografico nasce da altro. Si sarà capito.
Grazie del passaggio Paolo.

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